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TRAVAGLIO IN CATTEDRA - MARCOLINO BACCHETTA I SUOI COLLEGHI MAL-DESTRI SUI PROCESSI DEL BANANA: “CI SONO GIORNALISTI CHE SI ESERCITANO OGNI GIORNO SUI TEMI DELLA GIUSTIZIA SENZA ESSERE MAI ENTRATI IN UN TRIBUNALE” - “OSTELLINO? IL CORRIERE POTREBBE ORGANIZZARGLI UN CORSO DI RECUPERO“ - “BELPIETRO È UN GIURISTA A SUA INSAPUTA” -“SALLUSTI IL CRONISTA GIUDIZIARIO L’HA FATTO PER UNA VITA MA, PER DIVENTARE DIRETTORE DEL FU “GIORNALE”, HA DOVUTO DIMENTICARE TUTTO IN FRETTA E FURIA”…

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Marco Travaglio per "il Fatto quotidiano"

Marco Travaglio

Ci sono "giornalisti" che si esercitano ogni giorno sui temi della giustizia senza essere mai entrati in un tribunale (salvo che per rispondere delle balle che diffondono a piene mani). Si vede che s'impegnano, poveretti. Si applicano, ma o non studiano abbastanza o non capiscono proprio. Prendiamo il "liberale" Piero Ostellino: da quando B. è sotto processo per concussione e prostituzione minorile, non riesce più a prender sonno, avendolo a suo tempo scambiato per Cavour.

Ogni settimana, nella rubrica che generosamente gli riserva il Corriere, tenta di discettare sul caso Ruby con la stessa competenza che Longanesi attribuiva a Croce: "Non capisce nulla, ma con grande autorità". L'ultima volta che ci provò, fu per domandare "che è stato convocato a fare George Clooney fra i testimoni del processo Ruby". Forse "per consentire ai pm di raccontare in famiglia di aver parlato con l'uomo che fa pubblicità alla stessa marca di caffè che si beve in casa e, magari, di averlo trattato con giusto distacco?".

PIERO OSTELLINO - Copyright Pizzi

O forse per fare "giustizia avanspettacolo"? Era talmente giulivo di aver preso in castagna l'odiata Procura di Milano che non stava più nella pelle. Peccato che Clooney non sia stato convocato dai pm, ma dai difensori di B., gli on. avv. Ghedini e Longo, noti "liberali" anche loro, non si sa se per fare giustizia avanspettacolo o per raccontare in famiglia di aver parlato con il testimonial del caffè. In precedenza Ostellino aveva insinuato che le intercettazioni del caso Ruby fossero "partite prima della famosa telefonata in Questura, cioè prima di qualsiasi notitia criminis... un abuso di potere tipico dei regimi dittatoriali".

SALLUSTI Senza titolo

Ne avesse azzeccata una: l'indagine è partita a giugno 2010 e le intercettazioni a luglio, dunque dopo la telefonata di B. in Questura (27 maggio), quindi a partire da una precisa notitia criminis. Sabato il nostro esperto di nonsisache se n'è inventata un'altra: "I parlamentari non possono essere intercettati se non previa autorizzazione del Parlamento", ma per B. "la magistratura non chiede l'autorizzazione e va avanti senza manco informarne dei contenuti la difesa".

Berlusconi e Ghedini

Altra panzana da record: la Procura non ha mai pensato di mettere sotto controllo i telefoni di B., altrimenti avrebbe chiesto l'autorizzazione alla Camera. Ha invece intercettato i telefoni di alcuni sospetti di sfruttamento della prostituzione - Fede, Mora e Minetti, tutti non parlamentari (non ancora, almeno) - e di alcune loro "clienti". Che, ogni tanto, parlavano col premier.

Di quelle intercettazioni indirette (dunque realizzabili e utilizzabili nei confronti degli intercettati senza passare per la Camera) la Procura ha doverosamente informato B., allegandole agli atti depositati ai difensori. Di che parla dunque Ostellino? Non potrebbe il Corriere pregarlo di occuparsi di temi eventualmente a sua conoscenza o magari organizzargli un corso accelerato di recupero? Altro giurista a sua insaputa: Belpietro.

Berlusconi Ruby

Ieri ha scritto su Libero che "in tutte le democrazie del mondo i rappresentanti del popolo godono di uno status protetto". In realtà in nessuna democrazia del mondo si bloccano le indagini e i processi per reati comuni a carico di parlamentari, né tantomeno di premier e ministri, a meno che non siano accusati di reati di opinione. Ma questo possono saperlo solo i giornalisti informati, dunque non Belpietro.

Bocassini Berlusconi Ruby

Sallusti invece il cronista giudiziario l'ha fatto per una vita. Ma, per diventare direttore del fu Giornale, ha dovuto dimenticare in fretta e furia tutto quel che aveva imparato. L'altroieri delirava di fantomatiche "intercettazioni abusive e illegali sul telefonino del primo ministro" (ma quando mai) e invitava Napolitano a punire la Boccassini nella sua presunta veste di "capo supremo della magistratura".

Ora, secondo l'art. 104 della Costituzione, "la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere": figurarsi se il presidente della Repubblica può mai esserne il capo supremo. In teoria, in Italia, l'istruzione sarebbe obbligatoria, l'ignoranza invece facoltativa.

 


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