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EURODELIRI? - L’ESERCITO SVIZZERO SI PREPARA ALLA MIGRAZIONE DI ITALIANI, GRECI, SPAGNOLI IN CASO DI CROLLO DELL’EURO

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Da "Wall Street Italia"

esercito svizzeroBANCHE SVIZZERE

La Svizzera ha lanciato una serie di esercitazioni militari per rispondere all'instabilita' sociale e civile in Europa, provocata dalla crisi del debito della moneta unica. L'operazione "Stabilo Due" e' stata annunciata in settembre e ha l'obiettivo di testare la rapidita' con cui l'esercito e' in grado di rispondere in caso di diramazione delle proteste e dei flussi migratori. Lo stato non e' membro dell'Unione Europea e nemmeno del blocco a 17 dell'area euro.

ROTTURA DELL EURO

Il quotidiano svizzero tedesco Der Sonntag ha scritto che le esercitazioni si sono svolte in settembre intorno alle zone di rischio individuate in una cartina dallo staff dell'esercito dove si teme che si possano tenere scontri tra 'fazioni rivali' e dove la Svizzera teme si rechino i rifugiati provenienti da Grecia, Italia, Spagna, Francia e Portogallo.

BANCA CENTRALE SVIZZERA

Il ministero della Difesa non esclude il dispiegamento di truppe militari nei prossimi anni per sedare eventuali proteste che potrebbero svolgersi nel piccolo ricco paese, circondato da stati indebitati in recessione.

EURO DI CIOCCOLATA CHE SI SCIOGLIE

"Non e' da escludere che le conseguenze della crisi finanziaria in Svizzera possano portare a proteste e scontri violenti anche qui", ha riferito all'emittente CNBC un portavoce del ministero della Difesa elvetico. In una anticipazione in anteprima pubblicata in giugno Wall Street Italia sotto il titolo di "La Svizzera si prepara allo scenario peggiore", si avvertiva gia' dei preparativi presi dal paradiso fiscale in caso di disgregazione dell'Eurozona. Sul piano economico Berna, che fa affari con gran parte dell'Europa, e' pronta a tutto pur di evitare che l'euro sprofondi sotto quota 1,20 franchi svizzeri.

 


SEMPRE PIU’ AUTOMOBILISTI SCRIVONO, TWITTANO E CHATTANO AL VOLANTE, RISCHIANDO DI AMMAZZARSI O AMMAZZARE

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Articolo di Maureen Dowd per "The New York Times" pubblicato da "la Repubblica" - Traduzione di Anna Bissanti

Maureen Dowd

Molti lo compulsano durante le cene con gli amici, disinteressandosi del resto. Ma il vero pericolo viene da chi guida e lo utilizza per parlare o scrivere. In un numero del New Yorker di qualche tempo fa, Tony Gilroy, sceneggiatore di Michael Clayton e Duplicity ha raccontato l'incubo di quando si trovò in un taxi newyorchese il cui conducente, che chiacchierava al cellulare, passò col rosso e andò a sbattere violentemente contro un'altra macchina. «Hanno estratto l'altro automobilista dalla sua vettura, e ricordo di aver pensato: "Sono proprio fortunato". Subito dopo ho visto che si avvicinavano al mio taxi tenendo in mano i Jaws of Life (macchinari pneumatici utilizzati per estrarre le vittime da un mezzo gravemente incidentato, NdT)».

NEWSWEEK SUI PAZZI DI IPHONE E SMARTPHONE

Si era fratturato le costole e il bacino. Gli studi dimostrano che i conducenti che parlano al cellulare hanno il quadruplo delle possibilità di provocare un incidente e di guidare in modo irregolare rispetto alle persone che hanno un tasso alcolico nel sangue dello 0,08 per cento. In particolare, uno studio di cui parla l'ente per la sicurezza sulle autostrade ha riscontrato che «per i conducenti è più facile guidare ubriachi che guidare utilizzando un telefono cellulare, anche se con il vivavoce».

L'ente ha nascosto la testa sotto la sabbia, tenendo per sé i risultati delle indagini e delle ricerche e ignorando il fatto che ben presto quasi tutti gli americani avrebbero posseduto un cellulare, e che già allora i telefoni stavano iniziando a diventare sempre più intelligenti e più esigenti, mettendo alla portata dei polpastrelli di tutti un impero multimediale mentre si guida un pezzo d'artiglieria potenzialmente letale.

RAGAZZE DROGATE DI SMARTPHONE

Gli americani sono a tal punto assuefatti alla navigazione tecnologica da essere diventati arroganti sul numero delle apparecchiature che riescono a maneggiare simultaneamente. Conosco un giornalista che qualche tempo fa ha spedito un articolo scritto al laptop mentre guidava lungo la Pacific Coast Highway. Come ha brillantemente spiegato a Matt Richtel del Times (per la sua serie da brivido Driven to distraction) John Ratey, professore di psichiatria a Harvard specializzato nella scienza dell'attenzione, in chi utilizza apparecchiature digitali si verifica un rilascio di dopamina.

MONDO CONNESSO CON LO SMARTPHONE jpeg

Ciò spiega l'impulso pavloviano di coloro che quando escono con gli amici o per un appuntamento galante ignorano chi sta loro accanto per controllare i loro BlackBerry o i loro cellulari, anche se 99 messaggi su 100 non sono assolutamente interessanti. Come cani da tartufo, vanno alla ricerca di quell'unico messaggio in grado di elettrizzarli. Una mattina gli americani si sono svegliati e hanno scoperto di essere diventati avvezzi a non- perdere- mai- neppure -un- istante e di sentirsi obbligati a rispondere immediatamente a tutti i messaggi che ricevono. Il settore hi-tech è il nostro spacciatore, quello che ci passa la dose, quello che alimenta la nostra intensa pressione sociale ed economica a restare ininterrottamente in contatto con datori di lavoro, colleghi, amici e famigliari.

vibratore cellulare

Ciò spiega anche per quale motivo Christopher Hill - un ventunenne dell'Oklahoma che nel settembre del 2008 ha ucciso una donna dopo essere passato col rosso mentre era al telefono, andandosi a incastrare nel suv che gli stava davanti - abbia continuato a parlare al cellulare e a guidare con un auricolare che sua madre gli ha regalato due mesi dopo quell'incidente. Il giovane ha raccontato a Richtel «di essersi sentito assorbito dalla telefonata a tal punto da aver quasi rischiato di passare col rosso».

JOEYBRA REGGISENO PORTA-CELLULARE

Adesso dice di usare solo di rado il cellulare. Hollywood ci ha offerto una vicenda ammonitrice su questo argomento con Sette anime, film che inizia con Will Smith che rovina per sempre la sua splendida vita nel momento in cui usa il BlackBerry alla guida della sua splendida auto con accanto la sua splendida fidanzata. Tampona violentemente un'altra automobile uccidendo sul colpo sei sconosciuti e la sua ragazza. Il film si chiude con la scena di una medusa tossica in una vasca da bagno piena di ghiaccio. Meglio che non facciate domande.

IPHONE SESSO

Letteralmente dimentichi e abbandonati ai nostri dispositivi tecnologici, andiamo piroettando fuori controllo. Ogni stato dovrebbe vietare agli automobilisti di parlare al cellulare - tranne che in casi di vera emergenza - e di utilizzare qualsiasi apparecchiatura digitale che possa farli sbandare e sterzare bruscamente.

mutanda iphone

O quanto meno dovrebbe imporre una multa di almeno diecimila dollari a chi provoca incidenti perché parla a telefono o twitta. Le case automobilistiche stanno affannosamente creando nuove versioni di crack per soddisfare i nostri vizi autodistruttivi. C'è chi sta mettendo a punto un sistema che consentirebbe agli automobilisti di utilizzare il telefono cellulare, il lettore musicale, e navigare in internet con comandi vocali e risposte acustiche. Perché come ben sanno i nostri spacciatori, noi non ci sconnettiamo mai.

DILDO DA IPHONE

 

COSTA DISCORDIA - LA CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO: LA COLPA DEL NAUFRAGIO NON FU SOLO DI SCHETTINO

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Franco Bechis per "Liberoquotidiano.it"

schettino

Tre avarie non denunciate prima della partenza, fra cui quella a due radar su quattro. Personale impreparato e che non capiva gli ordini nella lingua in cui venivano impartiti. E l'errore fatale del timoniere, che non capì l'ordine (esatto) del comandante e corresse la rotta troppo tardi, portando la nave a schiantarsi sullo scoglio.

FRANCESCO SCHETTINO CAPITANO DELLA COSTA CONCORDIA

La Costa concordia aveva già tre avarie a bordo prima di partire per lo sciagurato inchino all'isola del Giglio, ma né il capitano Francesco Schettino, né la compagnia le avevano segnalate alle autorità di navigazione prima della partenza dal porto di Civitavecchia quel tragico 13 gennaio 2012. Erano fuori uso la capsula del sistema di registrazione VDR, il pannello di controllo delle pinne stabilizzatrici sul ponte di comando della nave e due dei quattro radar di navigazione. Non solo: il naufragio è dovuto certo al rischio che Schettino si era preso con l'inchino troppo in prossimità dell'isola del Giglio. Ma è stato fondamentale un errore del timoniere della nave, l'indonesiano Jacob Rusli Bin, che ha capito male un ordine dato correttamente da Schettino in lingua inglese effettuando una manovra che così ha portato alla collisione diretta con lo scoglio.

SCHETTINO A QUINTA COLONNA DA SALVO SOTTILE jpeg

Sono solo alcune delle clamorose ricostruzioni contenute in un lungo rapporto finale sul naufragio della Costa Concordia trasmesso alla procura di Grosseto l'8 ottobre scorso dalla Capitaneria di Porto di Livorno, a firma del contrammiraglio Ilarione Dell'Anna. Oltre cento pagine di lunga inchiesta che unisce carte e testimonianze processuali con l'esame attento della documentazione audio, video e cartacea trovata a bordo e con i rapporti della stessa capitaneria da cui quella notte partì l'indignato ordine a Schettino: "Torni a bordo, cazzo!".

NAUFRAGIO CONCORDIA TURISTI DELLORRORE

Il rapporto non è tenero con il comandante, che avrebbe compiuto numerosi errori sostanzialmente rimanendo paralizzato e incapace di prendere decisioni nel momento del naufragio. Ma è anche un atto di accusa clamoroso alla stessa compagnia di navigazione - la Costa Crociere - di cui individuano rilevanti responsabilità sia nella gestione e preparazione di quella nave, sia omissioni nei minuti chiave della tragedia che hanno contribuito in modo decisivo al ritardo cui le autorità di navigazione sono state costrette pria di potere organizzare la macchina dei soccorsi.

IL NAUFRAGIO DELLA CONCORDIA NAUFRAGIO CONCORDIA GLI OGGETTI SOMMERSI

Sono davvero tante le accuse all'equipaggio e alla compagnia. Prima di tutto, la tolda di comando della nave non era adeguatamente preparata alla sua funzione, e la sua incapacità è stata chiara nell'emergenza. Secondo fattore: anche l'equipaggio non era adeguatamente preparato a quel che sarebbe avvenuto, perché addestrato in modo non conforme alle prescrizioni. La compagnia ne era a conoscenza, perché lo aveva segnalato proprio Schettino. La Capitaneria di Livorno ha trovato un rapporto (un "Master Audit") scritto proprio da Schettino lo scorso 31 dicembre sulla inadeguatezza dell'equipaggio: "Adesso siamo sicuramente in regola", scriveva Schettino, "con la gestione cartacea, ma ho seri dubbi sul reale livello di competenza e di metabolizzazione di tutte le informazioni date e la relativa confusione dei concetti acronimi etc..".

COSTA CONCORDIA

Non solo, nello stesso rapporto scritto pochi giorni prima del naufragio, Schettino segnalava alla compagnia anche il deficit funzionale del sistema Mistral utilizzato a gestire il Ruolo Emergenza: "ha difficoltà in merito alla chiusura di movimentazioni equipaggio (...) Spesso il Mistral per varie ragioni si blocca, sia a causa d'operatività del personale del crew office, sia per probabili limitazioni del sistema...". Secondo il rapporto non risultano misure adottate dalla compagnia.

LA NAVE COSTA CONCORDIA

A bordo della Costa crociere non era nemmeno stata istituita una squadra di pronto intervento, che invece era obbligatoria. La compagnia aveva scelto come lingua ufficiale per le istruzioni a bordo l'italiano. Ma gran parte dell'equipaggio non comprendeva una sola parola di italiano. Per questo alcuni ordini erano dati in inglese, ma anche qui c'è il dubbio sulla conoscenza profonda della lingua da parte di membri chiave dell'equipaggio che ricevevano così ordini e istruzioni.

costa crociere

Il dubbio è venuto anche a proposito del timoniere indonesiano, che equivoca almeno quattro ordini datigli in inglese da Schettino nei cinque minuti precedenti alla collisione davanti al Giglio. L'ultimo errore è stato fatale. Attenzione ai secondi, perché la collisione è avvenuta alle 21.45 e 07 secondi di quella sera. Ecco il rapporto della capitaneria su quel che è accaduto nei due minuti precedenti: "Il comandante Schettino probabilmente si rende conto di essere troppo vicino alla costa, i suoi ordini non sono più per prore, ma per angoli di barra;progressivamente arriva a dare ordine al timoniere di dare tutta la barra a dritta e successivamente: 21.44.36: "Mid Ship" (barra al centro).

costa crociere logo

Il timoniere conferma ed esegue. 21.44.43: "Port ten" (dieci gradi a sinistra). 21.44.45 :"Port Twenty" (venti gradi a sinistra). Il timoniere conferma gli ultimi due ordini ricevuti, ma li attua in modo errato. Arriva fino a cinque gradi a sinistra ed invece di proseguire per portare il timone a sinistra di 20 gradi, come chiesto dal Comandante, lo porta 20 gradi a dritta". L'errore viene capito e corretto 8 secondi dopo, ma ormai è troppo tardi. E la nave prende lo scoglio.

il presidente costa crociere pier luigi foschi

Parole dure anche sull'unità di crisi della Costa crociere: il rapporto prova che fossero a conoscenza dello stato reale della nave, destinata ad affondare, ma che fino a quando non sono stati messi alle strette, non l'hanno comunicato alla capitaneria di porto facendo perdere minuti preziosi. Hanno anche pasticciato dando indicazioni errate a chi era a bordo. E alla fine non erano in grado nemmeno di dire quale fosse il compito che era loro affidato in momenti così. L'ultima delle falle in una vicenda che ha impressionato tutto il mondo.


IL RAPPORTO TECNICO DELLA CAPITANERIA DI LIVORNO SUL DISASTRO DELLA COSTA CONCORDIA

http://www.scribd.com/doc/109978638/Rapporto-capitaneria-di-Livorno-su-naufragio-Costa-Concordia-13-gennaio-2012-depositato-8-ottobre-2012-in-procura

 

 

2,5 MILIARDI DI EURO: QUESTO IL TOTALE DEI SOLDI SPESI (O BUTTATI?) DAI “MECENATI” DAL CALCIO ITALIANO

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Marco Iaria per "Gazzetta.it"

MORATTI SVENTOLA L INTER

Ora che il mecenatismo italiano è andato in crisi, ora che Berlusconi e Moratti si sono convertiti all'austerity, vien da tremare a sentire questa cifra: 2,5 miliardi di euro. È quanto i dieci grandi patriarchi del calcio tricolore hanno sborsato per le rispettive società, da quando hanno messo piede in questo mondo a oggi. Il calcolo preciso fa 2.483 milioni e si riferisce a tutti gli apporti in conto capitale, sotto forma di versamenti o ricapitalizzazioni, che si sono resi necessari per tenere in vita il giocattolo.

BERLUSCONI MILAN

Tradotto: senza quei soldi il pallone del Belpaese, così come lo intendiamo, non ci sarebbe. Moratti nell'Inter, Berlusconi nel Milan, Agnelli nella Juventus, Garrone nella Sampdoria, Della Valle nella Fiorentina, Preziosi nel Genoa, Zamparini nel Palermo, Pozzo nell'Udinese, De Laurentiis nel Napoli, Lotito nella Lazio: la nostra ricerca si concentra su questi proprietari, in rigoroso ordine di "generosità".

