Beatrice Borromeo per "il Fatto Quotidiano"
BEATRICE BORROMEO
Anche di fronte all'evidenza Vittorio Emanuele di Savoia non si arrende e prova a denunciare un grande complotto ai suoi danni: "Il video divulgato dal Fatto Quotidiano - afferma Savoia - è stato artificialmente montato con ben sette spezzoni diversi per tentare di dare senso compiuto alle frasi pronunciate". E annuncia il ricorso alla sua ormai famosa "batteria di avvocati", anche se questa volta non cita i poteri occulti che lo perseguiterebbero da anni: "Questo squallido tentativo di rinfocolare dolorose vicende umane, attraverso notizie giornalistiche che tentano di accreditare fatti non veri, troverà la più ferma risposta in ogni sede giudiziaria".
Vittorio emanuele
Ecco la reazione del principe al video pubblicato ieri sul fattoquotidiano.it , in cui si mostrano, per la prima volta, le immagini riprese da una microcamera nascosta nel carcere di Potenza: Savoia confessa l'omicidio di Dirk Hamer nel 1978 e ride per aver "fregato" i giudici francesi.
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Sul sito c'è un filmato di un minuto con le parole decisive, ma anche la versione integrale di sei minuti, non montata, proprio per assicurare la trasparenza. Così che ognuno possa farsi la sua opinione sulle affermazioni del principe. Che comunque non lasciano spazio per molte ambiguità: "Il mio processo a Parigi, anche se io avevo torto... torto... Devo dire che li ho fregati... Il Procuratore aveva chiesto 5 anni e sei mesi. Ero sicuro di vincere, ero più che sicuro".
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Ed è ancora più esplicito quando afferma: "Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua che era (parola incomprensibile, ndr) steso, passando attraverso la carlinga".
Ma, insiste Vittorio Emanuele, queste frasi non dimostrano nulla, sono state manipolate. "Se Savoia vuole accusare i magistrati di Potenza di aver falsificato il filmato, lo faccia apertamente, perché è un'affermazione gravissima", commenta Birgit Hamer, la sorella di Dirk che trentatrè anni fa passò 111 giorni al suo capezzale. "Il ritornello del Savoia lo sentiamo da anni - dice la Hamer - ma il video è inequivocabile, e qualunque persona normale, guardandolo, se ne rende conto. Di fronte all'evidenza non si può continuare a dire bugie senza conseguenze: invece un ragazzo è morto e io ho sentito Savoia spiegare come ha fatto a sparargli".
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E sul tentativo del principe di liquidare la sua confessione dicendo che il caso è "desueto e chiarito", e che c'è una sentenza "fondata su inequivocabili prove oggettive della mia innocenza", la Hamer replica : "Quella notte ha sparato solo lui, è uscito di casa con una carabina, ci ha raggiunti urlando "vi ammazzo tutti", ha mirato al mio amico Nichi Pende e ha preso mio fratello solo perché Nichi si è buttato a terra. Poi si è inventato un fantasma su cui scaricare la colpa. Eppure la Francia non mi ha dato giustizia: come si può considerarlo un caso chiuso?".
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Poi, ovviamente, il principe Savoia sostiene che la comparsa del video sia "giornalismo a orologeria". I suoi fan del Movimento Monarchico Italiano sostengono che l'articolo del Fatto sarebbe stato studiato accuratamente per "escludere, gioco forza, il ruolo determinante dei Savoia nel processo dell'unificazione italiana". Peccato che Birgit Hamer abbia cercato di ottenere questo filmato dal 2006, cioè da quando ha letto sui giornali le trascrizioni delle parole del principe che però sosteneva fossero state manipolate. E bisognava trovare il video per capire chi aveva ragione.
Birgit e Dirk Hamer in ospedale a Hidelberg Germania jpeg
La signora Hamer ha fatto istanza sia a Potenza che a Roma, dove era stato trasferito un filone dell'inchiesta Vallettopoli, che ha poi archiviato la posizione di Vittorio Emanuele. Ha atteso che i tribunali le dessero una risposta e solo di recente le è stato consegnato il dvd col filmato, atto di un processo concluso. Una confessione che certo rovinerà ai membri della casa reale le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità, ma che se fosse arrivata ai tempi del processo parigino, nel 1991, avrebbe avuto conseguenze ben più serie su Vittorio Emanuele.