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LE ORSOLINE DI VILLA CERTOSA E quel capo di biancheria diventato simpatico vessillo politico a sostegno del governo: le mutande - VITTORIA DI VECCHIONI, A SANREMO L’UOVO DELLA COLOMBA - DIGITAL REVOLUTION! un giovane papà egiziano ha chiamaTO la figlia: Facebook (A QUANDO UNA onomastica a base di Google, Twitter e Youtube?)...

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1- LE ORSOLINE DI VILLA CERTOSA...
Natalia Aspesi per "la Repubblica"

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Come Capodanno, quello del 2009 a Villa Certosa in Sardegna, fu certamente casto, come mostrano i preziosi documenti videofotografici acquistati a pubblicati dai giornali del padrone di casa. Casto e fanciullesco, quale una festa in un collegio delle Orsoline per fanciulle di buona famiglia: presenti infatti alcune minorenni, certe graziose, altre di coscia molto robusta come capita alle adolescenti. Presente dal lato maschile, sempre da videofoto, solo il generoso padrone di casa e l´immancabile canterino napoletano.

Noemi Letizia Roberta Oronz

Brutti i vestitini di velo luccicante, buffi i diademi di cartone sulle giovani chiome di Letizia, Irina, Giada, Roberta, Gemma, e tutte le altre fortunate invitate. Naomi in minigonna a mostrare insospettate gambe ad x, bicchieri di carta, contenitori di plastica e per il massimo divertimento, un balletto apparentemente disordinato e goffo di ragazze travestite da Babbo Natale: naturalmente in minigonna maliziosa, tanto da non rendere certa, sotto, la presenza, o l´assenza, di quel capo di biancheria diventato simpatico vessillo politico a sostegno del governo: le mutande.

Le foto di Roberta e Noemi a Villa Certosa


2- VITTORIA DI VECCHIONI, A SANREMO L'UOVO DELLA COLOMBA...
Giuseppe Cruciani per "Panorama"

In attesa dell'ora X, quando finalmente inizierà una nuova era per l'umanità senza Silvio Berlusconi, ecco un segnale fondamentale che arriva dal popolo, perché in fondo Sanremo è come il Palasharp e le manifestazioni delle donne: «l'inizio della controrivoluzione».

Le foto di Roberta e Noemi a Villa Certosa

La moglie di Roberto Vecchioni, la scrittrice Daria Colombo, girotondina milanese sempre sulle barricate, vede finalmente il traguardo, la Liberazione. Ubriaca di gioia, scambia il televoto per le urne, che ogni volta procurano terribili delusioni. Ma ora dice che «la vittoria di Roberto è un segnale della riscossa di quell'Italia che vuole voltare pagina e lasciarsi alle spalle i danni del berlusconismo».

Insomma, noi comuni mortali non abbiamo capito niente del Festival; come abbiamo fatto a non afferrare il senso delle notti sanremesi? Eppure, «è stato un momento storico» dice la signora. La sinistra ha iniziato a conquistare il cuore e le menti della plebe italica brutalizzata da vent'anni di regime, e noi che pensavamo fosse questione di ugole. Invece chi ha scelto Vecchioni affollando i centralini «è il popolo che non ne può più, l'Italia che non s'è arresa all'idea che ci siano giovani donne pronte a tutto pur di ottenere successo, soldi e visibilità». Quante ne sanno, questi intellettuali.

Daria Colombo

Però Sanremo non basterà, perché morto il Cavaliere occorrerà rifare gli italiani e, sostiene Daria, «ci vorranno anni per smantellare dalle coscienze la subcultura televisiva, dato che il berlusconismo ha cambiato antropologicamente la società». Ma ogni cosa a suo tempo, verrà anche la rieducazione collettiva. Per ora c'è solo l'esproprio delle canzonette.

Roberto Vecchioni


3- LA CHIAMEREMO FACEBOOK...
Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"

Nomina sunt consequentia rerum: tocca andare molto indietro nel tempo, e insieme molto avanti, per ottenere l´ennesima conferma che i nomi sono davvero la conseguenza delle cose - e sempre si rinnovano a seconda degli avvenimenti, pubblici e privati che siano. Con tale premessa si apprende dal più popolare quotidiano del Cairo, Al-Ahram, che un giovane papà egiziano ha ritenuto di chiamare la sua prima figlia: Facebook.

E se pure tale scelta indica un singolare tributo al ruolo indubbiamente giocato dal social network nella rivolta di piazza Tahrir, varrà anche la pena di notare con quanta passione, efficacia e rapidità le piattaforme elettroniche e le culture digitali stiano entrando non solo nell´immaginario delle persone, ma pure nella loro vita intima e quotidiana, specie là dove i giovani, come nel Maghreb, sono molti più dei vecchi.

logo facebook

Poi, com´è ovvio, si potrà ironizzare su un´imminente onomastica a base di Google, Twitter e Youtube. Eppure è anche di fronte a casi del genere che si capisce come ogni salto tecnologico produca una rivoluzione culturale e quest´ultima un mutamento delle forme politiche. Che la piccola "Facebook" sia una bimba rende il tutto più significativo e in fondo ancora più promettente.

 


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