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LA FINE “AGRODOLCE” DELLA SOAP DI BEN HUR MINOLI (CHI PAGA? LA RAI O LA EINSTEIN?) - L’ARMA CAMBIA DA ’REGIONE’ A ’LEGIONE’ E UNA LETTERA COSTA 8 MLN € - ENTI DI RICERCA, LA CARICA DEI 150 DI MARIASTREGA - A FIRENZE UNA FONTANELLA FIRMATA STAINO - BRUNETTA, NOZZE CHARITY - LO SCARSO FEELING TRA FRATTINI E LA STAMPA ESTERA - LA POLVERINI SBAGLIA MATRIMONIO - SE GLI UCCELLI S’INCAZZANO PER IL MOSE - PIERFURBY SFOTTE IL GENERALE SPECIALE: PRIMA PORTAVI LE SPIGOLE ORA NON HAI NEANCHE UN SIGARO DA OFFRIRMI...

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A cura di Enrico Arosio e Primo Di Nicola per "L'espresso"

MINOLI GIANNI

1. ATTORI SENZA STIPENDI, PER MINOLI ESTATE AGRODOLCE...
Su "Agrodolce", la soap opera voluta da Giovanni Minoli, sembra essersi abbattuta una maledizione. Dopo i buoni risultati della prima serie, la fiction prima ha visto il blocco dei finanziamenti della Regione Sicilia, poi i litigi tra Rai e la società di produzione, la Einstein. Dopo vari tira e molla, tutto sembrava essersi risolto: grazie a 22 milioni di budget, lo scorso novembre attori e registi avevano ripreso a girare. Ma a febbraio tutto s'è fermato: da allora circa 200 lavoratori non ricevono più lo stipendio, i set sono stati chiusi.

Di chi è la colpa? Secondo la Rai non è successo nulla: è la Einstein che deve pagare. Per i produttori Josi e Olcese, invece, è la Rai a non aver pagato le fatture dovute. "Da ottobre non ci dà più un euro. Ma il programma andrà avanti, sarebbe una follia chiudere "Agrodolce 2"", spiegano dalla Einstein. Che punta il dito anche sul modello produttivo: "Dovevamo fare una soap opera, qualcuno ha voluto fare "Ben Hur". I costi sono troppo alti, e la macchina ci è esplosa in mano". Chissà cosa ne pensa Minoli, che di sicuro ha puntato sulla qualità. E. F.

2. L'ARMA NON SENTE REGIONI...
Il cambio di una "R" con una "L" nella denominazione dell'Arma dei Carabinieri è costato allo Stato 8 milioni di euro. Era il giugno del 2009 quando il comandante generale Leonardo Gallitelli annunciò l'intenzione di modificare la denominazione "Regione Carabinieri" in "Legione Carabinieri". Più tardi, il 30 giugno, Antonio Rugghia del Pd presentò un'interrogazione per conoscere i costi dell'operazione.

LUCA JOSI

"Tra carta intestata, buste, e timbri", ipotizzava il parlamentare, " gli oneri saranno tra i 5 e i 7 milioni". Sbagliava. Il 30 marzo scorso, dopo due anni, è arrivata la risposta del sottosegretario Giuseppe Cossiga, che non ha fatto cifre. Ma una fonte qualificata interpellata da "l'Espresso" ha indicato i costi necessari all'adeguamento in ben 8 milioni di euro. S. N.

3. TIRO AL PORCELLUM...
Il referendum contro il "Porcellum" ha tempi lunghi e incerti. Ma c'è un'altra strada che viene percorsa a Milano da un gruppo di avvocati guidato da Aldo Bozzi: quello di una causa contro il premier e il ministero dell'Interno. Gli articoli della legge contestati sono gli stessi che verrebbero abrogati dal referendum, cioè quelli che impediscono di esprimere un voto di preferenza e consentono ai partiti di far eleggere i deputati da loro nominati. Sotto tiro pure il premio di maggioranza senza quorum che attribuisce il 55 per cento dei seggi.

PIPPO MARRA e il Generale Gallitelli

Nel marzo scorso, Bozzi e colleghi hanno visto rigettata la loro istanza. Ma il 20 giugno hanno fatto ricorso in appello, contestando al giudice di primo grado di non aver risposto a tutti i quesiti e di aver travisato una sentenza della Corte Costituzionale favorevole ai ricorrenti.
La speranza di Bozzi è che "la Corte d'Appello rimetta il quesito alla Corte Costituzionale", affinché quest'ultima possa esprimersi sulla legittimità del "Porcellum". V. G.

4. FIRENZE, UNA FONTANELLA FIRMATA STAINO...
A due anni dal suo insediamento a sindaco, Matteo Renzi ha riservato un'estate di novità per i turisti. Non solo il centro storico proibito alle auto, ma anche una fontanella in piazza Signoria dalla quale sgorga acqua fresca, gassata e gratuita. La prima in Italia in una piazza storica. "I turisti non sono polli da spennare", scrive il sindaco su Facebook, ricordando i due gelati venduti a una coppia di tedeschi a 27 euro.

MATTEO RENZI

Ma la fontanella in ferro in stile liberty installata da Publiacqua, l'azienda idrica toscana partecipata da Acea, accanto alla statua del Biancone ha suscitato non poche critiche. "Utile, ma bruttina", ha ammesso lo stesso sindaco. Così Erasmo D'Angelis, presidente di Publiacqua, è corso ai ripari, affidando al vignettista e architetto Sergio Staino il compito di disegnare una nuova fontanella. Sarà una buona idea? Si vedrà. "A Firenze l'acqua non è tutto", brontolano i fiorentini: "A noi piace anche il bello". M. LA.

5. ENTI DI RICERCA, LA CARICA DEI 150...
Una dozzina di presidenze e una ventina di posti nei cda è il pacchetto di nomine a disposizione del ministro Mariastella Gelmini per rinnovare gli enti di ricerca. Tra le poltrone da assegnare quelle di Ogs, Istituto di alta matematica, Area di Trieste. E quelle ora occupate da nomi importanti come Enzo Boschi all'Ingv e Antonino Zichichi al Centro Fermi. All'Agenzia spaziale italiana l'uscente Enrico Saggese dovrà vedersela con Simona Di Pippo, già all'Esa.

La procedura dovrebbe concludersi a metà luglio, e circa 150 sono le candidature tra cui si contano anche quelle per la guida del Cnr dell'ex ministro prodiano Luigi Nicolais e di Marcello Pera, già presidente del Senato. La prima selezione dei nomi tra cui il ministro sceglierà verrà fatta da un comitato guidato da Francesco Salamini del Max Planck e composto anche da Fabiola Gianotti del Cern e dal confindustriale Pasquale Pistorio. L. B.

MARIASTELLA GELMINI

6. PARLAMENTO IN CIFRE...
145.000.000 di euro, a tanto ammontano i costi militari italiani per la guerra in Libia. L'Italia è impegnata con 14 aerei e due navi nell'imposizione della "No Fly Zone" e dell'embargo navale. In totale, l'intervento Nato è costato 1.3 miliardi di euro e il nostro Paese è il quarto per spese sostenute. Gli Stati Uniti sono al primo posto con 505 milioni, poi la Gran Bretagna con 343, la Francia con 174, l'Italia con 145, la Spagna con 75, la Danimarca con 30, la Svezia con 30, il Canada con 26, il Belgio con 20.

7. BRUNETTA SPOSO A FIN DI BENE...
Saranno i fotografi di "Chi", il settimanale di gossip diretto da Alfonso Signorini, a immortalare le nozze di Titti (Giovannoni) & Renato (Brunetta), domenica 10 luglio a Ravello ("Brunetta's list", "l'Espresso" n. 26). Stavolta, però, la decisione non nasce da quello che, ai tempi di Arrigo Benedetti, Camilla Cederna avrebbe chiamato "il lato debole" del ministro, ma da un atto di beneficenza: i 25 mila euro concordati per l'esclusiva saranno devoluti da Brunetta alla Fondazione Operation Smile che s'impegna per la cura dei bambini con gravi malformazioni al volto.

8. STORICI SENZA VINCOLI...
Ambientalisti sul piede di guerra contro il ddl Sviluppo approvato in Parlamento. L'articolo 4 comma 16 nasconde infatti una modifica al Codice dei beni culturali con cui viene innalzato da cinquanta a settant'anni il limite dopo il quale i beni immobili dello Stato diventano patrimonio artistico. Tradotto: gli edifici realizzati fra il 1941 e il 1961 non sono più sottoposti alla tutela applicata sinora.

TITTI E BRUNETTA

Se entro 90 giorni le Soprintendenze non si opporranno, gli immobili potranno essere modificati o trasferiti agli enti locali (secondo i principi del federalismo demaniale) o alienati. Un'eventualità indirettamente confermata dall'inserimento in un decreto che reca "disposizioni urgenti per l'economia". P. Fa.

9. ITALIA - GERMANIA, SUMMIT SUL LAGO...
Un lago, due capi di Stato, una platea di giovani: l'estate per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è ancora lontana, l'agenda è fitta di impegni ma almeno una giornata lontana dalle beghe della politica italiana ci sarà. Un'occasione dedicata a sfide e prospettive per l'Europa, musica per le orecchie di un vecchio europeista come il capo dello Stato.

L'appuntamento è per l'8 luglio sul lago di Como: nello scenario di Villa Vigoni, a Menaggio, Napolitano, con il presidente tedesco Christian Wulff, discuterà del futuro dell'Europa con una delegazione di studenti italiani e tedeschi. Il presidente Wulff sarà in Italia già il 7 luglio, con tanto di concerto della Deutsche Kammerphilharmonie di Brema in piazza del Campidoglio, per restituire a Napolitano la visita del febbraio scorso a Berlino. Da sempre consacrata al feeling Italia-Germania la cornice di Villa Vigoni: l'ultima volta, nove anni fa, i presidenti protagonisti furono Carlo Azeglio Ciampi e Johannes Rau. Altri tempi, per l'Italia e per l'Ue. VE.P.

10. CRISI ITALIANA, POLITICA IN GIOCO...

L'Italia rischia di finire come la Grecia e il Pdl gioca. Dal 14 al 17 luglio Beatrice Lorenzin ha organizzato sul lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, le Governiadi. Sottotitolo: "giochi di ruolo della politica", un role game con deputati, ministri, giornalisti ma anche studenti universitari, divisi in squadre che si sfideranno su occupazione, gestione del decoro urbano e riforme costituzionali. Non mancherà il "partitone del secolo", deputati contro sindaci, prove di abilità, gara oratoria e, naturalmente, degustazioni di prodotti locali. S. AN.

11. FRATTINI NON HA BUONA STAMPA...
Il ministro degli Esteri Franco Frattini alla sala stampa estera? I corrispondenti stranieri in Italia ormai non ci sperano più, dal momento che per ben due volte avevano avuto rassicurazioni dalla Farnesina per un meeting con il ministro, poi puntualmente annullato. Evidentemente il governo italiano non ha problemi di immagine all'estero. Oppure ne ha troppi. M. L.

12. DOPO IL REFERENDUM, L'AGENZIA UNA LEGGE SE LA PORTA VIA...
Il referendum ha spazzato via il piano nucleare del governo Berlusconi, ma l'Agenzia per la sicurezza nucleare resta ancora in piedi. Un'anomalia costosa per un Paese che ha appena deciso di rinunciare all'atomo. È quello che pensa Antonio Di Pietro. L'Italia dei Valori ha così presentato una proposta di legge per sciogliere l'Agenzia e destinare incombenze e compiti rimasti sul campo dopo la consultazione popolare al ministero dell'Ambiente e a quello dello Sviluppo economico.

BEATRICE LORENZIN

Ma il presidente Umberto Veronesi non ci sta: "Io non ho nessuna voglia di dimettermi", sostiene, "d'altra parte non è che noi, finché non abbiamo centrali, siamo più sicuri di chi abita a Lugano, dove invece le centrali ci sono". A. Ro.

13. POLVERINI FUORI STRADA...
Matrimonio con scivolone (involontario) per Renata Polverini. Due settimane fa la presidente della Regione Lazio era stata invitata a celebrare le nozze civili di una sua collaboratrice ad Anguillara, in provincia di Roma. Al momento di raggiungere il luogo del ricevimento sul lago di Martignano, distante alcuni chilometri, la governatrice ha però sbagliato festa e si è ritrovata al party di un'altra coppia.

Con grande sorpresa dei novelli sposi e dei loro invitati all'apparizione dell'inaspettato ospite. Per la Polverini qualche foto, strette di mano e poi ripartenza, stavolta verso la festa giusta. La colpa? Dei due vigili urbani mandati a farle da apripista e che hanno clamorosamente sbagliato obiettivo. V. S.

14. LE CONSEGUENZE DEL MOSE, ANCHE GLI UCCELLI POTREBBERO ARRABBIARSI...
Cambiamenti profondi per le abitudini dei volatili, tanto da metterli in grandissima agitazione. Anche questo potrebbe succedere quando si alzeranno le paratoie del Mose, che debbono fermare l'acqua alta a Venezia. E allora è bene studiare a fondo la loro incidenza "sulla vita degli uccelletti". Chi ironizza, ma non troppo, è il presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta, che aggiunge, serio: "Si deve avere senso di responsabilità nella spesa dei fondi pubblici".

FRANCO FRATTINI

Lo studio sull'arrabbiatura dei volatili non costa infatti quanto il mangime per i canarini: "Cinque milioni l'anno, per trent'anni", precisa il presidente. Ed è stata deciso e stanziato dal governo italiano su indicazione della Commissione europea. Anche se il sindaco di Venezia "non ha nemmeno i soldi per sistemare i bagni delle scuole elementari". A quanto pare è importante sapere se il piovanello dalla pancia nera potrebbe soffrire per le barriere, perché se in Laguna gli uccelli, nel loro piccolo, s'incazzano, sono guai seri. P. T.

15. UN SIGARO SPECIALE...
"Da quando non comandi più la Guardia di Finanza non hai neanche un sigaro da darmi. Prima, invece, ti facevi portare le spigole...": è la battuta che Pier Ferdinando Casini lancia a Montecitorio a Roberto Speciale, l'ex comandante generale della Gdf e deputato Pdl finito sotto inchiesta penale (ancora in corso) e contabile (prosciolto) per aver fatto trasportare con aerei militari pesce fresco da Pratica di Mare alla scuola di Predazzo (Tn), dove soggiornava con alcuni ospiti. Il leader dell'Udc era alla disperata ricerca di un sigaro. B. C.

16. FECONDAZIONE DEMOCRATICA...
Un referendum tra gli iscritti sulla procreazione assistita: si è parlato anche di questo all'ultima direzione del Pd. La richiesta arriva da alcuni blogger e militanti, fra cui la scrittrice Cristiana Alicata e Mina Welby, nonché dal deputato Sandro Gozi. Dal referendum, secondo i richiedenti, i democratici dovrebbero ricavare la linea ufficiale del partito sul tema e le eventuali modifiche da proporre alla legge in sede parlamentare. C. C.

 


SOGNO DI UN GOLASSO DI MEZZA ESTATE - A CHI INTERESSA LA COPPA AMERICA SE NON VA IN SCENA ARGENTINA-BRASILE? LA MADRE DI TUTTE LE SFIDE CALCISTICHE: NON C’È STATA UNA GUERRA CHE HA ALIMENTATO ODIO E RANCORE (COME INGHILTERRA-ARGENTINA), NON C’È UNA STORIA DI RISCATTO DEGLI EMIGRATI (COME ITALIA GERMANIA) - IN SUDAMERICA QUESTA PARTITA È UN DANNATO AFFARE D’ORGOGLIO SENZA ESCLUSIONE DI COLPI (COME QUANDO GLI ARGENTINI DOPARONO IL BRASILIANO BRANCO A ITALIA ’90)…

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Beppe Di Corrado per "il Foglio"

messi vs brazil

A nessuno interessa la coppa America. Comincia un torneo che si chiude in una partita e che diventa evento solo se quella partita c'è. Perché non conta nulla: né chi partecipa, né chi vince, né i giovani che ci faranno vedere. C'è Argentina- Brasile e basta. Quarti, semifinale, o finale. Non è importante il momento del torneo, l'importante è che ci sia. E' l'incrocio che cambia il destino della Coppa.

ARGENTINA VS BRASIL

E' tutto, è la sintesi del pallone globale: coinvolge due scuole di pensiero e di pallone, tiene dentro la serie A, la Liga, la Premier League, la Bundesliga, racchiude l'identità doppia del Sudamerica fatta di indigeni e colonialisti, di autoctoni e immigrati, parla di calcio e poi di altro: vita, società, politica, futuro. Argentina-Brasile è il godimento massimo. Forse non c'è derby di Nazionali più importante, popolare e intrigante di questo. Italia-Germania conta per noi e per i tedeschi, Inghilterra-Argentina ha un valore simbolico da una trentina d'anni, Portogallo-Spagna è una sfida da cortile di casa.

Argentina-Brasile è di più. Il calcio oltre il calcio senza uscire dal calcio: non c'è stata una guerra che ha alimentato odio e rancore, non c'è una storia di riscatto degli emigrati da un paese all'altro. E' una rivalità calcistica che dopo s'è trasformata in sfida totale. Nasce sul campo, nasce dall'idea stessa di calcio e dalla sua interpretazione. Non c'è nulla che accomuni l'idea di pallone dei brasiliani e quella degli argentini.

C'è la passione identica, sì. Poi c'è uno sviluppo proprio e simmetricamente opposto rispetto all'altro. La coppa America comincia venerdì prossimo a La Plata: Argentina-Bolivia è la partita. Ventitré giorni in attesa che si materializzi l'incrocio che tutti vogliono, che tutti aspettano, che tutti sanno essere l'unico motivo per cui il torneo abbia un senso. Non esiste Sudamerica senza Brasile- Argentina. E' come il pane e frittata senza pane e frittata, per dirla alla Rocco Papaleo. E' il nulla.

