1- LE PERLE DI SAGGEZZA DI LADY BARBARA
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Sappiamo che non è facile sostenere un'intervista con una che ride sempre. Diciamo pure che la colpa non è sua, di Barbara, questa milanese di origine sarda, cresciuta a Copenaghen e trasferitasi a Londra nel 1993 dove ha studiato alla London School of Economics (mica in qualche università della provincia italiana), se in un quarto d'ora o più d'intervista non si è lasciata sfuggire qualcosa d'intelligente. Facciamo pure la tara, perché il contesto conta molto, e per frequentare il salotto di «Parla con me» su Raitre ci vuole una bella dose di coraggio o d'incoscienza.
Ma, fatta la tara, è possibile parlare della morte di Osama Bin Laden senza mai, mai, mai ricordare i morti dell'11 settembre? Certo, per una che ha lavorato alla Bbc, a Sky News e che ha spiegato al mondo intero dagli schermi di Al Jazeera cos'è il «bunga bunga», risulta poi difficile fare dello spirito intelligente con Serena e quella mosca tse tse di Dario Vergassola.
Veramente qualche perla di saggezza Barbara ce l'ha regalata, sarebbe ingiusto disconoscerlo. Ha detto per esempio che la Bbc è una tv per il popolo (ha usato proprio questa espressione tardo-comunista) mentre la Rai è per i politici (compresa anche la trasmissione di cui era ospite). Si è persino schernita quando Serena le ha detto di ritenerla un esempio per tutte le ragazze che credono nella meritocrazia (che è, supponiamo, il contrario del bunga bunga).
Ha poi parlato del programma che lei, Lady Barbara, conduce su Raitre: si chiama «Cosmo» e si pone domande esistenziali, mica bruscolini: il futuro che ci aspetta è come lo sognavamo? Oppure no? Saremo più liberi, vivremo più sicuri, ci sposteremo più velocemente, ci nutriremo meglio, saremo più felici? La domanda che invece noi umilmente ci poniamo è questa: ma Barbara Serra non sarà mica una specie di Alessio Vinci in gonnella? Come si dice sòla in inglese?
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2- LA GUERRA A TEMPO
Da "Beppegrillo.it"
La guerra a tempo è un'invenzione tutta italiana. Per quanto ti bombardo? Due o tre settimane? Fino al prossimo ponte? L'uscita dal conflitto a tavolino è stata decisa da Frattini e Boss(ol)i. Siamo in guerra, ma solo per un po'. Siamo un po' vergini, un po' federalisti.
E se il nostro esercito arrivasse alle porte di Tripoli? Torniamo indietro perché il tempo è scaduto? Siamo una Cenerentola al ballo della Nato. Una danza macabra con l'uccisione di civili innocenti (ma i militari dell'esercito libico che non si sono macchiati di crimini di cosa sono colpevoli? Di far parte di un esercito considerato regolare da tutti gli Stati fino a ieri? Dobbiamo ucciderli per questo?).
Mussolini dichiarò guerra alla Francia ormai sconfitta buttando sul piatto qualche migliaio di morti per un posto al tavolo dei vincitori con la Germania. Pdl e Pdmenoelle e Napolitano che "ha il comando delle Forze armate...e dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere (art.87 della Costituzione)" hanno deciso di buttare qualche centinaio di bombe sulla Libia per non essere esclusi dalla spartizione dell'energia. Machiavelli sosteneva che i fini giustificano i mezzi, quindi il petrolio giustifica le bombe.
Gheddafi a un vertice FAOQualunque Paese stipuli un trattato di pace con noi sa ora che è carta straccia. Vale solo finché ci conviene. Perché dovrebbero fidarsi di noi la Francia e gli Stati Uniti? Gheddafi fu salvato nel 1986 dai servizi segreti italiani che lo avvisarono prima del bombardamento ordinato da Reagan. Perché non ora? Ufficialmente non siamo in guerra e, sempre ufficialmente, lo siamo fino alla fine del mese.
Gheddafi dal bunker dove si trova, però si sente in guerra con l'Italia. Lo capisce dai razzi "made in Italy" che gli cadono in testa. Ricorderà i baciamano, la Juventus, l'Unicredit, l'ENI che lo hanno sempre accolto a braccia aperte. Ripenserà all'aria di Roma,ai saluti servili dei parlamentari italiani, alla grande tenda, agli onori, ai picchetti sull'attenti. Quanto tempo è passato? Che cosa è cambiato? Gli italiani sono alleati a tempo che fanno la guerra a tempo. Una sicurezza internazionale.
3- SI VIVE TUTTO FUORCHÉ LA VITA
Patrizia Valduga per "D - la Repubblica"
Si usano termini gergali sguaiati, ed espressioni incresciose come "vivere la propria vita". Non sono io a dirlo, è Proust. Se sentisse cosa si ha il coraggio di "vivere" oggi, gli verrebbe un colpo. Trovo, per esempio, sul Battaglia: «Casaviva, nov. 1991: Scegliere Cotto Zoni è un modo più profondo ed intimo di vivere l'ambiente, la scelta giusta per una più piacevole dimensione-uomo».
È davvero mostruosa la lingua della pubblicità, e come ha banalizzato il nostro "vivere". Ma l'ambiente è ancora qualcosa di vago (a parte il pavimento); adesso c'è molto più ardimento: la nuova qualità del vivere la cucina, un'idea di vivere il letto, uno show room Vivere il Bagno... Si vive l'auto, si vive il verde, la pizza, la piazza... Si vive tutto fuorché, forse, la vita, a giudicare dal numero di insoddisfatti, delusi, nervosi e nevrotici che vedo. Ho letto su un giornale questa dichiarazione: «Mio padre non l'ho vissuto».