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TRA LA MONTEZEMOLINA TINAGLIA CHE BALBETTA DI NIENTE E UN VENDOLA VERSIONE \"NICHI, MA CHE STAI A DI’\" (\"il problema del linguaggio è una questione dirimente\"), divampa un’intervista a Grillo che spara nell’ordine su: De Benedetti e Saviano, sul \"NANO COL CULO FLACCIDO\", contro il quale, però, non si vede l’alternativa; sui soldi ai partiti; e anche, perfino, su Santoro - IL DILEMMA DI MICHELE: continuare così, sempre più censurato, o decidere di \"uscire a combattere la battaglia\"?....

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Francesco Specchia per "Libero"

michele santoro

Un arbitro assoluto e multidentitario: ecco il pubblico di Annozero -neanche fosse il finale di "Spartacus"- che si alza come un sol uomo e, tambureggiando, giudica ospiti e politica. Questa la nuova idea - fascinosa e minacciosa - di Michele Santoro "assediato"dall'interno della Rai e lacerato tra due dubbi: continuare così, sempre più censurato, o decidere di «uscire a combattere la battaglia»?

La soluzione è regalare la prossima volta il programma alla piazza, naturalmente antiCav. Ecco. Questo è forse l'afflato più eversivo del programma, intitolato "Vieni via con te?" e stampato sull'usuale faccione di Berlusconi. Per il resto, vige il solito tracciato retorico, tecnicamente ben fatto a dire il vero. Reportage iniziale tra i tafferugli nel montaggio astuto da Arcore tra i berluscones più accaniti («Berlusconi è un uomo, la sinistra ha molti più peccati...) e le femministe un tempo sessualmente autonome e ora manifestanti inferocite contro la gestione berlusconiana dell'utero altrui.

CARLO DE BENEDETTI

E Santoro premette che sul bunga bunga «non aggiungiamo fatti a fatti»; ma in realtà non fa che snocciolare le cronache giudiziarie della giornata nel pieno dello scontro di poteri. Eppoi si srotolano le citazioni dal film "Le vite degli altri". E divampa un'intervista a Grillo che spara nell'ordine su: De Benedetti e Saviano («usa espedienti a vantaggio di una sinistra che non c'eè mai stata»); sul Berlusca, contro il quale, però, non si vede l'alternativa; sui soldi ai partiti; e anche, perfino, su Santoro: «Santoro fai parlare chi usi come controfigure, fate le cose come se noi non ci fossimo».

SAVIANO AL PALASHARP DI MILANO

Grillo, comunque, nel suo monologo e col travaso del suo pubblico dal web ci scommettiamo- fisserà nell'audience uno dei picchi della curva d'ascolto. Gli ospiti in quest'Annozero non si scannano. Ma l'intera narrazione santoriana, nonostante l'assegnazione dei ruoli, si sgrana su un canovaccio più prevedibile del solito. Sugli scranni si erge su tutti -nel bene e nel male- Nichi Vendola, uno che quando parla somiglia sempre più a Checco Zalone che lo imita.

Berlusconi porco

Il governatore associa con lampi di pensiero la situazione internazionale e la scena pubblica italiana ingombrata da conflitto di poteri: «In Egitto cade un dittatore, segnali di rivolta nello Yemen, scappato il tunisino, incendio che divampa in tutto il Mediterraneo». Nicola Porro del Giornale dà ragione a Vendola sull'Egitto, e tocca l'argomento della violazione della privacy.

Santoro, all'improvviso, ti spara un Umberto Eco al Palasharp nelle costole («Siamo venuti qui a difendere l'onore dell'Italia e dire che l'Italia non è un paese di prosseneti») che parla a vantaggio della magistratura; e poi un Berlusca che sparla contro la magistratura. Lucia Annunziata spiazza, affermando che le «ragazze dell'Olgettina sono dei miti che fanno bene il loro lavoro» ; e vuol ridurre la «storia all'osso» ma l'osso, onestamente, non si trova.