Vuoto il torneo e vuota anche l'estate dell'unico anno dispari degli ultimi quattro che abbia un senso. Perché la coppa America interrompe l'agonia di chi sente di non poter vivere senza pallone anche quando non ci sono mondiali ed europei. Argentina-Brasile è una libidine, come l'ha definita qualche tempo fa Ricardo Romani: "Se ami il calcio, ci sono poche libidini più intense di un Brasile-Argentina. Al termine di tre settimane di gare sovente mediocri, la sfida tra queste scuole tira una mano di vernice brillante sull'edizione venezuelana del torneo fatta di buone intenzioni, molta propaganda politica, e un livello organizzativo da Olimpiade a Riccione.

COPA AMERICA IN ARGENTINA

Il bello di questa finale è che non si parla più degli assenti (Kaká eccetera). E' l'Argentina- Brasile dei ventenni, Messi da una parte, Robinho dall'altra. Chi sta meglio si porta casa coppa e onore. Soprattutto l'onore perché in Sudamerica questa partita è un dannato affare d'orgoglio. Obbligatorio schierarsi, con preferenza per i brasiliani, se non altro per la storica spocchia degli argentini che annunciarono la prima sfida contro i carioca, anno 1914, con l'edificante titolo di giornale: ‘Arrivano i macachi'.

La parte nera del Continente, predominante, sa con chi stare, anche se l'eterno dubbio (meglio Pelé o Maradona?) non si scioglierà mai". Era il 2007, cioè l'ultima coppa America prima di questa e sembra non essere cambiato molto: il simbolo dell'Argentina è sempre Lionel, quello del Brasile è diventato Neymar. Ventenni allora, ventenni oggi. Facce e persone non fanno la differenza in una sfida che alimenta i sogni del mercato da quando esiste. Di tutti i motivi che trasformano questo incrocio possibile nell'unico evento vero di tutta la Coppa America, quello delle facce nuove da vedere, scoprire, osservare è il migliore: finora chi ha visto giocare Ganso? Eccolo, il momento.

E non va bene Brasile-Cile o qualunque altro match della Coppa: serve il confronto con l'Argentina, serve la sfida delle sfide, lo scontro pallonaro-idealeculturale- passionale-politico-economico che c'è ogni volta che scendono in campo queste squadre. Sono due mondi calcistici diversi, sono il bianco e il nero, sono l'opposto che guarda l'altro e si ricongiunge al centro. E il centro è il pallone.

Questa è una rivalità anche ideologica che dura quasi un secolo e coinvolge tutto il mezzo continente sudamericano. Perché è una questione di amicizie e antipatie. I cileni odiano gli argentini, per esempio. Uruguaiani e peruviani, invece, detestano i brasiliani. Allora si dice, si mormora, si accavallano storie su storie. Io faccio un favore a uno per danneggiare l'altro, oppure io gioco alla morte per aiutare i miei amici. Argentina-Brasile, in ordine alfabetico, non toglie mai. Aggiunge. Sempre e da sempre.

L'ha scritto il Corriere della Sera qualche tempo fa: "La storia comincia il 20 settembre 1914, in amichevole, con trionfo argentino: 3-0. Una settimana dopo, si rigioca a Buenos Aires per la Copa Roca, ideata per mettere di fronte le due nazionali e stavolta vince la Seleção (1-0): segna Rubens Sales e in squadra c'è Arthur Friedenreich, classe 1892, padre tedesco, madre mulatta, attaccante capace di segnare in carriera più gol di Pelé: 1.329. La prima volta in coppa America finisce invece in parità: 1-1.

BRASILE VS ARGENTINA

E' il 10 luglio 1916 e nessuno immagina che il Brasile si trascinerà un complesso di inferiorità terribile: trova nella finale della coppa gli argentini per otto volte e perde sempre. La svolta arriva alla nona puntata: 25 luglio 2004, a Lima, l'Argentina è in vantaggio (2-1) e pensa di avere ormai vinto. Invece Adriano, al 47' della ripresa, trova il pareggio e il colpo che mette al tappeto gli argentini: disperati e increduli perdono ai rigori.

Bisogna aspettare il 30 giugno ‘74 per vedere finalmente Argentina-Brasile in un Mondiale. Si gioca ad Hannover: gli argentini hanno eliminato (con la Polonia) l'Italia nella prima fase, ma vince la Seleção (finirà quarta), molto lontana nel rendimento da quella magnifica che aveva vinto la Coppa Rimet nel ‘70. È pallido anche il confronto del ‘78: l' Argentina che deve arrivare a tutti i costi in finale si accontenta dello 0-0. Quattro anni dopo, 1 luglio ‘82, la squadra di Telé Santana, con Falcão e Junior, Toninho Cerezo e Socrates, Zico e Eder chiude l'avventura di Maradona e compagni e le basta un pari per arrivare in semifinale. Invece verrà travolta dal ciclone Paolo Rossi.

Nell'ultima sfida mondiale si consuma il dramma del Brasile, che esce di scena negli ottavi: Torino, 24 giugno ‘90, Caniggia, lanciato da Maradona, scappa via in contropiede. Fine dell'avventura di Lazaroni in panchina. Sono ventun anni che questo derby non si gioca in un mondiale. Due decenni: il calcio è cambiato, la rivalitò no. E' come se fosse sempre Argentina-Brasile, anche quando non c'è.

E' una sfida di fatto: il solo pensiero che si possa essere tiene in allarme tutti. Quella partita di Torino, poi, non è mai davvero finita. Torna ciclicamente nei ricordi, riemerge dal passato di un odio capace di qualunque cosa. C'è la storia di Branco che non s'è chiusa. Lui, il terzino che giocò nel Genoa e che il mondo ricorderà per le sue punizioni, subito dopo la partita tirò fuori questi concetti: "Gli argentini mi hanno drogato. Mi hanno fatto bere un Gatorade tarocco, aveva un sapore strano, l'ho bevuto e mi sono sentito male. Hanno cercato di ammosciarmi, mi hanno rimbambito, lo volete capire o no?". Aveva fatto sorridere il mondo: bella scusa, avevano pensato.

BRASILE VS ARGENTINA

Persino il presidente della Federcalcio brasiliana, Jorge Salgado, lo aveva trattato come un mezzo cialtrone: "Macché droga, Branco stava male per lo stress. Ricorso alla Fifa? Non credo proprio...". Il calcio dei Paoloni, invece, è esistito anche lì. L'avvelenatore, però, non era un portiere indebitato e un po' fuori di testa. L'abbiamo scoperto nel 2004, quattordici anni dopo: Branco fu drogato, davvero.

Aveva chiesto da bere alla panchina argentina e davvero gli fu data una bottiglietta speciale riservata ai brasiliani di passaggio. Davvero accadde ciò che Branco raccontò a fine partita: "A un certo punto si è avvicinato alla panchina l'argentino Olarticoechea che ha fatto per bere da quella bottiglietta. Maradona gli ha gridato: no, prendine un'altra". L'ha raccontato Diego, non una fonte misteriosa e oscura. L'ha fatto nel 2004, in tv, durante lo show "Mar de Fondo" sul canale argentino TyC Sports.

In studio c'erano anche Ariel Ortega e Gabriel Omar Batistuta come ospiti. Maradona ha aggiunto dettagli: "I brasiliani venivano a bere alla nostra panchina. Quando è venuto Branco gli ho detto ‘Valdito bevi pure' e lui si è scolato tutta l'acqua. Poi è venuto anche Olarticoechea e allora gli ho gridato ‘no, no, da quel bidoncino no' . Da quel momento Branco, stralunato, tirava le punizioni e stramazzava a terra. Qualcuno aveva messo nell'acqua un Roipnol'".

BRASILE VS ARGENTINA

Era un sedativo, esattamente come per i giocatori della Cremonese. Solo che all'epoca non c'era in ballo una partita della Lega Pro, ma un ottavo di finale Mondiale. Le lamentele del terzino brasiliano arrivarono in sala stampa. Chiesero anche a Diego e lui lo umiliò: "Spero di bere acqua miracolosa così vinceremo sempre. Cerchiamo di essere seri". Lui era serissimo, d'altronde. Così serio che se l'è tenuto dentro quattordici anni quel segreto. In ballo c'era il mondiale e poi il mondo.

Due cose simili eppure diverse. Perché Argentina-Brasile è ancora di più. Il calcio ha fatto da apripista a una sfida che è diventata complessa e complessiva. Oggi di fronte ci sono due paesi che vivono il loro modo di stare sul pianeta in maniera molto differente: l'Argentina si lecca ancora le ferite della crisi economica che ha stravolto la sua identità sociale e finanziaria; il Brasile si gode il momento di massimo splendore e rigoglio economico della sua storia. I due mondi opposti, però, una volta sono stati molto vicini.

BRASILE CONTRO ARGENTINA

E' successo sei anni fa: Brasile e Argentina siglarono all'Onu una alleanza inedita il cui obiettivo era dividersi un seggio nel Consiglio di sicurezza. I due maggiori paesi del continente annunciarono un'ampia cooperazione in politica estera, che avrebbe dovuto sfociare in decisioni e posizioni congiunte alle Nazioni Unite. Un rappresentante argentino sedeva nella delegazione brasiliana all'interno del Consiglio di sicurezza.

All'epoca, Rocco Cotroneo scrisse così: "L'intesa era stata definita in un incontro tra i due presidenti, Luiz Inácio Lula da Silva e Néstor Kirchner. Le cancellerie hanno parlato di accordo "storico", che rappresenta solo "un primo passo" verso un'azione diplomatica comune. Alcuni osservatori esterni, soprattutto in Argentina, hanno espresso invece qualche dubbio. I due paesi non si sono impegnati a votare insieme su tutte le risoluzioni, né sarebbe facile prendere una decisione del genere a priori. Gli sviluppi futuri sono ancora nebulosi. Il modello però suscita interesse ed è un passo che stempera vecchie tensioni, sia in campo diplomatico che economico-commerciale.

L'elezione quasi contemporanea di due leader carismatici come Lula e Kirchner ha fatto ripartire da zero i rapporti tra i due paesi, che erano stati assai tesi negli ultimi anni. Entrambi i leader sono stati eletti su una piattaforma di orgoglio continentale: nessun allineamento automatico agli Stati Uniti, più grinta nelle richieste commerciali e, come primo obiettivo, il rilancio del Mercosur, l'unione economica che era sul punto di sfasciarsi". La politica meglio del calcio, oppure peggio.

argentina vs braSILE

Perché nessuno ha capito come possa legarsi l'idea di un accoppiata Argentina- Brasile se ogni sfida pallonara diventa pretesto per riaccendere un conflitto sociale e culturale che riposiziona i due paesi agli antipodi. Se non bastassero tutte le partite e tutti gli psicodrammi che si sono trascinati appresso in un secolo, allora ecco la rivalità Pelé-Maradona che ciclicamente torna ad attizzare il fuoco.

Ogni volta che parlano l'uno dell'altro finisce in rissa: è la sintesi perfetta dello straderby del Sudamerica. La Fifa, pensando di non far torto a nessuno, qualche anno fa ha sciolto il nodo decidendo di non decidere. Tipico. Nel 2003, a Roma, ha assegnato il premio al calciatore del secolo (il Novecento): il manuale Cencelli del pallone ha stabilito che i giocatori del secolo erano due. Perfetto: andate e moltiplicatevi.

Oppure: scannatevi, tanto poi ci pensiamo noi a risolvere tutto a tarallucci e vino. Il migliore per la gente che votava su Internet era Diego Armando Maradona. Il migliore, per i cosiddetti grandi elettori, era Pelé. Blatter non avrebbe potuto accettare che il rappresentante massimo dello sport che considera di sua proprietà sarebbe stato il suo peggior nemico. Allora tutti e due, tanto per tenere su quel duello infinito che è Argentina-Brasile. La Fifa fa il suo, sempre.

ARGENTINA VS BRASIL

Le federazioni aggiungono, i calciatori fanno il resto. Anche senza le sparate di Maradona e Pelé, l'incrocio che rende interessante la Coppa America è sempre un ring. L'ipotesi che la sfida possa arrivare in finale è un sogno per le televisioni ed è una tragedia per i commissari tecnici delle squadre: perdere significherebbe un'onta incredibilmente peggiore che l'eliminazione ai quarti o in semifinale.

Allora botte vere e botte metaforiche. Come in Perù. Alla vigilia della finale i due tecnici si presentarono con più scongiuri che tattiche. Parreira così: "Siamo qua per scoprire qualche faccia nuova per il futuro. Siamo sereni. La pressione è tutta su di loro. Noi siamo già contenti così". E Bielsa così: "Loro sono il Brasile, hanno storia e reputazione. Noi li attaccheremo, ma sono loro che rischiano di più".

ARGENTINA VS BRASIL

Più falsi di qualunque falso. La coppa America prevede anche questo, perché è diversa dal Mondiale. Lì c'è il pianeta che guarda, qui c'è un Continente e poi di riflesso tutti gli altri: non è la stessa cosa. Quando giochi nel cortile di casa non parli come quando giochi a Wembley, no? E per loro, per tutti in Argentina e Brasile, il Sudamerica è proprio il cortile. Il problema è che ognuno pensa che debba essere suo.

 

OBAMA? UN TESTA DI CAZZO! (NELLA TV USA NON SI ACCETTANO SGARBISMI) - IL GIORNALISTA MARK HALPERIN, firma del settimanale Time ed ex corrispondente della rete tv Abc, CONFIDA SUL “BEEP” CANCELLA-INSULTO E DÀ DEL CAZZONE AL PRESIDENTE: “KIND OF A DICK” - MSNBC CI METTE UN’ORA E MEZZA A SOSPENDERLO A TEMPO INDEFINITO MALGRADO LE SUE SCUSE: “NON DOVEVO DIRLO”…

Next: 1- A UN ANNO DAL BLITZ GIUDIZIARIO CHE RIPORTÒ RUFFINI IN SELLA A RAI3 CACCIANDO DI BELLA, I DALEMIANI PREPARANO LA VENDETTA. ALTRO CHE “STUPIDATA” (RUFFINI DIXIT): CASO ANNUNZIATA, IL CAVALLO DI TROIA PER ESPUGNARE L’ULTIMA ENCLAVE DEL VELTRONISMO 2- I BERLUSCONES IN CDA CAVALCHERANNO LA “RIVALSA PERSONALE” DI RUFFINI CHE DANNEGGIA UN PROGRAMMA DI SUCCESSO GIÀ PRESENTATO AGLI INVESTITORI, “IN MEZZ’ORA” 3- NOTE A MARGINE: IL RESPONSABILE PD CULTURA E INFORMAZIONE, IL BERSANIANO MATTEO ORFINI NON SOLIDARIZZA CON RUFFINI; IL NOME DI LUCY FIGURA NEL COMITATO DELLA DALEMONA ITALIANIEUROPEI. SE I DALEMIANI CONQUISTANO RAI3, SCATTA LA SOSTITUZIONE DI RUFFINI (VERSO LA7) CON LA PIDDINA, CARA A LADY LEI, MARIA PIA AMMIRATI 4- SANTORO A CANOSSA! \"SE LA RAI RIVUOLE ’ANNOZERO’ LO DICA E STRACCIO LA TRANSAZIONE\"
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Da "La Stampa.it"

MARK HALPERIN - OBAMA è STATO UN PO STRONZO

Uno dei giornalisti politici più noti d'America è stato licenziato dal programma televisivo dove era commentatore fisso (e stipendiato) per aver insultato Barack Obama. Mark Halperin, firma del settimanale Time ed ex corrispondente della rete tv Abc, stava partecipando questa mattina a una discussione su Msnbc dedicata alla conferenza stampa del presidente ieri quando ha definito Obama "kind of a dick", insulto traducibile più o meno come "testa di c****".

MARK HALPERIN

Il riferimento era al tono bellicoso preso da Obama nei confronti dei repubblicani, che accusava di voler far saltare il negoziato sul debito pubblico. Il programma, "Morning Joe", va in onda in diretta ma con un ritardo di sette secondi proprio per queste evenienze. Gli insulti di solito vengono coperti da un bip in regia, ma questa volta la parolaccia è passata, forse perché ai controlli c'era un producer neoassunto. "Non sapeva che bottone schiacciare", ha ironizzato il conduttore Joe Scarborough.

morning-joE

E così l'insulto al presidente degli Stati Uniti è andato in onda, peraltro accolto in studio da risate. Questo non ha evitato a Halperin di doversi scusare, sempre in diretta, pochi minuti dopo: "Non dovevo dirlo. Chiedo scusa al presidente e ai telespettatori".

Fonti di Msnbc hanno reso noto che subito dopo la fine della trasmissione alle 9 di New York c'è stata una riunione in proposito e che alle 10.30 Halperin è stato "sospeso a termine indefinito. Ci sforziamo di tenere il dibattito a un livello elevato e per affermazioni del genere non c'è posto nelle nostre trasmissioni".

Barack Obama

IL VIDEO DEL "KIND OF A DICK"
http://www.youtube.com/watch?v=Ro8YrPDQTm0

 

1- A UN ANNO DAL BLITZ GIUDIZIARIO CHE RIPORTÒ RUFFINI IN SELLA A RAI3 CACCIANDO DI BELLA, I DALEMIANI PREPARANO LA VENDETTA. ALTRO CHE “STUPIDATA” (RUFFINI DIXIT): CASO ANNUNZIATA, IL CAVALLO DI TROIA PER ESPUGNARE L’ULTIMA ENCLAVE DEL VELTRONISMO 2- I BERLUSCONES IN CDA CAVALCHERANNO LA “RIVALSA PERSONALE” DI RUFFINI CHE DANNEGGIA UN PROGRAMMA DI SUCCESSO GIÀ PRESENTATO AGLI INVESTITORI, “IN MEZZ’ORA” 3- NOTE A MARGINE: IL RESPONSABILE PD CULTURA E INFORMAZIONE, IL BERSANIANO MATTEO ORFINI NON SOLIDARIZZA CON RUFFINI; IL NOME DI LUCY FIGURA NEL COMITATO DELLA DALEMONA ITALIANIEUROPEI. SE I DALEMIANI CONQUISTANO RAI3, SCATTA LA SOSTITUZIONE DI RUFFINI (VERSO LA7) CON LA PIDDINA, CARA A LADY LEI, MARIA PIA AMMIRATI 4- SANTORO A CANOSSA! \"SE LA RAI RIVUOLE ’ANNOZERO’ LO DICA E STRACCIO LA TRANSAZIONE\"

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Pier Luigi Bersani

1- I DALEMIANI PREPARANO LA VENDETTA
Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"


La Rai dei paradossi. La sinistra televisiva si spacca, come mai era avvenuto prima, e su questo nodo nel Consiglio di amministrazione di giovedì 7 la maggioranza di centrodestra presenterà il conto a Paolo Ruffini, direttore di Raitre rimosso da Mauro Masi e reintegrato dalla magistratura del lavoro e da sempre maldigerito dall'area berlusconiana. Ieri sera c'era chi, in area centrodestra, parlava di atteggiamento «al limite dell'interesse privato in atti d'ufficio».

