I. B. per "il Messaggero"
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Una voce non confermata sull'imminente declassamento di Moody's dell'Italia ha trovato terreno fertile ieri, in un mercato già scosso dalle implicazioni gravi del bail-in/bail-out di Cipro e memore dei tagli freschi di firma di Fitch e DBRS sul rating sovrano italiano. Così Borsa e spread BTp-Bund hanno accusato male il colpo, dando credito alle previsioni più pessimistiche.
La tempistica "inopportuna" della retrocessione di Moody's avrebbe dovuto far insospettire sulla fondatezza delle voci: tra oggi e domani il Tesoro affronta aste di BoT e BTp fino a 15,5 miliardi e in questi giorni il leader del Pd Bersani tenta di formare un governo. Ma quattro outlook negativi di Moody's, S&P, Fitch e DBRS non fanno stare i mercati tranquilli: l'Italia è alle prese con un debito/Pil tra i più alti in Europa, che sale invece di scendere, e un Pil che non decolla. Un trend che fa vacillare i rating.
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Tra le quattro minacce di declassamento, la più preoccupante è proprio quella di Moody's che valuta l'Italia "Baa2", equivalente a "BBB", già un gradino sotto le "BBB+" di Fitch e S&P's (due gradini sotto la "A low" cioè "A-" di DBRS). Moody's colloca l'Italia a due soli notches di distanza dalla "BB+" che apre la categoria dei rating speculativi (non investment grade).
Ieri è corsa voce che Moody's avesse tagliato la sua stima sull'andamento del Pil italiano quest'anno, ma neanche questa è stata né smentita né confermata dal portavoce perché «Moody's non commenta voci di mercato».
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In quanto al rischio di un declassamento immediato di Moody's (nel caso molto probabile non sia stato annunciato ieri notte), l'ultimo rapporto sull'Italia ha chiarito la policy dell'agenzia sull'esito «inconclusivo» delle elezioni italiane che hanno aumentato la possibilità di nuove elezioni e quindi di incertezza politica prolungata. Questo scenario, secondo Moody's, è «compatibile» quindi incluso nel rating "Baa2" e nell' outlook negativo, che tengono conto di un'implementazione delle riforme strutturali e fiscali ad alto rischio.
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Moody's teme che lo stallo delle riforme in un'Italia con debito/Pil appena sotto il 130% e basse prospettive di crescita possa peggiorare il sentiment del mercato e quindi aumentare il costo del servizio del debito (già all'11% delle entrate).
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Tuttavia i tempi non sembrano maturi per una retrocessione immediata di Moody's che dipenderà da: deterioramento aggiuntivo delle prospettive economiche e delle condizioni di raccolta dovute anche a shock europei; difficoltà di implementazione delle riforme; accesso al mercato compromesso al punto da rendere necessario l'aiuto esterno.