Nichi Vendola

Vendola risponde a un signore volgarotto di Arcore che dandogli dell'omosex l'aveva privato del diritto di parola; poi continua su «la privacy non è l'oggetto del contendere se non nella misura in cui il premier ne dà un rappresentazione falsa e mente al paese». Pigi Battista del Corriere della Sera vorrebbe argomentare di politica, evitando qualsiasi flessione retorica verso i peccatori, il pulpito e l'onore: «il problema è uscire dalle narrazioni contrapposte». Ossia: da un lato abbasso il tiranno, dall'altro giudici guerrafondai. Pigi è il più equilibrato nel dipingere il caso Ruby che -tra consigliere regionali dall'operato incerto, nipoti di Mubarak vere o presunte, affitti e prefetti, chili di coca- disvela l'arazzo della politica nella sua livida malinconia.

Nicola Porro

Il guizzo che snebbia è di Annunziata che strapazza Vendola mentre certifica: «Berlusconi è l'esito di una trasformazione antropologica della società». Annunziata, spietata, domanda a Nichi: «Le elezioni non si possono fare perchè non si possono vincere. Ho ragione?»; e Vendola s'intorcina nel lessico vaporoso. Annunziata l'incalza: « Mettiamo che vinci le Primarie, che proponi?». Risposta: «Lotta alla precarietà, una condizione antropologica...». E aggiunge due pennellate: la sinistra che è "un gruppo di amministratori di condominio", e Berlusconi "la Wanna Marchi d'Italia".

PIGI BATTISTA

Poi interviene l'economista montezemoliana Irene Tinagli che cerca di parlare di lavoro. Cerca. Segue un buon Travaglio sull'etica da Marrazzo a Silvio; un dialogo con Nicola Rossi, unico esempio umano di parlamentare che dà le dimissioni per il fallimento del Pd; un Bersani inquieto. Dice Vendola: il problema del linguaggio è una questione dirimente. Qualunque cosa significhi, mi sa che vale per quest'Annozero...

 


NASCE LA NUOVA “MAGGICA” A STELLE E STRISCE - STAMATTINA ROSELLA SENSI E UNICREDIT HANNO CREATO LA NEWCO ROMA SPA, CHE CONTROLLERà LA SQUADRA, CON PRESIDENTE IL GIURISTA ATTILIO ZIMATORE - DOPO LE RASSICURAZIONI DI GHIZZONI, GLI AMERICANI SONO SEMPRE Più VICINI ALL’ACQUISTO - TANTO CHE I SOCI DI TOM DIBENEDETTO VANNO Già NELLE RADIO ROMANE A PROMETTERE “LA VITTORIA DELLO SCUDETTO” (E GLI AQUILOTTI SI TOCCANO LE PALLE)…

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Thomas Di Benedetto

1 - ASSEMBLEA ITALPETROLI APPROVA COSTITUZIONE NEWCO ROMA...
(Adnkronos) -
Si e' riunita questa mattina l'assemblea degli azionisti di Italpetroli che ha approvato il progetto di scissione della societa', come previsto dal piano concordato dai soci, ed ha approvato la costituzione della Newco Roma spa, presieduta dal prof. Attilio Zimatore. La nuova societa', a quanto apprende l'ADNKRONOS, sara' titolare del ramo entertainment e quindi anche dell'As Roma. I tempi per il completamento dell'iter relativo alla nascita della Newco Roma sono ora quelli di legge, che corrispondono a circa due mesi e mezzo. La societa' si costituira' quindi formalmente alla fine di aprile.

2 - USA-UNICREDIT, IL «RUSH» FINALE - COL NAPOLI GARA AD ALTO RISCHIO...
Gianluca Piacentini per il "Corriere della Sera-Roma"

Thomas Di Benedetto SENSI

Questione di ore. La trattativa in esclusiva tra UniCredit e la cordata americana capitanata da Thomas Richard DiBenedetto per l'acquisizione della Roma potrebbe partire già oggi, al massimo lunedì prossimo. Dipende da quando arriverà l'integrazione - attesa per oggi, ma la data non è vincolante e potrebbe slittare anche all'inizio della settimana prossima -della documentazione richiesta dall'istituto di credito agli imprenditori americani che hanno presentato, nelle settimane scorse, l'offerta ritenuta migliore e più congrua dalla stessa Unicredit e dall'advisor Rotschild.

