Barbara Palombelli per "Il Foglio"
BARBARA PALOMBELLIQuando la nave scricchiola, la corsa allo sbarco diventa uno sport italiano da medaglia d'oro olimpica. Succede sempre e ai cronisti anziani accade certamente di ripetersi. Non ci sono parole per le dichiarazioni di Stefania Craxi contro Silvio Berlusconi. Il primo cerchio della ormai setta segreta degli ex Psi commenta con aggettivi non trascrivibili.
Il più leggero è "allucinante". I più dietrologici alludono ad un patto con Giulio Tremonti che la sottosegretaria agli Esteri avrebbe siglato già molto tempo fa assieme ad altri ex, patto che per sua natura andava tenuto top secret e che adesso sarà eventualmente oggetto di lazzi e frizzi.
Altri raccontano un pochino scandalizzati vicende di produzioni tv in cui il presidente del Consiglio rinnegato sarebbe stato più che generoso in compravendite milionarie, ma qui si va su un terreno scivoloso che risale ad accordi tra il Cav e il defunto padre. Meglio evitare di farlo rivoltare ancora un po' nella sua ultima dimora (dove egli deve avere imparato postumo l'hula hoop, non solo a causa dei due eredi).
STEFANIA CRAXIBettino Craxi sperava di tenere i figli lontani dalla politica. Forse ha sbagliato, ma lo fece per amore, non per trascuratezza e tantomeno per vivere in pace le sue complessità affettive. Era una preoccupazione umana, da padre che tentava di proteggerli. Nelle sue molteplici vite, quella milanese - dedicata interamente alla famiglia, l'unica che mai ebbe (mi diceva spesso, sincero: "la famiglia e la moglie si scelgono una volta e per sempre", giudicando malissimo le reiterazioni coniugali dei suoi fedelissimi) - era la più dolce, la più rilassante. Chitarra, trattorie, cantanti, amici, finesettimana dai Caselli-Sugar in Brianza: i ragazzi conoscevano bene quel Bettino lì.
Un immagine di Bettino Craxi ad HammametE lui voleva essere per loro un fratello maggiore, smarcato da Roma e dai suoi veleni, un settentrionale come tanti, con la valigia pronta. La vita cittadina, da zingaro un po' disordinato, era un'esistenza fuori-sede. Al punto di abitare in albergo, in una soffitta che oggi è uno splendido ristorante ma ai tempi del craxismo somigliava ad uno studio francese per l'intellettuale che magari l'inquilino aveva sognato di essere. Tavoli riempiti di libri e di cibarie, riviste per terra, letti sfatti e ciabattone in giro.
Una volta salì sulla terrazza del superattico del Raphael (sono in disaccordo con il geniale Filippo Ceccarelli, che l'ha descritta come un lusso. Oggi in un posto così non abiterebbe neppure l'assistente della Polverini...) il fratello Antonio, discepolo di un guru indiano. In fretta e furia, il leader del Psi cercò di mettere a posto. Spesso lo faceva personalmente, per evitare che il personale gli buttasse carte segrete e cimeli per lui fondamentali. Gli sfuggì un mezzo cocomero smangiucchiato infilzato di cicche al mentolo, per dire del caos che lo circondava e che il fratello asceta rimproverò con sguardi eloquenti.
CRAXI-BERLUSCONII figli no, loro non dovevano partecipare alle zingarate romane. Si era scelto degli apostoli, tutti maschi, che gli facevano un po' famiglia. Da Claudio Martelli, il primo, a Luca Josi, l'ultimo. Tanti sono stati i famigli, fra vari giuda e tanti cristi sacrificati, fino all'amico-collezionista infermiere Cornelio Brandini (unico a seguirlo in tutte le vite, sempre) e al fotografo Umberto Cicconi, con l'autista Nicola Manzi fra i pochissimi ad accompagnarlo fino alla tomba tunisina.
Un giorno gli amici più cari e la vedova Anna forse parleranno del suo vero rapporto con Silvio Berlusconi, ancora tutto da raccontare. Qualcosa ricordo ma non è certo questa la sede per spettegolare. Una cosa però va sottolineata: nei difetti di Bettino non c'era la pugnalata a mezzo stampa. No, quella no. Magari ti aggrediva, con i suoi due metri di altezza, ti chiamava urlando, ti mandava un messaggero di guerra. Ma non avrebbe mai scelto un settimanale femminile per lanciare anatemi o rinnegare qualcuno. Ghino di Tacco era un brigante, ma anche i briganti hanno un onore.