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CAPITALISMO AVARIATO - L’ECONOMISTA ZORRO ZINGALES CI SPIEGA IL \"SALVATAGGIO\" DI PARMALAT DAGLI STRANIERI: BIS DELL’OPERAZIONE ALITALIA - TANTI PERDENTI: IL MERCATO, I CONSUMATORI, I RISPARMIATORI E LE FINANZE PUBBLICHE DELLA CDP - UNICO VINCITORE: LA “BANCA DI SISTEMA” DI PASSERA, CHE “SI METTE A SERVIZIO E RICEVE IN CAMBIO LEGGI E FAVORI CHE LE CONSENTONO PROFITTI SICURI” - MA PER CORRADINO, CHE DIMENTICA COME SALVò IL CRAC DI AIRONE FONDENDOLA CON ALITALIA, “NON C’ERA NESSUN CONFLITTO DI INTERESSE, ALITALIA NON LA VOLEVA NESSUNO”…

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1 - MODELLO AMERICANO, SISTEMA ITALIANO
Editoriale di Luigi Zingales per "Il Sole 24 Ore"

Luigi Zingales

In un lungo intervento sul Sole 24 Ore (14 agosto 2008), il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli rivendicò «la responsabilità sociale che grava sull'impresa banca», di cui il banchiere deve farsi carico. Contro il modello "americano" che impone «l'imperativo categorico del continuo aumento dei profitti e del valore per gli azionisti», Bazoli proclamò il modello di una banca al servizio del Paese.

Nei giorni scorsi, sul Financial Times Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha ugualmente richiamato la funzione della banca per il Paese, anche se in maniera più sfumata, visto che doveva far digerire alla City un aumento di capitale di 5 miliardi.

Per giudicare cosa questo modello significhi in pratica, basta guardare alle due maggiori operazioni di sistema intraprese da Intesa Sanpaolo: Alitalia e Parmalat.

Corrado Passera

Cominciamo con Alitalia.
Intesa Sanpaolo fu chiamata come consulente del Governo, che deteneva la maggioranza della compagnia di bandiera. Il piano Fenice, da lei elaborato, vide la stessa banca nel ruolo di uno degli acquirenti della "parte buona" di Alitalia. Nello spietato mondo americano, dove valgono le regole del profitto, ma anche quelle della trasparenza, un consulente del venditore non può assumere allo stesso tempo anche il ruolo di compratore, perché in palese conflitto di interessi.

Ma in Italia, si sa, il conflitto di interessi non è un problema molto sentito. Anzi, il conflitto di interessi non esiste neppure, perché Intesa Sanpaolo non segue la spietata logica del profitto, ma opera nell'interesse del Paese.

BAZOLI

Il piano Fenice prevedeva il commissariamento della vecchia compagnia, mettendo i nuovi azionisti al riparo da possibili rivalse di fornitori, creditori, vecchi azionisti e obbligazionisti. Nell'interesse del Paese, quindi, il piano Fenice espropriò i legittimi proprietari del poco di valore ancora presente in Alitalia, per trasferirlo alla nuova società, di cui guarda caso Intesa Sanpaolo è socia.

Che la procedura non fosse normale lo conferma il fatto che il Governo dovette fare un decreto per mettere al riparo gli amministratori di Alitalia, che altrimenti sarebbero stati perseguibili dagli azionisti e dai creditori. Per tener buoni gli azionisti, infine, si diede loro un indennizzo a spese del fondo di protezione degli azionisti contro le truffe finanziarie, previsto dalla Legge sul risparmio.

carlo toto air one lap

Delle due, o il valore dell'attivo Alitalia era inferiore alle passività, e le azioni non valevano niente (ma allora perché rimborsarle anche parzialmente?) o non lo era, e il compito del commissario Fantozzi doveva essere quello di realizzare il massimo dall'attivo, non di svendere i (pochi) gioielli di famiglia al consulente-compratore. Se non bastasse, nell'interesse del Paese la legge Marzano fu modificata ad hoc per permettere l'operazione.

Dal punto di vista operativo, il piano Fenice prevedeva anche un nuovo modello basato «punto-punto sul breve raggio con quote dominanti nei principali aeroporti serviti». Tradotto in linguaggio corrente questo significa che la nuova compagnia area si specializzava nello sfruttare il potere di mercato conseguito nei principali aeroporti nazionali grazie al consolidamento con AirOne.