Questa documentazione dovrà comprendere la composizione azionaria della società (la DiBenedetto As Roma Llc, la Newco attraverso la quale è stata fatta l'offerta vincolante) e l'evidenza dei fondi che saranno investiti, già garantiti dalla banca Piper Jaffray. Non si tratta propriamente di una formalità, ma quasi.

totti roma jpeg

Almeno è questa la sensazione che si ricava dalle dichiarazioni dei soggetti interessati alla vicenda. Due giorni fa, per esempio, Federico Ghizzoni, l'a. d. di UniCredit, aveva parlato di «trattativa che va avanti in maniera serena» mentre ieri Julian Movsesian, uno degli investitori soci di DiBenedetto, parlando ad una radio romana si è spinto oltre.

vucinicriise foto mezzelani gmt

«Siamo vicini - le sue parole - ma non è ancora finita. Ho un obiettivo per la Roma, vincere la serie A» . Quasi un impegno morale, e la testimonianza che gli imprenditori americani non hanno nessuna intenzione di dileguarsi . In attesa dell'ufficialità della trattativa in esclusiva, c'è un'altra partita (quasi) altrettanto importante da vincere, quella di domani sera col Napoli (arbitra Bergonzi). Ranieri saprà solo oggi pomeriggio se potrà contare su Mexes, e se la squalifica del francese non dovesse essere ridotta in difesa sarebbe emergenza vera. Con Nicolas Burdisso squalificato, al fianco di Juan dovrebbe giocare Cassetti (preferito a Loria), con Rosi esterno a destra.

L'altro dubbio riguarda la composizione del tridente: Totti Vucinic sembrano in gran forma, ma Borriello e Menez hanno fatto bene in nazionale. Uno rimarrà fuori. Ci sarà invece Daniele De Rossi, utilizzato per novanta minuti l'altra sera dal c. t. azzurro Cesare Prandelli nell'amichevole dell'Italia contro la Germania, che è sempre al centro delle attenzioni di Mourinho. Secondo il sito 4-4-2. com, infatti, il Real Madrid sarebbe pronto ad offrire per il centrocampista, che ha il contratto in scadenza nel 2012, 35 milioni di euro.

 

FLASH FLASH - EPPUR SI MUOVE: AL ARABIYA ANNUNCIA CHE MUBARAK LASCIA IL PAESE MA POI SI CORREGGE: HA SOLO LASCIATO IL CAIRO VERSO UNA DESTINAZIONE SCONOSCIUTA - INTANTO I MANIFESTANTI BLOCCANO LA STRADA TRA IL PALAZZO PRESIDENZIALE E L’AEROPORTO

Next: 1- MA SARÀ VERO CHE PROPRIO ALLA VIGILIA DEL SUO DISCORSO (DOMANI ALLE 12) AL CONGRESSO DI FUTURO E LIBERTà (CHISSà SE PRENDERà POI LA PAROLA), IL “PAGLIACCIO” DI GIAN-BECCHINO FINI STAMATTINA HA VISTO NIENTEMENO CHE FEDELE CONFALONIERI, PER POI INCONTRARSI CON UN NON MEGLIO IDENTIFICATO SIG. PROFUMO NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA LUCCIOLA & PARTNERS (POSSIBILE CHE SIA L’EX AD DI UNICREDIT?), PER POI GUARDA CASO INTRATTENERSI NEL PRIMO POMERIGGIO CON L’ATTUALE DG DI PIAZZA CORDUSIO ROBERTO NICASTRO? 2- MACCHé TEATRO VALLE. A GIUDICARE DAGLI IMPEGNI, SI DIREBBE CHE IL FUTURO DI BARBARESCHI SARÀ MEDIASET. O SARÀ ANDATO A PARLARE DI BANDA LARGA ANCHE CON LORO? 3- LUCA IL MODESTO: \"COLPA MIA SE HO UN’INTELLIGENZA ACUTA? SE ANTICIPO E NON SEGUO? SONO UNA FERRARI. E RISPETTO A TANTE 500 IN CIRCOLAZIONE, RISULTO IMPRENDIBILE\"
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(ANSA-REUTERS) - Hosni Mubarak ha lasciato con la propria famiglia il Cairo, e non l'Egitto come in precedenza affermato. Lo riferisce Al Alrabiya correggendo una precedente notizia. Il presidente egiziano sarebbe partito per una destinazione sconosciuta da un aeroporto militare

