1- ASPETTANDO LE INVOCAZIONI PATRIOTTICHE SULL'ITALIANITÀ PERDUTA DELLA FIAT, "LA TRIBUNE" FA UN "CULOT" (FACCIA TOSTA) A MARPIONNE
Nonostante la differenza di fuso orario Sergio Marpionne è già in piedi da almeno due ore nella squallida stanzetta del suo albergo di Detroit.
Dopo aver letto i principali quotidiani americani e la rassegna stampa che gli arriva puntualmente dalla Fiat di Torino, il manager sta scegliendo uno dei sei pullover sgualciti che custodisce con lo stesso amore delle stock options. Oggi per il figlio del carabiniere Concezio è un'altra giornata importante perché a Jefferson North Assembly, il quartier generale di Chrysler che si trova a 10 chilometri da centro di Detroit e dove lavorano 1.700 operai con 600 robot, arriverà in visita Timothy Geithner, il Segretario al Tesoro americano.
È la prima volta che il 50enne politico visita gli stabilimenti dove nel '92 è nata la Jeep Grand Cherokee, l'icona di quella Chrysler che prima di Marpionne era diventata un ferrovecchio dell'industria Usa. C'è una vaga somiglianza tra Geithner e Mario Draghi; entrambi sono uomini freddi che a passi da gigante hanno scalato i vertici della finanza.
CHRYSLER VETRINAA 42 anni Geithner era già presidente della Federal Reserve di New York e guadagnava poco meno di 400mila dollari, e tutti e due amano passeggiare in solitudine. Le sole cose che li distinguono sono il labrador con cui l'americano cammina nel prestigiosa località di Larchmont vicino a Manhattan, e l'uso intensivo della parola "fuck" che Geithner ripete ossessivamente dal settembre 2008 quando si trovò a gestire la crisi di Lehman Brothers.
L'incontro di oggi avviene nella città dove Henry Ford pronunciò la celebre frase: "la maggior parte della gente preferirebbe morire che pensare". Sono parole che a Marpionne piacciono moltissimo perché il suo cervello è un motore sempre acceso che adesso sta cercando di accelerare la trattativa con le banche per restituire i 7,4 miliardi di dollari concessi da Stati Uniti e Canada.
Ieri il "Financial Times" lo ha elogiato dicendo che il salvataggio della Chrysler decotta "è un modello che ha funzionato", e oggi il quotidiano francese "La Tribune" scrive che il manager italiano ha un notevole "culot". Per gli analfabeti è bene chiarire che nella lingua d'Oltralpe "culot" equivale a "faccia tosta" e non a quell'oggetto del desiderio dei bunga bunga berlusconiani.
GEITHNERPer spiegare meglio in che cosa consista il "culot" il giornale dei cugini francesi spiega che Marpionne per raggiungere i suoi obiettivi ha usato metodi poco ortodossi nei confronti degli operai torinesi e forse ha alzato troppo il valore della Ferrari che presto si quoterà in Borsa.
MARIO DRAGHINelle parole del giornale parigino non c'è però alcun cenno alla voglia di mettere le mani anche sulla Fiat, e questo è comprensibile perché il destino della casa torinese, che il giornalista Mario Cingolani nel suo ultimo libro "Bolle, Balle & sfere di cristallo" ha battezzato FIAD (dove la "D" finale sta per Detroit), è ormai segnato e non può rientrare nel perimetro degli amici di Sarkozy.
DETROITCiò non toglie che quando tra un anno o forse meno si porrà il problema della fusione Fiat-Chrysler si riaffaccerà sulla scena nostrana il tormentone della difesa dell'italianità. Qualcuno come Bruno Tabacci mette le mani avanti e sull'"Avvenire" di oggi implora di evitare un altro festival delle furbizie come quello che si sta celebrando per difendere il baluardo di Parmalat.
BRUNO TABACCIPer altri il problema non va affrontato in termini emotivi perché occorre guardare con lungimiranza all'assetto proprietario del nuovo gruppo che con la sede legale a New York e il cuore operativo a Detroit mollerà gli ormeggi da Torino e dall'Italia. Uno dei pochi studiosi che si è posto questo problema è Fabiano Schivardi, un giovane economista dell'Università di Cagliari che, dopo aver studiato alla Bocconi e alla Stanford University, ha lavorato per otto anni al Servizio Studi della Banca d'Italia.
Fabiano SchivardiSecondo la sua opinione la Sacra Famiglia degli Agnelli, per far fronte al progetto di Marpionne, dovrà inevitabilmente diluire il controllo di Fiat e vendere sul mercato quote consistenti di azioni. In questo caso - scrive l'economista - "si creerà una multinazionale finanziariamente fragile, con difetti tipici delle imprese familiari ma ingigantiti su scala globale".
In questa prospettiva gli investitori si stanno già posizionando e anche operatori finanziari italiani sarà bene che si facciano avanti subito evitando "un'ammucchiata confusa e improvvisata che, oltre a ricordare l'approccio del governo nei casi Alitalia e Parmalat, ricorda le notti di Arcore".
A Marpionne, che sta per incontrare il longilineo Geithner, questa problematica interessa ben poco. Lui ha già fatto la sua scelta in maniera inequivocabile quando ad ottobre nello studio di Fabio Fazio ha definito l'Italia una palla al piede, ma di sicuro tra pochi mesi si alzeranno invocazioni patriottiche.