Descrivendo un Ruffini che, dopo l'intervista di Lucia Annunziata, si sarebbe offeso a tal punto da non cercare più mediazione con l'ex presidente della Rai. In particolare avrebbe pesato la frase di Annunziata a favore di Antonio Di Bella, per breve tempo direttore di Raitre e che lasciò l'incarico proprio quando Ruffini venne reintegrato.

Pier Luigi Bersani e D Alema

Ma secondo il centrodestra non può esserci offesa che possa impedire a una rete del servizio pubblico di condurre in porto una programmazione già presentata alla Sipra.
Chi è invece vicino a Ruffini descrive una reazione eccessiva di Annunziata durante la presentazione dei palinsesti alla Sipra. Nella cartella stampa non c'era la scheda del programma (presente però nei filmati). La giornalista lasciò la sala. Si parlò di incidente tecnico ma lì si accese la miccia che poi ha portato all'esplosione: con tanto di conseguenti accuse di «mafia a Raitre».

Ruffini è andato in effetti lunedì 27 al comitato editoriale ponendo un problema: Annunziata ci accusa di essere mafiosi, nessun funzionario vuole adesso occuparsi del programma, non sarebbe meglio spostarlo su Raidue? Ma la scelta del direttore di Raitre, che ha pochissimi precedenti nella storia della Rai (un responsabile di rete che propone lo spostamento altrove di un prodotto di successo) svela in tutta la sua chiarezza la spaccatura della «sinistra Rai».

WALTER VELTRONI Paolo Ruffini

Matteo Orfini, responsabile pd cultura e informazione, bersaniano, descrive una Rai che «precipita sempre più nel caos. Siamo di fronte a un'azienda che non sa trattenere e valorizzare i propri fuoriclasse». Non una parola, un distinguo su Raitre e su Ruffini, solo una «azienda»: tutti sullo stesso piano. I dietrologi della sinistra Rai spiegano che l'attuale leadership del Pd guarda sempre a Raitre come a un prodotto ancora «veltroniano», a partire dal suo vertice... Cosa accadrà giovedì 7?

2- SANTORO, SE CDA RAI RIVUOLE 'ANNOZERO' LO DICA E STRACCIO LA TRANSAZIONE...
(Adnkronos)
- 'Se il Cda rivuole 'Annozero' lo dica, io straccio la transazione e resto qui. Oppure torno da esterno, purche' smettano di vedermi come un'imposizione da malsopportare e mi vogliano con la necessaria autonomia. Il servizio pubblico resta sempre la mia prima scelta'.

Maria Pia AmmiratiLUCIA ANNUNZIATA

Parola di Michele Santoro che in un'intervista a 'Il Fatto Quotidiano', all'indomani della rottura delle trattative con La7, e alla vigilia del suo 60mo compleanno, racconta la sua verita' dei fatti e promette che in autunno tornera' in onda.

'Una cosa e' certa -afferma Santoro- o alla Rai, o a La7 o da qualche altra parte, noi in autunno saremo in onda. Continuare a esistere, magari su una piattaforma internet-digitale-satellite, anche 'senza il permesso de li superiori', sarebbe il coronamento della mia carriera'. Per il conduttore di 'Annozero' questo 'e' il momento della chiarezza, siamo alla scelta finale: se Rai e La7 non ci vogliono, dobbiamo essere noi a dire 'rivogliamo la Rai' e a riprenderci il servizio pubblico privatizzato dai partiti, di destra e di sinistra, che lo considerano terreno di conquista'.

E sulla retromarcia di La7, Santoro non ha dubbi: 'Evidentemente c'e' stato un intervento esterno per bloccare un acquisto importante per realizzare un terzo polo televisivo che poteva diventare dirompente per il duopolio Rai-Mediaset. Se Sky e La7 raccogliessero insieme la pubblicita' sarebbe un terremoto. Perche' Rai e Mediaset -conclude- sono due aziende in profonda crisi che si tengono in piedi l'una sulle debolezze dell'altra'.

santoro

 

IL BANANA INCORONA ANGELINO JOLIE ALFANO SEGRETARIO PDL: “ELEGGETELO PER ACCLAMAZIONE” - \"DOBBIAMO FARE UN PARTITO SERIO. BERLUSCONI È UN PERSEGUITATO, NON TUTTI LO SONO” - GLI EX FINIANI URSO E RONCHI APRONO: “È LA STRADA GIUSTA”, IL FINIANO GRANATA CHIUDE: “È IL VENTRILOQUO DI BERLUSCONI” - MINI MINOR MINETTI È LA PIÙ FOTOGRAFATA - IL SINDACO LEGHISTA SPEDISCE 20 KG DI MONNEZZA A DE MAGISTRIS: “SE VUOLE SMALTIRLA CHIEDA CONSIGLIO AI SINDACI DEL NORD”…

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1. ALFANO SEGRETARIO DEL PDL: 'BERLUSCONI RIVINCERA' NEL 2013'...
(Ansa.it)
- Angelino Alfano è stato nominato per acclamazione segretario del partito al Consiglio nazionale del PdL. Inzia la fase due del partito. Prossime tappe il rimpasto nel governo con la sostituzione del Guardasigilli ed il nodo della giustizia con il dl intercettazioni messo in calendario per questo mese. Berlusconi: 'E' la persona giusta, mai menzognero'

berlusconi incorona alfano segretario pdl

BERLUSCONI RIVINCERA' NEL 2013 - ''Non è un atto di debolezza confessare in pubblico l'emozione, ed io sono molto molto, molto emozionato". Queste le prime parole del neosegretario del Pdl Angelino Alfano, che mostra un manifestino elettorale, dove il Guardasigilli ha una fluente capigliatura, del 1994. "Me lo ha portato stamattina mio papà - dice con la voce rotta dalla commozione - ed è il santino della mia prima campagna elettorale, ero un ragazzo di 23 anni appena laureato a Milano, che era ritornato in Sicilia e lì voleva impegnarsi per amore di quella terra".

"Tra i nostri valori c'é la vita. Siamo laici e cattolici ma tutti noi crediamo che qualcuno possa dare e togliere la vita, ma quel qualcuno non è il Parlamento". Lo ha detto Angelino Alfano, nel suo primo discorso da segretario del Pdl.

Berlusconi rivincerà le elezioni del 2013. Non abbiamo bisogni di lasciti ed eredità. Costruiremo tutti insieme un grande partito, la prospettiva è quella del Ppe".

"La nostra è una sfida importante: riportare a votarci il popolo dei moderati italiani, che non se ne è andato a sinistra, è lì in attesa che noi diamo loro nuove buone ragioni per votarci". Lo ha detto il neosegretario del Pdl. "Due anni sono tanti, ma dovremo chiedere quel voto con orgoglio vincendo i pregiudizi, consapevoli delle nostre ragioni e dei loro torti, nel solco del Ppe. Se lo faremo rivinceremo le elezioni".

"Il nostro è un progetto serio di grande area che aggreghi moderati italiani alternativi alla sinistra e propongo una grande costituente popolare con chi è disponibile a camminare su questa strada e per questo progetto". Lo ha detto il neo segretario del Pdl aggiungendo: "Ora verranno fatte subito interviste ad esponenti del centro politico per chiedere qual è la loro risposta, ma noi non attendiamo risposte nel pomeriggio, questo é un processo politico importante e non un telequiz, non abbiamo bisogno di una decina di voti, abbiamo già avuto tante fiducie".

berlusconi incorona alfano segretario pdl

"Dobbiamo fare un partito serio". Da subito, perché "l'idea di una grande costituente popolare non vuol dire che intanto non ci organizziamo". "Presidente - ha detto rivolto a Silvio Berlusconi - lei ha sempre detto che il Pdl è un partito monarchico e anarchico. Ebbene, lei si è annoiato a fare il monarca, gli altri non si sono annoiati a fare gli anarchici", ha detto con una battuta, sottolineando d'ora in poi la necessità di "creare un meccanismo semplice semplice di regole e sanzioni". "Non è possibile - ha concluso - che uno cui non piace il candidato sindaco del Pdl si fa una lista 'Coca cola' e si candida da solo. Se vuole farlo, poi continua fuori dal Pdl".

"Sono convinto di avere servito bene le istituzioni con onore e con decoro. Ma ora per restituire" un pari impegno "al partito, sceglierò di dimettermi da ministro non appena il codice antimafia e la semplificazione dei riti saranno approvati". Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel suo discorso di insediamento da segretario del Pdl. "Scenderò senza rimpianti - ha aggiunto - dalla scaletta del volo di Stato per riprendere il cammino con voi su treni, macchine, autobus". Alfano ha sottolineato che prima di lui leader del centrosinistra non hanno fatto altrettanto, mantenendo incarichi di governo.

PREMIER PERSEGUITATO GIUDICI, NON TUTTI LO SONO - "Noi dobbiamo lavorare per il partito degli onesti. Presidente lei è stato un perseguitato dalla giustizia perché nell'94 lei aveva 58 anni e non è possibile che fino ad allora non era successo niente e poi quando è entrato in politica le è successo di tutto con riferimento al passato. Lei è un perseguitato, ma ho l'onesta di dire che non tutti lo sono". Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano nel corso del suo intervento al Cn del Pdl.

ELEGGETE ALFANO PER ACCLAMAZIONE - "Gli organizzatori del Pdl hanno previsto da statuto una votazione che prevede i due terzi" dei consensi, "ma io da presidente e fondatore del partito vi propongo l'elezione di Alfano con questo applauso" a "suffragio generale". Così il premier, Silvio Berlusconi, - chiamando vicino a sé il ministro della Giustizia - ha chiesto ai consiglieri del Pdl di investire Alfano nuovo segretario del partito evitando "burocrazie interne".

Granata e Bocchino

BERLUSCONI, ALFANO MAI MENZOGNERO, E' PERSONA GIUSTA - "Non ho dubbi che Alfano sia la persona giusta. Non ho sentito mai nessuna voce contraria alla decisione di eleggerlo segretario. Alfano non è una persona menzognera". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, intervenendo al Consiglio nazionale del Pdl.

'FAREMO RIFORMA GIUSTIZIA E INTERCETTAZIONI - "Non è un Paese civile quello in cui i cittadini quando alzano il telefono debbono temere che la conversazione sia violata e intercettata per poi andare sui giornali. Io credo che tutti noi sentiamo la compressione e la violazione della libertà e del diritto alla privacy che è una parte proprio del diritto alla libertà che è la nostra religione. Ecco perché presto approveremo la legge". Lo afferma il premier sottolineando la "indispensabilità" anche della riforma della giustizia.

'MD FA ABROGARE LEGGI' - "Quando viene promulgata una legge che non piace a Magistratura democratica e ai suoi pm questa viene impugnata e mandata alla Corte Costituzionale composta a maggioranza da giudici di sinistra e su insistenza e pressione di questi giudici viene abrogata una legge che era stata discussa e votata dal Parlamento, ho spiegato questo ad alcuni cittadini che mi hanno detto che allora è inutile andare a votare".

2. GRANATA, ALFANO E' IL VENTRILOQUO DI BERLUSCONI...
(ANSA)
- "Il guardasigilli Angelino Alfano è solo il ventriloquo di Berlusconi": lo afferma Fabio Granata, vice presidente della commissione antimafia. "Il suo richiamo ai valori risulta involontariamente esilarante, vista la platea e i comportamenti. Vedere l'onorevole Alfonso Papa - conclude il deputato di Futuro e Libertà - partecipare alla ovazione su 'regole e sanzioni' fotografa e sintetizza il nuovo corso".

3. URSO, ALFANO STRADA GIUSTA PER NUOVO CENTRODESTRA...
(ANSA)
- "Questa è la strada giusta per costruire un nuovo centrodestra". Così Adolfo Urso, deputato di Fli, commenta la proposta di Angelino Alfano di realizzare 'una grande costituente popolare per realizzare il Ppe in Italia'. "Spero che tutti facciano un passo in questa direzione - conclude Urso - per tornare a ragionare insieme come rinnovare e ricomporre il centrodestra, migliorare il bipolarismo e rafforzare il percorso riformatore".

ADOLFO URSO

4. RONCHI (FLI), BENE ALFANO SU PPE...
(ANSA) -
"La prospettiva della costruzione del PPE in Italia per riprendere lo spirito riformatore e di libertà del 1994 credo sia la strada giusta verso la quale incamminarsi". Così commenta l'ex ministro Andrea Ronchi le parole del nuovo segretario del PdL Angelino Alfano. "Il popolo dei moderati italiani, al quale abbiamo da sempre rivolto la nostra azione politica, credo, oggi più che mai, abbia necessità di nuovi punti di riferimento in grado di dare risposte puntuali e concrete. Credo - conclude Ronchi - che la costruzione del PPE in Italia possa essere il giusto strumento per dare le doverose risposte".

5. MICCICHE' ASSENTE A CN, AUGURI AD ALFANO MA IO NON SONO PIU' NEL PARTITO...
(Adnkronos)
- 'Auguro buon lavoro ad Alfano, perche' il Pdl resta sempre il mio primo alleato. Il mio auspicio e', infatti, che il Pdl possa godere di buona salute'. Gianfranco Micciche', leader di Forza del Sud e sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non partecipa al Consiglio nazionale del Pdl, perche' 'ormai non fa piu' parte del Popolo della liberta'', ma augura al neo segretario nazionale Angelino Alfano di lavorare al meglio.

'Non ho partecipato al Consiglio nazionale -spiega all'ADNKRONOS Micciche'- perche' non sono piu' del Pdl. Non c'e' nessun intento polemico, ma ormai da quasi un anno non sono piu' nel Popolo della liberta'. Essere oggi in via della Conciliazione per il Consiglio nazionale sarebbe stato anomalo'.

6. CN; NICOLE MINETTI LA PIU' FOTOGRAFATA...
(ANSA) - E' Nicole Minetti, la consigliera regionale della Lombardia, coinvolta nell'inchiesta sul caso Ruby, la più fotografata tra gli oltre mille esponenti del Pdl, giunti questa mattina all'Auditorium della Conciliazione di Roma per il consiglio nazionale del partito. Folta la schiera dei giornalisti e fotografi presenti davanti all'ingresso dell'Auditorium, dove hanno sfilato ministri e parlamentari. Ma chi ha più catalizzato l'attenzione degli obiettivi all'ingresso e all'uscita anticipata dalla sala è stata Minetti, che indossa grandi occhiali da sole e un vestito bianco, con gonna blu.

Ronchi e Bocchino

7. BERLUSCONI, MIO SUCCESSORE A PALAZZO CHIGI GUADAGNERA' DI PIU'...
(Adnkronos)
- "C'e' il rischio che il mio successore alla presidenza del Consiglio venga a guadagnare piu' del sottoscritto, che da' in beneficenza ogni mese, soltanto per questo titolo, 2.400 euro. Questo e' lo stipendio del presidente del Consiglio, lo dico perche' si pensa a cifre a straordinarie". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi, a proposito della parte della manovra dedicata alla riduzione dei costi della politica.

8. LA PADANIA, NIENTE SPAZZATURA NELLE REGIONI DELLA LEGA...
(Adnkronos)
- 'Niente rifiuti nelle Regioni della Lega'. E' il titolo della prima pagina della Padania, che ribadisce la posizione del Carroccio (ieri in Cdm ha votato contro il decreto) sull'emergenza rifiuti a Napoli. "Nemmeno un sacchetto della monnezza napoletana -scrive il quotidiano leghista- arrivera' nelle Regioni governate dalla Lega Nord. Il segnale forte e chiaro l'hanno mandato ieri gli uomini del Carroccio nel Consiglio dei ministri dove hanno votato contro il decreto che fa fronte all'ennesima emergenza rifiuti in Campania. Bossi, Calderoli e Maroni hanno detto un chiaro e netto no al trasferimento in altre regioni dell'immondizia partenopea".

NICOLE MINETTI A FORMENTERA

9. DA ASSESSORE LEGHISTA 10 CHILI DI 'MONNEZZA' PER POSTA A DE MAGISTRIS...
(Adnkronos) -
Dieci chili di 'monezza' spediti per corriere espresso questa mattina al sindaco di Napoli De Magistris. E' la provocazione, come riporta La Padania, dell'assessore leghista ai Servizi sociali di Albenga Eraldo Ciangherotti. "Se De Magistris non sa come fare ad eliminare la spazzatura e vuole imparare a far rispettare le regole, dia un colpo di telefono ai colleghi sindaci di tutta Italia e anche al nostro, Rosy Guarnieri: nel 2010 gli abitanti di Albenga hanno pagato la bellezza di 4 milioni e 800mila euro per la raccolta e il regolare smaltimento dei rifiuti".

"Se ogni comune si gestisce la sua spazzatura, lo faccia anche Napoli. Nessuno e' antinapoletano, ma cosi' facendo con i suoi continui appelli al governo centrale per obbligare le altre Regioni italiane a farsi carico della spazzatura di Napoli, De Magistris -conclude Ciangherotti- sta affondando la citta' partenopea in un ingiusto sentimento di antipatia da parte di tutta la popolazione italiana".