mubarak mubarak

MANIFESTANTI VERSO PALAZZO BLOCCANO STRADA AEROPORTO
(ANSA)
- I manifestanti stanno bloccando il grande viale che porta verso il quartiere di Heliopolis dove ha sede il palazzo presidenziale e verso l'aeroporto. Lo riferisce la televisione Al Jazira. Un altro corteo, riferiscono fonti sul posto, si sta formando dalla moschea di Abbasseya per muoversi in direzione del palazzo presidenziale.

 

Proteste in Egitto Bruciata leffige di Mubarak

1- MA SARÀ VERO CHE PROPRIO ALLA VIGILIA DEL SUO DISCORSO (DOMANI ALLE 12) AL CONGRESSO DI FUTURO E LIBERTà (CHISSà SE PRENDERà POI LA PAROLA), IL “PAGLIACCIO” DI GIAN-BECCHINO FINI STAMATTINA HA VISTO NIENTEMENO CHE FEDELE CONFALONIERI, PER POI INCONTRARSI CON UN NON MEGLIO IDENTIFICATO SIG. PROFUMO NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA LUCCIOLA & PARTNERS (POSSIBILE CHE SIA L’EX AD DI UNICREDIT?), PER POI GUARDA CASO INTRATTENERSI NEL PRIMO POMERIGGIO CON L’ATTUALE DG DI PIAZZA CORDUSIO ROBERTO NICASTRO? 2- MACCHé TEATRO VALLE. A GIUDICARE DAGLI IMPEGNI, SI DIREBBE CHE IL FUTURO DI BARBARESCHI SARÀ MEDIASET. O SARÀ ANDATO A PARLARE DI BANDA LARGA ANCHE CON LORO? 3- LUCA IL MODESTO: \"COLPA MIA SE HO UN’INTELLIGENZA ACUTA? SE ANTICIPO E NON SEGUO? SONO UNA FERRARI. E RISPETTO A TANTE 500 IN CIRCOLAZIONE, RISULTO IMPRENDIBILE\"

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1- DAGOREPORT
Ma sarà vero che proprio alla vigilia del suo discorso (domani alle 12) al congresso di Fli, Luca Barbareschi oggi è impegnato in un tour de force di incontri milanesi? Sembra infatti che il "pagliaccio" di Gian-becchino stamattina abbia visto nientemeno che Fedele Confalonieri, per poi incontrarsi con un non meglio identificato sig. Profumo nella sede della società di consulenza Lucciola & Partners (possibile che sia l'ex ad di Unicredit?), per poi guarda caso intrattenersi nel primo pomeriggio con l'attuale DG di Piazza Cordusio Roberto Nicastro.

LUCA BARBARESCHI

In tutto questo tourbillon, il deputato-attore non sembra essere certo se prendere la parola al congresso dei Tipini Fini.
Forse dovrà resistere col piede in due staffe fino alla prossima settimana: non prima di aver incontrato, quindi, il boss di RTI Alessandro Salem.
Altro che Teatro Valle. A giudicare dagli impegni, si direbbe che il futuro di Barbareschi sarà in Mediaset. O sarà andato a parlare di banda larga anche con loro?

2- BARBARESCHI, TRASCINATORE DEGRADATO A CLOWN: "SONO UNA FERRARI MA NON CORRO AD ARCORE"
Antonello Caporale per "la Repubblica"

Luca Barbareschi è un attore, ma anche un politico. Ma anche "un pagliaccio", secondo l'amichevole ferocia Gianfranco Fini, il leader del partito in cui Barbareschi milita.