Domanda d'obbligo: e la Roma? Nella capitale, sponda giallorossa, il tramonto del mecenatismo all'italiana si è già consumato, con l'addio dei Sensi e il subentro degli americani fiancheggiati da UniCredit. Il ricorso a capitali stranieri non dovrebbe chiudersi qui, a giudicare dalle dichiarazioni di intenti di questo o quel presidente, sempre più fiaccato dalla crisi, sempre più stanco di un sistema squilibrato.

INTER CHAMPIONS - MORATTI

OLTRE OGNI LOGICA - Bravi a macinare profitti col petrolio, le tv, la moda, i giocattoli, i supermercati, i nostri dieci super-imprenditori hanno agito fuori dalle regole del business - con le dovute eccezioni - dal momento in cui si sono spinti a diversificare le loro attività includendovi il calcio. Che è uno spettacolo bellissimo, accende le passioni, vanta un giro d'affari da colosso industriale. E tuttavia dimentica troppo speso le elementari regole dell'economia (285 milioni le perdite della Serie A nel 2010-11).

BERLUSCONI MILAN

Certo, nessuno fa beneficenza. Quando il paperone di turno drizza le antenne verso un rettangolo verde, è mosso (quasi) sempre da un secondo fine. Perché il palcoscenico del più grande fenomeno di massa della penisola garantisce visibilità e privilegi, asseconda manie di grandezza, in alcuni casi (prendete il consolidato fiscale) consente pure qualche vantaggio pecuniario.

Nessuno, per esempio, riuscirà a stabilire un saldo tra il dare e l'avere dell'avventura più lunga e insieme più emblematica, quella di Silvio Berlusconi nel Milan, le cui vicende si sono intrecciate inestricabilmente con la politica e gli affari. Ma, in fin dei conti, chi compra una squadra di calcio - in Italia soprattutto - sa bene che difficilmente ci guadagnerà.

ANDREA AGNELLI E DEL PIERO

I TRE PRIMATTORI - L'ultimo quarto di secolo ha raccontato, comunque, storie differenti. Prendete le tre big. Berlusconi, che ha acquistato la società rossonera nel 1986, in 26 anni ha sborsato quasi 600 milioni di euro per assicurare la continuità aziendale del club. Gli amministratori della stragrande maggioranza dei club avvertono sempre: "Il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società e su tale presupposto è stato redatto il presente bilancio d'esercizio".

luigi-de-laurentiis

È così per il Milan, è così soprattutto per l'Inter: dal 1995 gli interventi dei soci sul capitale nerazzurro sono ammontati addirittura a 1.160 milioni. Massimo Moratti ha tirato fuori di tasca sua oltre un miliardo. Adesso, sia il rossonero che l'interista hanno detto basta avviando (soprattutto il primo) una pesante opera di risanamento. Per la Juventus è un po' diverso. La quotazione in Borsa del 2001 ha portato nelle casse dell'Ifi, la holding di casa Agnelli, 100 milioni, destinati a risollevare le sorti dell'allora agonizzante Fiat. Nel post-Calciopoli si è proceduto a due aumenti di capitale, per un totale di 225 milioni: 141 sono stati garantiti dalla Famiglia, il resto dal mercato e, in minima parte, dai libici. Volendo fare un confronto fra i tre grandi magnati del calcio, si scopre che, dal 1986, a fronte dei 600 milioni di Berlusconi e del miliardo di Moratti, gli Agnelli ne hanno spesi 214.

laud04 gianpaolo pozzo

GLI ALTRI - Immediatamente sotto, due capitani d'industria come Garrone e Della Valle. In 11 anni il primo ha assecondato le ambizioni della Sampdoria al prezzo di 181 milioni, un po' di più dei 165 versati nel forziere della Fiorentina dal secondo. Non hanno mostrato il braccino corto nemmeno Enrico Preziosi (64 milioni al Genoa) e Massimo Zamparini (59 milioni al Palermo).

LOTITO MICCICHE

Ma c'è pure chi va controcorrente: presidenti che sono riusciti a tenere i conti in ordine evitando di intaccare le loro risorse personali. Il primato spetta a Claudio Lotito. Per assumere il controllo della Lazio (al 67%) ha investito 21 milioni tra il 2004 e il 2006, ma i costi di acquisizione sono esclusi dai nostri calcoli. Mai il patron biancoceleste è dovuto intervenire in conto capitale per soccorrere il club. Lo ha imitato, a parte le prime difficili stagioni, Aurelio De Laurentiis. E sostanzialmente pure Gianpaolo Pozzo (20 milioni diluiti in 26 anni). Mosche bianche.

capri47 andrea diego della valle

 

CHI DI SONDAGGIO FERISCE DI SONDAGGIO PERISCE - LE ULTIME INCHIESTE ELETTORALI DANNO IL BANANA PER SPACCIATO

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Da "Libero"

ROBERTO FORMIGONI E ZAMBETTI BERLUSCONI CON LA MASCHERA DI GRILLO

L'effetto Lombardia deprime il centrodestra: secondo il tradizionale sondaggio del lunedì del TgLa7, anticipato su Twitter dal direttore Enrico Mentana, il Pdl continua la sua discesa libera e raggiunge ora il 16,8%. Era al 18,1% soltanto lunedì scorso, prima che scoppiasse il bubbone dell'arresto per 'ndrangheta dell'assessore della Regione Lombardia Domenico Zambetti (e conseguente crisi del governatore Roberto Formigoni).

alfano formigoni maroni maroni e formigoni

Come se non bastasse, il gradimento per un'eventuale candidatura di Silvio Berlusconi come premier avrebbe toccato il record negativo del 9 per cento. Co-protagonista della vicenda lombarda è la Lega Nord, che preme per un ritorno alle urne ad aprile 2013: per ora, però, la "strategia moralità" scelta dal segretario Bobo Maroni e soprattutto dalla base non sembra attirare altri voti, anzi: il Carroccio sarebbe fermo a quota 6,2, in calo dello 0,2% rispetto a una settimana fa. Risultato: il Movimento 5 Stelle, stabile al 17,7%, torna al secondo posto assoluto, come subito dopo le elezioni amministrative della scorsa primavera.

ENRICO MENTANA NELLO STUDIO DEL TG jpeg grillo

SInistra, ombre e luci - Il Pd si conferma primo partito, allungando sensibilmente su Berlusconi e Alfano: ora i democratici sono al 28,1%, più 11,3 per cento. Ma attenzione, perché anche a sinistra la possibile alleanza con Sel pare non entusiasmare gli elettori e gli indecisi. Sinistra ecologia e libertà, infatti, cala al 5,2%, così come Italia dei Valori (al 4,1%). Flette anche l'Udc di Casini (al 5,9%). E alla fine una così sensibile emorragia di voti finisce per ingrossare la schiera degli indecisi, che salgono al 20%, mentre gli astenuti annunciati sono al 33,7 per cento.

 

COL FIATO SUL COLLE - TRATTATIVA STATO-MAFIA, D’AMBROSIO DISSE A NAPOLITANO: “MAI FAVORITO MANCINO”

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1 - MAFIA: D'AMBROSIO DISSE A NAPOLITANO, MAI FAVORITO MANCINO
(Adnkronos) - "Come il procuratore di Palermo ha gia' dichiarato e come sanno anche tutte le autorita' giudiziarie a qualsiasi titolo coinvolte nella gestione e nel coordinamento dei procedimenti sulle stragi di mafia del 1992 e 1993, non ho mai esercitato pressioni o ingerenze che anche minimamente potessero tendere a favorire il senatore Mancino o qualsiasi altri rappresentante dello Stato comunque implicato nei processi di Palermo, Caltanissetta e Firenze".

GIORGIO NAPOLITANO E LORIS D'AMBROSIO

Cosi' il consigliere giuridico del Quirinale Loris D'Ambrosio, scriveva al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 18 giugno scorso, lo stesso giorno che diversi giornali avevano pubblicato, dedicandovi grande spazio e rilievo, i testi di conversazioni telefoniche con il senatore Nicola Mancino, ex ministro dell'Interno ed ex vicepresidente del Csm, intercettate nell'ambito di una indagine della Procura della Repubblica di Palermo.

GIORGIO NAPOLITANO SALUTA IL FERETRO DI LORIS DAMBROSIO

2 - MAFIA: NAPOLITANO DISSE A D'AMBROSIO, COLPISCONO LEI PER COLPIRE ME
(Adnkronos) - "Caro dottor d'Ambrosio, l'affetto e la stima che le ho dimostrato in questi anni, sempre accresciutisi sulla base dell'esperienza del rapporto con lei, restano intangibili, neppure sfiorati dai tentativi di colpire lei per colpire me. Ce ne saranno ancora, e' probabile: li fronteggeremo insieme come abbiamo fatto negli ultimi giorni. E la sua vicinanza e collaborazione restera' per me preziosa fino alla conclusione del mio mandato. Preziosa per sapienza, lealta' e generosita'".

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpeg

Cosi' scriveva il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano al consigliere giuridico Loris D'Ambrosio, il 19 giugno scorso in una lettera pubblicata ora per la prima volta nel volume "Sulla Giustizia", che raccoglie gli interventi del Capo dello Stato e presidente del Consiglio superiore della magistratura tra il 2006 e il 2012. Il 26 luglio scorso D'Ambrosio, a cui Napolitano ha voluto dedicare questa pubblicazione, fu colto da morte improvvisa, per arresto cardiaco.

Fu lo stesso Capo dello Stato a darne l'annuncio. Il 18 giugno, dopo che diversi giornali avevano pubblicato, dedicandogli grande spazio e rilievo i testi di conversazioni telefoniche con il senatore Nicola Mancino, intercettato nell'ambito di un'indagine della Procura di Palermo, D'Ambrosio, fortemente colpito dalla presentazione e dall'interpretazione datane con clamore da vari organi di stampa, aveva indirizzato a Napolitano una lettera che ora viene pubblicata insieme alla risposta.

MANCINO NICOLA

"Cio' non significa che io non comprenda il suo stato d'animo e la sua indignazione (dire amarezza e' poco). Le sue condotte, cosi' come le ha ricostruite nella sua lettera -scriveva tra l'altro il Presidente della Repubblica- sono state, e non solo in questi 6 anni, ineccepibili; e assolutamente obiettiva e puntuale e' la sua denuncia dei comportamenti perversi e calunniosi -funzionali a un esercizio distorto del proprio ruolo- di quanti, magistrati, giornalisti e politici, non esitano a prendere per bersaglio anche lei e me". "Non posso, pero', che invitarla -scriveva ancora il Presidente della Repubblica a D'Ambrosio- a uno sforzo di rasserenamento e di ferma, distaccata predisposizione a reagire agli sviluppi della situazione.

Traendo conforto anche dall'apprezzamento e dal rispetto che nutrono per lei tutti i galantuomini che operano nel mondo della giustizia o hanno comunque avuto modo di conoscerla e seguirla. Lo sforzo a cui la invito -concludeva Napolitano- non e' facile; e lo so perche' non solo a esemplari servitori dello Stato, ma anche a politici impegnati in attivita' di partito e nelle istituzioni, possono toccare amarezze e trattamenti tali da ferire nel profondo. Lo potra' rilevare leggendo qua e la' la mia autobiografia politica, che le invio -pur avendone lei forse gia' copia- come segno di amicizia e fiducia".

giorgio napolitano

3 - GIUSTIZIA: RACCOLTI IN VOLUME I DISCORSI DEL PRESIDENTE NAPOLITANO
(Adnkronos) - In occasione della inaugurazione della Scuola Superiore della Magistratura a Scandicci (Firenze), a cui interverra' tra poco il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, come in precedenti analoghe occasioni, verra' distribuito ai partecipanti alla cerimonia il volume ''Sulla Giustizia - Interventi del Capo dello Stato e Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (2006-2012)'', edito dal Poligrafico dello Stato. Curato dall'Ufficio Stampa e Comunicazione e dall'Ufficio per gli Affari dell'Amministrazione della Giustizia della Presidenza della Repubblica, il volume raccoglie gli interventi in materia di giustizia che il presidente Giorgio Napolitano ha svolto, nell'esercizio delle sue funzioni costituzionali, davanti all'Assemblea plenaria del Consiglio Superiore della Magistratura e in cerimonie, lettere e messaggi istituzionali.

LORIS D'AMBROSIO

La nuova edizione fa seguito a quelle - predisposte per i precedenti incontri con i magistrati in tirocinio - del maggio 2010 e del luglio 2011, che contenevano gli interventi svolti sino a quelle date dal presidente Napolitano sui temi di maggior rilievo, nell'intento di fornire elementi per una comune riflessione sul ruolo affidato dall'ordinamento alla Magistratura e al Consiglio Superiore.

LORIS DAMBROSIO jpeg

La nuova edizione presenta una raccolta - che si puo' considerare conclusiva - degli interventi del presidente Napolitano sulle questoni della giustizia. Questa edizione e' dedicata alla memoria di Loris D'Ambrosio, al quale si riferiscono anche alcuni documenti presenti nel volume. Al suo Consigliere per gli Affari dell'Amministrazione della Giustizia, improvvisamente e prematuramente scomparso, il presidente Napolitano ha inteso cosi' riconoscere il contributo prestato alla definizione di tutti gli interventi in materia di giustizia compresi nel volume ricordandone la collaborazione resa per molti anni alla Presidenza della Repubblica ''con somma competenza, serieta', discrezione''.

 

GNAM GNAM - LA GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA SI LAMENTA DELL’ARTICOLO DEL “CORRIERE”

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1- L'ARTICOLO DI LAURETTA COLONNELLI SULLA MOSTRA DI PAUL KLEE ALLA GNAM
http://www.dagospia.com/rubrica-6/cafonalino/cafonalino-una-mostra-quasi-dimezzata-quella-su-paul-klee-alla-galleria-nazionale-d-arte-45159.htm

maria vittoria marini clarelli


2- LA GNAM: GLI ERRORI DELL'ARTICOLO DI LAURETTA COLONNELLI SUL "CORRIERE"
Lettera dell'avvocato dell'avvocato Ambra Giovene al "Corriere della Sera"

Alla c.a del Dr. Ferruccio de Bortoli

Gentile Direttore,

il 9 ottobre, sulle Sue pagine, Lauretta Colonnelli commenta la mostra Paul Klee e l'Italia appena inaugurata alla GNAM di Roma. Si astiene, per fortuna, dall'entrare nel merito di una valutazione estetica o storico scientifica ma si prodiga in disinvolte allusioni alle ragioni del mancato prestito (promesso ma poi sfumato) di disegni preparatori e di documenti vari da parte del Zentrum Paul Klee di Berna.

Galleria Nazionale d Arte Moderna

Per conto di Maria Vittoria Marini Clarelli, Soprintendente della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, mi corre l'obbligo di informare Lei ed i Suoi lettori che gli ambigui sospetti raccontati dalla Signora Colonnelli sarebbero stati immediatamente fugati se appena si fosse documentata.

In attesa dell apertura mostra di Klee

In assenza del prestito dal Zentrum, "almeno la metà dei Paul Klee presentati - scrive la Signora Colonnelli - provengono da collezioni private non meglio specificate... come si fa ad essere certi dell'autenticità di un quadro di cui non si conoscono le fonti documentarie?" Una pedestre insinuazione: le opere delle collezioni private sono tutte incluse nel catalogo ragionato dell'artista. A disposizione della giornalista, come di tutti. L'omessa indicazione, nella didascalia in esposizione, del nome del prestatore non equivale ad un sospetto di autenticità dell'opera ma solo ad una autotutela del collezionista, come è prassi ormai internazionale. Asserire che ‘ molti quadri in mostra sono senza provenienza' è un insulto gratuito inteso a gettare un discredito inaccettabile verso una pubblica istituzione, verso chi la conduce e verso i cittadini italiani cui appartiene il patrimonio della GNAM.

Paul Klee - The Rose Garden Visitatori mostra

Ma il prestito del Zentrum - soggiunge la Signora Colonnelli - è venuto meno a causa della troppa umidità. La giornalista non indaga sul fatto se ciò corrisponda a verità. Ma ne trae (anzi) conseguenti inquietanti valutazioni: "possibile che un museo ristrutturato di recente al costo di tredici milioni di euro (sic) e riaperto appena un anno fa con il nuovo riallestimento delle collezioni permanenti, non sia in grado di ospitare in sicurezza opere provenienti da altri musei?".

