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1- IL BANANA DI QUI, IL NANO TROMBOLO DI Là, BERLUSCONI DI SOPRA, IL CAINANO DI SOTTO, DA MANE A SERA, CHE PALLE! DOMANI QUALCOSA DI NUOVO: IL TERREMOTO A ROMA! 2- SARà UNA BOUTADE BASTARDA, UNA LEGGENDA METROPOLITANA, MA SI è TRASFORMNATA SUBITO IN PSICOSI DI MASSA: E ALLORA DOMANI? COSA FACCIAMO? SCAPPIAMO, DORMIAMO IN MACCHINA, METTIAMO UNA TENDA DENTRO VILLA PAMPHILI, ASPETTIAMO L´EVENTO A PIAZZA NAVONA, CREIAMO UNA NOTTE BIANCA, UN RAVE PARTY, CI TRASFERIAMO SUL LITORALE SPERANDO DI NON INCAPPARE NELLO TSUNAMI DI OSTIA? 3- PER EVITARE PANICO E DISERZIONI IN MASSA DA UFFICI E SCUOLE, SONO DOVUTE SCENDERE IN CAMPO LA PROTEZIONE CIVILE E L´ISTITUTO NAZIONALE DI GEOLOGIA E VULCANOLOGIA

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1- ASSENZE BOOM NEGLI UFFICI LA LEGGENDA METROPOLITANA A ROMA DIVENTA
Maria Novella De Luca per "la Repubblica"

terremoto-roma-11-maggio-2011

E allora domani? Cosa facciamo? Scappiamo, dormiamo in macchina, mettiamo una tenda dentro Villa Pamphili, aspettiamo l´evento a piazza Navona, creiamo una notte bianca, un rave party, ci trasferiamo sul litorale sperando di non incappare nello tsunami di Ostia? La risposta, molto romana, indolente e vaga quanto basta per non essere etichettati né come catastrofisti né come irresponsabili finora è stata "boh".

Del resto come trovare le parole, visto che domani, 11 maggio 2011, Roma dovrebbe essere rasa al suolo da un terremoto devastante, di magnitudo imprecisata ma tale da far crollare Colosseo e Cupolone insieme, la Roma rinascimentale e quella barocca, per non parlare della Capitale del dopoguerra e del sacco edilizio, costruita con materiali al risparmio e senza piano regolatore, figuriamoci le norme antisismiche.

TERREMOTO

Bufala, intuizione, leggenda metropolitana, follia che si nutre del megafono della Rete? Di certo chi due anni fa ha iniziato a diffondere sul web la voce del sisma di Roma, si starà godendo i frutti del suo tam tam virale, diventato una vera angoscia collettiva. Tanto che per evitare panico e diserzioni in massa da uffici e scuole, a smentire l´annuncio sono dovute scendere in campo istituzioni autorevoli, a cominciare dalla Protezione Civile e dall´Ingv, l´Istituto nazionale di geologia e vulcanologia.

«Invece di concentrarci su queste leggende metropolitane, dovremmo verificare se la nostra casa è costruita su criteri antismici - ha detto Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile - e l´11 maggio a Roma non potrà succedere nulla, perché non ci sono elementi scientifici per poter sostenere che ci sarà un terremoto...». Dichiarazioni tranquillizzanti ma intanto il contagio è cresciuto, a giudicare dai messaggi su Facebook, di gente pronta a fare le valige, di persone che si interrogano sul senso e sul futuro della vita.

