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1- L’AUDIO DEL DIBATTITO/SCONTRO D’ALEMA-FLORES D’ARCAIS MERITA LE VOSTRE ORECCHIE 2- MAX: \"SEI UNO STALINISTA. ERA TIPICO DI QUEL REGIME DIRE CHE L´AVVERSARIO VINCEVA PERCHÈ QUALCUNO AVEVA TRADITO\" - FLORES: \"LA FORZA DI BERLUSCONI DERIVA DALLA DEBOLEZZA DELLA SINISTRA. E LA TUA BICAMERALE È SIMBOLO DELLA NON OPPOSIZIONE AL CAVALIERE. HAI RESUSCITATO UN UOMO POLITICO CHE NEL ‘96 ERA FINITO\" 3- MAX CONTRO ASOR ROSA: “PER LIBERARSI DI BERLUSCONI SARÀ SUFFICIENTE IL VOTO” 4- FLORES AVVISA: “SE VINCE LE PROSSIME ELEZIONI CE LO TROVIAMO AL QUIRINALE”. IL MAGO DALEMIX GIà RASSEGNATO: \"BERLUSCONI È IL PRODOTTO DELLA SOCIETÀ ITALIANA\" 5- MENTRE D’ALEMA SE NE VA, QUALCUNO LO INSEGUE URLANDOGLI: “PUZZI DI MUFFA”

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1 - L'AUDIO INTEGRALE DEL DIBATTITO D'ALEMA-FLORES D'ARCAIS, DAL SITO DI "RADIO RADICALE"
http://www.radioradicale.it/scheda/325498/come-liberare-litalia-partiti-e-movimenti-contro-berlusconi

2 - E D'ALEMA CONFESSÒ: "L'IMPORTANTE NON È VINCERE LE ELEZIONI"
Wanda Marra, per "il Fatto quotidiano"

ASOR ROSA

"Ho perso la speranza". Allarga le braccia a un certo punto, Bruno Manfellotto, direttore dell'Espresso, che modera il dibattito tra Paolo Flores d'Arcais e Massimo D'Alema, ieri pomeriggio all'Alpheus di Roma. In effetti, difficile trovare punti di mediazione tra un esponente di punta della società civile e un pezzo grosso della politica-politica italiana.

E se il Lìder Maximo arriva a dare dello "stalinista" al suo interlocutore, l'altro lo ripaga ricordando la bicamerale come l'inizio della "no opposizione". "Non condivido la sua analisi", ammette alla fine D'Alema ("nonostante la mia simpatia per Paolo"). E la parola "condivisione" a chi ha assistito al dibattito sembra un obiettivo molto lontano.

Flores - Manfellotto - D Alema

L'occasione dell'incontro era la presentazione del numero di Micromega dedicato a "Berlusconi e il fascismo". In realtà l'oggetto diventa il ruolo della sinistra (anzi delle sinistre) di fronte al berlusconismo. Fa resistenza D'Alema. "Se si fosse capito che le liste civiche sono essenziali non saremmo arrivati a questo, perché Prodi avrebbe avuto anche al Senato quei 50 voti di vantaggio che gli avrebbero consentito di governare senza ricatti. É necessaria dunque una coalizione ampia con quante più liste civili possibili", attacca il direttore di Micromega.

DALEMA E BERLUSCONI

Risponde l'altro: "Non mi pare di ricordare che nel 2006 abbiamo escluso qualche lista civica. Direi che abbiamo accettato tutto, anzi troppo". E poi "anche una lista civica, nel momento in cui si presenta alle elezioni, diventa una formazione politica. E se non ha una disciplina politica diventa pericolosa. Una parte grande della sinistra italiana non è stata educata alla prova del governo. Io a combattere con un senatore Rossi o un senatore Turigliatto di turno sulla politica estera non mi ci voglio più trovare".

dalema berlusconi

Poi, sposta il discorso: "Dobbiamo mettere insieme un'alleanza ampia non per vincere le elezioni, ma per governare" (anche se a chi gli aveva chiesto cosa pensasse delle affermazioni di Asor Rosa aveva replicato che "per liberarsi di Berlusconi sarà sufficiente il voto").

Perchè "il ventre è sempre grande, Berlusconi è il prodotto della società italiana". Non si lascia inchiodare D'Alema da Manfellotto che gli chiede tempi e strumenti per mandare a casa il Caimano: "I tempi sono quelli costituzionali, a meno che il governo non cada". Strategie? "Non ho nessun piano segreto. E pure se ce l'avessi, certo non ve lo direi". È a questo punto che il dibattito s'impenna. S'infervora Flores, assume toni da comizio: "Si parla del dopo Berlusconi come se fosse un dato ovvio. Ma se vince le prossime elezioni ce lo troviamo al Quirinale".

PAOLO FLORES D ARCAIS MARCO TRAVAGLIO - copyright Pizzi

Attacca senza mezzi termini: "Il regime è tale perché l'opposizione non fa nulla". Ribadisce la gravità degli attacchi ai magistrati e ricorda l'importanza di ripristinare reati come falsa testimonianza e falso in bilancio. Propone di nuovo l'Aventino dei parlamentari, si lamenta del fatto che in occasione del baciamano di Berlusconi a Gheddafi il centrosinistra non abbia riempito le città di manifesti.

antonio di pietro idv

Sbuffa D'Alema, mantiene la calma. Ricorda con il suo sorriso più sprezzante che la politica non si "fa con i manifesti". Strappa risate e applausi alla platea. Ci va giù pesante: "È tipico dello stalinismo dire che il tuo avversario ha vinto perché uno dei tuoi ha tradito". Si lancia in un'analisi teorico-sociale quando parla dell'etica della classe dirigente italiana che è manchevole. Se la prende con la stampa borghese che mentre si vota la prescrizione breve disquisisce della responsabilità dei politici.

D'Alema cade dal canotto

Pur non risparmiando gli affondi: "Berlusconi con una mossa estremamente disinvolta, che dimostra che siamo governati da gente improbabile, ha cancellato il nucleare, che costituiva il 50% del suo programma, perché temeva che il referendum abrogativo potesse avere un effetto trainante su quello sul legittimo impedimento". E poi, è vero, "il paese può tenere pure con lui presidente del Consiglio, ma il bunga bunga al Quirinale comporterebbe la disgregazione della convivenza civile".

VIGNETTA PELLIZZA DA GOLPEDO

Flores non ci sta. E a questo punto ricorda la Bicamerale ("avrei voluto parlare del futuro, non del passato"), come inizio dell'opposizione che non si oppone. Quasi non vuole rispondere D'Alema. Poi fa un sospiro profondo (d'altra parte era palesemente arrivato col ramoscello d'ulivo) e propone: "Voglio parlare di contenuti. Tu hai una rivista molto importante, Micromega. Io ho Italianieuropei". Finisce così, con la tregua delle riviste. Mentre D'Alema se ne va, qualcuno lo insegue urlandogli: "Puzzi di muffa".

 


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