10. DI PIETRO A BERSANI, LAVORARE PER ALTERNATIVA A BERLUSCONISMO...
(Adnkronos)
- "Voglio lavorare per creare un'alternativa secca al 'berlusconismo', nell'ambito di un sistema bipolare, all'interno di una coalizione di centrosinistra, di cui vorrei condividere, e soprattutto far condividere dai cittadini, programma e responsabilita'". Lo dice, in una lettera a 'Il Fatto quotidiano', il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, che ribadisce di essere pronto a candidarsi a primarie "partecipate e trasparenti".

DE MAGISTRIS

Di Pietro torna sul colloquio di qualche giorno fa in aula alla Camera con Silvio Berlusconi, una vicenda per la quale dice di essere stato "crocifisso da molti colleghi o pseudo tali, che sono arrivati perfino ad accusarmi di essermi messo d'accordo con Berlusconi. Ma che c'azzecca, direbbe il vecchio Di Pietro...".

L'ex pm ripete di aver solo voluto sollecitare "il partito di maggioranza relativa e il suo leader ad esercitare tale ruolo. Sarebbe assurdo stare ancora fermi a guardare mentre il Paese brucia. Per questo abbiamo insistito e insistiamo affinche' anche noi del centrosinistra ci presentiamo ai nostri elettori con un nostro programma di governo, in cui spieghiamo cosa ci prefiggiamo di fare, con quali partiti della coalizione e con quale squadra di governo, senza rischiare di morire di inedia aspettando il messia del Terzo Polo".

 

“ANIENE” esonda (di nevrosi) - Corrado Guzzanti, una carriera di fortunati insuccessi - “Porto in scena il 10% di quello che immagino, ho i cassetti pieni di romanzi incompiuti fermi a pagina 13, di copioni meravigliosi per film mai fatti, di intuizioni portentose per personaggi che non avrò mai il coraggio di impersonare” - “DA RAGAZZO mio padre Mi considerava fallito. SABINA ERA QUELLA TUTTA OTTIMI VOTI, IO RIMANDATO IN TUTTI GLI ANNI DEL LICEO”…

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Luca Telese per "Il Fatto Quotidiano"

"La satira è una cosa strana, che viaggia nel tempo e nello spazio, con dei cicli storici ricorrenti da calendario Maya. Per esempio: chi l'avrebbe mai detto che dieci anni dopo aver creato la saga del massone, un giorno, avrei potuto togliergli il cappuccio e trovarci sotto la faccia di Bisignani? Con la P4 l'immaginazione, è stata superata dalla realtà".

Roma, quartiere Prati. Mi ritrovo davanti a Corrado Guzzanti per una intervista sospirata da un mese, e capisco che la distanza è solo una necessità di auto-protezione imposta dalla sua cortesia. Stiamo parlando da quasi due ore, e abbiamo passato al setaccio tutta la sua vita. Una miniera di aneddoti. A sentirla raccontata da lui, questa carriera è una collezione di fortunati insuccessi.

CORRADO GUZZANTI

Già. Perché Corrado, di persona, è l'esatto contrario del personaggio barbarico in cui è capace di trasformarsi. Non ha il ghigno di Umberto-Hannibal, l'aggressività supercafona del suo "Damme-‘a-cinque" Gianfranco Funari, la ferocia bonaria del suo mafioso festeggiatore del centocinquantenario di Cosa Nostra.

Ma non ha nemmeno l'abito insopportabile dei radical-chic capitolini. Lo guardi, alla scrivania dell'ufficio dove lavora, e capisci che le cento maschere estroverse della sua carriera si muovono nella vitalità dell'eccesso solo perché il vero Corrado sopporta il peso di tutte le loro potenzialità creative: "Porto in scena il 10 per cento di quello che immagino, ho i cassetti pieni di romanzi incompiuti fermi a pagina 13 , di copioni meravigliosi per film mai fatti, di intuizioni portentose per personaggi che non avrò mai il coraggio di impersonare".

Per monitorare il successo del suo Aniene, Aldo Grasso ha inventato l'Auditel "posticipato". E Sky sta battendo ogni record con repliche in onda quasi ogni giorno.

Te lo aspettavi questo successo?
Scherzi? Avevo accettato di fare una cosa a giugno pensando: bene che vada mi vedranno 20 mila persone così posso sperimentare in clandestinità. Invece...

CORRADO GUZZANTI IN "ANIENE"

Sembri deluso!
Al contrario, sono contento. Doveva essere una prova generale per vedere se potevo funzionare sul satellite (ero convinto di no!) è andata.

Costretto?
(Ride di gusto) Ormai sono un signore che invecchia, ho perso molte ambizioni e ansie della prima parte della mia vita...

Cosa c'è prima dell'era Rocco Smiterson?
(Sospiro) Da ragazzo ero un disastro, la pecora nera della famiglia. Sabina era quella tutta ottimi voti, io rimandato in tutti gli anni del liceo.

Non esagerare...
Università fuori corso, avevo dato metà degli esami, scrivevo quasi per disperazione, racconti e romanzi.

Salteranno fuori come dei meravigliosi inediti, allora.
Sono reperti dell'era cartacea, spero che sia andato tutto distrutto. Scrivevo con l'Olivetti di mio padre a macchina, partecipavo a bandi improbabili.

Le tue prime scritture comiche?
Autoparodie. Vivendo questa condizione esistenziale terrificante esorcizzavo l'angoscia facendomi il verso da solo.

La satira come auto-terapia?
Divenne un lavoro. Sabina li usò per dei provini, andarono benissimo, e mi ritrovai autore in un programma di Enzo Trapani, Non stop.

veltr93 corrado guzzanti

Arrivarono i soldi?
Una specie di vitalizio, la Siae. Mi concedevo botte di vita e andavo alla Standa a comprare i mutandoni.

Tuo padre, grandissimo imitatore occasionale, era soddisfatto?
Mi considerava fallito. Quando facevamo Avanzi scrisse una stroncatura sulla sua rubrica di tv della Domenica del Corriere...

Erano le prime grandi maschere!
C'era una parodia della Raffai, che all'epoca faceva Chi l'ha visto. E il primo Rocco Smiterson, che non avrebbe mai avuto successo, forse, se non fosse arrivata Mani Pulite. Tunnel è stata, forse, la trasmissione più bella che abbiamo fatto. Anche se io odio la diretta...

Dopo quell'acuto, il gruppo si ruppe.
Prima di qualsiasi editto, nel 1994, ci risposero gelidi: ‘Non ci interessano programmi, grazie'.

E tu?
Iniziai a fare teatro. Pensavo che la cosa più eccitante della vita fossero le camere d'albergo e le valigie. Ora soffro solo all'idea.

veltr01 corrado guzzanti fiorella mannoia

E poi arrivò Freccero.
Riunì la compagnia. Ci voleva a tutti i costi, per fortuna, e così sono nati l'Ottavo Nano, poi Pippo Chennedy show. Era una seconda serata, ma anche una terza, ci mandavano quando pareva a loro e noi ci scherzavano pure, in diretta.

Il caso Scafroglia è stato il più ambizioso di questi programmi, il primo tutto tuo.
Era quello che, a mio avviso, aveva l'architettura più complessa. Da lì è saltata fuori la micro serie che mi ha rovinato la vita: Fascisti su Marte...

Sei rimasto sepolto in una cava per tre anni!
Avrei dovuto scrivere una sceneggiatura vera: invece giravamo alla garibaldina: "Ahò, domenica che fai?". Poi magari a metà riprese Purgatori diceva: "Devo scrivere per il Corriere..."

Ti "studiano" tre generazioni.
È Youtube. Incontro ragazzi che quando facevo Avanzi non erano nati e che mi recitano a memoria battute che non ricordo più.

Dopo il film, il crollo.
Fermo quasi due anni. Stanchezza, qualche guaio personale. Torno in pista nel 2008 con Recital.

veltr53 rutelli mannoia corrado guzzanti

Una nuova vena creativa?
(Ride). No, mutuo da pagare.

Tutti ti volevano.
Io non recitavo più, ma ero tenuto in vita dalla programmazione Rai, che mi rimandava anche cento volte sul satellite.

Con maschere che non invecchiano: prendi Veltroni che fa il casting in cerca di leader, da Topo Gigio a Amedeo Nazzari.
Non è merito mio. Ma colpa dei politici che non cambiano mai.

Più facile parodizzare la Prima o la Seconda Repubblica?
La prima, non c'è dubbio. Come fai ad imitare Fini, che è tutto e nulla? È il politico da più anni sulla scena, ma non ha imitatore. Vuoi mettere De Mita?

Qualcuno di quei personaggi ti creò dei problemi...
Bossi, un putiferio. Quando andò in onda la prima volta ci pensò lui a ringhiare: ‘Questa gente non lavorerà più in Rai'. Fu profetico.

E chi si arrabbiò?
Berlusconi disse: ‘Che vergogna, che cattivo gusto!'. Bossi nel frattempo aveva avuto l'ictus.

SABINA GUZZANTIveltr105 corrado guzzanti

E tu?
Fui convocato da Petruccioli: ‘Ma ti rendi conto di cosa avete fatto?'.

Cosa gli avevi risposto?
‘Io nemmeno sapevo che sarebbe andato in onda'. Era vero!.

La satira è diventata un contropotere politico?
Ai tempi di Avanzi la parola non esisteva: si diceva comicità.

C'è differenza?
Berlusconi è riuscito in una immane operazione culturale: dividere il paese in due tribù che non hanno ragione di esistere.

C'è una relazione?
In questa realtà manipolata, i comici che prima abitavano una spazio terzo, sono diventati un pericolo, iscritti nella sinistra, considerati come dei nemici.

Voi fate supplenza nel vuoto della politica.
Il fatto che esprimessimo un legittimo sentimento di indignazione civile è stato usato per etichettarci.

La manifestazione contro la chiusura di Raiot è stato il primo girotondo. Entri in scena tu, boato. Eri diventato un contropotere.
Era accaduto senza che io lo volessi. Essendo repressa dal potere, la satira diventava un contropotere. Nel vuoto pneumatico della sinistra di questi anni, noi esistevamo.

E lì ti sei ritratto?
Prima di tutto io non so fare l'eroe civile. E poi, forse, non voglio. Un artista non si programma a tavolino. É se stesso, poi il mondo decide cosa fare di lui.

veltr94 corrado guzzanti

Come costruisci i tuoi tormentoni?
Non costruisco mai. Prendi ‘mbuti... Infilai la parola in uno sketch, e poi vennero intorno gli autori a dire: ‘Mica penserai che puoi abbandonarli, vero?'.

Quindi non controlli il meccanismo? Il ‘Gna famo?' Che avevi messo in bocca al tuo Funari diventò uno slogan politico...
Chi lo immaginava? Tafazzi, il pupazzetto che si bastona sulle palle è geniale perché è semplice. Come il "Ma-anche" di Crozza: mette nero su bianco quel che tutti sanno, ma nessuno capisce.

Il tuo finto messaggio referendario Rai era la cosa più vista su Youtube il giorno del voto!
È nato a questo tavolo, registrato con il microfonino: c'era la rabbia per aver visto il vero appello, che era grottesco.

Hai spostato consensi, vedi che ha ragione Berlusconi?
(Ride). Ti racconto un retroscena. Lo mostro in conferenza stampa. E poi mi chiama Andrea Scrosati, il vicepresidente di Sky Italia: "I nostri avvocati pensano che non possa andare in onda".

ojo 51 sabina corrado guzzanti mannoia dandini

Come mai?
La puntata cade di sabato, e potrebbe essere turbativa della tregua elettorale. Ero terrorizzato. Pensa se fosse accaduto in questa Rai.

E come è stata risolta?
Scrosati ha detto: "Farò finta di non aver capito...". Gli ho voluto bene. Ma, ovviamente, non c'era nulla di programmato da parte mia.

E la profezia dell'incappucciato?
Era cronaca, prima di Bisignani. Il Pdl sembra un dopolavoro per piduisti, le manovre coperte sono la regola, è quello che si vede a occhio nudo, ma viene celato dalla propaganda.

Stai ritagliando un dossier P4?
Sono cialtroni, pericolosi, ma non riescono a diventare drammatici. Sono più ridicoli di quelli che portiamo in scena.

Battuta.
Il nostro incappucciato dice: "Basta con la P3 e la P4. È ora di passare alla Q..."

Sottotesto satirico?
È serio: la gente avrà notato che dopo ogni P salta fuori una legge bavaglio?

Sconfinamento fra satira e indignazione di cittadino.
Il tormentone lo hanno già inventato loro. "Dov'è... 'ndo sta.. il reato?" Come se non esistesse colpa oltre la rilevanza penale. Ci vorrebbe un programma satirico settimanale per stargli dietro.

ojo 57 sabina corrado guzzanti mannoia dandini

Se tu avessi un mutuo variabile e fossi già alla canna del gas...
(Ride) Non è mica un obbligo!

Farai quattro puntate su Rai3?
L'ho letto. Ma non ne so nulla!

Allora farai questo programma di nuova satira su Sky?
Speravo che Aniene andasse male, e così non se ne parlava più. Ma se lo volessero davvero... Qualche cosa farò.

 

UN FATTACCIO HABER-RANTE - ALESSANDRO HABER, VISTO NEL FILM \"SHOOTING SILVIO\", DOPPIATORE PER \"ANNOZERO\", CACCIATO PER MOLESTIE SESSUALI! - DURANTE LE PROVE, DOVENDO INSCENARE UN BACIO, IL 65ENNE HABER AVREBBE FIONDATO LA LINGUA VERSO LA 19ENNE FIGLIA DI LAVIA E GUERRITORE - FINALE CON SCHIAFFI E CONTRO-SGANASSONI - HABER accusa: \"Sono oggetto di una strumentalizzazione finalizzata a dare pubblicità alla giovane attrice. La compagnia si è piegata alle richieste della potente famiglia Lavia-Guerritore \"...

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Maria Giulia Minetti per "la Stampa"

Il titolo che si potrebbe dare a questa storia è lo stesso del suo primo disco, Haberrante , solo che qui la vicenda è vera e di ironico, in quel che è successo, non c'è proprio niente. Quanto vera e quanto «quasi» vera si vedrà, i comunicati si rincorrono, ma intanto uno dei più importanti attori italiani, Alessandro Haber, è stato cacciato dal cast dell' Otello a pochi giorni dalla prima con un'accusa grave, infamante.

ALESSANDRO HABER - ATTORE SHOOTING SILVIOHABER HABEMUS FAME

«La Cooperativa Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna - si legge nel comunicato della produzione ha deciso di risolvere con effetto immediato il rapporto di lavoro con Alessandro Haber in relazione allo spettacolo Otello con regia di Nanni Garella, il cui debutto è previsto al Teatro Romano di Verona per il 13 luglio 2011. La risoluzione del rapporto con Haber è conseguenza dei gravi comportamenti tenuti nel corso delle prove dello spettacolo nei confronti di Lucia Lavia. Per tutelare con forza la sua dignità di giovane donna e di attrice, Lucia Lavia ha dato mandato al proprio legale, Avv. Francesco Brizzi, di presentare querela nei confronti di Alessandro Haber».

ALESSANDRO HABER E ANTONELLA

Potrebbe bastare, ma c'è di più. «La decisione della Cooperativa - va avanti il comunicato - è stata assunta in quanto i gravi fatti accaduti contrastano palesemente con le più elementari regole di deontologia professionale e con i principi di eticità propri della Cooperativa Nuova Scena».

E chissà se quei principi avrebbero retto anche davanti al rischio di dover rinunciare ad andare in scena, ma per fortuna sfacciata è risultato disponibile sul mercato Franco Branciaroli, come dire il meglio del meglio, momentaneamente disoccupato dopo i tre giorni di repliche monzesi di Processo e morte di Stalin . E per stra-fortuna, Branciaroli l' Otello l'ha già recitato, anni fa, e proprio con la regia del padre della «vittima» di Haber, Gabriele Lavia.

Lucia e Maria Lavia

Prima di mettere a confronto le versioni delle parti, è meglio riferire quelle dei testimoni, confuse, perché nessuno s'è reso ben conto di quel che stava succedendo, ma più o meno concordi. Le versioni dicono che il giorno 22 giugno, durante le prove, dovendo per esigenze di copione baciare Lucia Lavia/Desdemona, Alessandro Haber/Otello non abbia, com'è l'uso, finto il bacio, ma si sia dedicato, per così dire, a un approccio più realista, al che la giovanissima Lucia (non ha ancora compiuto vent'anni), infuriata e offesa, ha reagito con uno schiaffo.

MONICA GUARRITORE CON FIGLIE MARIA E LUCIA LAVIA - Copyright Pizzi

Il sessantacinquenne Haber ha replicato con la prontezza di un ragazzo schiaffeggiandola a sua volta e coprendola di insulti. E' dovuto intervenire Jago, l'attore Maurizio Donadoni, per sedare il tumulto. Dopodiché Lucia Lavia ha lasciato la scena giurando: mai più con Haber.

Gabriele Lavia e Monica Guerritore

Parlare coi protagonisti risulta pressocché impossibile. Spento il cellulare di Lucia, acceso invece quello di Haber, che la sua versione avrebbe una gran voglia di raccontarla a voce, ma viene stoppato dal suo avvocato: abbiamo stilato un comunicato. E' guerra di comunicati, dunque. E di contrastanti versioni. Sostiene l'avvocato Francesco Brizzi, legale di Lucia Lavia, che «la parte di Alessandro Haber c'è stato un approccio eccessivo. Eccessivo da parte di un uomo di 65 anni nei confronti di una ragazza di 19». Verrà presentata una querela, ha comunicato il legale.

pzpers60 gabriele lavia premio persefone

A chi gli ha chiesto se si sia trattato di molestia sessuale, l'avvocato s'è rimesso alla valutazione del magistrato. Ma il veleno sta in coda al comunicato, dove si sostiene che l'episodio deflagrante non è «unico», bensì la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo settimane di analoghi comportamenti «eccessivi» sopportati non solo da Lucia Lavia, ma anche da «altri attori e tecnici». Difficile pensare che Haber abbia voluto baciarli tutti, più facile che l'insinuazione si riferisca a esplosioni verbali, contumelie, insulti.