Visitatori

Infatti, non è possibile: enti certificatori comprovano che tutto funzioni alla perfezione, sarebbe stato sufficiente chiederlo ed accertarsene. Ed è la ragione per la quale la Soprintendente parla espressamente di un ‘pretesto'. Peccato che il riallestimento, lo diciamo incidentalmente visto che si parla anche di soldi pubblici, sia costato quattrocentomila euro alla Società Arcus (non ancora versati) e centonovantaduemila al Ministero. Da quale dato la giornalista abbia tratto l'iperbole dei tredici milioni non è dato sapere.

Composizione Urbana

La Kunsthaus di Zurigo e la Fondazione Beyeler di Basilea - pur informati - hanno mantenuto l'impegno dei loro prestiti. E così è stato. Ed il sostegno dell'Ambasciatore svizzero - intervenuto all'Inaugurazione - ne è la riprova.

L'auspicio è che certe infestanti allusioni non trovino fertile terreno in chi, più o meno consapevolmente, sia interessato a demolire buoni risultati.
Confidiamo prima nella Sua comprensione e, poi, nella pubblicazione.

Roma, 12 ottobre 2012

Avv. Ambra Giovene


3- SEMPLICE CRONACA DEI FATTI, VERIFICATI CON LA CURATRICE
Risposta di Lauretta Colonnelli per Corriere della Sera- Roma

Fanciulle alla mostra Klee

Quelle che l'avvocato chiama «pedestri insinuazioni» sono in realtà semplice cronaca dei fatti, verificati con la curatrice della mostra Tulliola Sparagni e con la soprintendente della Galleria Maria Vittoria Marini Clarelli, come ben risulta dall'articolo. Che l'avvocato forse ha letto con poca attenzione, visto che la frase che mi attribuisce tra virgolette «molti quadri sono di incerta provenienza», io non l'ho mai scritta. Alla domanda che mi sono posta, e che i visitatori si pongono davanti alla didascalia «collezione privata» senza altra precisazione, ho fatto rispondere la Sparagni stessa, che infatti ha precisato «le opere sono citate nel catalogo ragionato di Paul Klee».

Visitatori mostra

Sulla vicenda dei trenta quadri promessi e poi rifiutati dal Zentrum Paul Klee di Berna, è stata la stessa soprintendente Marini Clarelli a darmi spiegazioni, come riferito tra virgolette nell'articolo: la storia del microclima non adeguato addotta dal Zentrum, la replica della soprintendente che considera questo un pretesto, la notizia che altri musei come l'Albertina di Vienna e il Kunsthaus di Zurigo hanno partecipato alla mostra.

Ritratto signora P al sud

Ho anche scritto che è costata tredici milioni di euro la ristrutturazione del museo, non il riallestimento delle opere. Ristrutturazione che includeva «un sistema integrato che provvede alla climatizzazione delle sale, degli uffici, dei laboratori e dei depositi», come è riportato nel sito del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che indica anche il costo preciso previsto ad apertura dei cantieri nel Duemila: 12.911.568, 53 euro.

4- FORSE ALLA GNAM HANNO LETTO LA NOTIZIA DAL SITO AGGM.IT, DOVE SI USA LA FRASE "QUADRI SENZA PROVENIENZA", E NON DAL "CORRIERE"
Da www.aggm.it - Delle 75 opere annunciate, esposte solo una quarantina. Le aveva promesse il Zentrum di Berna, ma poi ha disdetto i prestiti. E molti quadri in mostra sono senza provenienza. (Fonte: Lauretta Colonnelli per corriere.it)

 

 

IL CINEMA DEI GIUSTI - “COGAN - KILLING THEM SOFTLY” O LO AMI O LO DETESTI

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Marco Giusti per Dagospia

James Gandolfini Killing Them Softly

"Questo non è un paese, questa è l'America. E l'America è un business". Pochi scherzi. O lo ami o lo detesti "Cogan - Killing Them Softly" di Andrew Dominik, cupissimo e stilosissimo noir politico sui mali del capitalismo e dell'America di ieri e di oggi, ambientato nel settembre del 2008, alla fine del duello elettorale Obama-McCain e in pieno scandalo Lehman Brothers.

cogan killing them softly richard jenkins

Ma, soprattutto, in una South Boston (ricostruita chissà perché in Louisiana), dove si agitano come burattini senza speranza piccoli e medi gangster e serissimi killer professionisti coi loro codici morali. Tutto nasce dai personaggi tristi e perdenti e dagli ambienti non meno cupi descritti da George V. Higgins nel romanzo "Cogan Trade" del 1974, e protagonisti anche del non dimenticato "Gli amici di Eddie Coyle", lontano capolavoro diretto negli anni '70 da Peter Yates con un Robert Mitchum e un Peter Boyle strepitosi.

cogan killing them softly ray liotta

Il neozelandese Andrew Dominik e il suo produttore e protagonista Brad Pitt, già responsabile del notevole "The Assassination of Jesse James", si sono innamorati del mondo di Higgins e lo hanno trasportato nell'anno della elezione di Obama, un anno chiave della crisi americana, anche se lo sguardo è quello dell'impossibilità, anche dopo la vittoria di Obama, di uscire dalla crisi che proprio il capitalismo americano ha alimentato e costruito. Due piccoli gangster, Frankie, Scoot McNailly, e Russell, il Ben Mendelsohn di "Animal Kingdom", fanno un colpo che non dovevano fare mettendo di mezzo un piccolo boss del posto, il grande Ray Liotta.

cogan killing them softly

Ovvio che ciò non piaccia al capo della mala di Boston, Richard Jenkins, che ingaggia per eliminarli un killer professionista, Cogan, cioè un Brad Pitt ultracool che ha la particolarità di mandare le sue vittime al creatore "softly", cioè delicatamente, senza farle soffrire. Cogan, per far fuori Frankie e Russell, visto che è un lavoretto facile, ingaggia a sua volta un vecchio amico un po' in disarmo e in bisogno di soldi, un James Gandolfini ubriaco e fatto che vuole solo bere e scopare.

Brad Pitt in Killing Them Softly

"In questo momento economico, 15.000 dollari suonano abbastanza bene per un lavoro di due giorni", è l'idea di Cogan. Le cose, ovviamente, saranno più complicate del previsto, ma ci sarà parecchio piombo per tutti. Adagiato su grande musica anni '70 tra Lou Reed e Johnny Cash, ma anche con incursioni stravaganti ("Paper's Moon" di Cliff Edawrd, "Love Letters" di Ketty Lester), visualmente strepitoso, il film di Dominik per restituirci il noir politico alla Don Siegel riprende il tono elegiaco del suo "Jesse James".

Cosa che può non piacere a tutti, e infatti a Cannes, dove il film era in concorso, sono volate parecchie critiche, come se si stesse sfruttando un genere storico per arrivare a facili incassi. Mi sembra piuttosto che sia il film del neozelandese Dominik, sia il "Drive" del norvegese Nicholas Refn, sia il "Lawless" dell'australiano John Hillcoat, siano piuttosto operazioni di ricerca di grande intelligenza e passione sul cinema e la cultura americana degli anni '70.

brad pitt in cogan killing them softly

L'aspetto curioso è che questo studio ci arrivi da registi assolutamente non americani. Ma questo nuovo noir (non) americano sta dando risultati assolutamente pregevoli. Qui c'è anche un cast strepitoso che unisce nuovo venuti, come Scott McNailly e Ben Mendelsohn, a monumenti come Liotta, Gandolfini e Sam Shepard. Brad Pitt, poi, con un makeup studiato da Kazuhiro Tsuji, è del tutto fantastico.

 


PASSERA SVOLAZZA A MADRID DA ANDREA BONOMI PER INGOLOSIRE I CLIENTI DI INVESTINDUSTRIAL…

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A cura di Carlo Cinelli e Federico De Rosa per "Corriere Economia - Corriere della Sera"

ANDREA BONOMI

1 - PASSERA, BONOMI E LA CORRIDA DEGLI INVESTITORI...
Il parterre, in tempi di crisi, era di assoluto interesse. Cinquanta investitori internazionali con una potenza di fuoco di duemila miliardi di dollari non si incontrano tutti i giorni. Giovedì sera erano a Madrid, ospiti di Andrea Bonomi che nella capitale spagnola ha convocato i migliori clienti della sua Investindustrial per parlare di Italia. Non con i gestori del fondo. Bonomi aveva chiesto di illustrare prospettive e potenzialità del Bel Paese a chi in questo momento ha in mano l'agenda: Corrado Passera. E il ministro dello Sviluppo Economico ha accettato volentieri l'invito.

Corrado Passera

2 - IL RITORNO DI FALCAO PER I SUGHI BARILLA...
Sono passati quasi trent'anni ma la vecchia amicizia non l'ha dimenticata. Giornalisti e fotografi non se ne sono accorti ma all'inaugurazione dello stabilimento di Rubbiano dedicato ai nuovi sughi Barilla c'era un ospite molto legato alla famiglia di Parma: Paulo Roberto Falcao. Il fantasista della Roma aveva stretto una bella amicizia con Pietro Barilla ai tempi dello sponsorizzazione della squadra della Capitale.

Il gruppo di Parma non vendeva quasi niente a Roma e decise di investire nella promozione sulle maglie giallorosse, creando qualche malumore a Parma. Messo piede all'Olimpico, Barilla padre rimase ammirato dall'eleganza di Falcao che allora contendeva a Michel Platini il titolo di giocatore di maggiori prestigio del campionato italiano. Nacque cos' tra i due un'amicizia che si è rinnovata con Guido, Luca e Paolo Barilla.

Roma Calcio

3 - STAFFETTA CAPRESE...
Una settimana fa al Quisisana si parlava di idee e progetti per «un'Italia+smart» come recitava lo slogan coniato da Francois de Brabant per il consueto convegno «digitale» organizzato da Between sull'isola di Tiberio. Calato il sipario sull'Italia tecnologica, il 26 e 27 ottobre i saloni del Quisisana si apriranno ancora per un nuovo round sull'agenda del Paese. Stavolta in scena ci saranno gli industriali, i giovani, guidati da Jacopo Morelli, per parlare di «Europe under pressure: unire l'Europa, rafforzare l'Italia».

Paolo Barilla - vicepresidente del gruppo di famiglia.jpg

4 - FINMECCANICA CON PANSA SPONSOR DI NOMISMA...
Non soltanto strategie aziendali a palazzo Chigi per l'incontro annunciato del presidente Luigi Orsi con Mario Monti, anche strategie geopolitiche. Poco distante, a palazzo Marini. Sarà sempre Finmeccanica a guidare le danze domani. Nell'attesa di sapere cosa uscirà dall'incontro con il premier, si potrà sempre prender nota degli scenari delineati nel VII rapporto di Nomisma su sicurezza e scenari geopolitici introdotto dal presidente del centro bolognese Pietro Modiano e curato dall'ex direttore del Dipartimento Informazioni per la sicurezza (Dis) della presidenza del Consiglio Giuseppe Cucchi e da Germano Dottori. Il rapporto («Nomos & Khaos 2012») è sponsorizzato appunto da Finmeccanica. Il direttore generale della finanziaria di piazza Monte Grappa, Alessandro Pansa sarà al tavolo dei relatori. Con un occhio a palazzo Chigi.

 

D’ALEMA: “MI CANDIDO SOLO SE IL PD LO CHIEDE”. RENZI: "BENE VELTRONI, NON SARÀ L'UNICO"

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Walter Veltronipier luigi bersani

1 - PD. VELINA ROSSA: DA VELTRONI GESTO PER TOGLIERE SPAZIO A BERSANI
(DIRE) - Da Veltroni "un atto di ipocrisia politica", "un gesto gratuito" che ha tolto "spazio all'avvenimento annunciato dal segretario Bersani". La Velina Rossa attacca l'ex sindaco di Roma che ha garantito di non volersi ricandidare in Parlamento. Ora, si legge nella nota, "potra' finalmente dedicarsi ai problemi dell'Africa".

2 - LA VALCHIRIA BERSANIANA CHIARA GELONI SBRAITA A TGCOM 24: PARLATE SOLO DI VELTRONI, E BERSANI?
Da "Twitter"


TWIT DI CHIARA GELONI (direttore Youdem)
più spazio a uno che non si ricandida a deputato che a uno che si candida premier. massimo rispetto per la scelta di wv, ma #rottamalastampa

TWIT DI MARIO LAVIA (vicedirettore "Europa")
@lageloni Non ti sfuggerà che la prima non era nota, la seconda era nota da sei mesi (con tutto il rispetto).

TWIT DI CHIARA GELONI (direttore Youdem)
@mariolavia sono appena uscita da una trasmissione "su pd e primarie". hanno fatto SOLO domande su veltroni. normale? per me no

3 - PD. BEPPE GRILLO: VELTRONI RINUNCIA ANCHE A 9MILA EURO VITALIZIO?
A FAZIO DISSE CHE ANDAVA IN AFRICA, PAROLA NON MANTENUTA

(DIRE) - "Con la speranza che si tolga veramente dai piedi, vorremmo sapere se, oltre alla candidatura, rinuncera' anche al vitalizio di 9.014 euro mensili". Lo scrive Beppe Grillo in un post pubblicato sul suo blog dal titolo 'Veltroni bussa sempre due volte', dopo la decisione del parlamentare del Pd, annunciata ieri, di non ricandidarsi alle prossime elezioni.

PIERLUIGI BERSANI E CHIARA GELONI BEPPE GRILLO

"Topo Gigio Veltroni- dice il fondatore del Movimento 5 stelle- e' andato a 'Che tempo che fa'. Ha detto che non si ricandidera' al Parlamento dopo sei legislature. I giornali on line l'hanno messa come prima notizia neppure si trattasse dello sbarco sulla luna di Amstrong. Gli italiani hanno invece pensato 'Ma chi se ne frega!'". Poi ricorda che "Uo'lter Veltroni si era gia' confessato in passato con lo stuoino Fazio, ai tempi in cui era sindaco di Roma. Giuro' allora che dopo il suo mandato si sarebbe ritirato dalla politica per andare in Africa. Non mantenne la parola e gli africani ancora ringraziano".

4- PD: D'ALEMA, MI CANDIDO SOLO SE ME LO CHIEDE PARTITO
(ANSA) - "La mia disposizione è a non candidarmi. Semmai posso candidarmi se il partito mi chiede di farlo". Lo ha detto l'esponente del Pd Massimo D'Alema intervenendo a Napoli a margine della presentazione del libro di Enrico Morando.

5- RENZI: "BENE VELTRONI, NON SARÀ L'UNICO"
Da www.repubblica.it

fabio fazio chetempochefa005 lap

Matteo Renzi rilancia. Dopo la scelta di Walter Veltroni di non ricandidarsi in Parlamento 1, prova a fare pressing sugli altri leader storici. E questo nonostante le precisazioni dell'ex sindaco di Roma, che ha ripetuto: "La mia decisione non è un cedimento alla rottamazione". "Bene la scelta di Veltroni - scrive Renzi su Facebook - sono sicuro che non sarà l'unico a fare questo passo". Resta ora da vedere che cosa faranno gli altri maggiorenti di lungo corso del partito, spiazzati dalla mossa dell'ex segretario del Pd, mentre Massimo D'Alema, più volte attaccato dal rottamatore, incassa sull'Unità la solidarietà di centinaia di politici, imprenditori ed esponenti dell'associazionismo e del mondo accademico.

WALTER VELTRONI E MASSIMO DALEMA jpeg

Per lui, oggi su l'Unità, una lettera con 700 firme a sostegno: "Basta divisioni e personalismi. Parta dal Sud la sfida per il governo. D'Alema è il punto di riferimento in questa battaglia".

DUEMILA AMMINISTRATORI CON BERSANI.
Intanto sono quasi duemila gli amministratori del Pd presidenti di regione, presidenti di provincia, sindaci e assessori che hanno già deciso di sostenere Pier Luigi Bersani nelle Primarie come candidato premier del Centrosinistra. Nella squadra bolognese di Bersani c'è anche Sandra Zampa, deputata Pd e portavoce dell'ex premier Romano Prodi,

MATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANI

"Il nostro Paese, oggi più che mai - affermano i firmatari dell'appello - ha la necessità di recuperare e riaffermare un legame profondo e diretto dei territori con la politica e con una classe dirigente eletta, capace di interpretare da un lato la forte spinta al nuovo e alle giovani generazioni che i cittadini reclamano, dall'altro lato il bisogno di esperienze e solidità istituzionale e politica che personalità come D'Alema apporterebbero alla sfida di governo che ci attende come centrosinistra".

