1 - GB: TWITTER DICHIARA GUERRA AI SEGRETI DELLE STAR...
(ANSA) - Twitter dichiara guerra ai segreti delle star: sul sito di microblogging è stato aperto un indirizzo' che afferma di aver messo in piazza avventure extraconiugali vere o presunte di celebrità che non possono essere divulgate perché coperte da un 'super-bavaglio' imposto dalla magistratura ai media.
La pagina Twitter, che può essere letta da chiunque sul web, ha raccolto oltre 30 mila 'seguaci' nell'arco di poche ore. La sua esistenza è stata amplificata dalle stesse celebrità nominate che, come ha fatto l'ex fidanzata di Hugh Grant Jemina Kahn, ha usato il suo conto Twitter per smentire di essersi rivolta al giudice per impedire la pubblicazione di foto osee che la avrebbero interessata. Il bavaglio, che in linguaggio tecnico in Gran Bretagna si chiama 'super-ingiunzione', è da settimane al centro delle polemiche nel Regno Unito.
Nato come strumento contro l'invadenza della stampa tabloid che alimenta le pubblicazioni rivelando gli scandali di ricchi e famosi, le super-ingiunzioni sono diventate una formula di routine con cui i vip proteggono la loro privacy e impediscono non solo di identificare la celebrità in questione o lo scandalo che la riguarda ma anche di pubblicare l'esistenza dell'ordine della magistratura. "Ho qualche problema con le super-ingiunzioni", ha ammesso qualche giorno fa il primo ministro David Cameron auspicando una revisione delle procedure.
TWITTER PAINTING"E' una forma di giustizia su misura per ricchi", ha polemizzato l'avvocato per i diritti umani Mark Stephens, lo stesso che ha difeso il capo di Wikileaks Julian Assange. Secondo Stephens negli ultimi tre-quattro anni sono state emanate circa 200 super-ingiunzioni. Ottenerle costa circa centomila sterline, un costo che mette il provvedimento fuori dalla portata dei comuni mortali.
2 - LA SFIDA DI TWITTER ALLA PRIVACY DEGLI INGLESI...
Dagotraduzione dell'articolo di Ian Burrel per "The Independent"
http://ind.pn/kJEl5c
In quello che è stato descritto come il "caso Spycatcher" dell'era Internet, un singolo utente di Twitter ha messo in ginocchio la cultura della super-ingiunzione, pubblicando la lista delle celebrità sospettate di aver ricorso alla "legge-bavaglio" e facendo un totale di circa 55mila follower (ovvero le persone che si sono collegate al profilo).
L'attività frenetica registrata ieri sul sito di micro-blogging, vanifica le super-ingiunzioni esattamente come è avvenuto per il divieto di pubblicazione dell'autobiografia intitolata "Spycatcher", scritta del funzionario del MI5, Peter Wright, a metà degli anni 80. Il bando su Spycatcher fu revocato nel 1988, quando gli esperti di diritto si resero conto che la pubblicazione del libro permessa negli Stati Uniti rendeva il bavaglio del tutto inutile.
TWITTER BIRDUn misterioso utente di Twitter la cui identità non può essere rivelata per motivi legali, ha postato online una mezza dozzina di tweet in rapida successione, spiegando che ciascuna delle celebrità citate nei micro-messaggi ha fatto una super-ingiunzione (così si chiama l'atto legale che, in sostanza, permette di secretare vicende che non si vuole finiscano sui giornali). Ironia della sorte, la storia è decollata quando la vip Jemima Khan, erroneamente inclusa nella lista, ha inviato il tweet che la riguardava agli oltre 60mila follower del suo profilo, mettendoli in guardia verso quelle voci "false e sconvolgenti".
Jemima ha descritto come un "incubo sanguinario" il fatto di essere stata erroneamente collegata a un'ingiunzione. La quale, secondo il tweeter misterioso, era stata fatta da Jeremy Clarkson per impedire la pubblicazione di fotografie intime della coppia. Khan, inoltre, si è lamentata scrivendo: "I miei figli subiranno atti di bullismo a scuola a causa di questa storia" e più tardi ha aggiornato i propri follower spiegando che Clarkson e sua moglie Frances gli avevano inviato prove a supporto dell'insussistenza delle voci e, quindi, dell'inesistenza delle fotografie.
TWEETIn realtà, i nomi di celebrità responsabili di super-ingiunzioni circolavano da settimane sul web e non solo su Twitter. Ma la velocità con cui si sono diffuse le ultime accuse ha portato la faccenda a un punto critico. Ieri sera, l'avvocato specializzato in media e comunicazione, Mark Stephens, ha previsto che il modo in cui le informazioni sono state condivise su Twitter, dovrebbe dissuadere i vip dal ricorrere ancora alle "ingiunzioni-bavaglio". "È l'inizio della fine. Un calciatore famoso ci penserà due volte prima di dare 100mila sterline a un avvocato avido se l'avvocato avido non può garantire che la faccenda rimarrà segreta", ha spiegato.
SUPER TWITTERMark Stephens ha paragonato gli sviluppi di ieri al "caso Spycatcher", quando i giornali inviarono i propri giornalisti a New York per acquistare il libro la cui pubblicazione era stata vietata nel Regno Unito. Viaggiatori d'affari e turisti seguirono l'esempio. Alla fine il divieto fu revocato: "Con il caso Twitter siamo esattamente nella stessa situazione. Solo molto, molto più potente, perché 55.000 persone, ognuna delle quali parla con le persone che conosce, sono una grossa base di partenza".
Nei giorni dello "Spycatcher case", il "Daily Mirror" fece una prima pagina con le foto di alti magistrati della Gran Bretagna e sopra il titolo: "Stupidi". L'"Economist" pubblicò una pagina vuota con le scuse ai suoi lettori inglesi che terminavano così: "The law is an ass".
Ieri, la prostituta che è andata a letto con un attore il cui nome è protetto da una super-ingiunzione ha detto di sapere di un'altra figura di alto profilo che ha chiesto tre ingiunzioni contro tre diverse donne. Helen Wood, 23 anni, ha detto a Victoria Derbyshire, sul Bbc Radio 5 Live: "C'è un elenco lungo come il mio braccio di uomini che hanno fatto ingiunzioni... Ci sono ingiunzioni in corso in tutto il mondo".
LA BIOGRAFIA DI PETER WRIGHT SPYCATCHER LOGO TWITTERL'esplosione del "caso Twitter" arriva a ridosso di una relazione sulle super-ingiunzioni che verrà pubblicata il mese prossimo da un comitato guidato dal Master of the Rolls. Le rivelazioni fanno riferimento solo a casi di natura sessuale e potrebbero finire per essere dannose dal punto di vista di chi difende la libertà di espressione dei media, specialmente in un periodo in cui i giudici britannici vengono accusati di introdurre una legge sulla privacy, accogliendo la loro interpretazione della legislazione sui diritti dell'uomo.
JEMIMA KHANPadraig Reidy, news editor di "Index on Censorship", ha raccontato che molti utenti di Twitter hanno criticato il fatto che i casi venuti alla luce fossero tutti di natura sessuale. "Se la lotta tra libertà si riduce al chi sta dormendo con chi, perdiamo di vista il succo della questione, ovvero i casi in cui vi sia un reale interesse pubblico, tale da giustificare una violazione della sfera privata".
Twitter è restio a cancellare qualsiasi messaggio e ieri sera non aveva ancora disattivato l'account al centro della bufera. Ma, secondo il signor Stephens, l'autore del tweet va incontro a grossi guai".