1 - SMS DI BUSI DI OGGI, 6 MAGGIO 2011
D'Agostino! In riferimento alla Biennale di Venezia curata (?) da Sgarbi, nella lista degli improvvidi consigliori e artisti consenzienti da lui citati, non solo non c'è il mio nome, anche se più volte fatto a vanvera, ma ho evitato che ci fosse quello di Fabio Romano, pittore davvero come pochi oggi non solo in Italia, che ho diffidato dal parteciparvi, pena il perdermi come collezionista e soprattutto come prefatore della sua prima mostra futura. Aldo Busi
2 - ARCHEO: LETTERA DI BUSI A DAGOSPIA DEL 20 OTTOBRE 2010...
Riceviamo e pubblichiamo:
Ringrazio la redazione di Dagospia se vorrà rendere noto che, contrariamente alle affermazioni rilasciate da Vittorio Sgarbi a Repubblica e il Manifesto, e pedissequamente riportate da altre testate nazionali, dove Sgarbi spende addirittura il mio nome per la Biennale di Venezia 2011 quale improbabile suo consigliori circa gli artisti da scegliere - nulla ho mai avuto professionalmente a che fare con lui e che non intendo cominciare adesso.
sbl69 aldo busiTralascio ogni considerazione sull'uso offensivamente aggregante che costui fa di un galantuomo famoso come me all'oscuro di tutto. Se da questo madornale sogno ad occhi aperti di potersi vantare di avermi installato sulla sua traballante e fetente carretta devo giudicare la responsabilità delle fonti appurate che metterà nella sua curatela veneziana, c'è da augurarsi che un'acqua sempre più alta inizi da ora a scongiurare o almeno a perfezionare il sicuro disastro in arrivo.
3 - UNA BUONA IDEA DI SGARBI...
Estratto dall'articolo di Tiziano Scarpa per "Saturno - il Fatto Quotidiano" - Tre mesi fa ho accettato di far parte delle duecento persone contattate per segnalare un artista che presenterà in completa autonomia l'opera che vorrà lui al Padiglione Italia della Biennale. Non ho simpatia per la postura etica e caratteriale di Vittorio Sgarbi, ma sono pronto a riconoscere le idee buone di ogni parte politica. Nella situazione in cui siamo, può essere utile anche un discutibile gesto napoleonico, per suscitare reazioni e irritazioni nella palude di passività degli artisti, vittime e talvolta complici del potere di gallerie e curatori.
4- MESSI IN LISTA DA SGARBI
Dal blog di Alessandra Mammì per l'Espresso
http://mammi.blogautore.espresso.repubblica.it/category/arte/
Sgarbi Vittorio è quel che è . Da sempre e non stupisce. Strilla, urla, se la prende con la cupola e la mafia dell'arte, minaccia di distruggere il mercato che è causa di tutti i mali. E ora ancor di più strilla in qualità di curatore del patrio padiglione alla Biennale nell'anno delle celebrazioni dell'Unità.
Chi lavora nell'arte lo guarda stupito. E' come se uno scrittore si trovasse di fronte uno scalmanato che vuol distruggere l'intera editoria , o un direttore di festival alla Marco Muller dichiarasse guerra a produttori, distributori ed esercenti del cinema per salvare i film... Bah!
ANGELO GUGLIELMIDunque Sgarbi è Sgarbi e non stupisce. Ma questi pensatori che si sono fatti coinvolgere nel suo disegno risorgimentale per salvare l'arte ci lasciano esterrefatti.
Dunque a un certo punto ad un architetto come Mario Botta, a un musicista come Ennio Morricone a un intellettuale come Angelo Guglielmi arriva la telefonata di Sgarbi - o chi per lui- che gli chiede: " dimmi qual è il miglior artista vivente italiano che lo metto in Biennale perchè me lo hai detto tu".
mario bottaA questa domanda nè Botta nè Morricone nè Guglielmi per quanto intellettuali - e dunque tecnicamente "gente che vive con lavoro della sua mente" - fanno appunto funzionare la mente ponendosi ulteriori domande. Tipo: "scusa perché lo chiedi a me?", oppure "Ma Vittorio lo sai che la Biennale è una cosa importante nel mondo e non un talkshow?". O semplicemente "e io che ne so?"