Sandra Zampa

Ma l'addio di Veltroni al Parlamento è destinato a pesare su tutto il Partito democratico. Intanto, in vista delle primarie Paolo Gentiloni conferma il suo sostegno a Matteo Renzi.

In cima alla lista dei decani Pd ci sono Anna Finocchiaro e Livia Turco, con 25 anni di presenza in Parlamento. Per Finocchiaro non ci sono ritiri in vista per il momento e la linea annunciata è quella di seguire le indicazioni del partito. Turco, giorni fa, aveva detto che sarebbe uscita dal Parlamento "solo se escono tutti gli altri, tranne Bindi, D'Alema e Veltroni". L'annuncio del ritiro dal Parlamento, a sorpresa, è arrivato proprio da uno di quelli che voleva salvare.

ROMANO PRODI

Massimo D'Alema in Parlamento c'è da 23 anni, Franco Marini e Anna Serafini da 20, mentre da 18 anni ci sono Rosy Bindi, Pierluigi Castagnetti, Giovanna Melandri, Enrico Morando. Da 15 a 16 anni di permanenza figurano poi, oltre a Veltroni, Gianclaudio Bressa, Tiziano Treu, Giuseppe Fioroni e Marco Follini, fra gli altri. Fioroni non sembra intenzionato a cedere e interpreta la scelta di Veltroni come un disagio di fronte ad un'alleanza che si sta profilando, nella quale l'ex segretario non si riconoscerebbe. Castagnetti ha già fatto un passo indietro, ma molti dei dirigenti di lunga data sono in attesa.

 

 

MA NON È CHE VELTRONI SI È RITIRATO DA MONTECITORIO PER TORNARE A FARE IL SINDACO A ROMA?

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Riceviamo e pubblichiamo:

WALTER VELTRONI

Lettera 1
Redazione Dago
l'unica cosa triste della vicenda MPS è che i sondaggi danno i sinistrati al 26-27 %
AIUTOOOOO!
Darimatea

Lettera 2
Era quasi commovente ieri Walter nel suo volare alto. Ma non è che da lissù si è accorto che la casella di sindaco di Roma, chiamatisi fuori non sanno bene neanche loro perchè Zingaretti e Riccardi, è ancora bella vuota?
Un saluto
Federico

Matteo Renzi

Lettera 3
Bersani ha iniziato la campagna per le primarie da una pompa di benzina ,Berlusconi inizierà la campagna elettorale con la Minetti? Grande Ratzinger che ieri nell'Angelus ha ricordato ,per la prima volta, che i ricchi vanno dritti-dritti all'inferno, se non diventano come San Francesco. Come suonano San Papi da Burlesque ,San Marina Zigomata,San PierPapi da Arcore?
Sanranieri

Lettera 4
Caro Dago,
ieri sera, per sbaglio, da Fazio hanno mandato in onda la replica di un'intervista di qualche anno fa...
Recondite Armonie

Lettera 5
Ha un bel dire Umberto Eco, a ottant'anni suonati, di ritirarsi a vita privata: lui la sua vita pubblica l'ha lungamente e intensamente vissuta, in quella che ora idealizza come un'Italia migliore. A noi, poverini, è toccata un'Italia peggiore, epperò bisogna viverla, attraversarla con coscienza, non sottrarsene sdegnosamente. Questo possono farlo gli ottuagenari, non i venticinquenni come me.
Marzio Maria Cimini, Parigi

Lettera 6
Caro Dago,
Berlusconi preferisce passare da una festa all'altra, perché ha capito che se si fosse ripresentato come premier sarebbe stato spernacchiato alla De Filippo.
Però dobbiamo dargli atto che, questa volta, ha ascoltato i consigli dei saggi.
Annibale Antonelli

WALTER VELTRONI E MASSIMO DALEMA jpeg

Lettera 7
Gentil Dago,
La Prima Repubblica crollò a Milano, con Borrelli, che abbattè il Cinghialone Bettino e Bossi, che esibiva, sguaiatamente, il duro spadone di Alberto da Giussano alla attempata craxiana Boniver. E la Seconda Repubblica sta per cadere, sempre a Milano, affondata dalle mitragliate di "Ilda la rossa" Boccassini al declinante Cav. e a Formigoni. E Bobo Maroni si deve accontentare di abbaiare, come un Mastella qualunque, i penultimatum della Leghina ad Angelino Alfano . E di esibire uno spadino, ormai arrugginito da Trote e da tamarroni Belsiti, alla signorina Minetti.

pier luigi bersani

Come osservava Karl Marx, la storia, quando si ripete, perde i contorni della tragedia e assume quelli della farsa... Ossequi e ricorda a Formigoni che uno statista si distingue da un politicante soprattutto nel momento, triste ma inevitabile, dell'uscita di scena.
Pietro Mancini

Lettera 8
Caro Dago, ho deciso di portare a votare alle primarie del PD il vecchio benzinaio del mio paese natale, colui che un giorno quando gli chiesi 10.000 lire di benzina me ne mise 11 e mi disse: "Guarda che te ne ho messe 11.000". E io, sgommando via, risposi: "Va bene lo stesso, grazie!"Quello era un vero comunista! O no?
Saluti
Gino Celoria

Lettera 9
Caro DAGO, dopo quello a Obama che era presidente da una settimana o poco piu', il Nobel per la pace all'Europa? dopo Srebrenica? dopo le bombe sulla Libia? a quando quello per l'economia? quella che stanno facendo i greci? e a quando il Nobel per la piaggeria ipocrita?
saluti BLUE NOTE

Lettera 10
Chi possiede la ricchezza "non sia attaccato ai propri beni al punto da rinunciare alla salvezza: condivida la ricchezza con i poveri, usandola in modo evangelico" dice Benedetto XVI. Way to go, Holy Father. La messa all'incanto dei soli dipinti del vaticano può sfamare tre paesi africani per i prossimi cento anni. Attendiamo annuncio ufficiale dell'apertura d'asta.

Lettera 11
Dago darling, dal silenzio di RaiSet e dei giornaloni sui presunti problemi miliardari (che poi dovranno essere risolti dai contribuenti italiani nel nome della "coesione") che ci sono a Siena, si potrebbe pensare che anch'essa (come altre città o regioni molto "ben" governate) sia tornata all'epoca dei Comuni e dei vari principati, e quindi non faccia più parte della Repubblica Italiana. Quanti nuovi Fiorito, Trota, Cittadella, ecc., dovremo intanto sorbirci come fumo "democratico" negli occhi?

monte dei paschi di siena

Certo, é notorio che i media italiani dedicano pochissimo spazio ai fatti che succedono all'estero. Tanto più che nella cultura dominante, non ci sono la geografia e la storia, quella veramente globale, e quindi non solo quella di Rai/Eiar, che si limita ossessivamente al periodo nazifascista. E l'ignoranza regna sovrana.

La Slovenia e la Slovacchia sono la stessa cosa. Mustapha Kemal Ataturk era un emiro di Abu Dhabi. Bisanzio era una sibaritica città della Magna Grecia (italica) in cui si praticavano tutte le godurie. E San Luigi di Francia era un pastorello della Camargue che ha visto la Madonna. Certo, l'ignoranza é l'oppio "democratico" dei popoli digitalizzati e instupiditi dalla Pub e dalle stronzate.
Natalie Paav

Lettera 12
Caro Dago,
mi vien da dire per fortuna la RAI non è la BBC. ma fino a che punto? da un po' si sa che la BBC ha un debito di 600 milioni di euro, e noi che ci lamentiamo della RAI che ne ha un terzo della BBC. La BBC ha uno storico conduttore (Jimmy Savine) che è accusato di stupro e pedofilia, la RAI al massimo ha Benigni che ti dice i nomi della figa. La BBC sta vendendo i suoi studi storici, mentre la RAI sta per vendere gli immobili e le sedi.
L'unica cosa buona che ha la BBC è che non è legata alla politica come la RAI.
Tommaso Tiepolo

fabio fazio1

Lettera 13
"Un buon film non dovrebbe essere fatto per soddisfare solo un numero ristretto di persone con un certo quoziente d'intelligenza o una certo tipo di educazione universitaria"
Mah...non é questo il punto: sono un Alumnus Bocconi, scuole dai salesiani, porto loden da venticinque anni quindi sono al top del top del top!!

Mai peró mi sognerei di passare la domenica pomeriggio al cinema, pagando anche!, a fustigarmi con la storia di una povera ragazza in coma o ad assistere ai pestaggi degli studenti della Diaz. Questi pensano da bravi cattolici, nonostante vasti periodi in analisi, che il buono sia solo dove c'è e provoca sofferenza: grazie al cielo io e pare quasi tutti gli italiani hanno capito che non solo non é cosí ma quasi certamente é il contrario.

Lettera 14
Caro Dago,
Sono convinto che l'ammontare di tutti gli scandali finanziari messi insieme, partendo da Tangentopoli per finire a Maruccio, passando per Lusi, Belsito, Fiorito eccetera, sia inferiore al buco multimiliardario del Montepaschi di Siena. Quest'ultimo è sicuramente il "Padre di tutti i misfatti". Ma, purtroppo, sono altrettanto convinto che lo copriranno con tutta la sabbia della riviera tosco-romagnola, sento un gran Profumo, anzi una gran puzza di omertà e impunità. A meno che non ci sia un Giudice a Siena che abbia il coraggio di andare a abattere il Mussari contro quel muro di gomma che è la consorteria del PD, ex PCI senese.
Salve
Natalino Russo Seminara

eco07 umberto eco

Lettera 15
Egregio Direttore,
Qual'é la notizia del giorno? Veltroni, PCI-PDS-DS-PD, dopo 6 legislature e 8 anni sindaco di Roma, non si ricandida! E noi dovremmo pensare che si dedichi solo a scrivere libri e viaggi in Africa? Aspettiamo e vedremo in quale poltrona sarà ritenuta indispensabile e preziosa la sua presenza. Una vita a lavorare...come politico, cose da pazzi!

Questo dal lato serio , dal lato tragi-comico invece è che la notizia è un avvenimento, un fatto straordinario, agenzie di stampa, Tv, quotidiani, dibattiti: tutti mobilitati per questo nobile gesto di "largo ai giovani"! Anche la on.le Melandri lascia? Ma veramente ci siamo ridotti ad essere presi per i ...senza più forza di reazione? O vogliamo pensare che Grillo sia la soluzione? Grillo? Ma per favore! Grazie per l'attenzione e buon lavoro
Leopoldo Chiappini Guerrieri
Roseto Degli Abruzzi (Te)

Lettera 16
Bambino conteso
Si danno giudizi affrettati senza conoscere i fatti come si sono svolti. Dalle immagini registrate, la scena sembra effettivamente violenta. Mi fa impressione immaginare come qualcuno della famiglia o degli amici abbia persino trovato il tempo e l'animo per usare il cellulare e immortalare la scena senza intervenire. Chi ha dato l'ordine alla polizia di prelevare, anche con la forza, il ragazzo dalla scuola elementare?

MEDAGLIA PREMIO NOBEL PER LA PACE

Non sarebbe compito dei servizi sociali delle USL a svolgere questi tipi di interventi? Dice qualcuno che i Carabinieri si sarebbero comportati in modo diverso. Non credo. Si tratta solo di sensibilità personali diverse. L'ispettore di polizia in servizio, molto giovane, anzichè trincerarsi dietro il proprio ruolo, avrebbe potuto spiegare alla zia le motivazioni del loro intervento, senza dire che la zia non è nessuno.

Insomma sono scene che un'arma, come la Polizia, non dovrebbe consentire. Manca, a mio modo di vedere, una scuola di comportamento che è fondamentale quando si svolge un servizio pubblico a contatto con persone, in specie se bambini.
Tanti saluti
Giovanni Gennaro

 

SE L’OCCIDENTE NON SFORNA BIMBI È PERCHÉ LE COPPIE SPOSATE VIVONO UNA GENERALIZZATA INFELICITÀ EROTICA

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Roberto Volpi per "il Foglio"

Pubblichiamo un estratto del volume "Il sesso spuntato. Il crepuscolo della riproduzione sessuale in Occidente", in libreria dal prossimo 18 ottobre (Lindau, 208 pagine, 16 euro). L'autore, statistico esperto di sanità, di demografia, di famiglia, è collaboratore di lungo corso del Foglio.

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Ovunque si giri lo sguardo si scorgono i segni distintivi della stanchezza riproduttiva dell'occidente. Si può sostenere, e in effetti si sostiene, seguendo un ragionamento che parrebbe ineccepibile, dal momento che è nelle coppie che maturano o dovrebbero maturare i progetti riproduttivi, che mentre il sesso fuori dal matrimonio e dalle coppie comunque costituite e quello stesso non eterosessuale, ovvero tutto il sesso esplicitamente non indirizzato alla riproduzione, gode di buona se non di ottima salute, è proprio il sesso all'interno delle coppie istituzionalizzate nel matrimonio e delle stesse coppie di fatto a mostrare presto la corda, riflettendosi sulla stessa fecondità, sul basso numero dei figli. E' dunque davvero così?

Che è la sola riproduzione sessuale a trovarsi in occidente nel bel mezzo di una stanchezza della quale non si vede la fine, ma nient'affatto il sesso non volto alla riproduzione? La separazione piena tra il sesso e la riproduzione sessuale, alla quale i mezzi contraccettivi hanno fornito la base materiale senza la quale essa sarebbe rimasta un pio desiderio, una prospettiva mitica, consente in effetti di tenere ben distinti i due piani, ma ciò non basta affatto a rendere ragione della consunzione della riproduzione sessuale in occidente.

Una sterminata letteratura, che si rifà a inchieste e ricerche sui comportamenti iperbolico aumento di specializzazioni e specialisti in malattie e disturbi sessuali e tutto l'ambaradan delle medicine e dei ritrovati per aiutare il sesso, l'amore fisico, non fanno che ricordarci che se la riproduzione sessuale è in crisi il sesso e i rapporti eterosessuali, pur liberi dal condizionamento esercitato dal rischio della riproduzione, non se la passano poi tanto meglio.

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Questo non è un saggio di sessuologia, e dunque non mi proverò neppure a sintetizzare i punti fondamentali, le caratteristiche di fondo che assume questa crisi del sesso e dei comportamenti sessuali. Salvo che per un punto, una sola caratteristica, quella che vede nel maschio il soggetto che, dopo aver voluto forse ancor più della donna, che pure delle gravidanze indesiderate subisce il peso, la liberazione del sesso non ha retto al suo inverarsi e sembra, anzi, esserne stato travolto.

E' il maschio che ha problemi di erezione e di impotenza, intesa nel senso più classico con cui la si intendeva una volta: l'incapacità di accoppiarsi. E' il maschio che ha doppiamente l'obbligo della performance, nel sesso assai più libero di oggi, perché in caso di prestazioni scadenti o mancate perderà inesorabilmente terreno. E, d'altro canto, nel maschio la prestazione, il suo successo come il suo insuccesso, non è, diversamente dalla femmina, occultabile. Affidarsi alle statistiche significa accettare, in campi così delicati, un alto rischio di errore.

Tuttavia molte convergenze si hanno, per quanto ci riguarda, attorno a una stima di tre milioni di italiani adulti sessualmente attivi, oltre il 10 per cento della corrispondente popolazione sessualmente attiva, affetti da vera impotenza e non da semplici disturbi dell'erezione.

Una stima assai vicina ad altre, specialmente americane, che danno in questa condizione tra i 10 e i 20 milioni di americani, con un valore intermedio di 15 milioni che corrisponde al 13-14 per cento della popolazione maschile sessualmente attiva degli Usa. E' tuttavia possibile che queste stime, in quanto fatte non da agenzie e autorità statistiche pubbliche ma da società private non sempre così esterne come si converrebbe al fenomeno oggetto di valutazione, finiscano per sopravvalutarlo.

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Ma siamo indiscutibilmente alle prese, al di là di ogni considerazione più tecnica, con un problema vero del nostro tempo, del resto segnalato in crescita da anni in tutto il mondo occidentale senza eccezioni. La controprova sta negli stessi farmaci che sono nati per combattere le difficoltà di erezione e della sua tenuta, a cominciare dal viagra, e, quel che più conta in questa sede, nel loro formidabile successo nonostante le numerose controindicazioni e le tante categorie di soggetti alle quali l'uso è se non totalmente sconsigliato almeno subordinato a un serio follow-up medico.