Alessandro Haber - Copyright Pizzi

Diversamente molesto, insomma. Lui però s'infischia delle accuse collaterali e, tramite i suoi legali, risponde andando diritto al punto. «Non vi è mai stato alcun comportamento scorretto o tentativi di baciare l'attrice Lucia Lavia con intento differente da quello di dare vita e corpo al mio Otello - puntualizza orgoglioso -.. Come sempre stavo unicamente cercando di fornire un'interpretazione del mio personaggio, del tutto in linea con il mio ruolo di attore e di interprete. La mia era esclusivamente una interpretazione creativa non colta dall'attrice».

E accusa il potentissimo clan Lavia-Guerritore: «Sono oggetto di una strumentalizzazione finalizzata a dare pubblicità alla giovane attrice. La compagnia si è piegata alle richieste della potente famiglia». La questione, in fondo, è quella vecchissima della linea di confine tra vita e arte. Alessandro Haber, sembra di capire, la traccia molto più in là di Lucia Lavia. D'altra parte, che bisogno c'è di immedesimarsi così tanto? «Basta recitare», suggeriva Laurence Olivier.

 

CHAVEZ C’AVEVA UN TUMORE - IL PRESIDENTE VENEZUELANO PARLA DA CUBA E ANNUNCIA AL POPOLO DI ESSERE STATO OPERATO DI CANCRO - UN COCKTAIL DI REGIME, COMUNISMO, CATTOLICESIMO, POPULISMO: “E’ STATO FIDEL CASTRO A DIRMI CHE AVEVO UN TUMORE. HO INIZIATO A PREGARE IL SIGNORE GESÙ, LA VERGINE, AFFINCHÉ POTESSI PARLARVI” - MA NON DICE SE E QUANDO TORNERÀ, E A CARACAS È GIÀ INIZIATA LA LOTTA PER IL POTERE (NON SOLO FIDEL, ANCHE LUI C’HA UN FRATELLO CON LE FREGOLE)…

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1- IL VIDEO IN CUI CHAVEZ ANNUNCIA DI ESSERE STATO OPERATO PER UN TUMORE (SI SEGNALA L'INTRO, PER RICORDARE COSA VUOL DIRE DAVVERO VIVERE IN UN REGIME)...
http://www.youtube.com/watch?v=moXw_hiPUHc

FIDEL E RAUL CASTRO VISITANO CHAVEZ IN OSPEDALE A CUBA


2- VENEZUELA: CHAVEZ OPERATO PER UN TUMORE CANCEROSO - PARLA IN TV,'ORA CONDIZIONI SODDISFACENTI,SONO ALLA GUIDA PAESE'...

(ANSA) - Hugo Chavez è stato sottoposto ad "un intervento che ha permesso l'estrazione totale di un tumore canceroso": lo ha annunciato lo stesso presidente in un discorso trasmesso dall'Avana dalla rete venezuelana Telesur, nel quale ha assicurato che sta guarendo e di essere alla guida del paese. Nell'intervento, Chavez - 56 anni, da dodici al potere - ha raccontato dettagliatamente i suoi problemi di salute e i due interventi chirurgici ai quali si è sottoposto a L'Avana nei giorni scorsi.

CHAVEZ A VENEZIA

Il 'leader bolivariano' non ha precisato quando potrà rientrare a Caracas e ha chiuso il discorso con un enigmatico "fino al ritorno", saluto rivolto al popolo venezuelano. A differenza di tanti altri messaggi, Chavez non ha improvvisato, limitandosi a leggere il testo scritto. Sullo sfondo aveva l'immagine del 'libertador' Simon Bolivar e la bandiera del paese. Il primo intervento chirurgico si è svolto "l'11 giugno" ed è stato deciso a seguito della "scoperta di una strana formazione nella regione pelvica", che ha reso necessaria "un'operazione d'emergenza a causa del rischio di un'estesa infezione".

Successivamente sono però "apparsi sospetti sulla presenza di altre formazioni cellulari non individuate fino a quale momento". E' stato quindi confermato "un tumore" con la presenza di "cellule cancerogene", che ha portato ad "una seconda operazione": l'intervento - ha puntualizzato Chavez -"ha permesso l'estrazione totale di tale tumore", operazione "importante" che "non ha avuto complicazioni" e con un successivo decorso "soddisfacente".

HUGO CHAVEZ

"Nel frattempo, ha concluso, continuo ad essere sottoposto alle cure aggiuntive necessarie per combattere i diversi tipi di cellule riscontrate e proseguire sulla strada di una pronta guarigione". Nell'intervento televisivo, di 14 minuti, il presidente ha più volte ringraziato i medici cubani e Fidel Castro, il quale "mi ha interrogato quasi come un medico, mentre io mi sono confessato quasi come un paziente".

Hugo Chavez e Michael Moore

E' stato l'ex presidente cubano "ad annunciarmi la dura notizia del cancro. Ho iniziato a chiedere a mio signore Gesù, alla Vergine, affinché - ha ricordato - mi concedesse la possibilità di parlarvi, non da un sentiero dell'abisso". Nella prima parte del discorso, il presidente ha d'altro lato ammesso che in passato ha "comesso l'errore" di non essersi sottoposto a controlli medici più rigorosi.

Il discorso in tv, trasmesso nella notte, è giunto al termine di una ventina di giorni di voci e confusione sulle reali condizioni di salute del presidente venezuelano. Poco dopo l'intervento, da Caracas il vicepresidente Elias Jaua si è detto "ottimista" sulle condizioni di salute di Chavez, assicurando d'altra parte che le autorità continueranno ad "approfondire il modello socialista bolivariano".

3- LA MALATTIA DI CHAVEZ SCATENA LA LOTTA PER IL POTERE IN VENEZUELA...
Catherine E. Shoichet per la CNN - http://bit.ly/kxQfWi

ADAN CHAVEZ

Per alcuni analisti, è già iniziata la lotta per il potere tra le fila dei sostenitori di Chavez. Il fratello Adan si sta già muovendo per apparire come l'erede designato.

"Le fazioni sono in lotta per la successione", dice Moses Naim, ex ministro del commercio venezuelano, che ora lavora per il Carnegie Endowment for International Peace.

ADAN CHAVEZ

Chavez ha annunciato di essere in stretto contatto con i leader venezuelani e che continua a dirigere il paese dall'ospedale dell'Havana in cui è stato operato. Il vicepresidente Elias Jaua ha invitato tutti a essere uniti.

Ma per alcuni, la malattia avrebbe già trasformato Chavez, da superuomo (come si è sempre presentato) a "mortale", cosa che potrebbe compromettere il suo futuro da leader indiscusso del paese sudamericano. Il problema è che non c'è un piano per la successione, la notizia di ieri sera ha colto tutti - non solo i milioni di venezuelani - di sorpresa.

MOISES NAIM

Adan Chavez, fratello del presidente, ha cercato negli ultimi giorni di accreditarsi come possibile successore. Citando Che Guevara, e parlando di "lotta armata", domenica ha rilasciato dichiarazioni che sono state riprese da tutta la stampa. Per Susan Kaufman Purcell, analista dell'Università di Miami, quelle frasi sono state "il fischio d'inizio per la lotta alla successione". "Ma per ora, prosegue, non c'è un erede designato. Nessuno ha il carisma e la personalità che permettono a Chavez di riscuotere successo, soprattutto tra i ceti più poveri".

Fernando Soto Rojas

Anche l'opposizione sta cercando di capire come muoversi. Per la prima volta in anni, il dominio di Chavez non sembra più così ineluttabile.

Ma, riferendosi a nemici interni ed esterni (come gli Stati Uniti), il vice ministro degli esteri Temir Porras ha scritto su Twitter: "Possono anche smettere di sognare. L'unica metastasi è il cancro rappresentato dal Miami Herald e il resto della stampa di destra".

 


FLASH FLASH - AGNELLI CON UN PALMO DI NASO, LO SCUDETTO 2006 RESTA ALL’INTER - PER LA PROCURA FIGC \"NON CI SONO FATTISPECIE DI RILIEVO DISCIPLINARE NON PRESCRITTE\"

RASSEGNA INTERNAZIONALE - PAURA IN USA: ALLARME ATTENTATI PER LA FESTA DELL’INDIPENDENZA - STREGHE E SCIAMANI CONTRO I RIBELLI: L’ULTIMA ARMA DI GHEDDAFI - VERDI COME L’ERBA: LA POLIZIA TROVA 12 PIANTE DI MARIJUANA NELLA SEDE DEL PARTITO ECOLOGISTA TEDESCO - FACEBOOK vs. google: ZUCKERBERG ANNUNCIA UNA NOVITÀ ECCEZIONALE IN ARRIVO PER LA PROSSIMA SETTIMANA - MICHELE BACHMANN OSCURA LA PALIN: È LEI LA NUOVA STAR DEL TEA PARTY - MAROCCO: REFERENDUM SU MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE…

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Dagoreport

BACHMANN VS PALIN

1 - THE DAILY BEAST
ALLARME TERRORISMO IN USA: POSSIBILI ATTACCHI PER LA FESTA DELL'INDIPENDENZA
http://bit.ly/jqYNF9

Il 4 luglio, in America, si festeggia il giorno dell'Indipendenza e milioni di statunitensi si stanno preparando per celebrare la storica data. Proprio a ridosso della ricorrenza, però, l'Intelligence Usa registra un aumento delle voci di possibili minacce terroristiche. Annunci veri e propri di attentati non ce ne sono stati, ma l'Fbi teme che al-Qaeda possa cogliere l'occasione per vendicare la morte di Osama bin-Laden. Era lo stesso Osama bin-Lade, come risulta dal materiale trovato nel suo rifugio pakistano di Abbottabbad, a manifestare la volontà di attaccare gli Usa nei giorni di festa, 4 luglio incluso.

2 - AL JAZEERA
MAROCCO, REFERENDUM SULLA NUOVA COSTITUZIONE
http://bit.ly/m4wArC

In Marocco si vota per il referendum costituzionale annunciato un mese fa dal Re Mohammed VI per scongiurare il rischio di una primavera araba. Le riforme della Carta sulle quali i marocchini sono chiamati ad esprimersi riguardano sostanzialmente una riduzione dei poteri del sovrano, che verrebbero trasferiti al primo ministro e al parlamento. Il voto non ha mancato di sollevare le critiche di chi considera le modifiche apportate alla Costituzione insufficienti. Alle consultazioni si sono registrati 12 dei 32 milioni di abitanti del Marocco.

REFERENDUM COSTITUZIONALE IN MAROCCO

3 - CNN
MICHELE BACHMANN OSCURA LA PALIN: È LEI LA NUOVA STAR DEL TEA PARTY
http://bit.ly/kMzqIQ

Chi è la vera star del Tea Party? La rivelazione del partito Repubblicano Michele Bachman o Sarah Palin? La nuova stella dei conservatori ha rimpiazzato la tigre dell'Alaska? A quanto pare sì. L'entusiasmo del Tea Party per un'eventuale candidatura della Palin alle presidenziali sembra ormai svanito. Un attivista del movimento la definisce "sovraesposta", un altro sostiene che gli sleali attacchi politici di cui è stata vittima hanno finito per danneggiarla...

4 - TIME - TECHLAND
FACEBOOK: ZUCKERBERG ANNUNCIA UNA NOVITÀ ECCEZIONALE IN ARRIVO PER LA PROSSIMA SETTIMANA
http://ti.me/j1FnDY

MARK ZUCKERBERG

La settimana prossima arriverà una novità sbalorditiva, "Something awesome". È l'annuncio fatto dal fondatore di Facebook Mark Zuckerberg a un gruppo di giornalisti. Il giovane miliardario non ha voluto fornire nessun dettaglio in più. Google ha appena lanciato il suo social network che potrebbe insidiare il primato assoluto di Facebook. Ma a quanto pare Zuckerberg non ha intenzione di perdere tempo.

google

5 - ANSA
SCIAMANI CONTRO I RIBELLI: L'ULTIMA ARMA DI GHEDDAFI
http://www.ansa.it/

Magia nera e Sciamani africani sono l'ultima trovata di Gheddafi per sostenere il suo regime. Il Rais ha chiamato sciamani e streghe di Mali, Mauritania, Gambia, Marocco e Nigeria, per allontanare i ribelli che si avvicinano alla roccaforte di Tripoli, riferisce infatti il colonnello Saleh Al Ubaidi, passato con i ribelli, citato dal quotidiano Assharq Al Awsat. Gli sciamani - racconta - mandano loro sacerdoti nei campi di battaglia con talismani magici per ''conservare la lealtà dei soldati''.

Gheddafi fuma

6 - SPIEGEL ONLINE
PIANTE DI MARIJUANA NELLA SEDE DEL PARTITO VERDE TEDESCO
http://bit.ly/jVwKBi

Esultanza dei verdi tedeschi

Non è un buon momento per il partito dei Verdi tedeschi. A poche ore dall'arresto (e successiva espulsione dal partito) di un rappresentante beccato ubriaco alla guida della propria auto, la polizia ha trovato 12 piante di marijuana nell'ufficio regionale dei Verdi della Turingia. Sono in corso indagini.

 

OVERDOSE PER RHYS MEYERS, ATTORE INGLESE DI WOODY ALLEN: TENTATO SUICIDIO O DIPENDENZA? - WILLIAM E KATE ALLA CONQUISTA DELLE AMERICHE - RUDY GIULIANI SOGNA LA CANDIDATURA E NON SPOSA I GAY - UN AMICO DI LENNON: “JOHN NON ERA FAN DI RAEGAN” - HUMA ABEDIN: PAUSA DAL MARITO PORCO, ANTHONY WEINER (E ANCHE DAL LAVORO CON HILLARY) - IL FILM DI MADONNA E’ DA OSCAR? - BRAD PITT IN “WORLD WAR Z” - KATE MOSS: PRESTO SPOSA, VESTITA GALLIANO - CRISTIANO RONALDO E IRINA SI SMUCINANO SULLA SPIAGGIA - ANONYMOUS LANCIA HACKERLEAKS...

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

JONATHAN RHYS MEYERS

1. L'ATTORE RHYS MEYERS TENTA IL SUICIDIO
Da "la Stampa"

Jonathan Rhys Meyers, l'Enrico VIII nella serie cult della Bbc The Tudors, sarebbe stato ricoverato per tentato suicidio. Lo scrive il Sun. L'attore irlandese, che ha 33 anni e ha recitato anche in Match Point di Woody Allen avrebbe ingerito una dose eccessiva di farmaci. Secondo il Sun gli infermieri accorsi in soccorso nella sua villa al centro di Londra lo avrebbero trovato riverso per terra e hanno dovuto chiamare la polizia perché il giovane rifiutava di essere ricoverato.

WILLIAM E KATE ATTERRANO IN CANADA


2. JONATHA RHYS MEYERS: NON ERA SUICIDIO, COMBATTE UNA DIPENDENZA DAL 2005...
Celebrity Gossip http://bit.ly/kXcM8J

C'è stata confusione riguardante la causa per cui l'attore Jonathan Rhys Meyers era in ospedale per overdose a Londra: l'attore non ha provato a suicidarsi, ma è soltanto tornato vittima delle sue dipendenze; difatti, dal 2005 combatte contro alcol e droghe. L'equivoco sul tentato suicidio è stato alimentato dalle parole di un poliziotto, il quale aveva dichiarato che l'attore aveva rifiutato le cure all'arrivo dell'ambulanza

WILLIAM E KATE ATTERRANO IN CANADA


3. PRINCIPE WILLIAM E KATE CONQUISTANO LE AMERICHE...
Just Jared http://bit.ly/m66td4

La coppia reale è partita per il loro tour americano! William e Kate sono arrivati a Ottawa in Canada dove hanno presenziato alla Youth Reception a Rideau Hall: gli sposini hanno conosciuto più di 120 bambini canadesi che si sono dedicati a migliorare la vita degli altri. Kate si è cambiata già 3 volte dalla partenza all'evento: ha iniziato con un vestito di Rouland Mouret all'aeroporto a Londra, per poi indossare un vestito del canadese Erdem all'arrivo, e all'evento invece un vestito classico nero e bianco di Issa.
Guarda le foto nella gallery...

RUDY GIULIANI


4. RUDY GIULIANI: ROMPE LA PROMESSA DI SPOSARE I SUOI AMICI GAY...
Nerve http://bit.ly/ix1o2G

Rudy Giuliani aveva promesso al suo amico gay, Howard Koppel, che avrebbe officiato il suo matrimonio se le nozze gay sarebbero mai divenute legali a New York. Ora che lo sono diventate, Koppel dice che l'ex sindaco di NYC ha rotto la sua promessa. L'uomo si sente molto tradito specialmente perché era stato molto vicino a Giuliani durante il suo divorzio. Una spiegazione? Giuliani spera ancora di diventare presidente un giorno.

ELLIOT MINTZ E JOHN LENNON


5. PORTAVOCE DI LENNON NEGA LE CHIACCHIERE DEL SEGRETARIO: ‘JOHN NON HA MAI APPOGGIATO RAEGAN, CREDEVA IN "IMAGINE"!...
TMZ http://bit.ly/jECBf4

"Sono solo bugie" per Elliot Mintz, pubblicista ma soprattutto amico di Lennon per più di 10 anni, le chiacchiere dell'ex assistente di John Lennon, Fred Seaman. Mintz smentisce le dichiarazioni di Seaman: Lennon non è mai stato un fan di Raegan e non era per niente imbarazzato dalle parole della canzone "Imagine"; credendo nel messaggio della canzone fino al giorno della sua morte! "La memoria di Seaman è stata rinfrescata..

