1 - AMA, IL MISTERO DEI MAXI APPALTI
Giovanna Vitale per "la Repubblica - Roma"
Non c´è verso, in Ama gli appalti li vincono sempre gli stessi. Sarà pur vero che, in giro per l´Italia, di aziende specializzate nella costruzione di compattatori, spazzatrici e cassonetti non ce ne sono poi tante. Sarà che le quantità di mezzi richieste dal committente sono piuttosto rilevanti.
Ma certo appare quantomeno singolare come ad aggiudicarsi la miglior fetta delle gare milionarie per la fornitura di veicoli e attrezzature deputate a raccogliere l´immondizia dei romani non siano i leader del mercato nazionale (Farid o Mazzocchia), rimasti pressoché esclusi, bensì una sola ditta, la Omb Roma o Socram che dir si voglia (la prima è controllata al 100% dalla seconda), nata officina meccanica e diventata negli ultimi tre anni un´autentica industria. Le briciole distribuite a non più di una decina di imprese, che però alla solita Omb (Socram) fanno capo per la manutenzione o la rappresentanza.
È il mistero degli appalti banditi dalla municipalizzata capitolina nella fornitura dei mezzi e degli strumenti per la raccolta dei rifiuti. Una torta che da sola vale circa 110 milioni di euro, più o meno quanto l´Ama ha speso da metà 2008 a fine 2010 per ampliare e rinnovare il suo parco veicoli. Poco meno di un terzo dei quali finiti dritti dritti nelle casse di Marino Fantauzzi, titolare della Socram e, di conseguenza, della Omb Roma, divenuto asso pigliatutto grazie alle ottime relazioni del figlio Piero con l´ad di Ama Franco Panzironi.
Monnezza a RomaSe invece calcoliamo pure le altre società vincitrici (dalla Coseco alla Tecnoindustrie Merlo), alle quali Omb-Socram offre i propri servizi di officina o di rappresentanza, la quota schizza all´80%. Una dinastia, quella dei Fantauzzi, con forti ambizioni: protagonista, secondo indiscrezioni mai smentite, delle grandi manovre per mettere insieme la cordata imprenditoriale disposta a rilevare il 40% della municipalizzata capitolina in via di privatizzazione.
Basta scorrere l´elenco delle gare nell´ultimo triennio, spesso dotate di un meccanismo discrezionale che consente ad Ama di aumentare del 50% l´importo del bando rispetto a quello iniziale. Tutte regolari, almeno sulla carta, sebbene più d´una volta contestate dalle imprese soccombenti nonché oggetto di lettere di fuoco da parte dell´associazione confindustriale dei costruttori.
È Omb Roma, ad esempio, ad aggiudicarsi nel settembre 2009 la commessa per 18 autocompattatori a caricamento laterale per circa 5,5 milioni, mentre la Socram vince il noleggio full service a freddo di 20 compattatori per oltre un milione di euro. E se pure la "fiduciaria" Tecnoindustrie Merlo, nell´ottobre 2010, conquista un appalto da 7,6 milioni per 50 mini-costipatori, a fare il colpo gobbo è poi la solita Omb Roma, che l´anno scorso riesce ad affittare e posizionare per cinque anni, ai quattro angoli della città, la bellezza di 8mila cassonetti in lamiera zincata. A quale prezzo? Venti milioni e 161mila euro. Meglio che vincere al Superenalotto.
2 - IL FIGLIO DEL CAPOSCORTA DI ALEMANNO TRA GLI ASSUNTI ALL´ATAC SENZA REQUISITI - GLI INQUIRENTI HANNO CONFRONTATO I CURRICULUM. PRESTO DAL PM I CINQUE DIRIGENTI INDAGATI
Maria Elena Vincenzi per "la Repubblica - Roma"
Inchiesta sull´Atac, spuntano i nomi degli assunti sospetti. Una decina i contratti stipulati senza requisiti tra i quali anche quello del figlio dell´ex caposcorta di Alemanno, Giancarlo Marinelli. Giorgio, pugile, era stato assunto in Atac, dove ancora lavora (e la sorella, Ilaria, in Ama): il suo sarebbe uno dei circa dieci casi in cui non c´è corrispondenza tra l´incarico e il curriculum. Come, per altro, scritto dai giornali nei giorni in cui scoppiò il caso sulle oltre 800 assunzioni a chiamata diretta.
FRANCO PANZIRONIAssunzioni che allora, lo scorso dicembre, avevano messo in imbarazzo il sindaco e costretto Marinelli padre alle dimissioni. Ma quel nome, non bastasse quello di Giulia Pellegrino, la cubista assunta come segretaria dell´ex direttore industriale della municipalizzata Marco Coletti (ora vicepresidente del cda), è finito subito sotto la lente del procuratore aggiunto Alberto Caperna, del pubblico ministero Francesco Dall´Olio e dei carabinieri del nucleo investigativo. E, guarda a caso, sia per Marinelli sia per l´ex lap dancer mancherebbero effettivamente i requisiti.
Sono questi due degli episodi che hanno spinto gli inquirenti a iscrivere nel registro degli indagati con l´accusa di abuso d´ufficio i vertici di allora della municipalizzata dei trasporti: Adalberto Bertucci (ex ad Atac), Antonio Marzia (ex ad Met.Ro, poi dirigente Atac ora in pensione), Riccardo Di Luzio (ex capo del personale Met.Ro e di Atac), Vincenzo Tosques (dirigente risorse umane di Met.Ro) e Luca Masciola (ex numero uno del personale di Trambus oggi capo dell´informatica Atac). E mentre si aspetta che ora i magistrati convochino gli indagati per sentirli in presenza dei loro avvocati, i militari di via In Selci continuano ad analizzare le carte: oltre a quei dieci primi casi, infatti, non è da escludere che ne possano spuntare altri.