Marco Giusti per il manifesto
boris il film"La televisione è come la mafia. Non se ne esce che da morti", dice a un certo punto con realistica rassegnazione uno dei personaggi di "Boris - il film". E' vero, purtroppo. E lo è anche per questa strampalata, divertente, allegra versione cinematografica di una delle serie televisiva più innovative di Sky e Fox, appunto "Boris", dove ritroviamo per intero lo stesso cast di attori capitanato da Francesco Pannofino e lo stesso terzetto di registi, Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo.
Il limite quasi naturale del film, infatti, risiede proprio nel non potersi staccarsi troppo dalla sua matrice seriale e televisiva. Per cui, come ai tempi del vecchio "Batman" tv con Adam West, per non perdere nulla della forza del "Boris" tv, sembra di vedere quattro puntate più o meno compresse dentro a un film di durata normale.
E si capisce che i tre registi abbiano molto penato di fronte a un materiale girato di ben più ampia durata, nel doverci fare entrare tutto senza scontentare nessuno dei tanti fan, e nell'adattare a un ritmo da film quello che è un ovvio ritmo da serie brillante.
boris il filmQuesto non toglie che, esattamente come "Boris" tv, anche "Boris - il film", arrivi come una fresca e notevole sorpresa in questa stagione dove trionfa solo il nuovo e il giovanile. E segni, inoltre, il ritorno del politicamente scorretto nel nostro cinema, con la presa in giro dei modelli produttivi non solo della nostra fiction, ma anche del nostro cinema d'autore.
Il regista René Ferretti, cioè Pannofino, dopo aver abbondato il set di una terribile fiction targata "Magnesia" sul giovane Ratzinger per essersi opposto a girare una scena strappacuore in ralenti, si ritrova prima senza lavoro, poi alle prese con la versione cinematografica del fortunato libro di Stella e Rizzo "La Casta".
L'alternativa è girare "Sottaceto", sorta di lunga serialità tv alla Minoli che deve magnificare la regione Calabria e il ponte sullo Stretto. Decide così di fare il suo grande passo verso il cinema dei Procacci e dei Giuliano e di abbondare assieme alla tv anche il suo vecchio staff di cialtroni.
boris il filmNon sapendo quanto sia pieno di cialtroni anche il cinema d'autore. Passa così da un trio di sceneggiatori che non fanno altro che giocare a tennis e mangiare, mentre dei giovani negri scrivono per loro, un direttore della fotografia insopportabile, una prima donna disturbata sul modello delle Margherita Buy-Laura Morante.
Habemus Papam Nanni Moretti Set Da SkyAlla fine, visto che non riesce a girare nei tempi previsti, si riprende i vecchi cialtroni delle sue serie tv e non solo fa "La Casta" con loro, ma stravolge il suo film d'autore in un "Natale con la Casta", cinepanettone politico ben visto anche dalla produzione.
Le parti più divertenti sono quelle interne al mondo del cinema e della tv, anche se la parodia dei cinepanettoni scorreggioni, con Massimo Popolizio che passa dal teatro di Ronconi a "Natale al Polo Nord" è uno spasso, come lo è il ritratto dei tre sceneggiatori fannulloni (ma Dino Risi sosteneva che quello era il giusto modo di lavorare), mentre quelle più deboli, perché rallentano l'azione, sono quelle dove ci si ritrova obbligati a ripetere i tormentoni della serie tv.
Habemus Papam Nanni Moretti Set Da SkyOvvio che in questa particolare stagione, che segna un po' la fine del vecchio cinema comico, sarà visto come una nuova commedia intelligente, anche se appare evidente, soprattutto in questa versione film, l'origine morettiana di tutta l'operazione "Boris", che sembra riprendere le intuizioni comiche di "Sogni d'oro" e di "Aprile" e tutta l'idea morettiana del cinema che parla di cinema (a Roma).
Il tutto aspettando il vero grande film comico dell'anno, almeno vedendo l'ultimo trailer, "Habemus Papam", dove Nanni Moretti sembra rispolverare i suoi vecchi morettismi anni '80 e dove dovrà dimostrare di non essere invecchiato a un pubblico di giovanissimi ormai molto esigenti.