Anche fermandoci a queste poche considerazioni appare dunque alquanto realistico concludere che anche il sesso, quello almeno eterosessuale, così come la riproduzione sessuale, non sprizza troppa salute.

Meno ancora ne sprizzano, sembra evidente, quegli stessi rapporti sessuali che più prescindono dalla coesione e dal sentimento delle coppie, quelli più estemporanei e occasionali. Perché è proprio in questi rapporti che l'ansia della prestazione è massima, in quanto si collega all'ansia di conquiste sempre in discussione, e non può contare su quell'effetto di contenimento, dovuto alla comprensione, che si sprigiona normalmente in un rapporto di coppia.

Non che le coppie non abbiano i loro problemi, per lo scadimento nell'abitudine dei rapporti sessuali, l'appassimento dell'afflato sentimentale, la formidabile concorrenza dell'esterno, che esercita un'attrazione sempre più forte ormai anche sulle donne, e tutto quello che i sessuologi non si stancano di ripetere al riguardo.

Ma proprio alla luce di quel che si sa, relativamente alle caratteristiche di quanti ricorrono agli specialisti in questo campo e che fanno affidamento sulla chimica del viagra e di consimili ritrovati per il buon esito dei rapporti sessuali, non è affatto realistico pensare che i disturbi di erezione, l'impotenza, l'incapacità al congiungimento, la frigidità e quant'altro siano fenomeni confinati esclusivamente o quasi nel ghetto delle coppie, e in modo particolare di quelle unite in matrimonio.

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Con la loro crescente diffusione questi fenomeni ci dicono non soltanto che il sesso e i rapporti eterosessuali attraversano da tempo una fase assai poco felice, ma anche che questa scarsa felicità abbraccia tutti, coppie, relazioni estemporanee e individui dediti al sesso occasionale e banalizzato.

Con una gradualità, forse, forse non tutti con la stessa intensità. Ma altrettanto certamente con nessuno che possa chiamarsene fuori. Attraversiamo un tempo in cui poco o niente c'è di meno intimo e personale del sesso. Solo le coppie, le vere coppie, al di là del fatto che siano o no sposate, quelle che indipendentemente da quanto ci riescano provano davvero a dare consistenza, spessore umano e sentimentale, e magari una durata che non si interrompa, al loro essere coppie, solo queste coppie hanno la speranza di una vita sessuale che appartenga soltanto, o quasi, a loro.

Tutto il resto del sesso ha una probabilità sempre più esigua di non entrare neppure di sguincio in qualche tipo di circuito, da quello medico-sanitario a quello comunicativo-mediatico. La sua maggiore pericolosità sul versante epidemiologico (che viene raccontata così anche quando non è propriamente tale) e la visibilità se non proprio delle relazioni amorose e sessuali in se stesse certamente di tutti i maneggi e le manovre per arrivarvi portano sempre più spesso il sesso praticato fuori da vere esperienze di coppia su qualche proscenio, sotto qualche luce di scena, qualche lente di ingrandimento. E questo tanto come fenomeno sociale quanto come fenomeno individuale.

La discrezione del e nel sesso è sempre più difficile né, del resto, è più così ricercata. Una parte importante dei "riti di accoppiamento", specialmente allorché si tratti di persone che godano anche soltanto di un briciolo di notorietà, si svolge sotto lo sguardo di qualche occhio indiscreto che provvede a renderne pubblici i particolari, ammesso e non concesso che non siano gli stessi protagonisti a farlo.

Ma anche al di fuori della notorietà dei singoli, il sesso sembra nutrirsi sempre più di una dimensione poco o per niente intima bensì in certo senso condivisa in modo nevrotico, compulsivo con altri, e magari con molti altri. Quanti semplici cellulari non hanno immortalato e non continuano a farlo qualche scena di sesso che viene poi trasmessa agli amici, quando non finisce sui canali internettiani più bazzicati? Anche tutto questo contorno contribuisce all'ansia da prestazione.

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Giustamente si fa notare che il viagra più che alle difficoltà di erezione e all'impotenza viene incontro al bisogno di migliorare le performance e a quello, a esso collegato, di circondare le proprie prestazioni di una buona pubblicità. La pubblicità è l'anima del sesso, così come prima era la discrezione. Ed è difficile credere che un tale scardinamento di piani possa comportare un miglioramento complessivo dei rapporti sessuali, seppure intesi nel senso più immediato della fruizione, del piacere e dell'appagamento.

Il piacere e l'appagamento non possono crescere davvero, in questo panorama. In un tale contesto tutto ciò che davvero cresce sono le manifestazioni più esteriori che precedono, accompagnano e seguono tutto ciò che si fregia dell'etichetta di "sessuale". Il sesso fuori dal matrimonio e dalle coppie, ancorché più facile di sempre, anche alla luce delle enormi possibilità di incontro aperte dai social network che hanno conquistato il mondo (non solo occidentale, ma soprattutto occidentale e partendo proprio dall'occidente), è nondimeno diventato anche più faticoso e ansiogeno.

Per il maschio, questa aumentata facilità, che egli si fa un dovere di mettere a frutto come si conviene per poter coltivare la propria autostima, si sta rivelando un vero e proprio boomerang. E' lui, come si diceva, a pagarne i prezzi più alti, oltretutto disimparando la sensualità per rincorrere un'indefessa efficienza sessuale capace di fruttare nell'immediato ma di rivelarsi un'insidia formidabile sulla lunga distanza, sia perché la piena efficienza in questo campo non dura così tanto, sia ancora perché la sua manutenzione costa sempre di più in sacrifici, tempo e denaro, sia infine perché decisiva ma pur sempre acefala, giacché non basta a tenere in piedi da sola, pur se importante, un rapporto di coppia.

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Per concludere: i rapporti sessuali non solo non sono aumentati come quantità ma non sono neppure diventati più soddisfacenti di una volta; o, almeno, la soddisfazione è pagata a prezzi sempre più alti in termini di logorio psichico e nervoso, specialmente dall'uomo. I segnali di questo logorio sono talmente numerosi e corposi, come abbiamo cercato di riassumere in termini fin troppo sintetici, da lasciare pochi dubbi sul fatto che essi finiscano per intaccare la stessa funzionalità della riproduzione sessuale.

Questa funzionalità, d'altra parte, anche quando a partire da certe età si esprime all'interno di una realtà di coppia che ha in sé una consistenza sentimentale e un proposito di durata, non è indifferente a tutto quello che è stato prima, non riparte da zero, come se niente fosse. Con ciò non voglio affatto significare che tutto il prima della realtà di coppia sia per forza di cose speso male o che non possa che influenzare negativamente quel che è e sarà nella coppia.

E' un tempo di esperienze, crescita e maturazione che può essere speso e messo a frutto più o meno bene, e che del resto si consuma a sua volta in buona parte all'interno di esperienze di coppia, sia pure di minore intensità e prospettive, o di tentativi in tal senso. E' insomma un tempo che fa parte del vivere d'oggigiorno, ineludibile e a suo modo indispensabile perché, diversamente da Giulietta e dalle giovani figlie dell'aristocrazia fiorentina della fine del Quattrocento andate in spose a età giovanissime, non si passa più dall'adolescenza all'età adulta in cui si assume la responsabilità della formazione della famiglia e della nascita dei figli pressoché di colpo, da un giorno all'altro.

L'interregno tende a essere, al contrario, sempre più lungo, dilatato nel tempo. E, non fosse che per questo solo fatto, sempre più punteggiato di esperienze. Dunque tutto quello che matura in questo interregno ce lo portiamo appresso, inesorabilmente, e influenza tutto l'essere successivo di un individuo, anche il suo essere riproduttivo. Non si vede come potrebbe proprio la funzione riproduttiva essere l'unica a sottrarsi al condizionamento di tutto quel che è stato.

L'uso dei mezzi contraccettivi, per esemplificare, non crea soltanto un'abitudine, una consuetudine che tende a prolungarsi nella vita di coppia alla protezione dei rapporti sessuali, ma anche una corrispondente mentalità al contenimento della prole e all'esiguità, piuttosto che alla generosità, dei progetti riproduttivi. Che poi le coppie dichiarino oggi come quarant'anni fa che questi progetti prevedono mediamente più di due figli per coppia non significa molto.

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Tutti noi abbiamo dentro, in fondo al nostro appartenere alla specie Homo sapiens, la consapevolezza che due figli rappresentano il numero minimo del nostro dovere riproduttivo, di quel che riproduttivamente dobbiamo all'umanità che verrà perché essa possa essere almeno come quella che abbiamo trovato. Da quando non soltanto gli italiani ma gli abitanti di tutti i paesi occidentali vengono sondati per conoscere i loro desideri/ progetti riproduttivi la risposta di due figli si dimostra di gran lunga quella preferita, oggi come ieri come, non c'è da sbagliarsi, domani.

Ma ciò, ripeto, non significa molto, è soltanto il frutto della nostra consapevolezza interna, biologica, perché il dato di fondo è tutt'altro. Ieri infatti si diceva due e si scivolava più frequentemente nei tre. Oggi, quarant'anni dopo, si continua a dire due ma per ripiegare assai spesso su un solo figlio se non addirittura su nessuno. La stanchezza riproduttiva, dunque, tocca senz'altro le coppie eterosessuali, in quanto sono i rapporti sessuali di queste coppie i soli aperti alla riproduzione.

Ma prende il "la" da tutto quello che viene prima del formarsi di vere coppie e della vita di coppia in quanto risente di atteggiamenti, comportamenti, modi d'essere, consuetudini e stili di vita maturati nella sempre più lunga ma anche faticosa, sovente stressante, anche quando appagante, fase ch'è fatta dei tanti anni che vanno dalla maturità sessuale all'approdo, quando c'è un approdo in questo senso, a una esperienza di coppia con caratteristiche o quanto meno con propositi di stabilità sentimentale e durata.

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Questo approdo non è quello delle quindicenni di secoli fa e neppure delle ventenni di cinquant'anni fa. Per quanto riguarda le donne, è l'approdo di trentenni e ultratrentenni che si portano dietro un bagaglio di esperienze importante e corposo che le ha formate e forgiate, e che si sono venute convincendo che quella della riproduzione è una questione nient'affatto connaturata alla loro natura e alla loro vita di donne, in quanto possono benissimo farne a meno senza che alcunché di loro, della loro personalità come del loro vivere sociale, delle loro frequentazioni e relazioni, del loro successo, abbia a risentirne, ma per questo stesso motivo fin troppo importante per essere lasciata al caso, presa con leggerezza: trentenni e ultratrentenni, dunque, che prima di pensare di fare un figlio vogliono, pretendono, che tutte le condizioni ritenute necessarie per crescerlo bene siano state realizzate o sulla via di esserlo.

Cosicché la stanchezza riproduttiva non è la conseguenza dell'aver figli ma semmai della coscienza di potervi rinunciare e muove dalla consapevolezza che la riproduzione sessuale, programmaticamente esclusa all'insegna della protezione contraccettiva per tutta la lunga fase che precede la vita di coppia, entrerà nel novero delle possibilità di quest'ultima solo quando essa (e segnatamente la donna) riterrà che mettere al mondo un figlio rappresenti un proposito ragionevole e perseguibile senza rischi e per quanto è possibile anche senza incognite.

La riproduzione sessuale si affaccia in questo modo all'orizzonte esistenziale, sentimentale ed emotivo della coppia all'insegna di quella che viene comunemente letta e interpretata come una doverosa, responsabile cautela tipica di età che soltanto alcuni decenni addietro si consideravano già tarde per la procreazione ma che è invece la spia di una stanchezza riproduttiva esistenziale vera e propria.

La stanchezza riproduttiva si presenta insomma come il non preventivato, e in certo senso inevitabile, frutto di generazioni che arrivano tardi alla concreta prospettiva dei figli, dopo essersi protette da questa possibilità mediamente per almeno una dozzina di anni, e che ci arrivano senza più lo sguardo aperto e fiducioso, libero dai condizionamenti, capace di spaziare nel futuro e di prefigurarlo già nel presente che ancora conservano le donne più giovani e meno legate a lunghi trascorsi ed esperienze da single.

Lo stesso sguardo che avevano molte ragazze che alcuni decenni fa si sposavano sull'onda di uno slancio senza troppi calcoli. Mentre oggi è il tempo, specialmente in relazione ai figli, di tanti, forse troppi calcoli che nutrono e sostanziano la stanchezza riproduttiva dell'occidente.

 

IL CINEMA S’INCHINA A LUCHERINI, IL RE DELLA FICTION GIORNALISTICA CHE A 80 ANNI APPENDE LE “LUCHERINATE” AL CHIODO

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VIDEO: PARTY-GIANI PER ENRICO LUCHERINI

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

1- DAGO RENDE OMAGGIO A LUCHERINI CON UN VIDEO REPORTAGE DELLA SERATA DI VERONICA DEL SOLDÀ


1- CINQUANT'ANNI DI "LUCHERINATE"
Gloria Satta per Il Messaggero

Veronica Logan Andrea Antonnicola

Il Cinema s'inchina a Enrico Lucherini, il re dei press agent. Ingorgo di star, all'Ara Pacis, per l'inaugurazione della mostra Purché se ne parli - dietro le quinte di cinquant'anni di cinema italiano dedicata alla lunga carriera dell'uomo che ha introdotto da noi un mestiere nuovo e lanciato divi, promosso un migliaio di film, inventato bugie geniali, costruito scandali e falsi scoop, orchestrato le prime paparazzate. E ora rivela i suoi segreti.

Serena Grandi

Al vernissage c'erano, divertiti e commossi, Giuseppe Tornatore (che firma l'introduzione), Aldo Giuffrè, Cristiana Capotondi, Fausto Bertinotti, Giampaolo Letta, Ornella Muti, Laura Torrisi, Eleonora Giorgi, Marina Cicogna, Ursula Andress, Paolo Villaggio con Irene Ghergo, Giovanni Malagò, Carlo ed Enrico Vanzina, Massimo Giletti, Gianni Boncompagni, Paolo Ferrari, Gabriel Garko, Riccardo Rossi. Poi, tutti a cena in uno storico locale di via Boncompagni.

«Lucherini, genio della comunicazione, permette alla città di conoscere la storia nascosta del cinema», dice l'assessore Dino Gasperini che con Roma Capitale sostiene l'esposizione, curata da Nunzio Bertolami e programmata fino al 6 gennaio 2013. La mostra è un piccolo capolavoro pop che in un appassionante percorso sensoriale (immagini da vedere, voci da ascoltare, profumi da odorare) mette insieme Visconti e Ciccio e Franco, Accattone e Sepolta viva, Mastroianni e le ninfette di Lattuada, Pozzetto e Elio Petri, De Sica e Vanzina, il Gattopardo e Ultimo tango a Zagarolo.

Serata per Lucherini

Il pubblico può ammirare foto di scena, locandine, documenti, ritagli di giornale, video, spezzoni di film, vecchie agende in cui Enrico sedicenne (un predestinato!) annotava gli incassi dei film, vignette e disegni. C'è perfino un cinema anni Sessanta ricostruito, con tanto di sedie ribaltabili (e l'inconfondibile odore del legno) e il battito del cuore di Lucherini, sintetizzato.

Da un video passa il documentario di Antonello Sarno ‘'Enrico LXXV''. Dietro una tenda rossa si proietta il film Un sorriso uno schiaffo un bacio in bocca, realizzato dal press agent nel 1975. A tutta parete, ecco il decalogo della starlette: mai confessarsi su facebook, andare a teatro e come piano B, se la carriera va a rotoli, sposare un nobile miliardario...

Saverio Ferraggine

A ripercorrere i fasti della Dolce vita, e non solo, si sorride e ci si commuove. A Lucherini scappa una lacrima immediatamente rimangiata («No, come il ministro Fornero no!») e risultano irresistibili le chiose malandrine che il press agent ha aggiunto a ogni film lanciato: Il fascino discreto della porcheria (per l'erotico Così fan tutte di Brass), Vene vanitose (Basic Instinct), Buzzurri e grida (La cintura di castità). Il contenuto della mostra è nel libro-catalogo edito da Palombi, a cura di Bertolami con la collaborazione di Francesco Serra di Cassano.