John Elkann con Luca Montezemolo
2- IL PRESIDENTE DI EDF HA ASSICURATO A CONTI CHE L'ENEL POTRÀ PORTARE AVANTI FUORI DALL'ITALIA LE SUE ATTIVITÀ SUL NUCLEARE
Ai piani alti di Enel si stanno valutando gli effetti dello stop al programma nucleare e della visita romana di Sarkozy.
Per Fulvio Conti le buone notizie non arrivano da Roma ma da Parigi dove il partner Edf ha preparato un piano per affrontare la crisi scoppiata dopo il disastro in Giappone. Con la società elettrica francese Enel ha stipulato un accordo che prevede la partecipazione al 12,5% degli italiani nella costruzione della centrale di Flamanville in alta Normandia.
marchionne fazio gL'intesa fu raggiunta nel vertice di Nizza che si tenne nel novembre 2007 alla presenza di Romano Prodi e del marito di Carla Bruni, poi due anni dopo Enel e Edf firmarono una joint venture per lo studio di fattibilità delle quattro centrali italiane.
Il blocco del governo sul programma nucleare ha fatto saltare questa seconda intesa, mentre resta in piedi il contratto da 18 miliardi di euro per la centrale di Flamanville che nell'ottobre 2009 fu visitata da Sciaboletta Scajola con tanto di caschetto giallo in testa.
FULVIO CONTINegli ultimi giorni i vertici francesi di Edf non hanno perso tempo; hanno creato una forza di intervento rapido per prevenire gli incidenti nucleari tipo Fukushima anche se - come ha scritto "Le Monde" - la centrale in Normandia sarà pronta soltanto nel 2014.
Il presidente di Edf, Henry Proglio (62 anni e figlio di un commerciante di Antibes) ha assicurato a Conti che il cantiere di Flamanville non si fermerà e l'Enel potrà portare avanti fuori dall'Italia le sue attività sul nucleare.
Henry Proglio
3- CERCASI L'EX-VELINA DI MEDIASET BRAMBILLA
C'è un pezzo pregiato del nostro Paese sul quale nessuno potrà mettere le mani, nemmeno quei francesi che si sono portati via i gioielli di Bulgari, l'energia di Edison e il latte di Parmalat.
È il patrimonio del turismo che nel governo dovrebbe essere difeso dall'ex-velina di Mediaset, Michela Brambilla. La rossa 43enne che il Cavaliere di Arcore ha piazzato al ministero del Turismo dovrebbe però dedicare il suo tempo non solo a mobilitare le piazze insieme alla Santanchè davanti al Tribunale di Milano, ma tenere gli occhi aperti sui dati preoccupanti che riguardano i turisti stranieri.
Domenica ne arriverà a Roma almeno 1 milione, ma si tratta di masse di pellegrini "mordi e fuggi" che porteranno beneficio soltanto alle casse del Vaticano. Ben più preoccupante è il calo delle presenze registrate nel 2010 che secondo un calcolo fatto dagli economisti della "Voce.info" (il think-tank guidato dal fighetto Tito Boeri) ha fatto registrare l'anno scorso una perdita di quasi 1,3 miliardi di euro.
MATTEO MARZOTTONella sua infinita miseria Dagospia a febbraio aveva segnato alla rossa Brambilla (amante di cani e di piazze populiste) i numeri di Istat, Banca d'Italia e Isnart-Unioncamere dai quali si capiva che anche la domanda interna di turisti era tornata ai livelli di cinque anni fa con una perdita di 11,2 milioni di viaggi.
TITO BOERINonostante questo grido d'allarme l'ex-velina di Mediaset se ne è andata alla Bit-Borsa Internazionale del Turismo di Milano insieme al presidente dell'Enit Matteo Marzotto per strillare i successi della sua politica e del sito dedicato a promuovere la "magica Italia". Adesso non ci sono più dubbi: a tradire il Belpaese sono stati soprattutto nel 2010 i turisti dell'Unione europea, in prima linea i francesi seguiti da tedeschi, belgi, olandesi e perfino gli svizzeri calati del 7% in termini di spesa.
Ettore Bernabei jpegL'unico dato in controtendenza riguarda il flusso dei russi, cresciuto del 32% in un anno. Sono dati allarmanti che esigerebbero una difesa dell'italianità e una politica in favore di un asset economico che rappresenta l'ultimo baluardo della nostra economia.
4- ETTORE BERNABEI L'ADDIO DI MASI
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Ettore Bernabei, il mitico ex-direttore della Rai oggi 90enne, non è rimasto affatto sorpreso per le dimissioni del gigolò Mauro Masi.
In molte occasioni l'uomo che ha guidato viale Mazzini dal '61 al '74 ha dovuto appellarsi alla sua fede per non bestemmiare in dialetto toscano davanti ai programmi televisivi della gestione Masi. Come è noto Bernabei è insieme a Navarro Valls uno dei massimi esponenti dell'Opus Dei in Italia, e le ultime bestemmie le ha lanciate al settimo piano di viale Mazzini quando Furio Colombo sotto gli occhi divertiti di Fabiano Fabiani presentava le sue proposte di programmi per i palinsesti trimestrali".