Huma Abedin prima


6. HUMA ABEDIN: UN BREAK DAL MARITO ANTHONY WEINER (E DAL LAVORO)...
Perez Hilton http://bit.ly/iylC8P

Huma Abedin ha deciso: non riuscendo a perdonare il marito, il politico Anthony Weiner, per lo scandalo di sexting, vuole prendersi una pausa, sia nel matrimonio che dal lavoro! Mentre Weiner sarà in un centro di riabilitazione molto "intenso", lei andrà a rilassarsi in un luogo sconosciuto a tutti; un'ottima idea considerando che la Abedin è anche incinta.

BRAD PITT


7. VIDEO ESCLUSIVO: GUARDA BRAD PITT MENTRE RECITA A MALTA!...
X17

Brad Pitt è stato filmato mentre girava una scena a Malta per il film "World War Z". Guarda le foto nella gallery...
Guarda il video qui: http://bit.ly/kOZL6o

CRISTIANO RONALDO E IRINA SHAYK


8. CRISTIANO RONALDO E IRINA SHAYK: SPORCACCIONI SULLA SPIAGGIA...
TMZ http://bit.ly/m4Tul6

Ecco le foto da invidiare questa settimana: Cristiano Ronaldo fa il latin lover sulla spiaggia del Portogallo con la sua fidanzata Irina Shayk. Che fisichini tonici! Certo che fra tutti e due, non si sa chi è più bello!
Guarda le foto nella gallery...

W. E. - FILM DI MADONNA


9. IL FILM DI MADONNA è DA OSCAR?...
BBC http://bbc.in/kQAhY4

Il film girato da Madonna, "W.E", comprato da Harvey Weinstein, uscirà a Dicembre, e sarà preso in considerazione per gli Oscar del 2012. Il film, interpretato da Abbie Cornish, narra la storia d‘amore fra Re Edward VIII e la divorziata americana Mrs. Simpson.

BROOKLYN DECKER


10. BROOKLYN DECKER, CAMERON DIAZ E JENNIFER LOPEZ: INSIEME SUL GRANDE SCHERMO!...
Just Jared http://bit.ly/jjM6Ov

Brooklyn Decker è l'ultima attrice che va ad aggiungersi al cast del film "What To Expect when Expecting", dove Cameron Diaz e Jennifer Lopez reciteranno parti da protagonista.

KATE MOSS E JAMIE HINCE


11. KATE MOSS FESTEGGIA LA SERA PRIMA DEL MATRIMONIO...
Celebuzz http://bit.ly/kAzVWc

Kate Moss sta per sposarsi con Jamie Hince indossando un vestito disegnato da John Galliano; ma prima delle nozze, festa! I futuri sposi hanno festeggiato al Swan Pub di Londra.
Guarda le foto nella gallery....

BRADLEY COOPER


12. BRADLEY COOPER IN DREADLOCKS COCCOLA UN CUCCIOLO DI TIGRE...
Celebuzz http://bit.ly/iTFk0C

Ecco la foto più dolce della settimana! Bradley Cooper si allontana dal ruolo in "Notte Da Leoni" con i capelli lunghi in dreadlocks ma rimane sempre attorno a animali esotici: fortunatamente questa volta la tigre è solamente un cucciolo!

HACKERLEAKS


13. ANONYMOUS LANCIA ‘HACKERLEAKS': WIKILEAKS PER HACKER!...
Forbes http://onforb.es/lpDzRQ

Il movimento hacker chiamato Anonymous ha lanciato una versione di Wikiliaks per hacker, chiamata hackerLeaks e una seconda di nome localLeaks: le due ricevono documenti in maniera anonima, poi li analizzano e finalmente pubblicano. Lo slogan? "Tu fai il download, noi lo riveliamo per te". Attenzione, nessuno è protetto!

 

IL GENERALE BISI - UNA FERREA STRUTTURA GERARCHICA TRA BISIGNANI E PAPA E TRA IL DEPUTATO pdl E IL CARABINIERE LA MONICA (latitante IN SENEGAL) - È SU QUESTE BASI CHE WOODCOCK E CURCIO HANNO FATTO RICORSO PER IL REATO DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE - I TENTATIVI DI SCREDITARE IL SOTTOSEGRETARIO CALIENDO, AL CUI POSTO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, PAPA ASPIRAVA…

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Giovanni Bianconi per il "Corriere della Sera"

BISI

Quella che i mezzi d'informazione hanno ribattezzato P4, per i pubblici ministeri napoletani che ritengono di averla individuata e neutralizzata è «una filiera criminosa che parte da Napoli» e arriva fino a Roma, nelle stanze di Luigi Bisignani, uomo d'affari dotato di «uno straordinario potere di incidenza e di condizionamento, derivato anche e soprattutto dalla disponibilità di notizie e di informazioni privilegiate in grado di incidere sulla vita e sull'esistenza di soggetti investiti di funzioni istituzionali».

ALFONSO PAPA

Quelle notizie «sensibili» arrivavano a Bisignani, nel suo ufficio romano affacciato su piazza di Spagna, attraverso il deputato del Pdl Alfonso Papa, già magistrato in servizio alla Procura di Napoli, e il maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, oggi latitante in Senegal ma fino a poco tempo fa in servizio al Raggruppamento operazioni speciali dell'Arma, con sede nel capoluogo campano.

Tutto sarebbe dimostrato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, e tutto funzionava secondo un collaudato «sistema» . Anzi «il solito sistema» , come l'ha chiamato Bisignani in un interrogatorio; nel quale vigeva un «rapporto gerarchico, quasi militaresco, tra Papa e La Monica, e a parti invertite tra il Bisignani e il Papa».

Come a dire che in cima alla scala di comando c'era l'uomo d'affari in contatto con ministri, sottosegretari e dirigenti d'azienda; subito sotto il deputato che aveva conservato rapporti con magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine, e più in basso ancora il carabiniere in grado di raccogliere notizie sulle diverse inchieste giudiziarie.

Questo è il disegno dell'accusa, e questo hanno ribadito i pubblici ministeri Francesco Curcio e Henry John Woodcock nelle motivazioni dell'appello presentato al tribunale del riesame contro l'ordinanza del giudice che ha respinto la richiesta d'arresto di Bisignani, Papa e La Monica per l'accusa di associazione a delinquere.

I pm Woodcock e Francesco Curcio

In particolare rispetto alla posizione del manager e del deputato, aveva sostenuto il giudice, «mancano indizi sufficientemente gravi della costituzione di un vincolo associativo, un legame tendenzialmente stabile o duraturo relativo a un programma criminoso comune».

Nessuna associazione per delinquere, dunque, ma solo personali interessi perseguiti da ciascun indagato, magari contando sull'appoggio dell'altro. Ribattono i pubblici ministeri che invece l'associazione c'era, e aveva «lo scopo comune di acquisire e gestire illecitamente notizie riservate e segretate».

Non importa che poi ognuno avesse i propri motivi personali per «associarsi al sodalizio criminoso»; quel che conta è che tutti e tre (e forse qualcun altro, non ancora identificato) facevano parte di un «vero e proprio sistema di intelligence parallelo», dotato persino di schede telefoniche intestate a inconsapevoli prestanome italiani o stranieri, ai quali è stata «rubata l'identità» per poter parlare al riparo di orecchie indiscrete. Come fanno le «compagini associative di stampo terroristico e mafioso».

John Henry Woodcock

La dimostrazione di tutto ciò sta nelle intercettazioni, soprattutto tra Papa e la Monica, in cui il primo chiede notizie al secondo su procedimenti penali che non interessano direttamente nessuno dei «sodali». Come quando il deputato e il carabiniere parlano dell' «inglese» , cioè il capo dell'Ispettorato del ministero della Giustizia Arcibaldo Miller, che secondo i magistrati è un amico «da aiutare e salvaguardare».

A settembre, mentre i giornali riferivano i particolari dell'inchiesta romana sulla presunta associazione segreta chiamata P3, La Monica dice che «ci stanno belle novità» ; Papa vuole conoscere la posizione dell' «inglesino» e La Monica spiega che «ci stanno alcune telefonate e i pranzi fatti da... Pasquale (probabilmente Lombardi, ndr) proprio in occasione della... Cassazione» . Sempre Papa, riferendosi all'indagine P3, chiede a La Monica di «acquisire tutti, tutti, tutti gli elementi» riguardo al «ramo napoletano P3...».
Ma stavolta con altri obiettivi: «Così tiriamo in ballo pesantemente Caliendo... noi dobbiamo cercare di sapere quanto più è possibile».

Arcibaldo Miller

Commentano i magistrati dell'accusa che da queste parole si evince la volontà di «acquisire notizie utili a tirare in ballo e dunque a compromettere il sottosegretario Giacomo Caliendo, il quale è inviso a Papa dal momento che proprio il Caliendo ha ottenuto quella nomina a sottosegretario alla Giustizia cui avrebbe aspirato lo stesso Papa, diventando da quel momento in poi anche lui destinatario e obiettivo dell'attività di dossieraggio del Papa e dei suoi sodali; il Papa esorta il suo sodale La Monica ad acquisire notizie giudiziarie utili a colpire lo stesso Caliendo».

Gli inquirenti hanno raccolto un'antologia di colloqui intercettati in cui gli interlocutori sembrano riferirsi alla raccolta di dati da utilizzare per i loro traffici: da «martedì mattina mi vedo quel generale» a «ti volevo dire qualche notizia in più su Roma» , passando per un «ho due-tre cosettine per le mani» apparentemente riferito, in realtà, più a delle ragazze che a informazioni riservate. E molte altre ancora.

caliendo

Secondo gli inquirenti il «sistema» si avvaleva di «un vero e proprio network che può, senza ombra di dubbio, definirsi come eversivo dell'amministrazione giudiziaria, consentendo un'emorragia sistematica e costante di notizie e dati riservati e segretati, poi utilizzati strumentalmente per la realizzazione di finalità illecite dal Papa e dal Bisignani».

Con tutt'altre convinzioni e intenzioni, anche gli avvocati di Bisignani - Fabio Lattanzi e Gianpiero Pirolo - hanno presentato appello contro gli arresti domiciliari disposti dal giudice. L'udienza davanti al Riesame è fissata per il prossimo 22 luglio.

 

IL PIANO FALLITO PER L’ANTI-RUBY - vi ricordate la \"dama bianca\" spacciata come fidanzata segreta dal cavalier pompetta? dalle carte della p4 si rivela un diversivo mediatico di breve respiro - come primo candidato fu individuata Barbara Faggioli, \"per il semplice fatto che era la ragazza il cui telefonino era stato agganciato più volte dalle celle di Arcore\"...

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Francesco Bonazzi per "il Secolo XIX"

SILVIO BERLUSCONI

Scomparsa nelle nebbie di Arcore. A sei mesi e mezzo da quel video-annuncio con il quale il premier attaccò l'inchiesta su Ruby, non c'è più traccia della misteriosa donna con la quale Silvio Berlusconi rivelò di avere «uno stabile rapporto di affetto». Ma adesso la faccenda rispunta nelle carte dell'inchiesta sulla P4.

E si rivela per quello che probabilmente è sempre stata: un diversivo mediatico di breve respiro. Ideato in un summit ristretto di consiglieri giuridico-mediatici del premier, giusto alla vigilia dell'arrivo a Montecitorio delle prime carte sul bunga bunga. E con il giornalista Alfonso Signorini, secondo quanto racconta al Secolo XIX una fonte qualificata, nei panni del prestigiatore che tira fuori dal cilindro il coniglio bianco.

barbara faggioli x

Anzi, la «Damabianca ». Di quella fidanzata parlano al telefono il faccendiere Luigi Bisignani, la deputata Micaela Biancofiore e Maria Elena Valenzano, ex assistente parlamentare e compagna del deputato Alfonso Papa, sul quale pende una richiesta d'arresto della procura di Napoli. Domenica 16 gennaio, alla vigilia dell'arrivo in Parlamento delle prime temute carte sul Ruby-gate, Berlusconi registra un video messaggio in solitaria.

Il passaggio chiave è questo: «Non ho mai voluto dirlo, ma da quando sono separato, ho avuto uno stabile rapporto d'affetto con una persona che ovviamente era assai spesso con me anche in quelle serate e che certo non avrebbe consentito che accadessero quegli assurdi fatti che certi giornali hanno ipotizzato ».

Barbara Faggioli

Passano un paio di giorni, e Bisignani viene intercettato con la Biancofiore mentre dice: «Spero che adesso su questa fidanzata cali il silenzio assoluto, che non si deve mai sapere chi è...Noi dobbiamo preservare la privacy di questa signora...è stata lì, non ha mai visto il suo fidanzato fare avance con nessuna».

Barbara Faggioli

Passa ancora un mese e la Valenzano completa la frittata: «Ho chiamato Gigi (Bisignani,ndr) e si è fatto sentire un mese dopo. Mi ha detto: sono stato a Genova per un periodo... Poi, scusa te, a Genova per un periodo... A Genova stava il caso Ruby, hai capito?».

In realtà sono tutte millanterie e fantasie. Da altre intercettazioni, si capisce che Bisignani va a Genova tra il 2 il 9 ottobre per il Nautico, a caccia di nuove barche da comprare. Ma ora che l'onda di piena dell' inchiesta rischia di travolgere l'affollato parterre dei presunti consiglieri del Principe, è finito il tempo degli scherzi. Così, una fonte che ovviamente chiede di restare anonima assicura: «Intorno a Ruby non ha mai ronzato Bisignani».

BARBARA FAGGIOLI E LA MINETTI

Non solo, ma per la storia della «Dama bianca» fu individuata come primo candidato Barbara Faggioli, «per il semplice fatto che era la ragazza il cui telefonino era stato agganciato più volte dalle celle di Arcore ». L'idea sarebbe stata di Signorini, che prevalse sulla candidata di Lele Mora, la piemontese Roberta Bonasia. Solo che la Faggioli fu ritenuta comunque inaffidabile già dopo il 20 gennaio, una volta che il "comitato di guerra" di Arcore venne a sapere come si era comportata durante le perquisizioni alle ragazze di via Olgettina.

BISI

Quando la polizia bussò a casa del suo fidanzato, la Faggioli diede in escandescenze contro di lui urlandogli: «Non sapevo che tu fossi uno spacciatore!». Gli agenti le spiegarono che lui era pulito, allora la stellina pensò al suicidio di un parente. In realtà la polizia era lì tutta per lei. Ma una «Dama bianca» così emotiva sarebbe stata davvero un suicidio, per i consiglieri di Arcore. E all'insaputa di Bisignani, lasciarono perdere.

 

1- SANTORO, TE LA DO IO LA7! \"AUTONOMIA ZERO: L’EDITORE SI RISERVA DI LEGGERE PREVENTIVAMENTE SCALETTE, ARGOMENTI, OSPITI E DI PORRE IL VETO. GLI EDITORI PRETENDONO POTER FARE DI TE CIÒ CHE VOGLIONO, IN BARBA ALL’AUTONOMIA DEI GIORNALISTI\" 2- ANCORA: \"STELLA DOMANDA: “CHI SI ACCOLLA LE SPESE LEGALI?”. IO MI DICO: ECCO, GLI STESSI PROBLEMI CHE LA RAI STA CREANDO ALLA GABANELLI. E RIMUOVO ANCHE QUELLO: OK, CI ACCOLLIAMO ANCHE I RISCHI LEGALI. MA IL PROGRAMMA LO AUTOPRODUCIAMO\" 3- RICCARDO BOCCA SUL BLOG DELL’\"ESPRESSO\": \"MA DAVVERO NON LO AVEVI CAPITO PRIMA, CHI ERANO I PADRONI DE LA7? LI AVEVI FORSE CONFUSI, NELL’OTTIMISMO DELLA RAGIONE, E NELLA GIOIA PER IL NUOVO GIOCO, CON UN GRUPPO DI SVAGATI BOY SCOUT NEL GIARDINETTO DELLE LIBERTÀ ASSOLUTE? \"NON CREDO, SANTORESCU. NON CREDO PROPRIO\"

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1- LA MACCHINA DEL TANGO
Riccardo Bocca - http://bocca.blogautore.espresso.repubblica.it/

bocca riccardo LAMALFAFOTO TEAM

È con profonda mestizia, che scrivo oggi.
Purtroppo, cari Antennati, non potremo più godere su Raitre della simpatia di Lucia Annunziata, straordinaria collega già ben descritta nelle sue qualità umane e professionali da Sabina Guzzanti.

Voleva, l'ottima Annunziata, qualcosina in più dal direttore di rete Paolo Ruffini; un po' di considerazione, insomma. Magari una prima serata: che purtroppo, però, le è stata negata.

E allora, forte del suo distacco dal potere e dalle camarille politiche che D'Alema potrebbe testimoniare ovunque, si è ribellata: ha detto no, signore e signori. Non ci sto. E ha denunciato impavida, in un'intervista al quotidiano "Il Messaggero", che a Raitre ci sono «piccole mafie, rapporti non chiari, privilegi attribuiti non secondo il merito».

Ma dai? Veramente?
Che vergogna, il fatto che l'ex presidente della Rai, oggi brillante conduttrice, abbia dovuto subire questo trattamento... Un vero e proprio scandalo, per il quale gli antennati s'indigneranno almeno fino al prossimo fine settimana.

LUCIA ANNUNZIATA MASSIMO DALEMA MARIO PIRANI

Nel frattempo, però, in questo mare di amarezza, sgorga spontanea una domanda ingenua, che sicuramente avrà una risposta altrettanto ingenua e chiarificatrice:
come mai, la bravissima Annunziata, scopre soltanto ora che a Raitre le cose non vanno come dovrebbero? Come mai, finora, Ruffini è stato il paladino della libertà, difeso sempre e comunque dal fronte dei conduttori illustri, e adesso diventa un giuda carognino? Cos'è cambiato, di colpo, per spingere un esempio di pacatezza e equidistanza come Lucia Annunziata, a sbattere la porta?

Simile quesito, aggiungo sommessamente, andrebbe rivolto in queste ore convulse (si dice così, no?) anche al mio carissimo collega Michèle ex Santorescu (così lo chiamavano, un tempo, i suoi giovani giornalisti, per il rigore che imponeva sul lavoro).

