Da "Italia Oggi"
Ratzinger e gli acrobati1. RATZINGER SENZA PESCI...
Niente pesci per papa Ratzinger. Almeno nelle fontane dei giardini vaticani: come ha raccontato il direttore dei servizi tecnici del governatorato, Pier Paolo Cuscianna, i gabbiani sono i responsabili dell'azzeramento del patrimonio ittico della Santa Sede. Nel verde vaticano, infatti, ogni fontana (e sono cento) era ricchissima di numerose specie di pesci: ogni specchio d'acqua, però, nel giro di pochi giorni è stato depredato dai famelici gabbiani che volteggiano nei cieli di Roma in cerca di cibo (e che non si fidano più di mangiare ciò che si trova nelle acque inquinate del Tevere).
L'unica fontana che ha conservato i pesci dispone di una rete metallica protettiva, che regge agli attacchi di qualsiasi becco di uccello. Come dicono nei sacri palazzi, urge una miracolosa moltiplicazione dei pesci per ripopolare le acque del Vaticano. (Pierre de Nolac)
Federico Orlando2. PD CONTRO GLI AVVOCATI...
L'attacco contro i professionisti sferrato da parte del quotidiano Europa, caro al Partito democratico, è davvero senza precedenti: «Duecentomila avvocati, un peso morto per la giustizia». Rispondendo a una lettera, il condirettore Federico Orlando ha accusato i legali italiani, ritenuti i soli colpevoli delle storture del sistema giudiziario nazionale, parlando di un «esercito spropositato di avvocati, che soffoca con le sue esigenze di lavoro l'efficienza della giustizia», scandalizzandosi per i professionisti «che in parlamento si trasformano in legislatori dei loro assistiti».
Fino a chiedere che «siano interdetti dall'esercizio della professione durante il mandato parlamentare», evocando Montesquieu e la «piaga avvocatizia nelle assemblee». Perché «non possiamo avere 200 mila avvocati, contro i 20 mila del Giappone», sentenzia Orlando. (Donato de' Bardi)
occ27 occhetto3. OCCHETTO TRA LE METEORITI...
Sempre in cerca di eventi, Achille Occhetto è entrato nella galleria La nuova pesa, nella romana via del Corso, per vedere le opere dell'artista iraniano Bizhan Bassiri. Lo spazio espositivo è quello di Simona Marchini, componente della nota famiglia di costruttori (denominata «calce e martello») che donò al Partito comunista italiano la storica sede di via delle Botteghe Oscure, il celebre «bottegone», poi abbandonato per via Nazionale. Curiosi i lavori di Bassiri, che sembrano inconsapevolmente legati alla sinistra italiana: meteoriti. (Pierre de Nolac)
4. SCILIPOTI BIODEGRADABILE...
Fareambiente ha invitato Domenico Scilipoti a parlare di «Additivi biodegradabili, ecosostenibili, certificati per la riconversione del mercato». Il parlamentare è stato chiamato in qualità di componente della commissione ambiente della Camera. L'associazione, presieduta da Vincenzo Pepe, è «favorevole alla plastica biodegradabile che utilizza additivi certificati perché garantisce una completa biodegradazione delle buste anche se in tempi un po' più lunghi rispetto a quelle di mais».
Secondo Pepe, le buste che derivano dall'amido di mais «oltre a non garantire la completa biodegradabilità rischiano di generare uno sfruttamento intensivo dei terreni agricoli». Un argomento che ha colpito l'attenzione di Scilipoti. Dopo l'agopuntura, ovviamente. (Donato de' Bardi)
5. LA PA NELLE MANI DI BRITISH TELECOM...
Finmeccanica sta per lanciare la pubblica amministrazione italiana nella rete. L'obiettivo è quello di collegare gli uffici statali alla Ripa, ovvero al network internazionale delle pubbliche amministrazioni. Un progetto di non poco conto, per la realizzazione del quale la società guidata dal confermato Pier Francesco Guarguaglini (almeno nella veste di presidente) firmerà un contratto che può valere fino a 175 milioni di euro. Finmeccanica, che opererà attraverso la controllata Elsag Datamat, non sarà però sola.
Ad aggiudicarsi l'appalto bandito nei mesi scorsi da DigitPa, l'ente che si occupa della digitalizzazione della pubblica amministrazione, sono state anche la Bt Italia, che fa direttamente capo agli inglesi di British Telecom, e la Hp Es Italia srl.