Il termine lucherinata, ossia bugia inventata a scopi promozionali, è ormai entrato nei dizionari. Enrico, splendido ottantenne, regala l'ultima bufala d'autore: «Lascio il cinema». Ma non ci crede nessuno tanto più che, assistito dai fidi Gianluca Pignatelli e Benedetta Lucherini, annuncia l'intenzione di inventarsi un nuovo mestiere: farà il consulente dei produttori, all'americana.

Serena Grandi e Edoardo Ercoli

2- PREFAZIONE AL CATALOGO DI TORNATORE: LA STORIA DEL MONDO: UN'UNICA GRANDE LUCHERINATA
di Giuseppe Tornatore

Sandra Ferrone

Ci sono troppe pagine oscure nella storia del cinema che nessuno ha mai voluto svelare.
Tanto per cominciare quel lontano giorno di fine Ottocento, al Salon Indien di Parigi, quando i fratelli Lumiere proiettarono per la prima volta al pubblico il celebre arrivo del treno alla stazione, non è affatto vero che gli spettatori siano fuggiti terrorizzati per paura d'essere travolti da quel lentissimo e per nulla minaccioso convoglio ferroviario. Fu un urlo in sala che svegliò di soprassalto l'annoiata e sonnacchiosa folla di spettatori nell'istante in cui la locomotiva cominciò ad ingigantirsi sul magico lenzuolo: "Aiuto! Aiutooo! Aiutooooo!".

A quel grido terrificato scapparono tutti a gambe levate senza neanche capire cosa stesse accadendo. Furono i giornali a diffondere la falsa leggenda che tutti conosciamo. Ma a fornire la "bufala" agli ingenui cronisti di mezzo mondo fu l'autore stesso di quell'urlo, un giovane inventore di notizie che i Lumiere avevano ingaggiato per promuovere quel "cinematographe" nel quale, persino loro stessi che l'avevano progettato e realizzato, credevano ben poco.

Rosi Greco e Marina Cicogna

Il giovane, nascosto dietro lo schermo si chiamava Enrico Lucherini. E fu grazie al suo astuto stratagemma che l'episodio fece il giro dei continenti in un inarrestabile "bocca a bocca" che ancora oggi fa del cinema la forma di spettacolo più amata dal pubblico dell'intero pianeta.

RICCARDO TOZZI

Ovviamente di imposture come quella o "lucherinate", come ben presto le avrebbero definite i più grandi storici del cinema, l'arguto Enrico ne avrebbe messe a segno molte altre nel volgere di più d'un secolo. Agli inizi del ‘900, giusto per fare un esempio, al fine di promuovere un colossale film di scarso successo su un piroscafo che affondava travolto da una tempesta in pieno oceano, il nostro instancabile eroe della comunicazione mise in piedi la lucherinata più scioccante.

Fece sabotare le bussole di un transatlantico alla sua prima traversata transoceanica, il Titanic, mandandolo a sfracellarsi contro un iceberg. Morirono tutti, ma lo sfortunato film opportunamente rititolato e rimontato dallo stesso Lucherini, ebbe un successo clamoroso sull'onda del quale, nei decenni successivi, si sarebbero realizzati numerosi remake in un incredibile crescendo di successo commerciale.

Riccardo Rossi

Sempre a Lucherini si deve la risoluzione di uno dei momenti più critici della storia della cinematografia. Infatti le depressioni, le schizzofrenie e quella sfilza di suicidi che segnò la tragica crisi dei divi del muto a partire dalla fine degli anni '20, furono tutta una macchinazione di Enrico, una truffa per lanciare il cinema sonoro che agli inizi stentava ad affermarsi sul mercato internazionale. Impietosite per la triste fine dei loro beniamini, le folle accorsero a vedere i film parlati e da allora fu un successo inarrestabile, tutta opera di Enrico.

Pignatelli Lucherini e Benedetta

Se poi dobbiamo dirla proprio tutta, anche la Seconda Guerra Mondiale fu tutta una lucherinata. La provocò Lucherini per lanciare il neorealismo, un nuovo stile cinematografico che gli addetti ai lavori temevano avrebbe avuto serie difficoltà di affermazione presso il pubblico. Ma grazie alla formidabile inventiva di Enrico quel nuovo modo di fare film si trasformò nella stagione d'oro più rilevante del cinema italiano.

Da allora il nostro infaticabile promotore di avvenimenti cinematografici cominciò ad occuparsi di attori, contribuendo alla nascita delle più popolari icone dello star system.
La prematura scomparsa del giovane attore James Dean, ad esempio, fu solo una lucherinata. L'attore ormai quasi centenario vive ancora oggi in una sperduta fattoria dello Utah, ma dal giorno della sua "morte", studiata nei minimi dettagli da Lucherini, divenne, e sempre resterà, un vero e proprio mito. Alla luce di questa scioccante rivelazione, gli storici del cinema cominciano a sospettare che possa esserci lo zampino di Enrico, persino nel presunto suicidio dell'intramontabile Marilyn Monroe.

Pierluigi Diaco

Non v'è dubbio alcuno invece che si sia trattato di un'autentica lucherinata l'invenzione del boom economico italiano degli anni '60 che in realtà non c'è mai stato. Anche in questo caso fu solo una truffa perpetrata dal sempre più brillante ed estroverso Lucherini che lasciò credere agli italiani d'essere in procinto di divenire una superpotenza mondiale solo per lanciare La dolce vita ed altre commedie di quel periodo.

Pierfrancesco Pingitore

Ma anche lo sbarco sulla Luna, che in realtà non si è mai verificato, come hanno scoperto gli scienziati di tutto il mondo, altro non fu che una balla del buon Enrico per lanciare sul mercato un film di Kubrik ed altre derivate pellicole di fantascienza.

Ancora oggi Enrico Lucherini è ritenuto l'artefice di ogni grande trionfo cinematografico e televisivo in Italia e nel mondo, autore di storie d'amore e di odio, tresche, scoop e gossip di qualunque portata.

Un solo enigma resta da sciogliere: quanti anni ha Enrico? Un mistero a cui soltanto adesso gli addetti ai lavori sono riusciti a dare una sconcertante soluzione. Enrico Lucherini pare non sia mai esistito, si è inventato da solo. Proprio così, Lucherini è una lucherinata!

Giuseppe Tornatore

 

IL FATTO QUOTIDIANO “SGRADITO” ALLA CONFERENZA STAMPA DI ORSI: PORTA IN FACCIA E MINACCIA DI QUERELA

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da Il Fatto Quotidiano

TRIO IN GNAM PADELLARO TRAVAGLIO TELESE giuseppe orsi

"Non siete stati invitati, non siete graditi". Con queste motivazioni il cronista del Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto si è visto sbattere la porta in faccia alla conferenza stampa convocata a Milano nello studio dell'avvocato dell'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi. Questa mattina, alla notizia del faccia a faccia con i giornalisti promosso dall'avvocato Ennio Amodio, anche il nostro giornale - che sta seguendo l'inchiesta che coinvolge Finmeccanica e i suoi vertici - ha mandato un suo giornalista:

"Quando sono arrivato allo studio in via Battisti - racconta Barbacetto - sono stato bloccato all'ingresso. Dopo un po' di attesa una dipendente dell'avvocato mi ha spiegato che noi non siamo stati invitati e siamo sgraditi, anche perché l'avvocato stesso ha avuto mandato di querelarci". Così, giustificandosi con l'intenzione di sporgere querela, Orsi ha pensato di escludere il Fatto dal gruppo di testate invitate a raccogliere la "versione ufficiale".

gianni barbacetto

Ma qual era l'argomento della conferenza stampa alla quale il Fatto non ha potuto partecipare né, quindi, fare domande? Lo scopriamo dalle agenzie. "Il presunto finanziamento illecito alla Lega Nord è rimasto privo completamente di ogni riscontro ma deriva da congetture dell'ex responsabile delle relazioni esterne del gruppo Lorenzo Borgogni".

Una notizia pubblicata lo scorso aprile proprio dal Fatto Quotidiano. Alla luce di questa ricostruzione, l'avvocato conclude che "qualora l'esecutivo dovesse ritenere che la presenza dell'ingegner Orsi dovesse in qualche modo turbare l'attività di Finmeccanica, l'ingegnere agirà di conseguenza ma, allo stato sua intenzione è quella di rimanere, di difendersi a tutto tondo perché è in grado di provare di aver agito sempre e unicamente per il bene della società".

 

COLPO BASSANINI PER LA GABANELLI - LETTERA DEL GRAN CAPO DELLA CASSA DEPOSITI E PRESTITI CONTRO “REPORT”

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Riceviamo e pubblichiamo:

milena gabanelli

Caro Direttore,
in relazione al pezzo da Voi pubblicato oggi, relativo alla trasmissione di Report di ieri sera, Le segnalo che CDP ha dato mandato ai suoi avvocati di valutare i profili penali delle affermazioni diffamatorie false o tendenziose contenute nel servizio, e di prendere le relative iniziative a tutela degli interessi della Cassa e dei risparmiatori postali.

Poiché Lei ci rimprovera di avere rifiutato di rispondere alle domande di Report, Le segnalo solo che ciò è semplicemente non vero. Abbiamo risposto per iscritto a tutte le domande che la redazione ci ha sottoposto (ben 47): domande e risposte sono in allegato, e come vedrà sono "cattive" (le domande, come è giusto) e esaurienti (le risposte). La trasmissione non ne ha praticamente tenuto conto.

FRANCO BASSANINI

Tengo a sottolineare che in queste risposte (n. 41) c'è anche il dato relativo al mio stipendio (280.000 euro compreso la parte variabile legata ai risultati), che Report ha omesso, facendo credere che fosse milionario o quasi.....

Eravamo anche disposti a rispondere in video ad ogni domanda o critica, ma purché avvenisse in studio e in diretta, come avviene in altre trasmissioni tv. Non eravamo e non siamo invece disposti a far tagliuzzare e manipolare le nostre interviste registrate: cattiva abitudine alla quale non ci sembra serio prestarsi.

GORNO TEMPINI

Quanto al finale invito ai risparmiatori postali a ritirare i loro risparmi, sottolineo che: 1. I risparmiatori postali sono garantiti dallo Stato; 2. CDP tiene una liquidità enorme (130 miliardi) proprio per far fronte ai propri obblighi verso di loro; 3. CDP è gestita in modo prudente (ha chiuso il 1° semestre del 2012 con 1,6 miliardi di utile). Dunque il rischio per i risparmiatori è zero!

Le sarò grato della pubblicazione di questa lettera di rettifica.
Cordiali saluti
Franco Bassanini

 

 


PIAZZA AFFARI (+0,5%) SI AMMOSCIA NEL FINALE - SPREAD 351 - “SPIEGEL”: LA TROIKA DARÀ 2 ANNI IN PIÙ ALLA GRECIA

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1 - BORSA: MILANO (+0,5%) SI AFFLOSCIA NEL FINALE, CORRE MEDIASET
Radiocor - Le Borse europee tentano il rimbalzo ma si afflosciano in chiusura nonostante i dati oltre le attese di Citigroup. Sui listini pesano ancora le preoccupazioni sul debito europeo e sul salvataggio della Spagna e cosi', alla fine, l'Ftse Mib chiude a +0,51% e l'All Share a +0,44%.

PIAZZA AFFARI - MAURIZIO CATTELAN

Tra i titoli migliori spiccano Mediaset (+3,3%) sull'ipotesi di una joint venture Premium-Al Jazeera, Impregilo (+1,9%), il cui cda domani decidera' sulla vendita del 19% di Ecorodovias, e Fimmeccanica (+1,5%) con la cordata italiana su Ansaldo Energia che prende sempre piu' corpo. In coda al listino St (-1,6%) dopo il balzo di venerdi' sulla scia delle indiscrezioni, poi smentite riguardo una possibile valorizzazione del business dei chip per cellulari. Sul resto del listino la peggiore e' Marcolin (-12%) dopo l'Opa lanciata dal fondo Pai a un prezzo inferiore all'ultimo prezzo di Borsa. Sul mercato valutario, l'euro oscilla attorno a 1,294 dollari mentre il petrolio ripiega con il Wti a 90,3 dollari al barile.

Merkel e Samaras

2 - TITOLI STATO: SPREAD BTP-BUND CHIUDE STABILE A 351
(Adnkronos)- Chiusura stabile per lo spread fra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi che oggi hanno aperto a 353 punti e, nella giornata, hanno toccato una punta massima di 355 punti.

3 - EUR/USD: BEL BALZO GRAZIE ALLE INDISCREZIONI SULLA GRECIA
Trend Online - Seduta in forte rialzo per il cambio euro/dollaro salito fino a un massimo intraday a 1,2970, sulla scia delle indiscrezioni riportate dal giornale tedesco Der Spiegel sulla decisione da parte della Troika di concedere piu' tempo (2 anni) al Governo di Atene per raggiungere gli obiettivi di bilancio.

Per dare conferme a talel movimento rialzista i prezzi dovranno superare le resistenze in area 1,2992, oltre alle quali si creerebbero i presupposti per una estensione dell'allungo in direzione degli obiettivi a 1,3032 e 1,3072. Solamente una perentoria vittoria al di sopra di tali livelli permetterebbe una crescita fino alla strategica quota di 1,3172, top dello scorso mese. Discorso diverso, invece, in caso di cedimento dei minimi intraday a 1,2891, preludio a una probabile flessione fino sui sostegni a 1,2825 e 1.28.

IPHONE 5

4 - USA, IPHONE 5 FA VOLARE LE VENDITE AL DETTAGLIO
Trend Online - Proseguono poco sopra la parità gli indici statunitensi nonostante i dati macro e le trimestrali sopra le attese di questo pomeriggio. Il Dow Jones Industrial Average segna un +0,45%, l'S&P500 un +0,25% e il Nasdaq Composite un +0,4%. Rialzo marginale per i listini europei con il FTSE 100 di Londra che ha terminato le contrattazioni con un +0,3%, il Dax di Francoforte con un +0,4% e il Cac di Parigi con un +0,9%. Gli indici europei hanno perso un po' di smalto dopo l'apertura delle borse statunitensi. A nulla sono serviti i dati sulle vendite al dettaglio migliori delle attese e i conti di Citigroup (+3,5%) migliori delle stime.

La sensazione è che l'euforia derivante dalle aspettative degli aiuti alla Spagna e ulteriori concessioni alla Grecia nel prossimo Consiglio europeo possa essersi smorzata a metà seduta con l'arrivo degli operatori statunitensi sul mercato. Ci aspettiamo che nel Consiglio europeo di giovedì e venerdì la probabilità che non vengano prese decisioni è alta poiché Rajoy potrebbe preferire aspettare l'esito delle elezioni regionali di domenica in Spagna. Domani occhi puntati sui dati macro (Zew, inflazione e produzione industriale Usa) e sui conti di Coca Cola , Goldman Sachs , Ibm , Intel e Johnson&Johnson.

NOBEL A STOCCOLMA

5 - NOBEL: I DUE AMERICANI ROTH E SHAPLEY VINCONO IL PREMIO PER L'ECONOMIA
Radiocor - Il Nobel per l'economia 2012 e' stato attribuito a due americani, Lloyd Shapley, dell'universita' della California di Los Angeles , 89 anni, e Alvin Roth, professore ad Harvard, 60 anni. Lo ha annunciato il comitato del Nobel, affermando che 'quest'anno il premio e' una ricompensa alla soluzione di un problema economico centrale: come riunire assieme diversi agenti il meglio possibile'. Il riconoscimento, aggiunge il comitato, corona 'gli sforzi tesi a trovare una soluzione pratica a un problema del mondo reale' da parte di Shapley e Roth, che riceveranno il premio il 10 dicembre a Stoccolma.

MARIA CANNATA

6 - BTP ITALIA: PARTENZA BOOM, NEL PRIMO GIORNO RICHIESTE SFIORANO 2,5 MLD
Radiocor - Nel primo giorno di contrattazione il nuovo BTp Italia, arrivato alla terza emissione, ha raccolto sottoscrizioni per quasi 2,5 miliar di. Lo riferiscono alcuni operatori a Radiocor. In totale i contratti sottoscritti sono stati 40.930. Il nuovo BTp indicizzato scadenza ottobre 2016 ha anche superato al debutto le sottoscrizioni del primo BTp Italia emesso a marzo, che colleziono' richieste per 1,56 miliardi nel primo giorno di collocamento e sottoscrizioni totali per 7,2 miliardi.