Paolo Ruffini

Lui pure, ieri, in preda a lucida tristezza, ha replicato alla fine della trattativa con La7 con parole indignate: «Siamo di fronte a una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell'esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto d'interesse», ha detto alludendo a pressioni che Qualcuno avrebbe esercitato sulla Telecom tv per lasciarlo a spasso.

Ma dai? veramente?, dico anche a lui.
Ma davvero non lo avevi capito prima, chi erano i padroni de La7? Li avevi forse confusi, nell'ottimismo della ragione, e nella gioia per il nuovo gioco, con un gruppo di svagati boy scout nel giardinetto delle libertà assolute?

Non credo, caro Michèle. Non credo proprio.
Credo invece che, in questo tempo di politiche selvagge, e di macchine del tango che fanno ballare nomi e poltrone da una parte all'altra, le botte nella rissa si prendano e si diano con estrema disinvoltura. Troppa, sul serio, per chi ancora perde tempo con la buona fede.

Chiamare la mamma e piangere, poi, non serve a nulla.


2- SANTORO "LA NUOVA TV"
Marco Travaglio e Silvia Truzzi per "il Fatto quotidiano"

santoro

"Una cosa è certa: o alla Rai, o a La7 o da qualche altra parte, noi in autunno saremo in onda. Continuare a esistere, magari su una multipiattaforma internet-digitale-satellite, anche ‘senza il permesso de li superiori', sarebbe il coronamento della mia carriera".

Domani Michele Santoro compie 60 anni. Ma, diversamente da Vasco Rossi, non si dimette da nulla. Anzi rilancia. La rottura con La7 non la vive come una sconfitta, ma come una nuova opportunità. L'ha detto lui stesso nel suo comunicato: "Tutto cambia". E lo spiega in questa intervista al Fatto.

Cominciamo dall'inizio. Pentito di aver lasciato la Rai?
Non credo di aver commesso errori né subìto sconfitte. Alla Rai mi sentivo assediato: regole, regolette, codicilli, pseudogaranti, partiti dappertutto. Ormai questo sistematico abuso di potere costruito da interessi estranei e confliggenti con quelli della Rai emerge da tutte le inchieste: P4, Trani, Hdc... Ero costretto a difendere l'esistente, e sempre più a fatica. Annozero arricchiva la Rai, che però ci trattava come criminali, indesiderati, imposti dai giudici. E mi sono ribellato a quella gabbia: c'è la possibilità di lavorare liberamente altrove?

Marco Travaglio

Dopo la transazione, s'è fatta avanti La7.
Mi ha contattato l'amministratore Giovanni Stella. Ho subito messo le carte in tavola: "Siete davvero convinti di potervi permettere un programma come Annozero?". Risposta: "Sì". "Bene, lo sa come si fa Annozero? Rispettando l'autonomia dei giornalisti". So bene che Mentana, Lerner, Gruber, Telese, Costamagna, D'Amico sono liberi. Ma, quando uno va a contrattualizzare la sua posizione con un nuovo editore, mette nero su bianco le garanzie d'indipendenza.

Problemi di soldi?
Per sgomberare subito il campo da questioni del genere, ho accettato la ‘formula La7': contratto-base basso, meno della metà dello stipendio Rai (630 mila euro lordi dal 1999, ndr), con incentivi legati agli ascolti. Per andare in pari, avrei dovuto ottenere risultati straordinari. Ma non era questo il problema: ho subito accettato le loro condizioni.

Siete arrivati a un contratto?
Sì, Stella mi ha inviato, con la sua firma, una proposta subordinata all'accettazione di un contratto standard come quelli che ormai si fanno firmare a chiunque fa tv in Italia. Autonomia zero: l'editore si riserva di leggere preventivamente scalette, argomenti, ospiti e di porre il veto. Per questo Celentano da anni non mette più piede in tv. Gli editori pretendono totale soggezione, per poter fare di te ciò che vogliono, in barba all'autonomia dei giornalisti. È un recinto, figlio della mancanza di concorrenza.

E tu che hai risposto?
Ho tirato fuori il contratto che mi fece Mediaset nel ‘96: "Firmate questo". In ogni caso, penso che alla fine ci saremmo intesi con una stretta di mano: nei successivi incontri c'è stato un lavoro di reciproca conoscenza. Anche perchè Stella dava ancora l'impressione di volerlo fare davvero, il programma. L'ho rassicurato: non siamo avventurieri, in trent'anni non abbiamo mai perso una causa, mica siamo gente che spara ai bambini. Ferma restando la mia autonomia di giornalista, non ho problemi a informare l'editore di ciò che va in onda .

BEATRICE BORROMEO SILVIA TRUZZI

Tutte rose e fiori. Poi?
La fase costruttiva s'è chiusa con l'annuncio di Mentana, in diretta, che l'accordo con noi era cosa fatta. E in effetti, a parte qualche dettaglio... Poi hanno cominciato a cercare pretesti. Si sono attaccati a una mia dichiarazione. Cioè che, per il suo potenziale umano e professionale e per le attese che suscita, La7 potrebbe svolgere meglio il ruolo di terzo polo competitivo se riducesse la dipendenza da Telecom.

Un'ovvietà: una concessionaria dello Stato, in un paese in cui il premier possiede tv, è inevitabilmente esposta a ritorsioni governative. Non mi sembra un'offesa sanguinosa al presidente Telecom, Franco Bernabè. E l'aveva detto proprio Stella, al Fatto, che entro fine anno Telecom avrebbe ceduto il 40% di La7. Quindi dov'è il problema? Era un pretesto.

A quel punto che è accaduto?
All'improvviso sono ricomparsi i vincoli e le diffidenze iniziali, che avevamo già dissipato. Stella domanda: "Chi si accolla le spese legali?". Io mi dico: ecco, gli stessi problemi che la Rai sta creando alla Gabanelli. È un altro pretesto per nascondere qualcosa che mi sfugge. E rimuovo anche quello: ok, ci accolliamo anche i rischi legali. Ma allora - rilancio - se siamo responsabili di tutto, il programma lo autoproduciamo.

Stella

Più responsabilità, più libertà e nessun veto. Inventano un altro pretesto: la responsabilità penale. Obietto che le denunce penali non le fanno quasi più, in ogni caso non all'editore. Ma qui Mentana si offre come ‘direttore responsabile' del nostro programma, accogliendoci sotto la testata del tg. A quel punto però una cosa l'aggiungo.

Quale?
Domando a Stella: "Ma voi lo volete fare questo programma o no? Perchè su tutto il resto, la quadra si trova". È come nei matrimoni: se sposi Santoro, o Celentano, ti sarai almeno informato su chi sono e come sono fatti. Mica puoi sposarti con la riserva mentale. Stella continuava a dire che voleva Annozero su La7, ma non mi convinceva più.

Forse Stella voleva sposarti, ma Bernabè non poteva dare l'assenso. Si è molto discettato sulla loro divaricazione.
Qualcuno ha ipotizzato questo dualismo, ma io ho esplicitamente chiesto a Stella di avere l'ok di Bernabè prima di iniziare qualunque trattativa. E l'ok c'era. Ora non c'è più? Non posso immaginare che improvvisamente abbiano scoperto che io lavoro in autonomia. Lo sanno pure i sassi che mi sono scontrato con Masi perchè pretendeva schede-programma e scalette sette giorni prima.

E allora come si spiega la retromarcia di La7? In fondo, si erano fatti avanti loro.
Evidentemente c'è stato un intervento esterno per bloccare un'acquisto importante per realizzare un terzo polo televisivo che poteva diventare dirompente per il duopolio Rai-Mediaset. Se Sky e La7 raccogliessero insieme la pubblicità, sarebbe un terremoto. Perché Rai e Mediaset sono due aziende in profonda crisi che si tengono in piedi l'una sulle debolezze dell'altra.

FRANCO BERNABE

Quando i partiti, diversamente dalla Prima Repubblica, non rappresentano che i propri gruppi dirigenti senza un progetto culturale, le tv sottostanti ne risentono: dirigenti sempre più mediocri e incompetenti, nessuno sa cosa sia il prodotto, nessuno progetta né pensa né innova. Così si finisce per appaltare tutto agli impresari delle star e ai venditori di format. Gestiscono budget e personaggi, se vuoi una star devi prenderti tutto il pacchetto pieno di patacche. Risultato: il palinsesto si svuota, la programmazione finisce non più a luglio-agosto, ma fra un po' si esaurirà poco dopo il Festival di Sanremo, ad aprile.

Questo "intervento esterno" su La7 ha un nome?
Un nome e un cognome: conflitto d'interessi. Politico e industriale insieme. Un'azienda, Mediaset, occupa il governo, il Parlamento , le Autorità, la Rai e piega tutto al proprio tornaconto. Con i numeri che facciamo, dovremmo avere una fila di editori: invece c'è la fuga. La miglior prova della debolezza organica delle classi dirigenti e del capitalismo, incapace di tradurre in progetti e prodotti le idee migliori e di portarle al pubblico. Non è un regime, ma un paese semilibero sì.

Davvero basta Santoro su La7 per stendere i due colossi?
Non sono così presuntuoso. Ma un tempo i programmi ‘diversi' erano importanti ma non determinanti nella programmazione. Ancora nel 2002 eliminare Biagi, Santoro e Luttazzi fu un colpo per l'immagine, ma non significò svuotare la Rai. Ora i programmi scomodi sono diventati il core business, il top del palinsesto: senza Vieni via con me, Report e Annozero, la Rai si dimezza.

MENTANA CELENTANO

È la grande novità degli ultimi anni, imposta dal pubblico che, stufo della ripetitività dei reality, va a cercarsi la realtà là dove sopravvive. Disposto persino a ciucciarsi Avetrana, dove qualcosa di reale comunque c'è, pur di non cadere nei Grandi Fratelli e nelle Talpe. Specie dopo che lo scandalo del bunga bunga ne ha svelato il retroscena, il reality del reality: le selezioni nell'alcova di Arcore.

Lerner e Mentana invitano La7 a ripensarci.
Li ringrazio. La battuta d'arresto delle rete nei nostri confronti è un pessimo segnale di stop anche per chi resta dentro.

Parliamo del futuro. Tu ora sei un ex dipendente Rai...
No, sono ancora dipendente fino al 31 luglio. Se il Cda rivuole Annozero lo dica, io straccio la transazione e resto qui. Oppure torno da esterno, purchè smettano di vedermi come un'imposizione da malsopportare e mi vogliano con la necessaria autonomia. Il servizio pubblico resta sempre la mia prima scelta.

SANTORO LERNER b

Pia illusione.
E vabbè, se non mi vogliono alla Rai né a La7, devo provare a farne a meno. Siamo usciti dalla serata "Tutti in piedi" a Bologna, come l'anno scorso da "Raiperunanotte", con una grande carica: c'è un enorme pubblico, soprattutto giovane, che ci chiede di rompere gli schemi, anche quelli in cui abbiamo lavorato finora, per parlare liberamente e uscire da un campo da gioco sempre più ristretto e asfittico.

Una rottura come quella del Fatto nell'editoria. C'è un grande pubblico disposto a finanziarci con contributi individuali, a cercarci in rete, sul digitale, sul satellite. La ragazza precaria, sul palco di Bologna davanti a 30 mila persone, spaccava lo schermo. L'ho rivista in tv, seduta in un talk: non era la stessa cosa.

LILLI GRUBER MARCO TRAVAGLIO

Ecco, io ora cerco questo: una tv che rimetta al centro la realtà. "Scassando tutto", come dice De Magistris: spazzando via l'equilibrio perverso che tiene insieme cattiva politica, cattiva economia e cattiva tv.

Molti si domandano: in autunno rivedremo Santoro e la sua squadra?
Certo che sì. È il momento della chiarezza, siamo alla scelta finale: se Rai e La7 non ci vogliono, dobbiamo essere noi a dire "rivogliamo la Rai" e a riprenderci il servizio pubblico privatizzato dai partiti, di destra e di sinistra, che lo considerano terreno di conquista. Per questo mi sono candidato a direttore generale: della Rai: una provocazione per affermare la necessità di competenze. E poi ci vogliono regole veramente liberali e un garante unico della comunicazione.

LUISELLA COSTAMAGNA LUCA TELESE

E Annozero?
Sto lavorando perché un programma come Annozero vada in onda dall'autunno ogni settimana, come sempre: alla Rai, a La7 o su una multipiattaforma fra satellite, streaming in rete e network di tv locali sul digitale.

Può funzionare anche in versione "feriale" o solo in quella "festiva" dei grandi eventi?
È una sfida entusiasmante. Ma possiamo vincerla solo se si mettono in gioco centinaia di migliaia di persone. Le interpelleremo presto perchè ci diano la forza necessaria. Riuscire in questa impresa sarebbe il coronamento della mia carriera.

 

UNICREDIT, RESA DEI CONTI (CORRENTI) - PAOLO BIASI, EX PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CARIVERONA, È STATO ASSOLTO DALL’ACCUSA DI BANCAROTTA - LA POLPETTA AVVELENATA GLI ARRIVÒ DURANTE LE TRATTATIVE PER IL RINNOVO DELLA SUA PRESIDENZA (E LO INDEBOLÌ NELLA PARTITA PER LA SUCCESSIONE A PROFUMO, CON CUI ERA IN FORTE CONTRASTO) - LO SCONTRO SI SPOSTA ADESSO IN UNICREDIT (DI CUI CARIVERONA RESTA IL PRIMO AZIONISTA ITALIANO CON IL 4,7%) A COMINCIARE DAL FUTURO DELLA PARTECIPAZIONE LIBICA (UN PESANTE 7%)…

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Nino Sunseri per "Libero"

Paolo Biasi

Ha sofferto un anno ma adesso Paolo Biasi, presidente della Fondazione Cariverona prepara la riscossa. Ieri mattina è stato assolto dal tribunale di Teramo, perché il fatto non sussiste: era accusato di bancarotta preferenziale dopo il fallimento della Bluterma, azienda di Colonnella (Teramo) che faceva parte del gruppo di famiglia specializzato nella produzione di caldaie. La sentenza ha respinto la richiesta di condanna a due anni avanzata dal pubblico ministero Laura Colica.

Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha telefonato immediatamente per esprimere la sua soddisfazione «Avevo già espresso le mie perplessità sull'inchiesta e sulla tempistica con cui, nel settembre scorso, erano state fatte trapelare le notizie di un'indagine in corso già da 2 anni proprio alla vigilia del rinnovo dei vertici di Fondazione Cariverona». «Per molti che saranno lieti di questa notizia - conclude -, ce ne sarà forse qualcuno che masticherà amaro». I dubbi espressi da Tosi confermano le perplessità che fin dal primo momento, avevano accolto l'azione dei giudici di Teramo.

cariverona

La notizia dell'avviso di garanzia a Biasi, infatti, è arrivata all'inizio dei settembre dell'anno scorso. Proprio in quei giorni l'anziano banchiere (ha compiuto 73 anni) stava trattando la sua conferma come presidente dell'ente scaligero. Ma soprattutto faceva con frequenza la spola fra Milano e Verona perchè si moltiplicavano i dissensi sulla gestione di Alessandro Profumo. Biasi era noto per essere il capo dell'opposizione all'amministratore delegato di Unicredit.

Flavio Tosi

Le ultime operazioni l'aveva - no sicuramente sconcertato: dapprima il doppio aumento di capitale per sanare la gestione. Poi l'inter - vento della Banca centrale libica come sostegno al gruppo dirigente del gruppo dirigente di Piazza Cordusio. L'avviso di garanzia aveva indebolito Biasi nell'ultima parte della partita per la sostituzione di Profumo. Ma soprattutto aveva reso più problematica la conferma alla testa di Cariverona. Tanto che il sindaco Tosi aveva avuto facile gioco a inserire il suo fedelissimo Giovanni Maccagnini in consiglio d'amministrazione.

Tosi Biasi e Profumo

Gli era stato dato anche l'incarico più delicato: la gestione delle erogazioni al territorio. Vale a dire l'operazione più importante nella vita di una fondazione bancaria. Biasi era anche stato costretto a chiedere al consiglio uno scudo. Vale a dire la modifica dello statuto per garantirgli l'incarico anche in caso di condanna. La riforma era stata approvata con molta cautela. Tremonti, cui spettava l'ultima parola, aveva chiesto che entrasse in vigore con il prossimo consiglio d'amministrazione.

Federico Ghizzoni UNICREDIT

Alla fine Biasi aveva ottenuto il compromesso: in caso di condanna sarebbe stato il consiglio a decidere sull'esistenza dei requisiti di onorabilità per la prosecuzione del mandato. L'assoluzione di ieri cancella un anno di sofferenze e di dubbi. Ora il banchiere veronese si prepara alla riscossa. Non mancheranno certo le occasioni. A cominciare dal futuro della partecipazione libica in Unicredit.

Una presenza pesante essendo pari al 7% del capitale. Un macigno che, in questo momento, impedisce qualunque manovra. Se anche Federico Ghizzoni avesse intenzione di varare un aumento di capitale per adeguarsi ai dettami di Basilea 3 non potrebbe farlo. A chi girare il peso delle azioni libiche? È chiaro che è una situazione da chiarire. La più grande banca italiana e una delle principali a livello mondiale ha un'azionista di riferimento non più identificato.

Unicredit piazza Cordusio

È abbastanza evidente che il nodo andrà sciolto in fretta. Impossibile subordinare l'intervento alla pacificazione della Libia. Un traguardo che appare lontano. I tempi della finanza sono più rapidi. Facile immaginare che quando si aprirà un tavolo sul futuro della quota libica, Biasi sarà a capotavola. Cariverona resta il primo azionista italiano della banca con una quota del 4,7%.

 


Ilaria D’Amico non ci sarà più, Santoro ha rotto la trattativa, Telese e Facci non sembrano convintissimi di fare il loro ’Duel’, Piroso non sa ancora NULLA. DI SICURO, LE PRIME SERATE DI LA7 C’È SOLO LERNER - “L’ULTIMA PAROLA” DI PARAGONE: RAIDUE? NO GRAZIE (Un direttore di rete non può condurre un programma) - LA RAI PERDE I PEZZI E MEDIASET PERDE LA PUBBLICITÀ (VERSO SKY E LA7) - STALK RADIO: MA È CASSINI O FUNARI?...

