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CAFONALINO FEDERALISTA - IL CAVALIER POMPETTA CELEBRA L’ENNESIMA FIDUCIA CIRCONDATO DALLE SUE FAN E COL FAZZOLETTO VERDE NEL TASCHINO, MENTRE BOSSI E TREMONTI SI GODONO LA VITTORIA - GIAN-BECCHINO CONTEMPLA ATTONITO I NUMERI DELLA MAGGIORANZA (314 VS 291) - CHIACCHIERE SUGLI SCRANNI DI FORZA GNOCCA TRA L’EX MINZOLINATA GIAMMANCO E LA REGINA DI TOR CRESCENZA ROSSI - BERSANI FURIOSO CONTRO IL CARROCCIO: “SE VOLETE REGGERE IL MOCCOLO AL MILIARDARIO NON TROVATE SCUSE”…

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Silvio Buzzanca per "la Repubblica"

UMBERTO BOSSI GIULIO TREMONTI

Silvio Berlusconi con fazzoletto verde nel taschino esulta fra i deputati leghisti che festeggiano il sì al federalismo municipale, sventolano in aula la bandiera delle regioni settentrionali gridano "Bossi, Bossi".

Immagine che fissa in modo inequivocabile il patto di ferro fra il premier e la Lega. «Sì, è così, l´asse tiene. Berlusconi è stato l´unico a darci i voti per il federalismo», conferma Umberto Bossi.

UMBERTO BOSSI ANTONIO DI PIETRO PIERO FASSINO

Ma il leader leghista non si sbilancia sul futuro della legislatura. «Noi vogliamo completare il federalismo, poi vediamo. Stiamo con i piedi per terra», dice. Quello che gli importa veramente è «avere un giro di mattone in più. Siamo quasi al tetto».

La Camera ha appena approvato con 314 sì, 291 no e 2 astenuti la fiducia posta su una risoluzione che approva la relazione del ministro Roberto Calderoli. Il Cavaliere esulta. Quando lascia l´aula valuta i 314 voti: «Sono tranquillo. Sappiamo che ci sono diverse persone in missione e due malati, la maggioranza è di 322», annuncia. Calcoli più accurati dicono 319. Ma forse il premier ha già convinto altri tre "responsabili".

UMBERTO BOSSI CON FEDELISSINI ROBERTO CALDEROLI ROBERTO CASTELLI ROSY BINDI

Lui, il Senatùr, invece quasi non partecipa. Guarda da lontano. Forse perché, come ha spiegato in tutte le salse, «ora arriva la parte difficile: il federalismo regionale e provinciale».
Ostacoli duri da superare al punto che ieri lo stesso Calderoli ha annunciato che chiederà una proroga di quatto mesi della legge delega sul federalismo che scade il prossimo 21 maggio.
L´annuncio di Calderoli è arrivato dopo un incontro con i Popolari di Italia domani, il microgruppo formato da ex Udc e capeggiato da Saverio Romano, ministro in pectore dell´Agricoltura. Segno tangibile che dietro il sì al federalismo municipale c´è tutto un lavorio sul rimpasto di governo, l´allargamento della maggioranza, l´assestamento del gruppo dei Responsabili.

SCILIPOTI FESTEGGIATO

Un movimento sotterraneo che ieri ha coinvolto il Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. Gli uomini del governatore siciliano, infatti, non hanno partecipato al voto sulla risoluzione invece di votare no come il resto del Terzo polo.

RENATO FARINA

Una scelta che sarebbe stato l´estremo tentativo di tenere insieme il gruppetto degli autonomisti. Ferdinando Latteri e Roberto Commercio, dati come prossimi al passaggio nella maggioranza, infatti volevano votare sì e aprire un negoziato con il governo mentre Angelo Lombardo e Carmelo Lo Monte erano per il no.

PONTONE

Alla fine, nonostante avesse fatto la dichiarazione di voto Lo Monte non vota e risulta in missione. Idem Lombardo. Assenti anche i futuristi Andrea Ronchi e Giulia Cosenza e questo getta nuove ombre sulla "resistenza" del gruppo di Fli.

PAOLA PELINO

Il dibattito sulla fiducia si è comunque trascinato stancamente in un clima di totale disinteresse dell´aula. A vivacizzare il dibattito è stato Pier Luigi Bersani. Il segretario del Pd ha contestato con vigore nel merito il provvedimento, definito «un pasticcio» e ha rilanciato l´invito alla Lega a "scaricare" Berlusconi e fare un vero federalismo con il Pd.

«Se volete reggere il moccolo al miliardario, se volete mettere il Carroccio a servizio dell´imperatore non trovate le scuse del federalismo, che non c´entra niente», ha detto Bersani. Un attacco duro che Bossi respinge al mittente. «La perfezione non esiste, ma è una buona legge». - spiega - «C´è libertà di dire quello che si vuole. Comunque, se io fossi stato nella sinistra non sarei rimasto fuori, avrei partecipato. Tanto l´approviamo lo stesso».

 


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