Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
Berlusconi in tribunale al processo Mediatrade
Il tribunale gli riduce i testimoni da 76 a 22, e in più ora Silvio Berlusconi ha pure da temere che i giudici sospendano il decorrere della prescrizione tra una udienza e l'altra, così allungando oltre la fine del 2013 la vita del processo e di fatto sganciandola dalle presenze o assenze tattiche dell'imputato. Dove finiscono (fuori) i palloncini azzurri «Silvio resisti!» e il palco da rockstar inizialmente montato a fianco del palazzo di giustizia per il Berlusconi presidente, cominciano (dentro) le dolenti note processuali per il Berlusconi-imputato, al quale di pomeriggio il procuratore Bruti Liberati risponderà indirettamente che «la magistratura lavora ogni giorno per il Paese, nell'adempimento del ruolo che è quello di essere servi della legge» .
Prima e dopo l'udienza, il premier riesce infatti a incamerare quello che è venuto a cercare e cioè l'eco di una comunicazione unilaterale con la quale per i giornalisti (ammassati dietro una panca addosso alle gabbie degli imputati ipocritamente coperte di bianco) è impossibile interloquire, come mostra un tentativo di domanda del giornalista di Repubblica («perché queste cose le dice ai giornalisti e non ai giudici?» ) affogata nell'epiteto berlusconiano «signor Stalin» e nel pronto soccorso dell'avvocato Ghedini («decidiamo noi dove fare il processo» , cioè se sulle tv o in tribunale).
boccassini-berlusconi-brutiMa durante l'udienza il premier è molto meno a suo agio.
Si annoia alla routine dell'interrogatorio di tre testi, tranne quando l'ex collaboratrice del coimputato Agrama ricorda che «il valore dei diritti tv trattati era tale che Bernasconi (scomparso manager Fininvest, ndr) ne parlava con il dottor Berlusconi» . Prova allora il brillante («ah, è lei quello cattivo?» ) rivolto al pm Fabio De Pasquale, ma questi, in passato bollato come «famigerato» dal premier, gli risponde secco: «Si contenga» . «Si contenga lei con le sue accuse» reagisce piccato Berlusconi al pm, che lo rimbecca: «Le accuse sono il mio mestiere, le battute no» .
Non va meglio con le liste dei testimoni, che la difesa Berlusconi aveva accettato di limare da 91 a 76. Ma al pm molti di essi appaiono ancora «francamente dei passanti» chiamati «su capitoli generici. Se l'intento è citare 50 persone che non sanno nulla, allora se ne potrebbero trovare 500.000: ma in un processo bisogna chiamare quelli che sanno. Altrimenti è gigantismo di un processo i cui seri rischi di prescrizione non possono essere corsi» . Gli ribatte Ghedini: «Il pm vuole che chiamiamo solo i testimoni giusti, certo, ma giusti secondo lui».
BRUTI E BOCCASSINI f d c a ba cad ca bE l'avvocato di Confalonieri, Virga, infierisce: «Se la prescrizione intervenisse in Cassazione, saremmo sensibili ai lamenti del pm: ma se come qui può arrivare in primo grado, allora... sono fatti suoi» . I giudici D'Avossa, Lupo e Guadagnino risolvono la questione con un doppio intervento: quantitativo perché tagliano il numero dei testi, e qualitativo perché decidono loro chi tra i testi proposti dalle difese sia davvero da convocare. Ordinanza controversa, che viene motivata con il diniego a «una prova negativa in forma quasi esplorativa» , mentre ammissibile è solo «una prova contraria su circostanze specifiche» .
Così l'eliminazione dei temi di prova «genericamente inerenti alle imputazioni» e «spesso comuni a più parti e ripetuti tra loro» , mitigata dalla possibilità per le difese di «indicare specifiche necessità» per chiedere di sostituire un teste ammesso con un altro escluso, riduce i 76 testi di Berlusconi a 22, i 19 di Agrama (che aveva già rinunciato a 49) restano 4, 7 quelli di Del Bue che ne voleva almeno 40, 5 per Lorenzano, 4 Mills e Colombo, 6 Galletto, 1 per Dal Negro e per Confalonieri che uno solo aveva chiesto.
BOCCASSINISi rinvia. A quando? Escluso lunedì prossimo dai tre giudici perché uno ha già un processo, i successivi lunedì sono impegnati dagli altri tre processi del premier sino al 13 giugno. Troppo tardi per il pm, secondo il quale o si mettono altri giorni d'udienza o si congela la prescrizione visto che le udienze solo di lunedì sono concessione a una volontà dell'imputato. «La Corte costituzionale sul legittimo impedimento ha chiesto a tutti "leale collaborazione", non che venga sospesa la prescrizione» , prova a tamponare Ghedini, ma il presidente D'Avossa gli ricorda che «i lunedì dipendono dalla qualità di premier e parlamentare dell'imputato e dalla qualità di parlamentari degli avvocati: se no, potevamo pure fissare udienza domani o dopodomani...» .
Il Tribunale si riserva: comunicherà il 13 giugno se la prescrizione sarà sospesa o no. E nel crepuscolo d'udienza, pur rivendicando baldanzosamente la scelta di venire in udienza per smentire le critiche dell'opposizione, Berlusconi vena di una sfumatura inedita il lamento di persecuzione: «Essendo io il più processato mortale della storia..., perché sì, anche io sono mortale, purtroppo...» .