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Marco Castoro per "Italia Oggi"

Ilaria D Amico su A

1. PARAGONE SCEGLIE L'ULTIMA PAROLA, ADDIO DIREZIONE DI RAIDUE - Un direttore di rete non può condurre un programma. Alla Rai su questo tema sono inflessibili. Lo erano pure sui direttori di testata, che non potevano condurre il tiggì da loro diretto, fino al momento in cui l'ariete Bianca Berlinguer ha scardinato la porta del Tg3 delle 19. Gianluigi Paragone, che tutti danno favoritissimo per la direzione di Raidue, sta già lavorando alla nuova edizione de L'ultima parola, il talk da lui condotto il venerdì in seconda serata su Raidue.

La scheda del programma è già partita, quindi si è già in cammino. Inoltre si sta lavorando per il nuovo studio, e il giornalista sta già studiando le novità da inserire nella trasmissione, in una stagione che politicamente parlando sarà tra le più calde degli ultimi anni. Quindi è da escludere che Paragone possa essere il prescelto per sostituire Massimo Liofredi. Lui al suo programma non rinuncerebbe mai, così come ha da sempre dichiarato di non voler lasciare Milano per stare a Roma tutta la settimana.

Gad Lerner e Santoro Rai per Una Notte La presse

2. LA RAI PERDE I PEZZI E MEDIASET LA PUBBLICITÀ - A Cologno Monzese non sono affatto felici che la Rai continui a perdere i pezzi pregiati a favore della concorrenza. Avendo la tv di Stato il tetto pubblicitario, oltre il quale non può andare, Sky e La7 sono diventati due competitor agguerritissimi contro Mediaset per il mercato pubblicitario. Quindi non è affatto vero che più la Rai si indebolisce più si fa forte il Biscione. Anzi, d'ora in poi non è da escludere che da Cologno scatti qualche aiuto per viale Mazzini.

3. LE PRIME SERATE DE LA7 - Da tempo ormai si parla della grande ascesa di La7. Dei nuovi arrivi e delle prime serate super affollate. Ma in realtà anche la rosa dell'emittente di Telecom ha le sue spine. Finora il solo Gad Lerner è certo della sua prima serata al lunedì. Infedele a parte, tutto è in alto mare.

Giovanni Stella

Ilaria D'Amico non ci sarà più, Michele Santoro ha rotto la trattativa, Luca Telese e Filippo Facci non sembrano convintissimi di fare il loro Duel, Antonello Piroso non sa ancora quando andrà in onda il nuovo programma che dovrebbe fare. Di sicuro c'è che Daria Bignardi tornerà in primavera con Le invasioni barbariche. Sì, è arrivato Roberto Saviano, ma mica può fare tutto lui.

Gianluigi Paragone

4. IL BUONGIORNO DI PREZIOSI SI VEDE DAL MATTINO - Hello Italia non abbandona i radioascoltatori neanche nei mesi estivi. La trasmissione in onda per tutta la stagione invernale, dalle 5 alle 6 del mattino, condotta da Diana Alessandrini (che riprenderà il microfono in autunno), avrà la sua stagione estiva. Si parte la prossima settimana con alla guida Angela Mariella.

PIERSILVIO BERLUSCONI

Il direttore di Radio1 e del giornale radio, Antonio Preziosi, gongola quando sente parlare del fiore all'occhiello della fascia delle morning news, un programma da lui creato e che ha avuto il riconoscimento di essere stato il primo in Italia ad aver dato la notizia della morte di Bin Laden.

antonio preziosi

5. E' TORNATO FUNARI - "Sono Marco da Roma e sto su Stalk Radio". Al grido di "datemi una maglietta", il programma di Sky Uno sta ottenendo una valanga di consensi tra i telespettatori, i radioascoltatori e il popolo di Facebook. Va dato atto a Dario Cassini di aver creato una specie di macchina da guerra. Il pubblico si diverte, lo segue e lui si permette ogni tipo di trasgressione, dalla parolaccia alla politica (sui referendum ha fatto una vera e propria campagna elettorale).

E' il nuovo Gianfranco Funari. Un clone vero e proprio. Lo ricorda in tutte le sue mosse, dalle inquadrature alla mano sui capelli, dal modo aggressivo e pungente con cui tratta gli interlocutori, al bastone che usa in trasmissione. All'inizio disse che gli serviva perché si era fatto male a un piede, ma da come cammina spedito a passeggio per Roma non sembra poi che gli serva per sorreggerlo.

 

LA PARTITA NON È ANCORA FINITA - COME PREVISTO, IL PROCURATORE PALAZZI ARCHIVIA LA POSIZIONE DELL’INTER PER PRESCRIZIONE, MA L’ASSEGNAZIONE DELLO SCUDETTO NON È ANCORA DECISA: LA PALLA PASSA ALLE PARTI E AL CONSIGLIO FEDERALE - E MORATTI TREMA ANCORA…

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1 - PRESCRIZIONE, MA ORA PALLA AL C.F. PALAZZI PRONTO A INVIARE CONCLUSIONI A PARTI E FEDERAZIONE...
(ANSA) -
Archiviazione per prescrizione, ma la vicenda dello scudetto assegnato dal commissario Guido Rossi all'Inter nel 2006 non è finita: la formula usata dal procuratore federale Stefano Palazzi lascia infatti aperta la porta alla valutazione delle sue conclusioni che saranno inviate - apprende l'ANSA - lunedì alle parti interessate. La federcalcio ha chiesto di riceverle contestualmente, per poterle poi esaminare in consiglio federale.

Andrea Agnelli foto gmt

2 - SCUDETTO INTER 2006: ARCHIVIAZIONE E' PER PRESCRIZIONE...
(ANSA)
- Il procuratore federale Stefano Palazzi, esaminati gli atti dell'indagine inerente alle trascrizioni delle conversazioni telefoniche depositate presso il tribunale di Napoli nel noto processo penale in corso di svolgimento relativo a Calciopoli ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha disposto l'archiviazione del procedimento, "non essendo emerse dalle risultanze istruttorie e dai contatti telefonici in atti fattispecie di rilievo disciplinare procedibili, non coperte da giudicato ovvero non prescritte ai sensi dell'art. 18 del codice di giustizia sportiva vigente all'epoca dei fatti".

In particolare, per quanto riguarda l'assegnazione dello scudetto 2006, la procura della Figc ha archiviato il procedimento nei confronti dell'allora socio di riferimento dell'Inter Massimo Moratti e della società Internazionale: "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti".

lapr massimo moratti 03

Analoga archiviazione del procedimento dell'allora presidente dell'Inter (deceduto l'anno 2006) Giacinto Facchetti e della società internazionale, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s, vigente all'epoca dei fatti".

Archiviati "perché non sussistono fatti di rilevanza disciplinare" anche i procedimenti nei confronti del presidente del Palermo Maurizio Zamparini e della società Palermo, quello nei confronti di Roberto Zanzi, all'epoca dei fatti, dirigente dell'Atalanta e della società Atalanta; quello nei confronti di Massimo De Santis, all'epoca dei fatti, arbitro internazionale della Can A e B.

stefano palazzi01

Archiviazione con la stessa motivazione, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti" per i procedimenti nei confronti del presidente del Cagliari, Massimo Cellino e della società Cagliari, del presidente del Chievo, Luca Campedelli e della società Chievo Verona, di Rino Foschi all'epoca dei fatti, dirigente del Palermo e della società Palermo, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti, con riferimento alla condotta del dirigente medesimo"; nei confronti di Luciano Spalletti, all'epoca dei fatti, allenatore dell'udinese e della società udinese, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti"; nei confronti di Sergio Gasparin, all'epoca dei fatti, dirigente del Vicenza e della società Vicenza, perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti".

Moggi e Giraudo

Nei confronti del direttore sportivo Nello Governato, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti", nei confronti del presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi e della società Empoli: "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti"; nei confronti del presidente del Livorno Aldo Spinelli e della società Livorno: "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti"; nei confronti di Leonardo Meani, all'epoca dei fatti, dirigente della società Milan e della società Milan: "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s., vigente all'epoca dei fatti"; nei confronti di Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, all'epoca dei fatti, commissari Can A e B, di Gennaro Mazzei , all'epoca dei fatti, vice commissario Can A e B e di Tullio Lanese, all'epoca dei fatti, presidente dell'Aia, "perché non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili in quanto non coperte da giudicato e comunque non prescritte ai sensi dell'art. 18 c.g.s, vigente all'epoca dei fatti".

 

BORDELLO NAPOLI - PISANI SI ERA FATTO UN SACCO DI NEMICI A WHY NOT CITY E C’è CHI BRINDA PER IL SUO TRASFERIMENTO - SPUNTA IL resoconto di una seduta della Commissione Parlamentare Antimafia, datata 31 gennaio 2006 – IL NOME DELL’EX CAPO DELLA MOBILE SPUNTA FUORI IN UNA VICENDA DELICATISSIMA: AVREBBE INFORMATO L’ALLORA PM MANCUSO DI INTERCETTAZIONI CHE LO RIGUARDAVANO – (VEDI IL DOCUMENTO INTEGRALE)…

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Carlo Tarallo per Dagospia

vittorio pisani

Vittorio Pisani non aveva solo amici, a Why Not City. Manco il tempo di leggere le cronache della disavventura capitata all'ex supercapo della mobile napoletana, ed ecco che gli addetti ai livori iniziano a scatenarsi. E cosa tirano fuori dagli archivi, e iniziano a far circolare? Un interessante resoconto di una seduta della Commissione Parlamentare Antimafia, la 88esima per essere precisi, datata 31 gennaio 2006. Roba vecchia? Per nulla: mai come oggi, con Pisani indagato con l'accusa di avere informato persone indagate sulle inchieste che le riguardavano, quel resoconto può tornare (why not?) attuale.

Paolo Mancuso

Presieduta da Roberto Centaro, quel giorno la commissione antimafia si occupa di una vicenda delicatissima, che in quelle settimane sta scuotendo la procura di Why Not City. Una storiaccia di veleni e intercettazioni che vedono protagonista un magistrato di primo piano, Paolo Mancuso, e i suoi presunti legami di amicizia con personaggi poco raccomandabili.

Un'indagine che non porterà a nessuno sviluppo, ma ecco che tra una domanda e l'altra dei membri della commissione (Bobbio, Brutti, Gambale, Maritati, Sinisi, Lumia) fatte a Giovanni Corona e Felice di Persia, all'epoca sostituto procuratore e procuratore aggiunto a Why Not City, spunta fuori ripetutamente il nome di Pisani, nel 2006 appena giunto alla guida della mobile. Si punta a chiarire se Pisani si sia lasciato scappare qualche informazione sulle intercettazioni che tirano in ballo Mancuso. Nessun giudizio, nessun commento: ecco le carte e buona lettura....

IL VERBALE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

UN KAHN SCIOLTO! - DSK POTRà ESSERE RILASCIATO: I PROCURATORI HANNO RAGGIUNTO L’ACCORDO CON LA DIFESA - NON Più AGLI ARRESTI DOMICILIARI, MA RIMANGONO RESTRIZIONI: NON POTRà LASCIARE IL PAESE O VIAGGIARE LIBERAMENTE - L’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PARIGI INIZIA UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE CONTRO IL LEGALE DELLA VITTIMA: NON Può CHIAMARE A RACCOLTA LE DONNE CHE sostengono di aver SUBITO MOLESTIE DA DSK…

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STRAUSS KAHAN

(ANSA) - L'ex direttore del Fondo Moentario Internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, potrà essere rilasciato. I procuratori - riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti - hanno raggiunto un accordo per la liberazione: Strauss-Kahn dichiarerà alla formalmente alla corte di osservare determinate condizioni. Strauss-Kahn riavrà indietro la cauzione depositata e sarà soggetto a restrizioni per i viaggi.

 

INCHIESTA SULL'AVVOCATO DELLA VITTIMA...
"Le Figaro" - http://bit.ly/ihVFi1

L'ordine degli avvocati di Parigi ha aperto una "inchiesta per violazione del codice deontologico" nei confronti dell'avvocato francese che si è unito al legale americano, Kenneth Thomson, nel difendere la vittima di Strauss Kahn, Nafissatou Diallo. "E' la prima volta che un avvocato fa una ‘chiamata di vittime'", riferendosi al fatto che l'avvocato Thibault de Montbrial ha pubblicamente invitato le donne che ritengono di essere state molestate dall'ex capo del Fondo Monetario a uscire allo scoperto, denunciare l'abuso e testimoniare al processo in corso a New York.

AVVOCATO kenneth thompson

politica pocket - Di Pietro ciuccio: “Berlusconi è al crepuscolo degli dei, insieme a Parnaso...” - chi era la giovane ‘fortunata’ pizzicata da Zappadu a villa La Certosa? Francesca Pascale! - che batteria per maroni - Fitch! come Far sbiancare uno come Tremonti - alfano galante - Tremonti, dandosi di gomito con un ministro, diceva: “Sembrava di stare nel bar di Guerre Stellari…\". A cosa si riferiva? All’insolita coppia composta da Brunetta e Crosetto...

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da Pocket Parioli

antonio di pietro idv

1 - Chi mai potrebbe scambiare un monte per una persona? Semplice: Antonio Di Pietro. Durante la consueta apparizione in un salotto tv ha sentenziato: "Berlusconi è al crepuscolo degli dei, insieme a Parnaso...". Ma un referendum per rimandarlo a scuola?

2 - Papi-Silvo di nuovo pizzicato dall'obiettivo di Zappadu a villa La Certosa con due avvenenti ragazze nel weekend referendario. Ma chi erano le giovani ‘fortunate'? Su quella con i capelli raccolti resta il mistero, ma sull'altra non sembrano esserci dubbi: è Francesca Pascale, ex fondatrice del 'Silvio ci manchi' fan-club e attuale consigliere provinciale Pdl a Napoli. La venticinquenne campana, infatti, è stata avvistata nella blindata del Premier al rientro da Ciampino. Difficile pensare a una casualità.

VILLA CERTOSA di BERLUSCONI

3 - Possibile che un oscuro cameramen sia riuscito là dove l'uomo più potente del mondo ha fallito e cioè liberarsi di Berlusconi? Pare proprio di sì. Tutti hanno visto le immagini del Cavaliere che al G8 va dal fotografo per raccomandarsi di non perdere lo scatto di lui che intrattiene Obama sulla "quasi dittatura" dei giudici di sinistra. Ma a molti è sfuggito il dettaglio del cameramen che, senza troppi complimenti, scansa il premier che gli 'impalla' la visuale degli altri leader. Per nulla irritato il Cavaliere si scusa e si sposta.

BERLUSCONI-VILLA CERTOSA

4 - Roberto Maroni lo fa tutte le notti, per almeno un ora, allo scopo di scaricare la tensione. Sesso? Neanche per idea. Suona la batteria. E i vicini? Chiederete voi. Probabilmente neanche lo sanno visto che il ministro dell'Interno usa una batteria elettronica che riproduce i suoni direttamente nelle cuffie.

Francesca Pascale

5 - Far sbiancare uno come Tremonti non è impresa facile. Eppure qualcuno ci è riuscito. Chi? Un deputato che, durante l'ufficio di presidenza del Pdl, ritrovandosi un'ultim'ora sul telefonino, ha esclamato: "Ci mancava pure il declassamento di Fitch...". Il ministro dell'Economia ha prima smesso di parlare, poi è arretrato diventando bianco come un lenzuolo. Preoccupato per le coronarie ministeriali, il deputato ha subito precisato: "Ma no, parlavo della Grecia!". Momento di generale ilarità per tutti tranne uno.

roberto maroni giulio tremonti

6 - Quale donna potrebbe mai gioire per essere stata ripetutamente e pesantemente insultata? Michela Vittoria Brambilla che, parlando con alcuni amici dei verbali in cui Luigi Bisignani la definisce una "str••••, brutta e m•••••••", ha seraficamente commentato: "Mai intercettazione fu più gradita...".

BISI

7 - "Questa è la dimostrazione che con certe cose ho chiuso". Chi ha pronunciato questa frase? Un ex alcolista in una vineria? Un fumatore incallito che resiste alla tentazione di accendersi una 'bionda'? Nemmeno per sogno: è stato Silvio Berlusconi che nel corso di un vertice ha ostentatamente evitato di guardare un'avvenente collaboratrice che gli portava delle carte. E lui, tenendo lo sguardo sui fogli davanti a sè, ha chiosato: "Ormai ho tirato i remi in barca!".

MICHELA VITTORIA BRAMBILLA

8 - Ma dove diavolo li avete presi 317 voti? A porre la legittima domanda è stato Antonio Di Pietro che, sorpreso dalla performance della maggioranza nell'ultimo voto di fiducia, ha chiesto lumi al 'responsabile' Mario Pepe. Il quale, senza scomporsi troppo, ha salomonicamente risposto: "Li teniamo in cantina e, quando servono, li tiriamo fuori". Un po' come il vino pregiato da usare solo per le grandi occasioni.

berlusconi incorona alfano segretario pdl

9 - Come spiazzare un giornalista, senza risultare sgarbati ed esibendo al contrario una galanteria d'altri tempi? Basta fare come il ministro della Giustizia che di fronte ad una cronista che tentava di intervistarlo, ha premesso: "Noi non ci conosciamo, piacere, Angelino Alfano". Difficile fare domande cattive a uno così.

10 - Qualche giorno fa Giulio Tremonti, dandosi di gomito con un ministro, diceva: "Sembrava di stare nel bar di Guerre Stellari...". A cosa si riferiva il responsabile dell'Economia? All'insolita coppia composta da Renato Brunetta e Guido Crosetto, inviati dal premier per cercare di convincerlo a sborsare qualcosa sul fisco. Un maligno riferimento alla statura del primo e alla stazza del secondo.

 

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