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GHEDDAFI UNIVERSITY - GLI INGLESI CHE ADESSO BOMBARDANO LA LIBIA SONO GLI STESSI CHE INCASSAVANO FELICI GENEROSI FINANZIAMENTI PER LE LORO UNIVERSITÀ DAL CAPO DEI METRONOTTE DI TRIPOLI E DA SUO FIGLIO SAIF (A CUI LA PRESTIGIOSA “LONDON SCHOOL OF ECONOMICS” HA REGALATO IL DOTTORATO) - L’AIUTINO A SAIF PER SCOPIAZZARE LA TESI E’ ARRIVATO DA UNA SOCIETA’ TRA I CUI ESPERTI C’È IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI INGLESI - L’ACCUSA DI PLAGIO AL GHEDDAFINO è ARRIVATA SOLO DOPO CHE I PROIETTILI HANNO COMINCIATO A VOLARE IN LIBIA…

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Annalisa Piras per "l'Espresso"

Gheddafi arringa i fedeli a Tripoli dopo i bombardamenti

Il colonnello Gheddafi aveva ambizioni grandiose per il suo secondogenito Saif Al Islam. Ma nemmeno lui avrebbe mai immaginato che una bomba a scoppio ritardato lanciata da Saif avrebbe decapitato il vertice della prestigiosa London School of Economics (Lse), e innescato una reazione a catena che continua a minacciare la reputazione delle università inglesi.

Al centro dello scandalo: la donazione di Saif alla Lse di un milione e mezzo di sterline (quasi un milione e 700 mila euro), l'autenticità del suo dottorato di ricerca, un contratto con la Lse Entreprise da 2,2 milioni di sterline per la formazione di funzionari libici, e 50 mila dollari pagati al suo direttore Sir Howard per consigliare investimenti al rais. Di certo, quando Saif, è apparso alla televisione libica promettendo "fiumi di sangue ", doveva essersi dimenticato la tesi fondamentale del suo dottorato di ricerca: "Come rafforzare il ruolo della società civile nella democratizzazione delle istituzioni di governance globale".

Saif Gheddafi parla alla LSE

O forse, non se la ricordava perché non l'aveva scritta lui? All'ultima conta sono 14 le accuse di plagio. Ora l'inchiesta indipendente, commissionata dalla Lse, e affidata a Lord Wolf, uno dei più illustri magistrati inglesi, dovrà fare chiarezza. Nel frattempo, lo scandalo è giunto in Parlamento. Il deputato conservatore Robert Halfon ha presentato una mozione per un'inchiesta sul fiume di denaro proveniente da "regimi autoritari mediorientali" finito nelle università britanniche negli ultimi vent'anni: 750 milioni di sterline, secondo uno studio della Buckingham University.

La Lybian connection è già costata la testa al direttore della Lse, Howard Davis. Nella lettera di dimissioni ha ammesso "due errori che minacciano la reputazione della mia istituzione: accettare la donazione, e accettare, su invito del governo britannico, un ruolo come consulente economico di Gheddafi".

Lo scandalo ha acceso un cono di luce su una bizzarra e complicata tela di ragno tra il New Labour, il Foreign Office, ex 007 e il mondo accademico ed economico. Sullo sfondo, il risultato di vent'anni di tagli e pressioni sulle università inglesi affinché si avvicinassero di più, nelle parole di Margaret Thatcher, "al mondo del business". La Lse non è sola sul banco degli imputati, ma il suo caso appare il più grave. Fondata nel 1895, il 60 per cento dei suoi 10.148 studenti è straniero (220 italiani).

cameron

Uno degli aspetti più curiosi della vicenda, come riporta la "Times Higher Education", autorevole rivista specializzata nella formazione universitaria, è il fatto che l'aiutino a Saif per la tesi, sia giunto da Monitor, una società di consulenza basata a Boston. Tra i suoi esperti figura Richard Dearlove, ex capo dell'MI6, il servizio segreto inglese. Un'altra spia dell'MI6, Sir Mark Allen, è tra gli esperti di Monitor, ma anche tra i membri dell' Lse Ideas, comitato studi internazionali.

Secondo "The Daily Mail" fu Allen a facilitare, come consulente privato, l'accesso di British Petroleum ai giacimenti petroliferi libici. Sir Mark sarebbe stato anche l'uomo chiave dell'avvicinamento tra Tony Blair e Gheddafi. A completare il trasferimento di un pezzo del governo Blair alla Lse, c'è il presidente di Lse Ideas, Sir David Manning, consulente dell'ex premier per gli affari esteri. David Starkey, storico ex docente alla Lse, ha definito l'intero scandalo come un tipico "pasticcio blairiano".

