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1- A MILANO FINI PREPARA IL COLPO A SORPRESA PER RIMETTERE FUTURO E LIBERTÀ NEL PERIMETRO DEL CENTRODESTRA, SALVARLO DALLA SPACCATURA E DIMOSTRARE ALL’ITALIA CHE FLI E FINI SONO INDISPENSABILI AL PDL E ALLA SOPRAVVIVENZA DI BERLUSCONI 2- ANCHE PERDENDO MILANO, NAPOLI E IL REFERENDUM, FINI È CONVINTO CHE IL CAINANO NON CI PENSA MINIMAMENTE AD ANDARE A CASA. CON I PROCESSI IN CORSO E I MAGISTRATI PRONTI A IMPALLINARLO, ABBANDONARE LA POLTRONA SAREBBE UN VERO SUICIDIO 3- FINI PARE NON AVER VOGLIA DI CADERE NEL GIOCO SINISTRO DEI CATA-FALCHI BOCCHINO E GRANATA, CHE VOGLIONO DETTARE LEGGE CACCIANDO LE COLOMBE URSO E RONCHI ANCHE RISCHIANDO DI RITROVARSI DAVVERO CON UN PARTITO ALLA DI PIETRO, NEL CENTROSINISTRA MA CON MENO DELLA METÀ DEI CONSENSI DELL’EX PM E SENZA FUTURO

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Antonio Calitri per "Italia Oggi"

GIANFRANCO FINI

A Milano Gianfranco Fini prepara il colpo a sorpresa per rimettere Futuro e libertà nel perimetro del centrodestra, salvarlo dalla spaccatura e restituire il favore che 18 anni fa gli fece Silvio Berlusconi schierandosi dalla sua parte, sulla corsa al Campidoglio che lo vedeva contrapposto a Francesco Rutelli.

Salvare Letizia Moratti e dimostrare all'Italia che Fli e Fini sono indispensabili al centrodestra e alla sopravvivenza di Berlusconi. Questa l'idea alla quale starebbe lavorando il presidente della Camera dopo aver analizzato la situazione milanese, quella del Pdl e soprattutto del suo partito.

ADOLFO URSO

Infatti, al di là dell'ennesima minaccia che perdendo Milano potrebbe cadere il governo Berlusconi, Fini è convinto che il premier non ci pensa minimamente ad andare a casa, qualsiasi cosa accada. Con i processi in corso e i magistrati pronti a impallinarlo, abbandonare volontariamente la poltrona di palazzo Chigi sarebbe un vero suicidio.

urso fini jpeg

Per questo non la mollerà, anche a perdere Milano, Napoli e il referendum. E la LegaNord non lo abbandonerà ancora. D'altra parte, a leggere bene gli ultimi sondaggi, risulta veritiera la debolezza della Moratti che rischia di dover andare al ballottaggio, ma al secondo turno non dovrebbe avere problemi a spuntarla su Giuliano Pisapia.

Così, la scelta di Berlusconi di metterci la faccia facendo da capolista e drammatizzando la questione, sembra essere più una strategia per rilanciare la sua figura come salvatore di un centrodestra che senza di lui soccomberebbe che davvero necessaria.

URSO-BOCCHINO-GRANATA

E allora? A rischiare di più in questo contesto sarebbe proprio Fini. In una città così importante per il centrodestra iniziano a venir fuori le contraddizioni di Fli. Non tanto per il primo turno, dove in fin dei conti il terzo polo ha un proprio candidato, ma all'eventuale ballottaggio.

BOcchino e Granata

Già nei giorni scorsi hanno incominciato a litigare Italo Bocchino e Adolfo Urso. Visto che la libertà di voto concessa all'elettorato di Fli non convince troppo, l'ex viceministro ha detto che «votare la Moratti al secondo turno? Sì, non ci vedrei niente di scandaloso. Montanelli diceva che a volte bisogna turarsi il naso».

MORATTI

E il vicepresidente del partito gli ha risposto a stretto giro che è «impensabile votare la Moratti al secondo turno» perché «il sindaco ha mentito su Lassini, per noi è impossibile votarla». E prima ancora il falco Fabio Granata aveva detto chiaramente di voler votare Pisapia per mandare a casa Berlusconi.

Fini però sembra non esserci cascato e più che fare il gioco dei falchi, che vogliono dettare legge magari cacciando tutte le colombe anche rischiando di ritrovarsi davvero con un partito alla Di Pietro, nel centrosinistra ma con meno della metà dei consensi dell'ex pm e senza futuro, sarebbe sul punto di fare un colpo di teatro.

Giuliano Pisapia

Schierarsi lui personalmente per la Moratti (non certo per Berlusconi) e in un colpo solo dimostrare che Futuro e libertà è di centrodestra e indispensabile alla vittoria della Moratti. E poi, restituirebbe quel favore al premier che tanto gli viene rinfacciato in questo periodo, di quando Berlusconi nel 1993 si schierò per lui a Roma e lo tirò fuori dal cono d'ombra.

Fini adesso, schierandosi per il candidato del premier a Milano ricambierebbe e contemporaneamente accreditando la versione drammatica di Berlusconi, gli salverebbe la poltrona.

 

 


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