7 - CITIGROUP: UTILE NETTO III TRIM. -88% A 468 MLN $, MEGLIO DI ATTESE
Radiocor - Utile netto in calo dell'88% a 468 milioni di dollari nel terzo trimestre per il colosso bancario Citigroup, che registra comunque un r isultato migliore delle attese del mercato. Il profitto, che include una svalutazione di 2,9 miliardi su Smith Barney, e' pari a 15 cent per azione contro l'utile complessivo di 3,77 miliardi (1,23 cent per azione) del terzo trimestre dello scorso anno.

CITIGROUP

8 - CAMFIN: V.MALACALZA, PROPOSTA AUMENTO VOLUTAMENTE IGNORATA DA CDA
Radiocor - La proposta di un aumento di capitale Camfin 'e' stata volutamente ignorata dal consiglio di Camfin che il 10 agosto ha ritenuto di non doverla discutere o commentare'. Lo afferma in una nota Vittorio Malacalza precisando che tale atteggiamento del cda sarebbe stato assunto 'su indicazione del presidente' Marco Tronchetti Provera. Secondo Malacalza l'aumento di capitale 'era oggetto di uno specifico impegno di Camfin nei confronti delle banche finanziatrici' ed era sostenuto da una 'higly confident letter' di Ubs, anche con riguardo alla sottoscrizione dell'inoptato.

L'aumento, continua l'imprenditore piacentino, era sostenuto anche da un impegno di Malacalza Investimenti (che ha il 12% di Camfin e il 31% di Gpi) a sottoscrivere la propria quota, a finanziare la sottoscrizione da parte di Gruppo Partecipazioni Industriali e a sottoscrivere l'eventuale ulteriore inoptato, previa autorizzazione della stessa Gruppo Partecipazioni Industriali e di Mtp&C. Sapa. Si tratta della prima c omunicazione ufficiale dei Malacalza sull'argomento Camfin dall'inizio dello scontro con Tronchetti Provera.

VITTORIO MALACALZA

9 - CAMFIN: MALACALZA RIFIUTA DI METTERE A DISPOSIZIONE PARERE UBS
(ASCA) - L'ing Malacalza si e' rifiutato di mettere a disposizione del Cda di Camfin il parere tecnico dell'advisor UBS sull'emissione obbligazionaria. E' quanto afferma la Camfim in un comunicato di precisazione in merito alla ''dichiarazione a verbale Ing Vittorio Malacalca'' il cui testo e' stato pubblicato su un sito internet. In dettaglio Camfim sottolinea che la ''dichiarazione a verbale Ing. Vittorio Malacalza'' pubblicata da Indymedia e' diversa da quella effettivamente presentata dall'ing. Malacalza nel corso della riunione del 10/11 ottobre.

''E' particolarmente grave che circoli un documento (che reca l'intestazione ''Malacalza Investimenti srl'') diverso da quello consegnato al Consiglio - continua il comunicato - sia perche' non reca tale intestazione sia perche' il contenuto e' diverso, e quindi non a disposizione della societa' e dei suoi consiglieri''.

VITTORIO MALACALZA E MARCO TRONCHETTI PROVERA IN TRIBUNA ALLO STADIO MEAZZA

Sul contenuto della dichiarazione a verbale e in particolare alle critiche espresse dall'Ing. Vittorio Malacalza in merito all'operazione di emissione del prestito obbligazionario exchangeable, Camfin precisa che, ''a espressa richiesta del presidente di mettere a disposizione il parere tecnico menzionato nel predetto atto di citazione avanti il Tribunale di Milano, affinche' il Consiglio potesse prenderne atto ed esaminare le argomentazioni tecniche ivi illustrate, l'ing. Malacalza si e' rifiutato di mettere a disposizione il parere, impedendo cosi' al Consiglio di esaminare le argomentazioni tecniche a supporto della contrarieta' alla proposta operazione espressa dai Consiglieri Vittorio Malacalza, Davide Malacalza e Antonio Castelli.

Non si puo' considerare un parere tecnico la lettera di UBS menzionata nella ''dichiarazione a verbale Ing. Malacalza'' che e' un documento di sole due pagine nel quale, oltretutto, si precisa che tale lettera e' rilasciata esclusivamente a beneficio di Malacalza Investimenti S.r.l., che Camfin non puo' fare affidamento su questa lettera e comunque la lettera non prevede alcun impegno di UBS''.

Inoltre, con riferimento alla notizia apparsa sulla stampa, secondo la quale i consiglieri Vittorio Malacalza, Davide Malacalza e Antonio Castelli avrebbero altresi' presentato denuncia alla Procura della Repubblica di Milano in relazione alle predette deliberazioni consiliari del 10 agosto 2012 e del 29 agosto 2012, Camfin precisa che nella stessa riunione del 10-11 ottobre 2012, come risulta dal verbale, l'ing. Vittorio Malacalza, a domanda sulla veridicita' della notizia, ha affermato che tale esposto non e' stato ''per il momento'' presentato e che, d'altra parte, non intende effettuare una smentita.

SEDE UBS

Camfin rende noto poi che oggi ha provveduto a trasmettere copia della bozza di verbale della riunione del 10-11 ottobre 2012 alla Consob; cosi' come ha trasmesso a Consob copia dei verbali della riunione del 10 agosto 2012 e del 29 agosto 2012, tenuto conto che i consiglieri Vittorio Malacalza, Davide Malacalza e Antonio Castelli hanno impugnato avanti il Tribunale di Milano queste ultime deliberazioni consiliari trasmettendo copia dell'atto di citazione alla Consob; con riferimento alle delibere del Consiglio del 10 e 29 agosto 2012 la Societa' ribadisce quanto gia' ricordato con il comunicato stampa del 10 ottobre nel quale si e' data notizia che il Collegio Sindacale aveva gia' verificato la correttezza del procedimento di formazione della volonta' consiliare, confermata anche dal comitato di Controllo Interno.

Sempre con riguardo alle argomentazioni espresse contro l'emissione del Bond, Camfin fa presente che nonostante l'azione legale intentata, il successo con il quale e' stata accolta l'emissione obbligazionaria mostra che lo strumento e' stato apprezzato dagli investitori. E cio' conferma quanto espresso nel parere di un primario advisor finanziario, sulla scorta del quale la Societa' ha deliberato l'emissione, il quale gia' nella riunione del 10 agosto 2012 aveva concluso che l'operazione di emissione obbligazionaria exchangeable sotto piu' profili risulta vantaggiosa per la Societa' rispetto alla proposta di un aumento di capitale.

Tale parere e' stato poi confermato anche nella riunione consiliare del 10-11 ottobre 2012. Camfin ha dato mandato ai propri legali di valutare la situazione e di avviare in ogni sede tutte le opportune iniziative a tutela della Societa' e della riservatezza della documentazione societaria.

 

FASSINA, IL FORREST GUMP DEL PD - CHI È IL RESPONSABILE ECONOMICO DI BERSANI, CHE PENSA COME MARX

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Giancarlo Perna per "il Giornale"

Oltre alla grana di Matteo Renzi, il Pd ha quella di Stefano Fassina, il responsabile economico. L'uno spacca il partito da destra, l'altro da sinistra.

STEFANO FASSINA jpegFASSINA CONTESTATO DAL CORTEO ALCOA

Sono tutti e due un po' matti, col ciuffo ribelle, scassabiglie e pigliafondelli. Fassina non ha però il seguito di Renzi e, anche sul piano del curriculum, perde il confronto poiché ha già 46 anni, contro i 37 del sindaco di Firenze. Ma non è da escludere che presto colmi il distacco. Infatti, è dotato di una magistrale improntitudine che gli sta accelerando la carriera. Nonostante le sue idee rappresentino la quintessenza dell'antimodernità, il sinistrismo più ottuso, il ritorno al pansindacalismo operaistico anni Settanta, se ne impipa e va avanti per la sua strada.

Anzi, cavernicolo com'è, si proclama araldo dell'avvenire, contro i Monti, Tremonti, europei e americani, loro sì residui inutili del capitalismo morente. Insomma, guarda la realtà col binocolo rovesciato e ci si trova benone. Uno così, o lo mandi in Siberia - ma un nostalgico come lui fiorirebbe - o te lo cucchi tale e quale. È ciò che faremo perché ci è simpatico.

STEFANO FASSINA

L'ultimo a chiederne la testa, una settimana fa, è stato Enrico Letta, il compassato e prevedibile vicesegretario del Pd che essendo democristiano fino all'osso non sopporta il cripto marxismo di Stefano. A fargli girare le scatole, quattro colonne a firma Fassina sul Foglio dal titolo: «Rottamare l'agenda Monti», aspro attacco alla politica economica del governo. Letta, che è montiano come metà del Pd, è sbottato: «Si è passato il segno», che tradotto significa: «Cacciamo questo impiastro». Inutile dire che il novanta per cento dello scritto fassiniano è condivisibile, perché lo sfacelo Monti è sotto i nostri occhi. Basta asciugare le lacrime per vederlo.

SERENI FASSINA BINDI

Questo non significa, naturalmente, che preferiremmo Fassina al posto di quel che fu SuperMario. Stefano, come poi vedremo, è allievo di Vincenzo Visco, il famoso Dracula del Fisco, ed è della sua stessa pasta: detesta i ricchi, i beni al sole, le pensioni superiori al minimo. Ha già fatto sapere che risolverebbe il problema del debito pubblico con una supertassa. Perciò, è conosciuto nel suo stesso partito come «Mister patrimoniale».

BINDI FASSINA BERSANI

Le dimissioni di questo scavezzacollo sono state chieste numerose volte. A farlo, sempre i cosiddetti moderati del Pd, ex dc, laici o pci rinsaviti. Nel novembre 2011, per esempio, ebbero una reazione analoga a quella di Letta quando per la prima volta Stefano se la prese col governo Monti che, per essere appena nato, era ancora incolpevole. A inalberarsi fu la corrente del Pd detta liberal che ingiunse a Fassina di sparire perché le sue posizioni rispecchiavano le ali estreme - Cgil, Camusso e vendolismi vari - e non loro.

STEFANO Fassina

Una scaramuccia senza conseguenze. Quello che mi colpì in quella vicenda - se mi consentite il ricordo - non fu tanto l'attacco a Fassina, ma che a condurlo ci fosse Ludina Barzini, discendente dei due Barzini, grandi liberali veri, e ora agitatrice nel Pd di Bersani. Stefano, dunque, è uno che semina zizzania come respira, tanto che nel Pd lo chiamano Forrest Gump per il genio di dire la cosa sbagliata nell'ora più infausta.

PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI

Resta da sapere se impazza per conto proprio o abbia invece le spalle coperte. Nessun dubbio: è coperto. I pezzi da novanta del Pd, tutti di provenienza comunista, da Max D'Alema a Pier Luigi Bersani, non solo sono dalla sua parte ma lo imbottiscono del tritolo che ogni tanto fa scoppiare con un disegno preciso.

Enrico Letta

Stefano è il capo dei «giovani turchi» che sostengono il segretario Bersani. Il quale, pover'uomo, soverchiato dalle molte «anime» del partito, deve tenerle a bada per governarlo. A Fassina spetta il ruolo di mazziere. Do un paio di esempi. Se la concorrenza di Vendola, notorio antimontiano, diventa troppo forte, il Nostro spara a sua volta contro Monti in nome del Pd e copre Bersani a sinistra.

VINCENZO VISCO

Oppure, se Vendola se la prende con Renzi attirando a sé i trinariciuti che lo hanno in antipatia, subito Fassina attacca Renzi per respingere la manovra di inserimento di Vendola e ribadire che il Pd ha un solo caro leader, Bersani. So benissimo che sono follie. Se vi paiono incomprensibili, credetemi sulla parola: compito del Nostro è fare il paraninfo del segretario.

Fassina è il classico pollo in batteria del partito, di quelli che un tempo uscivano a frotte da Botteghe Oscure (la vecchia sede del Pci). Possiamo considerarlo un frutto tardivo o la primizia di una nuova generazione di cloni telecomandati da Largo Nazareno (la nuova sede del Pd). Romano di nascita, Fassina si è laureato in Economia nella milanese Bocconi, paradossalmente l'università del cuore dello sbertucciato Monti.

NICHI VENDOLA E PIERLUIGI BERSANI università bocconi

Ciascuno però è bocconiano a modo suo e secondo un condiscepolo, Stefano era «bocconiano sì,ma che occupava le aule». Nell'Ateneo guidava Sinistra Giovanile, l'ex Fgci degli universitari comunisti. Con la laurea, lo Stato consegnò Fassina al partito che ne ha completata la formazione, proprio come il Pci, negli anni '50, plasmava in proprio agitprop, funzionari e intellettuali organici. Ad adocchiarlo, sono Visco e Bersani, soci alla pari del think thank, Nens (Nuova Economia Nuova Società). È il laboratorio principe di ogni genere di tasse di cui Stefano è oggi il direttore scientifico.

Prodi e Ciampi

Condotto per mano dai due, fu poi introdotto nei santuari del potere. Dal '96 al '99 è stato al Tesoro come consigliere di Ciampi. Col governo del Cav, nel 2001, emigrò a Washington al Fmi dove restò un lustro. Qui firmò un paio di rapporti piuttosto liberisti che gli sono stati rinfacciati da sinistra ( Il Manifesto ) per ammonirlo a non riprovarci. In particolare, è stato preso di mira uno studio sullo Zambia in cui era auspicata per il Paese africano la massima flessibilità sul lavoro, la stessa che Stefano aborre per l'Italia. Più che peccato di gioventù, era normale opportunismo di un giovanotto che, sia pure di sentimenti comunisti, stava facendo carriera nel cuore dell'Occidente.

BERSANI E MONTI A CERNOBBIO

Rimpatriato, tornò con naturalezza all'età della pietra. Entrò nello staff di Visco, viceministro del Prodi II, e contribuì con tutta l'anima ad alzare la pressione fiscale di due punti in due anni (2006-2008). Con il ritorno del Cav a Palazzo Chigi, il gruppazzo dei suoi creatori ex comunisti, compiaciuti dei suoi orientamenti statolatri, lo ha imposto responsabile economico del Pd. Fassina ha ora un'ambizione: battere culturalmente liberismo e mercato per sostituirli, si presume, con la maestà dell'Erario e piani decennali (di decrescita).

A Roma, il 14 settembre, Stefano ha riunito per la prima volta, e in gran segreto, una task force di giovani economisti della sua stessa fede per gettare le basi della rivoluzione neomarxista. Ha già programmato, con i medesimi soggetti, altre riunioni a porte chiuse. L'auspicio, accomiatandoci da lui, è che perda la chiave.

 

IN MOSTRA L’AUTOMOBILE DELL’ATTENTATO A WOJTYLA - PANICO TOTALE PER I BERLUSCONES

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1- Domani mattina alle 11,30, nel Padiglione delle Carrozze dei Musei Vaticani, verrà messa in mostra l'automobile dell'attentato di Ali Agca a papa Wojtyla.

ENRICO MENTANA MICHELA ROCCO DI TORREPADULA WOJTYLA DOPO L ATTENTATO (SOPRA LA SUA TESTA LA SPIA DELLA STASI ESTERMANN)

2- Ieri seri il gran maestro dell'orror Dario Argento attovagliato al ristorante Eleonora d'Arborea con bella gnocca. Non carne sanguinolenta per lo specialista del brivido ma pesce crudo.

3- Per Chicco Mentana week end familiare al parco con Michela Rocco di Torre Pendula.

4- Il nuovo totoscommesse in Transatlantico, forse per scacciare le ansie di fine legislatura, è su quanti chili perderà il satrapo di Anagni Franco Fiorito con la dieta Regina Coeli. C'è chi giura che sarà battuto il record dei 50 chili persi da Lele Mora...

FRANCO FIORITO

5- A proposito di fine legislatura, è il panico totale nella fila di quel che resta del Pdl. I deputati meno svegli si sono resi conto solo ora che se, come sembra, solo un terzo dei seggi sarà assegnato con listino bloccato, e il resto con preferenze o collegi, significa che dei circa 90 deputati stimati ad oggi come possibili eletti nella lista del Banana (ad essere generosi, secondo tutti i sondaggi) solo una trentina avranno il seggio pressoché assicurato, per gli altri sarà un terzo al lotto. E i deputati attuali del gruppo sono 209. Un fuggi fuggi, secondo i bene informati, che ricorderà l'evacuazione del Titanic quando scoprirono che le scialuppe non bastavano per tutti...