AUGUSTO FANTOZZI

Per questo una delle condizioni del piano fu la deroga dell'Antitrust sul mercato domestico da parte delle autorità nazionali ed europee. Se Intesa Sanpaolo fosse una banca orientata al profitto, tanto potere di mercato nelle mani di un solo operatore avrebbe spaventato. Ma trattandosi di una banca al servizio del Paese, il consenso dell'Antitrust fu ottenuto in un battibaleno.

Liberata dell'eccesso di manodopera (a spese dello Stato), dei debiti (a spese dei creditori) e dei vincoli concorrenziali (a spese dei consumatori), Alitalia potrà profittevolmente essere venduta da Intesa Sanpaolo ai francesi tra qualche anno.

Il piano Parmalat segue linee simili.
Intesa Sanpaolo beneficia, sotto forma di un prezzo di acquisto minore, del decreto del Governo che paralizza Lactalis, costringendola a svendere. Intesa Sanpaolo beneficierà anche di una probabile revisione del decreto milleproroghe, che aveva impedito di distribuire la liquidità in pancia a Parmalat.

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I consumatori faranno la loro parte, sopportando un forte aumento della concentrazione nel settore del latte. In nome dell'italianità di Parmalat, sarà concesso a Intesa Sanpaolo di vendere le principali partecipazioni estere di Parmalat al miglior offerente. La nuova entità beneficierà anche dei finanziamenti agevolati della Cassa depositi e prestiti.

Dobbiamo quindi riconoscere a Bazoli e Passera un brillante acume imprenditoriale. Nella patria del capitalismo spietato, dove le banche perseguono il profitto "alla vecchia maniera", spesso finiscono per perdere soldi. Ma nel Paese del capitalismo temperato, Intesa Sanpaolo ha trovato una strategia migliore: mettendosi "a servizio del Paese", ne riceve in cambio leggi e favori che le consentono profitti sicuri. È un modello brillante. Per la banca, soprattutto.

Enrico Bondi


2 - PARMALAT: PASSERA, CON PROGETTO INDUSTRIALE VALIDO POTREMO DARE NOSTRO CONTRIBUTO...
(Adnkronos)
- "Come in altri casi, se ci sara' un progetto industriale valido e un'operazione di mercato condivisibile potremo dare il nostro contributo". Cosi' il consigliere delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, sulla vicende Parmalat a margine della sua partecipazione Biennale democrazia, sottolineando che "e' chiaro che potrebbe essere un'occasione per mettere insieme iniziative industriali italiane".

A chi gli domandava se con Lactalis esistono ancora margini di trattativa, Passera ha risposto: "Sarebbe sbagliato fare telecronaca pubblica di questi temi".

Lactalis


3 - PASSERA, NESSUN CONFLITTO INTERESSE IN OPERAZIONE ALITALIA...
(Adnkronos)
- Intesa Sanpaolo si e' adoperata nell'operazione Alitalia "per cercare una soluzione industriale" che permettesse "il rilancio di un'azienda che nessuno voleva piu'", pertanto "dal punto di vista nostro non c'e' stato alcun conflitto d'interesse". A sottolinearlo e' stato il consigliere delegato della banca, Corrado Passera che a margine di un incontro a Biennale Democrazia ha replicato ad un editoriale pubblicato oggi su il 'Sole 24 Ore'.

"Riguardando oggettivamente i fatti, il conflitto d'interesse dal nostro punto di vista non c'e' - ha osservato Passera - a un certo punto siamo stati chiamati a un giudizio sulla vecchia Alitalia e abbiamo detto che quell'azienda dopo tanti anni di consumo di soldi pubblici non aveva i numeri e le caratteristiche per andare avanti e che bisognava prendere atto che non era un'azienda che meritava di stare sul mercato".

alitalia md11

"Dall'altra parte - ha proseguito il ceo di Intesa Sanpaolo - esistevano i presupposti e ci e' stato chiesto di valutare se si poteva trovare un miliardo di soldi privati per valorizzare quella parte dell'azienda che ancora poteva esserlo, facendo investimenti importanti e cercando di creare un'azienda del trasporto aereo. Ci siamo adoperati a quel punto - ha ricordato Passera - sul progetto che aveva come obiettivo la ricerca di una soluzione industriale di fondi privati per investire in un'iniziativa di questo genere e con grande fatica la soluzione e' stata trovata".

Alitalia

"Si e' partiti da un momento in cui nessuno voleva piu' Alitalia, si e' valutato che la vecchia Alitalia non aveva piu' i numeri per star su e anche il governo ne ha preso atto, dopo di che ci e' stato chiesto se c'era la volonta' di cercare altre soluzioni e sono state trovate - ha concluso il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo - chiunque l'ha vissuto dall'interno sa che non ci sono stati conflitti d'interesse".

 


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