Pietro Falco per "l'Espresso"
PionatiNei giorni del rimpasto di governo, con l'infornata di nove nuovi sottosegretari, vedendosi sfilare all'ultimo istante la poltrona da Daniela Melchiorre, reagì ostentando indignazione: «Sembravano i saldi da Cenci (negozio di abbigliamento vicino alla Camera, ndr)», dichiarò al 'Corriere della Sera', ricostruendo le ore della vigilia. «Una grande folla accalcata all'ingresso. Gente in coda da ore, sudata, preoccupata. Ma io sono snob e non mi metto mai in fila: preferisco cedere il posto agli assatanati e aspettare».
In realtà Francesco Pionati, l'ex mezzobusto televisivo trasformatosi per conto di Berlusconi in cacciatore di peones dalle fila del centrosinistra, si considerava vittima di una clamorosa ingiustizia. E non faceva nulla per nasconderlo. «Diciamo la verità», diceva a Repubblica, «il lavoro che ho fatto come reclutatore di coloro che poi hanno volto lo sguardo al centrodestra non ha raffronti. Il mio volto è il perno che ha coagulato singole, misere avventure politiche. Sul Venerdì di Repubblica c'era la mia foto, mica della Melchiorre».
dnnrchd42 carlo alberto demilio antonia de mitaIn effetti, se il 14 dicembre il premier è riuscito a conquistare la fiducia alla Camera per soli tre voti, buona parte del merito va ascritto a questo giornalista irpino cresciuto a pane e politica alla corte di Ciriaco De Mita (suo padre Giovanni, tra l'altro, fu sindaco di Avellino tra il 1980 e il 1981). E da lì approdato al Tg1.
E fin qui, è cosa appunto uscita sui giornali. Meno noto è che la polemica ha avuto una coda, anche più velenosa, su Facebook, protagonista Antonia De Mita, figlia dell'ex leader democristiano 'papà' politico di Pionati.
Il sasso, sul social newteok, è stato lanciato da Giampiero Zinzi, il leader nazionale dei giovani dell'Udc, il partito in cui Pionati divenne senatore nel 2006: .«Caro Pionato (e chi fa politica sa perchè in questi casi si usa il singolare), in coda tu ci sei dal 2008: da quando hai cambiato rapidamente casacca pur di sedere tra i banchi della maggioranza»
CIRIACO DE MITA CON FIGLIA NDONIAE il riferimento è esplicito: pochi mesi dopo aver ottenuto la conferma in parlamento da Pierferdinando Casini, nel novembre del 2008 Pionati abbandonò di punto in bianco l'Udc per passare con Berlusconi. Nella biografia inserita su Wikipedia, si legge che la decisione fu assunta «in disaccordo con la politica di Casini di allontanamento dal centrodestra e di costituzione di un terzo polo autonomo».
Ma Zinzi contesta questa ricostruzione: «Da aprile a novembre non era accaduto nulla di nuovo. Già all'atto delle elezioni, con la scelta coraggiosa di non sottostare al diktat del premier, Casini aveva rivendicato la linea dell'autonomia dai due poli. In pratica, visto lo sbarramento del 4%, ci giocammo la sopravvivenza. E ricordo che Berlusconi condusse una durissima campagna contro di noi, con l'obiettivo di cancellarci dalla scena politica.
CIRIACO DE MITATuttavia, riuscimmo con fatica a superare la soglia fatidica e riconquistammo la presenza in parlamento. Se Pionati aveva davvero qualche obiezione rispetto alla linea, poteva farla valere in quel momento. Invece all'epoca tacque e si prese la rielezione, per poi creare il caso solo qualche mese dopo: difficile pensare che non fosse già d'accordo».
daniela melchiorre02Quello stesso giorno (il 6 maggio) circa un'ora dopo, sulla bacheca di Giampiero Zinzi viene pubblicato un commento ancora più duro: «Quando era giovane, era già in coda da De Mita a chiedere favori. Appena li ha ottenuti, al momento opportuno, ha cambiato cavallo: è una gran persona . . .».
La firma è di qualcuno che conosce praticamente da sempre l'ex pastonista del Tg1: Antonia De Mita, figlia prediletta dell'ex segretario della Dc. Una donna che tra l'altro in tutti questi anni ha sempre vissuto in maniera assai riservata, mantenendosi lontana dalla politica e dalle polemiche.
PIERFERDINANDO CASINIPochi minuti e Antonia aggiunge un altro commento sapido, con cui chiarisce ancora meglio il concetto. «Raccomandato da mammà (devo dire gran persona) entrò in Rai con calcio nel sedere atomico di De Mita (e di errori ne ha fatti tanti). Poi, appena ha potuto, ha tradito. Chiaramente schifato dall'essere stato beneficato». Una ricostruzione che non collima molto con quella ufficiale, visto che Pionati asserisce di essere entrato in Rai, nel 1983 «quale vincitore di una borsa di studio»...