Corrado Zunino per "la Repubblica - Roma"
GIOVANNI MALAGODei Mondiali di nuoto due anni dopo si avvistano, lungo la Colombo, scendendo sugli argini del Tevere, le travi a vista dei cantieri sotto sequestro, le armature del cemento rugginite dalle piogge. Due anni dopo la grande operazione "Roma 2009" s´infila dentro un maxi-processo con 33 indagati tra cui i commissari Angelo Balducci e Claudio Rinaldi, l´imprenditore Giovanni Malagò e 120 testimoni. Tra loro Silvio Berlusconi, Gianni Alemanno, Walter Veltroni.
Il processo parte oggi, pm Sergio Colaiocco, giudice Daniela Rinaldi. Trentatré a giudizio per 15 abusi edilizi. Recentemente il Tar ha sancito: la Protezione civile non può fare politica urbanistica, né le veci di un Comune. Il parere amministrativo peserà.
Due anni fa "Repubblica" visitò i cantieri dei più ambiziosi e imponenti Mondiali di nuoto mai organizzati. Si compresero rapidamente gli atti illegittimi, la presunzione nell´avviare grandi fabbriche sportive su parere unico dei commissari di Guido Bertolaso.
Si scoprirono, allora, l´eccesso di cemento e l´arrischio delle aree prescelte. Oggi si possono fare i conti, sono tutti in rosso. Una miliardata di euro (il 10 per cento del debito del Comune di Roma, per capire) fin qui è stata buttata in piscine pubbliche e private che - la maggioranza - non hanno ospitato un atleta del Fina World championships 09. Delle dieci vasche pubbliche, oggi solo cinque funzionano a pieno regime.
Angelo BalducciL´investimento istituzionale (Comune di Roma, Provincia, Regione e singoli municipi) è stato di 724 milioni, ma gli impianti di Anzio, costruito a trecento metri da un´esistente piscina comunale, e Anguillara, open, funzionano solo in estate. Tivoli (vasca e palazzetto di Arci) è chiusa da sempre. A Civitavecchia i costi sono lievitati: 600 mila euro solo il riscaldamento.
Nella capitale lavorano i poli di Pietralata e Ostia (questo dedicato alle attività federali, con poca richiesta esterna e dieci camere di foresteria finite su 79). Lo scandaloso Valco San Paolo è nato zoppo, con un pilone di sostegno costruito già fallato dalla Opere pubbliche e ambiente di Francesco Maria De Vito Piscicelli: «Perché non reggono, non reggono le torri... Quando vanno in crisi collassano e saltano», raccontavano le intercettazioni.
GIANNI ALEMANNOLa struttura, 30 milioni di euro, è chiusa da due anni, attorno, area che nei Novanta ospitò il più grande campo nomadi d´Europa, si stanno riaccomodando clandestini stranieri.
Sul fronte delle piscine private, di 21 opere licenziate dal sindaco Alemanno sei sono ancora sotto sequestro, due hanno parti inaccessibili (area ristorante e centro benessere lo "09" del Torrino, la terrazza lo Sporting Palace sull´Appia) e sull´Area B dei Colli Portuensi campi da tennis in sintetico sono diventati rifugio per profughi.
L´investimento privato totale è stato sui 180 milioni e ha regalato gioielli in tek costruiti su terreni non propri (Aquaniene), abusi rischiosi pagati con tangenti in natura (Salaria Sport Village) e una fila di costruttori che ha inserito nel piano Mondiali piscine per fare parcheggi (Cristo Re), sale relax (Villa Flaminia ed Eschilo 1) abbattendo alberi su terreni intoccabili (Flaminio Sporting Club) o insediandosi di fronte alla tomba di Cecilia Metella (Sporting Palace).
WALTER VELTRONIA due anni di distanza, poi, si litiga su chi deve pagare i debiti, 9 milioni rimasti a galla. La Jumbo Grandi eventi ha avviato causa - altri fornitori sono già passati ai decreti ingiuntivi - per recuperare i suoi 5 milioni e 718 mila euro: «Ti scrivo a titolo personale per rappresentare la mia profonda delusione, la mia rabbia e la mia indignazione», ha scritto l´executive della Jumbo, Rossella Bussetti, a Paolo Barelli, presidente della Federnuoto, che ha replicato scaricando le colpe su Giovanni Malagò, presidente del Comitato organizzatore. Guido Bertolaso aveva messo per iscritto che il debito era della Federazione, ma lui, ormai, è uscito di scena.