CARLO DE ROMANIS POLVERINI ANNAGRAZIA CALABRIA FESTA OLYMPUS jpeg

6- Gli addetti ai livori dicono che in privato Annagrazia Calabria l'abbia presa proprio male la storia delle sue foto durante i festini vestiti da antichi romani pagati dalla Regione. Proprio lei che per un'intera legislatura cercava sempre di essere così seriosa e con una punta di sarcasmo verso alcune deputate di Forza Gnocca considerate troppo "leggere"...

ENRICO MATTEI

7- Ora che il Priapo di Palazzo Grazioli ha ufficialmente annunciato il ritiro, sta a vedere che avevano ragione le lingue biforcute dalle parti del Colle, che davano come ipotesi di buonuscita per il Banana quella della nomina a senatore a vita prima delle elezioni di primavera...

GIULIO TREMONTI

8- Chissà perché per leggere i testi di Enrico Mattei alla Camera, martedì prossimo alle 11 alla presenza di Nonno Napolitano, Giuseppe Recchi, Paolo Mieli, Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini, Paolo Mieli, in occasione delle celebrazioni dell'ex presidente dell'Eni, è stato scelto proprio Neri Marcorè...

9- Se tanto mi dà tanto, chissà cosa si aspetta dalle elezioni Giulietto Tremonti, considerando che la sua lista elettorale "Lavoro e libertà" su Facebook piace solo a 243 persone, neppure quanto totalizza di solito la più piccola pizzeria di provincia...

MONICA MONDARDINI ARIANNA HUFFINGTON CARLO DE BENEDETTI LUCIA ANNUNZIATA

10- Lucia Annunziata? Una settantenne a rischio rottamazione. A dirlo e' la stessa conduttrice di "In mezz'ora", che intervistando il segretario del Pd Pierluigi Bersani confonde date e compleanni. I due hanno poco più di un anno di differenza (lei del '50 e lui del '51) ma la Annunziata sembra non saperlo e con un pizzico di piaggeria: " caro Bersani, lei che ha dieci anni meno di me....."

PRIMO PIANO DI ANTONIO PREZIOSI

11- Seppellito sotto una valanga di "no". Non e' sempre detto che una telefonata allunga la vita. In 110 hanno risposto picche all'appello che il direttore di Radiouno Antonio Preziosi ha ossessivamente rivolto a ciascun redattore della sua testata. L'assemblea della testata doveva votare sull'operato del suo direttore, e già venerdì sera il risultato era chiaro: sfiducia.

Non e' servito a nulla nemmeno il voto dei precari, che tutto devono al direttore "ex berluscone", capitanati dalla sua "fida" Susanna Lemma, e neppure la corsa disperata con tacco14 di Marcella Rossi, che ha lasciato il suo posto di picchetto al Quirinale per sostenere Preziosi.

benigni roberto jpeg

12- - I giornali scrivono che forse Benigni tornerà in Rai per una serata nel periodo di Natale. Due ore di programma durante le feste, nemmeno confermato. Un po' poco rispetto al vuoto pneumatico di tutto l'anno. Oltre Celentano, il servizio pubblico si è lasciato sfuggire anche Olimpiadi e Paralimpiadi, Formula uno, Moto Gp, trasmissione in chiaro degli highlights dei gol della serie A e tanto altro. Che fanno Tarantola e Gubitosi? Sembra che, nel miglior stile Seconda Repubblica, sappiano dare solo la colpa ad altri...

ferilli

13 - Da "La nuova Ferrara": "In molti si sono già dimenticati dei danni e della difficile situazione post terremoto in Emilia. Ma non Sabrina Ferilli che sabato 27 ottobre alle 17:00 è stata invitata dal Sindaco di Cento Piero Lodi alla cerimonia di ringraziamento per tutti coloro che stanno aiutando la città a rialzarsi nell'ambito dell'iniziativa " Diamoci la mano" che si terrà al Palazzetto dello Sport della città.

Sabrina ha sostenuto in modo importante la ricostruzione di una chiesa del comune. L'iniziativa di solidarietà sarà sottolineata dalla creazione di una testimonianza concreta che rimarrà nel luogo dove è stato attivo il più affollato campo di accoglienza della provincia: un grande pannello in creta con le impronte degli ospiti omaggiati da una creazione dello scultore Adelfo Galli della Scuola di Artigianato Artistico del Centopievese.

Passera al telefono

14- Jena per "la Stampa" - Gli italiani sono attanagliati dalla suspence, Passera non ha ancora deciso se presentarsi alle elezioni.

15- Brano della conversazione di Alessandro Piperno con Bernardo Bertolucci pubblicata da "la Lettura - Corriere della Sera" - [...] Se hai così paura di staccarti, cosa provi quando finisci un film?
«Ricordo l'ultimo giorno di riprese di Ultimo tango. Eravamo sopra il ponte di Passy quando dissi: "Ragazzi, il film è finito". Allora Marlon si sporse sulla Senna facendo finta di volersi buttare. Tutti corsero a fermarlo. Lui voleva sdrammatizzare. Quando finisco un film nuovo, provo un senso di pienezza a dir poco imbarazzante, che cerco di nascondere a tutti gli altri che si salutano con i visi tristi. Senti il bisogno di nasconderlo e di esorcizzarlo. Pensa che l'ultimo giorno di lavorazione di Io e te ho chiesto di essere truccato da donna. Alla fine sembravo una vecchia bagascia giapponese. Poi ho detto a tutti: "Vedete? Sono come Sean Penn. Più mi trucco più divento virile". Era un modo come un altro per far ridere la troupe e per ringraziarla dopo l'ultimo ciak».

ENRICO GHEZZI BERNARDO BERTOLUCCI

16- "La Minetti? Fu sbagliato candidarla. Ma era in una relazione di grande confidenza e simpatia col premier. Questo succede nei partiti carismatici". Lo dice Gabriele Albertini, europarlamentare Pdl, a La Zanzara su Radio 24. Perchè il segretario Alfano non la incontra per chiederle le dimissioni, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo? "Bah, forse in un incontro privato la Minetti potrebbe convincere Alfano a non dare le dimissioni. E' una tentatrice, la Minetti". "Io devo chiamarla collega - dice ancora Albertini - ma la vedrei bene in un film di Tinto Brass, un porno molto soft. Ecco, in un film di Brass la vedrei volentieri".

Berlusconi E MINETTIALFANO AD ATREJU

 

“PAPA LUCIANI NON FU UCCISO” - LO DICE IL MONSIGNORE CHE CURA LA SUA CAUSA DI BEATIFICAZIONE

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Fabio Marchese Ragona per http://stanzevaticane.tgcom24.it/

Tra due giorni, il 17 ottobre 2012, sarà il centesimo anniversario della nascita di Papa Luciani, Giovanni Paolo I, scomparso dopo soli 33 giorni di pomtificato. Mercoledì, il postulatore della causa di beatificazione di Albino Luciani, Mons. Enrico dal Covolo, rettore magnifico della Pontificia Università Lateranense, consegnerà al Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, il Card. Angelo Amato, una prima parte della positio, ovvero di tutta la documentazione raccolta sulle virtù eroiche, sulla vita e sul presunto miracolo compiuto da Giovanni Paolo I.

PAPA LUCIANI

"Vengono fuori delle novità interessanti", dice a Stanze Vaticane - Tgcom24 Mons. dal Covolo, " emergono nuovi dettagli sullo stato di salute di Papa Luciani e, grazie alle testimonianze (167 persone sentite) e ai documenti medici raccolti, la conferma definitiva che scagiona qualsiasi sospetto di morte indotta".

Mons. dal Covolo dopo queste novità quale sarà il prossimo passo?
Giorno 17 consegneremo la positio, da lì riprenderà il processo sul miracolo e sono convinto che entro poco tempo, non sappiamo di preciso ancora quanto, il Papa sarà beato. Tutto è appeso a fili molto sottili, bisogna esser prudenti!

Esser prudenti è l'invito che le è arrivato anche dal Papa?
Papa Benedetto XVI che ho incontrato qualche settimana fa mi ha confermato di esser molto contento per questo passo in avanti verso la beatificazione e mi ha invitato alla prudenza. Lui sostiene con forza questa causa, con affetto e attenzione. Ha dato una benedizione speciale.

Perché Giovanni Paolo I diventerà beato?
Lo diventa perchè è il pastore buono che ha dato la sua vita senza risparmio per la santa Chiesa. Nonostante lo stato di salute precario, l'accettazione del pontificato da parte sua è stato eroico.

ENRICO DAL COVOLO

È stato comunque un Pontefice molto amato, definito "Papa del Sorriso"...
Nonostante gli appellativi dei fedeli, devo dire che non sempre ha incontrato l'amore della gente: era una persona molto rigorosa su ciò che riguarda la dottrina della fede, non transigeva affatto e vari episodi della sua vita lo dimostrano (come quando da Vescovo di Vittorio Veneto portò via il Santissimo dal tabernacolo dalla chiesa di Montaner dopo che la comunità di fedeli - diventati poi scismatici ortodossi - aveva, per protesta, impedito al parroco da lui nominato di insediarsi in parrocchia - cfr. M. Roncalli, Giovanni Paolo I, Edizioni San Paolo).

don Enrico Dal Covolo

"Noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. E' papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuol farci solo del bene, a tutti", disse Papa Luciani durante l'Angelus del 10 settembre 1978. Anche per questa affermazione venne molto criticato...
Per la elaborazione della positio questa affermazione ê stata esaminata dai nostri consultori con molta attenzione perchè estrapolata dal contesto poteva apparire poco ortodossa...

E a che conclusione si è giunti?
Oggi possiamo dire che c'è certezza che il Papa si espresse in modo corretto. Dio è Padre, ma ama i suoi figli con le viscere materne, il che appartiene alla tradizione biblica (vedi il cantico del Benedictus). Dio quindi ci ama come un padre e allo stesso tempo con l'affetto che darebbe anche una madre!

RATZINGER E WOJTYLA

Dicevamo era un Papa rigido sulla dottrina ma allo stesso molto umile...
Sì, era un suo tratto distintivo. Ricordo che da Patriarca di Venezia fu invitato ad un pranzo in una parrocchia; a tavola gli versarono il vino, lui in genere beveva pochissimo, bagnava solo le labbra, invece questa volta finì tutto il bicchiere. Dopo un po' si accorsero che al posto del vino avevano versato dell'aceto. "Eminenza", gli dissero dopo il pranzo in disparte, "non si è accorto che era aceto?". E lui rispose: "È vero, anche a me era sembrato aceto". Quella volta bevve tutto senza fiatare per evitare che il parroco che lo aveva invitato facesse brutta figura. Copriva spesso le mancanze degli altri in silenzio, ovviamente tranne che sulla morale cattolica!

Un carattere buono insomma...
Era sempre stato così, io l'ho conosciuto quando era sacerdote a Feltre, era coetaneo di mio zio e si conoscevano molto bene... Lui poi veniva spesso a casa di mia nonna perchè lei si confessava con Don Luciani. Noi bambini eravamo molto presi, affascinati da questo pretino giovane. Voleva insegnarci a giocare a scacchi o a dama, ma non ci riuscì: eravamo un po' troppo monelli per quei giochi!

Il papa a Fatima

E poi da grande si è ritrovato a seguire la sua causa di beatificazione...
Sì, e quando sono stato nominato dal Papa rettore della Lateranense ho dovuto abbandonare le cause dei salesiani che seguivo (tra queste ho tenuto soltanto quella di Jan Tyranowsky, il laico salesiano, guida spirituale di Giovanni Paolo II sepolto a Cracovia che portò avanti l'iniziativa del rosario vivente). Oltre a questa causa, ho chiesto ovviamente di tenere anche quella di Papa Luciani proprio per una questione di affetto, per il legame con questa figura e soprattutto per far andare avanti per bene il processo di beatificazione. Un cambio di postulatore avrebbe di certo rallentato tutto l'iter per la consegna della positio.

Dalla positio vengono fuori anche novità sull'incontro tra Albino Luciani e Suor Lucia di Fatima?
Non ci fu nessuna profezia sul pontificato o sui 33 giorni, fu un incontro cordiale e molto semplice. Lo stesso Card. Bertone ha detto più volte che Suor Lucia non pronunciò mai quelle parole. È tutta una bufala!

 

 

DOPO AVER TANTO DIBATTUTO, ALLA FINE L’INGHILTERRA CONCEDE ALLA SCOZIA IL REFERENDUM SULL’INDIPENDENZA

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Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"

DAVID CAMERON E ALEX SALMOND FIRMANO PER IL REFERENDUM SULL INDIPENDENZA SCOZZESE

Senza acrimonia e come vecchi amici, David Cameron e Alex Salmond si sono stretti la mano a Edimburgo per ratificare il patto che porta dritto al referendum per l'indipendenza della Scozia: si voterà nell'autunno del 2014 e si esprimeranno anche i sedicenni. La posta in gioco è sicuramente storica ma il premier britannico e il leader scozzese si sono comportati come due gentiluomini evitando di drammatizzare e trovando un punto di mediazione.

SCOZIA LIBERA

Cameron ha dovuto cedere sia sulla data (avrebbe preferito anticiparlo per non dare tempo alla propaganda secessionista di acquisire proseliti) sia sull'allargamento della base elettorale (le percentuali dei giovani favorevoli al distacco da Londra sono in crescita). Salmond, che è il numero uno dello Scottish National Party, si è invece piegato sul quesito che sarà uno solo e secco: si o no al Regno Unito. Gli sarebbe molto piaciuto inserirne un secondo, una sorta di scappatoia, sui maggiori poteri da devolvere a Edimburgo: se non separazione, più devoluzione.

POLITICI SCOZZESI PER L INDIPENDENZA

Furbo e abile, Alex Salmond sa infatti che la maggioranza dei suoi concittadini e compatrioti è nazionalista ma non indipendentista, che vuole più autonomia ma non l'addio traumatico. Con due quesiti referendari avrebbe comunque vinto la partita. Con un quesito, e per giunta tanto chiaro, la scommessa di Salmond diventa un azzardo. Ma lui confida: anche alle elezioni nel 2011 era dato per perdente, poi nelle ultime settimane mise al tappeto laburisti, liberaldemocratici, conservatori, la schiera degli «unionisti», e vinse nella sua Scozia divenendone «First Minister».

SCOZIA INGHILTERRA

Il referendum sarà completamente «made in Scotland». Londra e Edimburgo per qualche settimana hanno alzato un po' la voce sul diritto scozzese di organizzare la consultazione lasciando Westminster fuori dai giochi. E alla fine il compromesso è stato che il Parlamento britannico approverà una legge che «garantisce a Holyrood» (la vecchia residenza dei monarchi scozzesi) «il potere di tenere un referendum sull'indipendenza con un'unica domanda».

BANDIERA INGLESE E BANDIERA SCOZZESE

Cameron e Salmond hanno siglato l'accordo quadro ma l'organizzazione e la data (probabile l'ottobre 2014) saranno di competenza esclusiva delle autorità scozzesi. Due anni di campagna elettorale sono lunghi e i toni per provare a cancellare gli «Atti di Unione» del 1707 si accenderanno.

DAVID CAMERON E IL PREMIER SCOZZESE ALEX SALMOND

Per il momento prevale il fair play. David Cameron sottolinea che «questa era la decisione giusta da prendere», la maggioranza degli scozzesi ha dato la preferenza a un partito che insisteva per la consultazione e «io faccio in modo che si svolga e sia legale». Alex Salmond parla di «passo decisivo nel viaggio verso l'autogoverno di una florida, progressista e indipendente Scozia». Le intenzioni di voto per la separazione non superano a oggi il 32/35 per cento.

SONDAGGIO PER L INDIPENDENZA SCOZZESE

Abbasso Londra, viva Londra. Alex Salmond porta a casa il referendum che aveva promesso ma se perde si ritrova con un pugno di mosche in mano: che farà dopo? David Cameron, sulla carta, ha la prospettiva di passare alle storia (evento poco probabile) come l'ultimo premier del Regno Unito. Ed Miliband leader laburista ha pure di che preoccuparsi perché, se la Scozia (bacino di consensi per il suo partito) se ne va, a Westminster lui si ritrova una maggioranza tory per altri 30 anni. Sarà un referendum interessante per molte ragioni, storiche e politiche. Tranquilli i Windsor: i secessionisti hanno giurato che non abbandoneranno il Commonwealth e che Elisabetta manterrà la posizione di capo di Stato. Comunque finirà: God Save the Queen.

 

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