Andrea Malaguti per "la Stampa"
cameron bigIl mercoledì nero della Gran Bretagna. Se c'è un giorno che gli inglesi avrebbero voluto togliere dal calendario, quello sarebbe stato ieri, partenza tecnica del nuovo temutissimo anno fiscale. Più tasse e meno benefici. Tagli per 22 miliardi nel settore pubblico, 750 mila posti di lavoro cancellati, 140 mila nelle amministrazioni di quartiere.
Stipendi congelati per tre anni. Misure che vanno ad aggiungersi all'aumento dell'Iva, cresciuta del 2,5%, e alla moltiplicazione del 200% delle tasse universitarie, passate da tre a novemila sterline. La fotografia di un mondo sull'orlo della disperazione, alle prese con una minaccia indefinibile che all'improvviso ha preso corpo.
ed milibandMeno soldi e vita più cara. È l'inizio ufficiale dell'austerity, il più drastico giro di vite degli ultimi sessant'anni, il momento in cui la cura da cavallo annunciata dalla pragmatica rigidità del governo Cameron e dal radicalismo vampiresco di George Osborne passano dalla carta alla vita reale bussando alla porta della classe media, di quell'Inghilterra da quarantamila sterline l'anno (41.300 per essere precisi) che credeva di essere al riparo dalla crisi, cullata da standard esistenziali ufficialmente irripetibili. «Saremo un governo amico delle famiglie», aveva annunciato Cameron in campagna elettorale. Promessa infelice.
Solo con la diminuzione dei contributi per i figli - ridotti del 10% - una famiglia inglese con due bambini perderà 1.560 sterline l'anno. Le madri single le più colpite. «Beato chi è riuscito a mettere al mondo un bambino entro il 5 aprile. Ora cambia tutto», spiegava ieri alle telecamere di Sky Eleonore Schick, 29 anni, incinta da sette mesi, un marito impiegato in una multinazionale del caffè.
nick cleggSi è seduta a tavola e ha fatto due conti, scannerizzando un piano in cui ogni dettaglio trasmette un'ostilità che lei ricambia totalmente. «Mi conviene lasciare il lavoro. Con la riduzione dell'aiuto pubblico i miei guadagni sarebbero inferiori alla spesa per la baby sitter. La mia dignità di donna lavoratrice non interessa a nessuno?».
L'ha detto abbassando gli occhi, come se fosse lei a doversi vergognare in un Paese in cui un milione e ottocentomila bambini, il 22% del totale, vivono in condizioni di relativa povertà (in famiglie, cioè, che guadagnano il 60% in meno della media nazionale) e destinato, secondo i dati dell'Organizzazione per la Cooperazione economica e lo Sviluppo, a crescere dell'1% entro giugno, contro una media delle sette economie più sviluppate del mondo pari al 2,9%.
la regina elisabettaSemplice la riflessione del leader dell'opposizione Ed Miliband: «Il governo è incapace, ci sta uccidendo». Il vicepremier Nick Clegg, cercando di rimediare a sondaggi disastrosi, ha provato martedì a presentare un nuovo piano per la mobilità che dovrebbe permettere alle classi svantaggiate di salire la scala sociale. Il principio è semplice. «Basta con i posti di lavoro ottenuti grazie ad amici e parenti influenti». Ma tu come hai cominciato Nick, gli hanno chiesto? È arrossito. «Mio padre mi ha messo in una banca finlandese».
Un aiutino. La storia di Cameron non è poi tanto diversa. Voleva fare politica e per mettersi in contatto con il deputato conservatore con cui avrebbe lavorato si fece precedere da una telefonata. «Questo è un ragazzo dal valore eccezionale». A chiamare fu Buckingham Palace.