"Sto lì finché mi vogliono, mi cercano. Sono con loro se la mia presenza aggiunge e non toglie".

fini barbareschi

Più che aggiungere, secondo loro toglie.
"Come sa, ho una passione smodata per il mio lavoro e nessun ardore servile. Se mi scoccio lascio la politica e ritorno al mestiere".

Barbareschi è così. Prendere o lasciare.
"Colpa mia se ho un'intelligenza acuta? Colpa mia se anticipo e non seguo? (Tra l'altro anche Fini si meravigliò: cavolo Luca, come sei avanti!)".

E la solita storia: una Ferrari è una Ferrari e una Cinquecento resta una stupida Cinquecento.
"Sono una Ferrari, indiscutibilmente. E rispetto a tante Cinquecento in circolazione, risulto imprendibile".

Per alcuni anche incomprensibile.
"Non mi sono mosso in queste ultime settimane. E' il circo mediatico che ha tirato dentro l'arena politica il mio nome facendo strame della mia dignità, fantasticando su passaggi di campo, arene teatrali, colpi di testa. Fesserie. Ero lì fermo a osservare il baillamme intorno a me. Sorpreso e persino incuriosito".

FEDELE CONFALONIERI - copyright Pizzi

Il viaggetto ad Arcore è stata una spia luminosa della sua mobilità.
"E cosa vado a fare secondo lei?".

Il solito sanbitter?
"Parlo con lui dell'agenda digitale".

L'agenda digitale.
"Non passo col Cavaliere, tranquillo. Ho solo stigmatizzato il falso moralismo che vuole impiccare in piazza lo stile di vita del premier. Io non giudico il piacere privato, non sono puritano, non voglio essere giudicato".

La politica a volte l'annoia.
"Sono in una fase di affaticamento".

Un Barbareschi non resisterà a lungo in Parlamento.
"Lascio. Posso deciderlo domattina. Ho un'altra vita intorno a me, e tanti film da fare".

profumo

Nel Palazzo passeggiano corpi perduti, volti impauriti. Mediocri, attaccati alla corda del capo.
"Lo dice a me? Sono per il talento".

ROBERTO NICASTRO

Il talento è infatti mobile e indisciplinato
"Ecco".

Il mediocre resta immobile.
"Sempre a mendicare e avvelenare".

Il primo espande e innova, il secondo conserva e sclerotizza.
"Ben detto".

Lei voleva fare il presidente della commissione cultura.
"Hanno scelto una maestrina elementare. Contenti loro!".

Alessandro Salem

Dopo Bastia Umbra Barbareschi ha però perso centralità. Si è incaponito per un suo vecchio film e si è travestito da attore.
"Il trasformista è un film strepitoso, è un capolavoro, è profetico!"

E quindi?
"E quindi niente".

Barbareschi Il Trasformista

Tre per cento di share.
"Sono 870 mila persone. Li faccia lei".

In effetti non è male.
"Mi è piaciuto così, vabbè?".

 

CON UNA PELLICOLA TI TOLGO LA PELLE - SE CHICCO APPARECCHIA ‘IL DIVO’, VESPA SERVE ‘IL CAIMANO’ - COLPO DA PARA-GURU DEL DIRETTORE DI RAI1 MAZZA: IL FILM DI MORETTI ANDRà SULLA RETE AMMIRAGLIA (DOPO SANREMO, PER CARITà), CON APPENDICE DI CINEFORUM CONDOTTO DA BRU-NEO - COSì RAI3, CHE DA GIORNI SOLLEVA LA POLEMICA, SI ATTACCA AL TRAM, E IL DIBATTITO SUL FILM CHE SPUTTANA IL CAVALIER POMPETTA SI FARà SU ‘PORTA A PORTA’ (BLINDATA)…

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Enrico Paoli per "Libero"

NANNI MORETTI

Ma sì, diciamoci la verità. Il film di Nanni Moretti "Il Caimano", in sé e per sé, non è un gran film. Scarso successo al botteghino, ridotta richiesta per i passaggi televisivi, insomma niente a che vedere con il Moretti di "Caro Diario". Perché il Caimano, in realtà, con quel suo finale stile Blade Runner, è una metafora morettiana, più che la visione morettiana dell'Italia.

