1- INGROIA, BIVIO TRA LA TOGA E LA POLITICA
Dal Corriere della Sera
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A poche ore dalla sconfitta alle Politiche ha garantito che resterà in campo con Rivoluzione civile per i prossimi appuntamenti elettorali, a cominciare dalle Comunali a Roma. Ma se Antonio Ingroia (foto) vorrà continuare l'impegno politico dovrà lasciare la magistratura o per lui scatteranno sanzioni disciplinari.
È tempo di scelte, quindi, per l'ex pm di Palermo che ha imbastito l'inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia. Con la proclamazione degli eletti al Parlamento finirà l'aspettativa elettorale che gli ha concesso il Csm. E alla scadenza, salvo diversa decisione, dovrà tornare in Guatemala per proseguire l'incarico dell'Onu o tornare a indossare la toga.
2 - DI PIETRO JR. RIELETTO IN MOLISE
Dal "Corriere della Sera"
Paolo Di Laura Frattura governatore, 11 consiglieri di maggioranza per il centrosinistra e 8 per l'opposizione: è questa la composizione del nuovo Consiglio regionale del Molise. Tra le conferme c'è quella di Cristiano Di Pietro, figlio del presidente dimissionario dell'Idv, che con 2.053 preferenze è stato il più votato della lista del partito in provincia di Campobasso. Per Frattura, 50 anni, il segreto del successo è stata «la semplicità della proposta per avviare un processo di modernizzazione del Molise che parte dalla riorganizzazione di tutto l'apparato burocratico amministrativo».
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3- L'IDV SPARITO: ABBIAMO ANCORA SOLDI
Alessandra Arachi per "Il Corriere della Sera"
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Nella sede dell'Italia dei valori in via Santa Maria in Via, un gran bell'appartamento nel cuore di Roma, Silvana Mura è lì che traccia somme e sottrazioni. Orgogliosa. È lei, da sempre, la tesoriera dell'Idv. «Il partito è vivo. E sano. E danaroso. Siamo qui pronti a ricominciare». Nelle belle stanze della sede del partito che fu di Antonio Di Pietro in queste ore risuona il silenzio per l'assenza di troppi dipendenti che, adesso, sono in giro a cercare un altro lavoro.
Adesso che l'Idv è stato schiacciato dal peso della sconfitta elettorale e il suo padre-padrone-presidente è arrivato a mollare il colpo, rassegnando le dimissioni, il futuro è tutto da disegnare. «Ma una cosa è certa: non è finita qui. L'alleanza con Rivoluzione civile è stata un errore, io l'avevo detto fin dall'inizio. E adesso a Di Pietro bisogna riconoscere di aver dato le dimissioni per coerenza in un Paese dove nessuno si scolla mai dalla sedia». Silvana Mura non è soltanto la tesoriera, ma anche una cofondatrice dell'Idv nonché sodale di Di Pietro di tutte le battaglie.
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Adesso che dall'Idv sono scappati in tanti e persino il cognato di Di Pietro, Gabriele Cimadoro, ha fatto fatica a rimanere, rimane un tesoretto nella cassa del partito e la speranza di trovare una via per il futuro.
Silvana Mura sciorina cifre con orgoglio: «In bilancio al 31 dicembre 2012 avevamo 8 milioni di titoli, 4 milioni in cassa e altri 4 milioni di soldi che dobbiamo avere. C'è da tirare la cinghia, visto che di rimborsi adesso non ne avremo più. Inoltre c'è da ridimensionare lo staff, perché del resto non sapremo che farcene di tante persone che avevamo imbarcato nel periodo florido. Ma abbiamo di che andare avanti». E di che sperare.
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Difficile, adesso, cercare di capire il futuro politico di un partito che ha conosciuto i fulgori dell'8 per cento e si ritrova in queste ore a fare la conta fra i suoi membri dei tanti, troppi assenti.
In programma c'è da organizzare un congresso entro la fine dell'anno con la gestione collegiale dell'ufficio di presidenza. Ma la vera sfida sarà indovinare la formula magica per risorgere dalle ceneri. Facile pensare alla ricerca di un abbraccio con Grillo.
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Silvana Mura lo dice con chiarezza: «Le idee di Grillo sono le nostre». E la memoria corre a quando Gianroberto Casaleggio gestiva la comunicazione web di Di Pietro, ancora prima di diventare il guru di Grillo.
Litigarono i due, Casaleggio e Di Pietro, nel 2010. Di Pietro sembra non sopportasse l'eccessiva invadenza di Casaleggio nei contenuti del suo web. Ma i rapporti tra Grillo e Di Pietro in questi anni non si sono mai interrotti. «Quelle di Grillo sono le richieste della buona politica», chiosa Silvana Mura, fra somme, sottrazioni. E soprattutto: le divisioni degli stipendi.