Insomma, il terzetto è riuscito a incassare una ghiotta commessa per il perfezionamento di un progetto molto caro al ministro per l'innovazione, Renato Brunetta, il cui dicastero è chiamato a vigilare proprio su DigtPa. Ma in cosa consiste il servizio che dovrà essere offerto da Elsag Datamat e compagnia? La descrizione secca del piano, così come emerge dai documenti di gara, spiega che si tratta di «servizi di telecomunicazione e informatici per la realizzazione dei Servizi e della Rete internazionale delle pubbliche amministrazioni (S-Ripa)». La gestione delle operazioni, quindi, avrà una dimensione che potrà esulare dai confini italiani.
Le carte, infatti, si affrettano a precisare che potrebbe essere in ballo «la fornitura e gestione in Italia e a livello internazionale, in ogni paese del mondo in cui le pubbliche amministrazioni li richiedano, dei seguenti servizi». I quali, subito dopo, vengono dettagliatamente elencati: «servizi di connettività Ip e internet, di sicurezza di rete, servizi VoIP (voice over Ip), di unified communication (messaggistica, videoconferenza ad alta qualità, servizi di comunicazione evoluta in mobilità), servizi di conduzione sistemi, servizi di supporto». Tra questi ultimi rientrano attività come la gestione della rete, il monitoraggio dei servizi di sicurezza, il supporto tecnico, le funzioni di contact center e via dicendo.
Insomma, come si può constatare l'attività è complessa. Finmeccanica, il cui nuovo ad sarà a breve Giuseppe Orsi, firmerà un accordo quadro, che naturalmente coinvolgerà le altre imprese aggiudicatarie, a valle del quale poi saranno stipulati singoli contratti di fornitura con le varie pubbliche amministrazioni che richiederanno i servizi informatici. Alla fine del processo, in pratica, l'importo massimo incassabile da Finmeccanica (Elsag) e British Telecom potrà arrivare a 175 milioni. Il contratto quadro, come specificano ancora i documenti di gara, ha una durata di 84 mesi, all'interno dei quali si dovrà cercare di perfezionare quanti più collegamenti sarà possibile al network internazionale delle pubbliche amministrazioni.
Progetto ambizioso, non facile da realizzare, e per questo piuttosto costoso per le casse delle strutture pubbliche che vorranno tentare il «salto» nella rete. (Stefano Sansonetti)
Guido Crosetto6. IN DUE MINUTI "SOLO" 27 ADDOMINALI SU 29. LA DIFESA CONGEDA IL CAPORAL MAGGIORE
Venticinque, ventisei, alla ventisettesima flessione addominale, il caporal maggiore scelto Nicola Massimo Bello si abbatte al suolo. E così, dopo 21 anni di servizio, molti dei quali trascorsi all'estero nelle varie missioni internazionali, viene posto in congedo. Praticamente licenziato perché, nel tempo massimo di due minuti, si è fermato a 27 flessioni addominali sulle 29 previste dalle prove attitudinali del concorso da superare per entrare nel servizio permanente effettivo. È tutto vero, è agli atti parlamentari.
La vicenda del caporal maggiore tradito dagli addominali, infatti, è stata trasformata in un'interrogazione parlamentare presentata alla camera dei deputati dal deputato Augusto Di Stanislao dell'Italia dei Valori. Interrogazione alla quale risponde il governo attraverso il sottosegretario della Difesa, Guido Crosetto. Che storia questa storia. Il caporal maggiore Bello è a un passo dal sogno: una vita nelle forze armate dopo avere dato tanto.
C'è la formalità del concorso. Che cosa vuoi che sia per uno che è stato in missione a mangiare pane e deserto. Le prove scritte filano lisce, anche quelle orali. Quelle attitudinali dovrebbero essere una semplice formalità. Ma dopo la 27esima flessione l'addome di Bello non ne vuole sapere di andar su: è in preda all'«ansia da prestazione. Tanto basta per il ministero della Difesa per fermarlo per «carenza fisica».
Proprio lui, che da 21 anni è un militare dell'esercito italiano? Bello non si arrende. Va all'università di Palermo su decisione del Tar e ripete la prova alla facoltà di scienze motorie, poi al reggimento lancieri di Aosta a Palermo dove gli addominali questa volta funzionano alla grande. Tutto documentato. Ma per la Difesa quell'esercizio doveva essere superato durante il concorso. E per questo, a detta di Crosetto, emerge «la legittimità del provvedimento di congedo». E così il caporal maggiore scelto Bello, sposato e padre di tre figli, all'età di 38 anni si ritrova disoccupato. (Emilio Gioventù)