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DYLAN CHI? - IL POETA DEL ROCK SBARCA IN CINA PER DUE CONCERTI SENZA PRECEDENTI E UN GIORNALE DI SHANGAI ANNUNCIA L’EVENTO SCAMBIANDOLO PER WILLIE NELSON! - DELL’ERRORE NON SI È ACCORTO NESSUNO, LE DUE DATE IN PROGRAMMA NON REGISTRANO IL TUTTO ESAURITO, E PIÙ CHE RISCHIAR LA CENSURA IL TOUR RISCHIA QUALCOSA DI PEGGIO: IL FLOP…

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Marco Del Corona per il "Corriere della Sera"

Esercizi militari davanti allarena dove suona Dylan

Non un appannamento da eccesso d'entusiasmo ma, più probabilmente, l'indizio di una scarsa familiarità. Quando un mese fa un quotidiano di Shanghai, lo Xinmin Evening News, ha annunciato l'arrivo di Bob Dylan in Cina, la fotografia pubblicata era di Willie Nelson. Pochi si sono accorti dell'errore. Contava invece che il ministero della Cultura avesse appena dato l'ok ai primi due concerti che, in mezzo secolo di musica, portano Dylan nella Repubblica Popolare cinese.

Bob Dylan scambiato per Willie Nelson

Oggi a Pechino nel Ginnasio dei Lavoratori, dopodomani a Shanghai. Il doppio appuntamento cade a ridosso del cinquantenario della prima esibizione a New York, 11 aprile 1961, e non è un caso che una quota di «biglietti vip» sia stata venduta a 1961,411 renminbi, poco più di 200 euro (nella data «411» il mese precede il giorno, secondo l'uso cinese). Una cifra atta a titillare la vanità di ricchi probabilmente desiderosi, più che di arricchire la loro esperienza estetica, di godere di uno status symbol esoterico.

Bob Dylan e Willie Nelson

Per trovare un evento musicale di questa portata in Cina occorre tornare al 2006, con i Rolling Stones a Shanghai. L'anno scorso invece la tappa del «Never Ending Tour» di Dylan era saltata. L'agente taiwanese aveva attribuito la colpa al mancato via libera della autorità di Pechino, spaventate da un artista che percepivano circonfuso di un'aura protestataria, invece erano poi emersi accordi economici che non tornavano.

Manifestazioni cinesi del 20 febbraio

A detta di Wei Ming, general manager dell'agenzia che porta Dylan a Pechino, la joint venture sino americana Gehua-Live Nation, stavolta l'approvazione stavolta sarebbe stata «molto spedita». Nel 2008 Björk concluse uno show a Shanghai inneggiando al Tibet libero, nel 2009 agli Oasis fu rimproverata la partecipazione di Noel Gallagher a un concerto pro-tibetano nel ' 97.

Manifestazioni cinesi del 20 febbraio

Lo stesso Dylan arriva in un clima di intensa attività poliziesca (decine di avvocati e attivisti arrestati) e preoccupazione per i disordini nei Paesi arabi. Tuttavia le apprensioni governative sono evidentemente contenute e il critico Sun Mengjin sdrammatizza: «"Blowin' in the Wind" è la sua canzone simbolo ma non è detto che la suoni» .

Hu Jintao

Più che la politica e i temi sensibili, la sfida di Dylan potrebbe rivelarsi esclusivamente musicale. Il Ginnasio dei Lavoratori ieri sera ufficialmente non era esaurito, la Cina è un mercato ancora acerbo per i concerti di artisti occidentali, anche famosi. E Dylan sembra costituire un test, per quanto eccezionale.

 


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