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IL CSM VUOLE VEDERCI CHIARO SUI RAPPORTI TRA LA SORELLA DI VENDOLA E IL GIUDICE CHE HA ASSOLTO NICHI…

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Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

«Chi non è riuscito ad ottenere la mia condanna in un processo regolare, sta cercando di costruire un processo mediatico». Reagisce così, sdegnato, Nichi Vendola alla notizia che i rapporti tra sua sorella Patrizia e il giudice di Bari che lo ha assolto il 31 ottobre scorso dall'accusa di abuso d'ufficio, Susanna De Felice, sono stati oggetto di attenzione al Csm.

VENDOLA A PRANZO CON LA GIUDICE CHE LO HA ASSOLTO

Così come il suo pranzo con il magistrato a ridosso dell'udienza. Circostanza che ora rischia di inguaiare la De Felice: il Consiglio ha inviato gli atti al procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, per un eventuale provvedimento disciplinare. Sui rapporti tra i due avevano già puntato l'indice i magistrati che avevano chiesto la condanna di Vendola relativa a un'inchiesta sulla sanità barese. Sostenendo, con i vertici dell'ufficio, che proprio a causa dell'amicizia con Patrizia Vendola, il giudice avrebbe dovuto astenersi dalla sentenza. La notizia, filtrata sulla stampa, era finita al Csm.

VENDOLA A PRANZO CON LA GIUDICE CHE LO HA ASSOLTO

Ieri altri dettagli sono circolati a riguardo. Il settimanale Panorama ha pubblicato quattro foto dei due, dopo quella che li ritraeva in un pranzo conviviale e che aveva sollevato già polemiche. Il leader Sel e il magistrato vengono mostrati nel corso di una festa avvenuta nell'aprile 2006. I due in realtà, come avviene nella ristretta cerchia della società barese, sono assieme ad altri giudici in un ristorante di Savelletri di Fasano (Bari) in occasione della festa di compleanno di Paola Memola, cugina di Vendola.

IL GIUDICE SUSANNA DE FELICE jpeg

Ma a preoccupare maggiormente il magistrato ora è la testimonianza di un suo collega, Francesco Bretone, che al Csm avrebbe riferito ciò che gli era stato a sua volta raccontato, ovvero che proprio a ridosso del processo la De Felice e Patrizia Vendola erano state viste assieme in un tavolo a due.

Bretone era stato ascoltato il 12 febbraio scorso a Palazzo dei Marescialli insieme alla collega Desirè Digeronimo, che aveva chiesto la condanna a 20 mesi per il governatore della Puglia; al procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno e al giudice Antonio Diella, presidente dell'ufficio gip di Bari. Proprio quest'ultimo, assieme alla Digeronimo aveva espresso dubbi, dopo l'assoluzione di Vendola, sull'imparzialità del giudice De Felice.

La prima commissione del Csm ha valutato le testimonianze e trasferito gli atti al pg della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare, che dovrà accertare anche la verità su quel pranzo. Lo stesso Bretone ha riferito al Csm di non essere sicuro che sia avvenuto e di averlo saputo da una giornalista, cui lo avrebbe riferito una collega.

 


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