Ma c'è anche chi intravede un po' d'impazienza conservatrice di fare piazza pulita dei rimasugli del New Labour. Monitor , nell'ambito di un contratto da 1,8 milioni di sterline per la riabilitazione della "nuova" Libia, non ha solo "facilitato" la tesi del figlio del rais. Ha anche portato uno stuolo di eminenti studiosi a Tripoli. Tra loro Anthony Giddens, il guru della "Terza Via" di Blair, professore emerito della Lse, nonché suo direttore per sei anni. Giddens scrisse una serie di articoli sulla "conversione" di Gheddafi, e descrisse la Libia come "Norvegia del Nordafrica".

blair gheddafi

Ad arricchire il complicato intreccio, l'ammissione del presidente della Lse, Peter Shuterland, di un personale conflitto di interessi tra l'accettazione della donazione libica e il suo mandato alla guida di British Petroleum, impegnata a estrarre greggio in Libia.

La stretta relazione tra accademici, pensatori, potere politico ed economico è sempre stata una delle peculiarità della Lse, soprannominata "L'asilo nido degli investment banker". Le sue rette astronomiche non rappresentano un ostacolo per i rampolli delle élites di mezzo mondo. Il suo motto? Le parole di Virgilio: "Rerum cognoscere causas". Secondo Richard Sennett, professore emerito di sociologia, la causa della situazione attuale è "una disperata fame di fondi che ha eroso la necessaria limpidezza dell'aqua che deve separare i desideri dei donatori dagli standard dell'università".

Non tutti concordano. C'è chi denuncia una overdose di senno di poi. "È stato solo dopo che i proiettili hanno cominciato a volare in Libia che Saif Gheddafi è stato accusato di plagio", sostiene Lord Desai, economista, membro dell'House of Lords su nomina laburista, a capo del centro ricerche della Lse sulla Global Governance, finanziato da Saif Gheddafi.

Blair e Brown (Ansa)

Tra gli addetti ai lavori delle università il commento è stato: "Se c'era qualcuno che doveva accorgersi del dottorato taroccato quel qualcuno era l'esaminatore indipendente della tesi. Un tale chiamato Lord Desai". Per gli esperti del mercato super competitivo delle qualificazioni post-laurea, è il dottorato bidone, più che la donazione, ad aver danneggiato la Lse.

Non solo Lse, comunque. Tra le altre università coinvolte, il King's college di Londra che ha ammesso di aver fatto uno studio nelle prigioni libiche. La John Moores University di Liverpool avrebbe un contratto con Tripoli per la formazione di personale medico per oltre un milione di sterline. La Durham University avrebbe ricevuto più di 700 mila sterline da fonti medio-orientali, incluse 11 mila sterline dal governo iraniano.

La School of Oriental and African Studies di Londra aveva un programma con la Al-Fateh University di Tripoli, e un corso individuale di perfezionamento dell'inglese per Mutassim Gheddafi, quartogenito del rais. La Exeter University era in negoziati per formare dei dipendenti libici con un contratto da 75 milioni di sterline e ha anche ammesso di aver ricevuto 100 mila sterline dalla Cordoba Foundation e da Islam Expo per un centro studi sulla Islamofobia in Europa.

british petroleum Logo

Dagli archivi della House of Commons, risulta che 12 diverse nazioni islamiche, tra cui lo Yemen e gli Emirati Arabi, hanno finanziato per 75 milioni di sterline l'Oxford Centre for Islamic Studies. Il principe saudita Alwaleed bin Talal ha versato 8 milioni di sterline rispettivamente all'università di Cambridge e a quella di Edimburgo per due nuovi centri di ricerca islamici. Ed è rispuntata la storia dell'uomo d'affari siriano, Wafic Said, implicato in traffici d'armi, che un decennio fa finanziò con 20 milioni di sterline la creazione del rispettato Said Business Centre di Oxford.

La maggior parte di queste donazioni appare autenticamente filantropica. Chi le difende invita a fare attenzione a non confondere le relazioni pericolose con un dittatore con i programmi di formazione che aiutino la popolazione. "Non ci sono scuse", sostiene invece Christopher Davidson, della Durham University. "Le università hanno il dovere di chiedersi se stanno per associarsi a uno Stato o a un individuo che viola i diritti umani. Se accetta donazioni da regimi autoritari l'università, volente o nolente contribuisce a ripulire la reputazione di tale regime e di fatto lo rafforza".

 


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