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1- DIMENTICATE IL TRIONFO DEL FORMALISMO BLINDATO, DEL PERBENISMO BIGOTTO, DEL GUARDAROBA PREISTORICO DI NILDE IOTTI O DI TINA ANSELMI. CON CERTI ABITI MODELLO \"COPRILETTO-ALBANESE\", SEMBRAVANO PIÙ VICINA A DIO CHE A DIOR. CON QUEI CAPELLI SCOLPITI COL KALASHNIKOV, SEMBRAVANO PIÙ VICINO A STALLIO CHE A STALIN 2- OSSERVATE ORA LE DEPUTATESSE CHE PIZZI HA PIZZICATO IERI IN PARLAMENTO DURANTE LA SEDUTA PER IL PRO-CESSO BREVE E TROVERETE DI TUTTO, DI BRUTTO. SCOLLI DA BATTITO ANIMALE, TRASPARENZE GALEOTTE DALL’ASPETTO DEPRIMENTE, PETTINATE A CARCIOFO LESSO, IMMERSA IN SACCHI SENZA FORMA E GONNE MUTILATE, DONNE CAPACI DI TRASFORMARE QUALSIASI CAPETTO, IN UN SALUTO DAL PIANETA DELLE SCIMMIE

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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

ROSY BINDI

Tanto tempo fa, tutto si capiva meglio. Gli industriali avevano il cilindro, i poveri erano sdruciti e col fazzoletto al collo. I politici Falce & Cervello meditavano su Antonio Gramsci, gli intellettuali a portata di Fiamma elucubravano su Julius Evola. Le due categorie restavano rassicuranti e prevedibili, come un pisello nel proprio baccello.

Quindi, da una parte, Acrobazia Proletaria: i capelli bombaroli, l'eskimo da catastrofe militare, le Clarks per attraversare il deserto capitalista, la maglietta stagionata e la faccia spettinata dal travaglio rivoluzionario. Dall'altra, un tipo perbene, anzi per-Benito: teste rasate come pecore, pizzetto luciferino alla Italo Balbo, bomber blindato ebbro di dovere militare, Ray-Ban sul naso.

OVERSIZED

Le regole erano grottesche ma precisissime, praticamente diktat. La doccia era un'attitudine da compagno, la vasca era una mollezza da fascio. La televisione era l'occhio del Polifemo capitalista, dietro il quale c'è pochissimo cervello; "la radio libera, libera veramente, ti apre la mente". La "canna" marocchina era di sinistra, la "coca" boliviana era di destra. Gli Inti Illimani evocavano "el pueblo unido" del Che Guevara, Lucio Battisti era una cantilena imposta dal consumismo piccolo borghese.

ONOREVOLE STILE ZOMPAFOSSO

Il "vespino" era perfetto per raggiungere la "cellula" di periferia, il "vespone" era d'obbligo per sbandare verso il "covo" dei Parioli. Il "cunnilingus" era approvato dal femminismo-petronilla, la "fellatio" era il brivido del maschilismo-balilla. Il concerto-rock era aggregazione di classe, la discoteca era un raduno di scemi che ballano. Anche la vacanza separava i rossi dai neri: i primi in Portogallo, tra i garofani della rivoluzione; i nostalgici dei colonnelli a picchettare la Grecia. In breve, "a ciascuno il suo". Non sei più un uomo, sei un destino (ideologico).

MELANIA RIZZOLI

Azzerati tutti gli "ismi" è iniziato il gran bordello, Non solo politico ma anche di stile. Dimenticate il trionfo del formalismo blindato, del perbenismo bigotto, del guardaroba preistorico di Nilde Iotti o di Tina Anselmi. Con certi abiti da punizione corporale in tessuto "copriletto-albanese", sembravano più vicina a Dio che a Dior. Con quei capelli scolpiti col kalashnikov, sembravano più vicino a Stallio che a Stalin.

Osservate ora le deputatesse che Pizzi ha pizzicato in Parlamento durante la seduta per il processo breve e troverete di tutto, di brutto. I fallimenti nel campo dell'abbigliamento raggiungono livelli leggendari. Pettinate a carciofo lesso (invece della lacca devono usare il deodorante), immersa in sacchi senza forma e gonne mutilate, abiti adatti per il affondare con Titanic.

MARIANNA MADIA

Morbide come Coccolino, posano più di Greta Garbo. Capace di trasformare qualsiasi capetto, anche il più griffato, in un saluto dal pianeta delle scimmie.

Quando la topolona Savino o la confettara Pellino, la Bernini o la Madia, aprono l'armadio, si devono trasformare in una palla da bowling alla ricerca dei suoi birilli. Chissà, al solo parlare di "moda", la signora dei partiti deve pensare al Carnevale veneziano, quando ci si veste da Crudelia Demon. Abiti scavati in un lampadario Excelsior, scolli da battito animale, trasparenze galeotte dall'aspetto deprimente.

LO SBADIGLIO DI LA RUSSO LA NOIA DI ALFANO

 


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