Nessun dubbio, tutti (e sono circa 200) sparano un nome. Botta per esempio dice Giuseppe Bergomi, Morricone dice Francesca Leone (figlia di Sergio) e Guglielmi indica Marco Dolcetta. E Sgarbi li mette in Biennale
Anzi perde un'ora della conferenza a parlare di loro invece che degli artisti. E li elenca con enfasi. Ogni nome è un duro colpo perché ci sono Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri del Manifesto che ci hanno aiutato ad amare il cinema e mai parteciperebbero a una analoga danza macabra se si trattasse del loro specifico. Perchè c'è Miriam Mafai e siamo sicuri che il babbo e la mamma non sarebbero stati d'accordo. Perchè c'è Salvatore Settis che pensavamo si preoccupasse davvero del patrimonio (Settis anche la Biennale è un patrimonio!) e via con i dolori...
Franco BattiatoUrla Sgarbi "Perché questi nomi prestigiosi dovrebbero avere meno diritto di segnalare un artista di un Bonami o un Bonito Oliva?". Urla e non si accorge che la risposta ce l'ha data proprio lui. Nessuno di loro è degno perché l'arte è linguaggio e pensiero e non un quiz televisivo o un gioco di società. Argan, Venturi, Longhi, Brandi ce lo hanno insegnato e questi intellettuali avrebbero dovuto saperlo.
5 - I PROTAGONISTI CHE NON TI ASPETTI...
Andrea Dusio per "Il Giornale" - La presenza più anomala al Padiglione Italia è probabilmente quella di artisti stranieri: a partire dal bravissimo pittore britannico Orlando Mostyn Owen, passando per il video artista londinese Theo Eshetu, la fotografa svizzera Anna Vivante, la scultrice argentina Gloria Argeles, mentre Pablo Echaurren, figlio del grande Sebastian Matta, illustratore e fumettista d'avanguardia, famoso per la copertina di Porci con le ali, è romano a tutti gli effetti.
Tra gli illustri sconosciuti figurano invece Paolo Bielli, lo scenografo della serata trans gender «Muccassassina», proposto da Vladimir Luxuria, e il Ceo di Api Group Ferdinando Brachetti Peretti, marito della principessa Mafalda Margherita von Hessen, fotografo e artista digitale dilettante.
C'è poi il misterioso pop-situazionista Felipe Cardena, spagnolo ma non troppo, che si dice sia stato a suo tempo un curatore di successo: è arduo dire se se la cavasse meglio allora con la penna o adesso col pennello. Amata da Sgarbi, che ha esposto le sue opere a Salemi, ma ignota ai più è l'umbra Grazia Cucco. Il campione di tradizionalismo è senza dubbio il romano Roberto Ferri, sedicente emulo di Caravaggio, anche se in merito ai confronti diretti con Merisi parte battuto dal forlivese Nicola Samorì.
Oscuri va bene, ma di fronte a Parisi Parisi, proposto da Pietrangelo Buttafuoco, ci arrendiamo. Quanto alle celebrità, ci sarà anche un nome della moda, lo stilista di Kenzo Antonio Marras, mentre di Adriana Asti si sa che nel tempo libero dipinge da molti anni, anche se molti, a dirla tutta, le preferiscono Catherine Spaak, almeno davanti al cavalletto.
6 - GOSSIP LAGUNARI...
Da "Il Giornale"
TELEMARKET SPONSOR
Ma chi ha tirato veramente fuori i soldi per questo Padiglione Italia? Dal ministero si parla di circa 1 milione di euro (oltre il 30% in più rispetto al 2009). Le Regioni finanziano in autonomia le loro parti, il resto è affidato ad Arthemisia, ma le voci più accreditate parlano di un main sponsor per certi versi sorprendente: pare che il "maggior azionista" della mostra sgarbiana sarà il canale di aste televisive Telemarket. La presenza, ieri, in conferenza stampa di Giorgio Corbelli e Paolo Cimatti sembra confermare l'ipotesi. L'accordo potrebbe essere ufficializzato molto presto, mancherebbe solo qualche pratica burocratica. Cifre? Tra gli ottocentomila euro e il milione e rotti.
VITTORO E BICE
Il curatore del Padiglione Italia attacca la direttrice della Biennale, Bice Curiger, accusata di aver fatto "trafugare" il "Trafugamento del corpo di san Marco" di Tintoretto "per il suo voyeurismo personale, che è la ragion d'essere dell'Accademia".
Tintoretto sarà esposto nella mostra principale della Biennale. "Una bestemmia e una follia" per Sgarbi.
VITTORIO E FIORELLO
Tosto lo scontro finale con Ludovico Pratesi, il critico romano che pure Sgarbi aveva chiamato "amico" durante la conferenza. "Dopo due ore di show - dice Pratesi - mi chiedo perché non ci sia Fiorello al tuo posto". Sgarbi Furioso: "Proprio tu, che mi sei stato raccomandato da tuo zio! Potrai parlare quando avrai scritto almeno una parte dei miei 200 libri". L'altro incassa e non replica.