Giovanna Predoni per Lettera43.it
La Mondadori ha due problemi. Il primo sta nel fatto che i ricavi dipendono troppo dalla carta, in un'epoca in cui tutti cercano di compensarne l'irreversibile declino migrando sul digitale.
Ma a Segrate ci sono ottimi manager che stanno provvedendo alla bisogna. Del resto, l'andazzo è comune a tutti i grandi gruppi che proprio sul boom della carta hanno costruito in passato solide fortune.
Il secondo, ben più serio, si chiama Veronica Lario. L'ex moglie di Silvio Berlusconi l'ha messa giù dura nella controversia per il divorzio che si sta combattendo con il premier a colpi di richieste, rifiuti, caute aperture seguite subito dopo da nette chiusure.
LE PRETESE DELLA SIGNORA LARIO.
Il problema non è tanto chi deve pagare le spese di mantenimento della villetta di Macherio con parco annesso, che la signora con sprezzante gesto ha lasciato quando il marito ne biasimava le eccessive pretese, per trasferirsi in un hotel di Monza.
Il problema vero è che Veronica vuole, tra le tante cose, anche la Mondadori: la vuole per sé (in fondo l'editoria l'ha sempre attratta, come dimostra la quota posseduta nel Foglio di Giuliano Ferrara, nonché l'abilità con cui fa pervenire ai giornali i suoi pensieri, per via diretta o indiretta), ma soprattutto per i figli, in particolare la primogenita Barbara, il cui ingresso nel consiglio d'amministrazione del Milan non ha certo tacitato le ambizioni.
Novella Veronica Lario in spiaggia pBARBARA SOGNA SEGRATE.
Il suo sogno, lo ha ricordato in quasi tutte le interviste rilasciate negli ultimi anni (spesso su Vanity fair, mentre la sorellastra Marina - che di Mondadori è presidente - predilige esternare sul Corriere della Sera) è di cimentarsi con l'azienda di Segrate. A Barbara piacciono i libri, gli autori - di sicuro anche Saviano - , quel clima che si respira nei corridoi di un'azienda il cui nome è uno storico patrimonio dell'editoria italiana, come testimoniano molte sue dichiarazioni.
«Mio padre ha sempre pensato che quando ne avessi avuto le capacità mi sarei occupata di Mondadori», così in un'intervista dell'agosto 2009 su Vanity. Un concetto ribadito anche altrove e nelle conversazioni private con alcuni suoi amici. E che puntualmente ha provocato la piccata reazione di Marina, dando la stura a non poche tensioni tra le domestiche mura.
LE AMBIZIONI STOPPATE DA PAPI SILVIO
Si capisce allora la delusione provata da Barbara, quando nel febbraio dello scorso anno, durante uno dei canonici pranzi di inizio settimana ad Arcore, inopinatamente il Cav ne ha spento sul nascere gli afflati dicendo che «Mondadori è affidata da molti anni a Marina che la sta gestendo con i manager molto, molto, molto bene. E continuerà a farlo».
UOMO GIUSTO ED EQUO.
Pronta la controreplica, sempre sul settimanale della Conde Nast. Alla domanda se ci fossero dissapori in famiglia per via della divisione del patrimonio Barbara, una che non le manda a dire, rispose: «A oggi non c'è nessuna lotta. E, se mio padre è uomo giusto ed equo, non ce ne saranno nemmeno in futuro».
Sul giusto ed equo la signora Lario ha idee ben precise: non soltanto una spartizione dei soldi, ma anche degli asset dell'impero. Impensabile che, mentre Piersilvio governa su Mediaset e Marina su Segrate i suoi (Barbara, Eleonora e Luigi) si possano accontentare di qualche poltrona nei consigli d'amministrazione.
BARBARA E VERONICAI CONTI IN SOSPESO.
Già, ma come sarà quel futuro senza lotte familiari intestine che la neo consigliera del Milan auspica? Intanto occorre dire che sulla Mondadori non pendono solo gli appetiti della signora Lario, ma anche la sentenza d'appello dell'omonimo lodo, prevista per la fine di maggio.
Come noto, in primo grado il tribunale ha condannato la Fininvest, azionista di maggioranza della casa editrice, a pagare alla Cir di Carlo De Benedetti 750 milioni di euro come risarcimento per danno patrimoniale. Secondo la sentenza di primo grado, Fininvest corruppe il giudice relatore Vittorio Metta per annullare il lodo arbitrale che assegnava all'Ingegnere il controllo azionario della Mondadori.
L'IMPERO DEL CAV DOPO LA POLITICA.
E poi pende il destino politico dello stesso Berlusconi, dato per incerto nonostante la solida maggioranza parlamentare che lo accompagna (e di cui si è vista prova nella votazione di mercoledì 4 maggio sulla missione italiana in Libia) e nonostante i mugugni non mostra gran voglia di abbandonarlo.
Molti legano infatti alla sua possibile uscita di scena un profondo rivolgimento degli assetti economici e di potere del Paese, editoria e televisione compresi. Cosa che potrebbe indurlo, al di là delle pretese patrimoniali della ex moglie, a trovare per le proprie aziende soluzioni che le mettano al riparo da prevedibili contraccolpi, attraverso cessioni o piuttosto alleanze strategiche.
Prospettiva, quest'ultima, in cui Mondadori, che ha chiuso il 2010 con un utile netto consolidato di 42,1 milioni di euro, in crescita del 22,7% rispetto al 2009 e un innalzamento della redditività del 32%, è sicuramente una pedina strategica.
Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi Goran Todic Bodyguard di Veronica LArio