Del resto la tragedia giapponese è ancora lì scolpita nelle nostre menti, ed è proprio il carattere semi-scientifico del vaticinio a far sì che pur non volendo ci si fermi a riflettere. L´immane catastrofe infatti sarebbe stata annunciata, secondo la Rete, oltre mezzo secolo fa da Raffaele Bendandi, geologo dilettante di Faenza, detto il "profeta dei terremoti", che aveva messo a punto un suo particolare sistema per prevedere i rivolgimenti della Terra. E sembra che all´inizio degli anni Venti, Bendandi fosse riuscito ad anticipare l´arrivo di un sisma in un´area del Centro America e di un altro nella Penisola Balcanica.

terremoto capitale

Terremoti che effettivamente si verificarono, ma in aree molto lontane dall´epicentro da lui indicato...
La paura amplificata dalla tecnologia è però più forte della logica. Non basta che Paola Lagorio, fisica e direttrice dell´Osservatorio "Raffaele Bendandi", abbia smentito in tutti modi l´esistenza tra le carte del "profeta dei terremoti" della data "11 maggio 2011" come il giorno della presunta distruzione di Roma: domani molti si sveglieranno con l´arcaico terrore dell´apocalisse. Tanto che sia l´università La Sapienza che l´Istituto nazionale di vulcanologia hanno organizzato un "open day" di informazione sui terremoti, per provare a spostare su un piano razionale il tema della previsione di sisma e catastrofi.

terremoto roma maggio

Basterà a fugare questa angoscia collettiva, a causa della quale c´è chi si azzarda ad ipotizzare che nella Capitale ci sarà un calo del 20% di presenze negli uffici e nelle scuole? Non è detto. Anche perché, passata la notte, per gli apocalittici del web si affaccia una nuova insidia: la fine del mondo prevista per l´anno prossimo dal calendario Maya, e già celebrata con congruo anticipo dal film campione di incassi ed effetti speciali "2012".


2 - CLAUDIO AMENDOLA: "IO RESTO LA CITTÀ ETERNA NON PUÒ CROLLARE"
Gabriele Isman per "la Repubblica"

«Il terremoto a Roma? Non ci credo. Se ci sarà, anche io ci sarò da romano. Io resto nella mia città». Il romanissimo Claudio Amendola, 48 anni, non crede ai boatos rilanciati da Internet, «anche se - ammette - è un mesetto che se ne sente parlare».

Quindi non le fa nessun effetto questa leggenda?
«Ma che davvero arriva un terremoto a distruggere il Colosseo? Sa cosa le dico: crollerà tutto intorno alla Capitale in un raggio di cento chilometri, tutto nel mondo, da Sidney a Pechino. Si salverà soltanto il raccordo anulare e tutto quello che vi rientra. Mi spiace per Palestrina, per Trigoria e per Formello (dove si allenano Roma e Lazio, ndr), ma la capitale si salverà, ne sono sicuro. È la città eterna, non può essere distrutta».

Cosa sta facendo in questo periodo?
«Sto lavorando a vari progetti, poi tra due mesi riprendiamo a girare la serie televisiva "I Cesaroni". Ovviamente terremoto permettendo».

maggio roma terremoro raffaele bendandi


3 -ASCANIO CELESTINI: "IO PARTO MA GIURO CHE È SOLO UN CASO"
Gabriele Isman per "
la Repubblica"
«Non ne so nulla. In genere sono notizie che mi trovano distratto. Io però, ma è solo un caso, domani vado in Francia per lo spettacolo "La fila indiana", tratto dai miei racconti. Parto in mattinata, lo evito, no?». Ascanio Celestini, regista e autore, 39 anni a giugno, reagisce con nonchalance alle voci sul rischio sisma nella Capitale.

Ma lei ha mai vissuto un terremoto?
«Quand´ero ragazzino, ve ne fu uno in Abruzzo. Mia nonna e mia zia stavano a Roma, alla Garbatella, e chiamarono alle 2 di notte: "Noi stiamo in strada" dissero a mia madre. Noi vivevamo vicino Ciampino e davano per scontato che avessimo avvertito il sisma come loro. Non avevamo sentito nulla».

Eppure il tema del terremoto nelle cronache è sempre più presente.
«Dopo l´Aquila è una delle immagini più chiare dell´Italia di oggi. Quella telefonata dei due imprenditori che ridono poco dopo la scossa che aveva messo in ginocchio una città: come dimenticarla? È distruzione quindi ricostruzione e quindi occasione di speculazione. Potrebbero quotarlo in Borsa il terremoto».

 


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