E allora, per dirla con Mauro Mazza,direttore di Rai Uno finito suo malgrado nel calderone delle polemiche provocate dalla mancata messa in onda del finale del film all'interno del programma condotto da Serena Dandini su Rai Tre, "Parla con me", il valore della pellicola sta nel rapporto con l'attualità.

«In questo particolare momento», dice Mazza, «diventa interessante ». Già, interessante. Ma per renderlo davvero accattivante servirebbe l'evento, tipo proiezione del film in prima serata, seguito da puntata di Porta a Porta dedicata all'opera di Moretti e al suo rapporto con la realtà. Insomma, il dibattito dopo il film.

Bruno Vespa

Una catena di eventi talmente odiata da Moretti da averlo indotto a urlare nella sua prima opera "Io sono un'autarchico" «Il dibattito no!». Invece il dibattito sì, come ha fatto Enrico Mentana su La7 per la messa in onda del «Divo» di Sorrentino, tanto che in Rai stavano pensando proprio a questo.

A far saltare il tappo è stata la fretta di Rai Tre, desiderosa di "scippare" a Rai Uno il film. La rete ammiraglia della Rai ha la prelazione sulla pellicola sino al 28 maggio e Mazza ha tutta l'intenzione di farla valere. «Premesso che non c'è nessuna polemica politica, Rai Uno è pronta a mandare in onda il Caimano al momento opportuno », dice il direttore del primo canale della tv pubblica, «ma in questo momento la mia priorità è il Festival di Sanremo».

Serena Dandini

Difficile dargli torto, dal risultato della kermesse canora dipendono i budget pubblicitari degli investitori. E la Rai, Rai Uno compresa, non può rischiare,magari mandando in onda un film dallo scarso appeal. Soltanto a Rai Tre "Il Caimano"avrebbe fatto comodo. Intanto il meccanismo dell'effetto annuncio è servito alla Dandini a far risalire gli ascolti: mercoledì sera "Parla con me"ha fatto registrare un milione e 734mila telespettatori, pari al 12,85% di share, dopo settimane di crisi.

MAURO MAZZA BRUNO VESPA

Ieri sera, poi, la conduttrice ha fatto girare buona parte della puntata sul tormentone «mandatelo in onda su Rai Tre», come se l'Italia fosse in crisi d'astinenza e senza il film di Moretti ci troveremmo a fare i conti con rivolte di piazza.

Il Caimano

E poi ha permesso a La7 di imbastire una puntata di Otto e mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber, incentrata sulla sequenza finale del film. Infine la polemica ha creato un effetto indotto, tale da intasare la rete. I navigatori del web a caccia dello spezzone del film sono stati numerosissimi. Insomma, Moretti è uscito dal letargo e Rai Tre dal cono d'ombra nel quale era finita nelle ultime settimane. E tutto per un atto di legittima difesa da parte del vertice della Rai, contro il quale l'Idv ha tuonato parlando di «emergenza democratica». Il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi, ha annunciato di esser pronto a «diffondere sul web la scena finale del film in questione».

 

M’ARRAZZO, NON M’ARRAZZO - \"Un governatore sotto ricatto è politicamente dimezzato e azzoppato, Le istituzioni devono essere messe al riparo da ogni sospetto e interferenza... Marrazzo deve valutare se fare un passo indietro non sia l’unico gesto pieno di dignità...\" (BATTISTA SUL \"Corriere\") - perché ciò che valeva per Marrazzo, ricattato ma non indagato, non vale per Berlusconi, indagato e ricattato o ricattabile da decine di ragazze armate di foto e filmati sui festini in villa?\"....

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MARCO TRAVAGLIO

Marco Travaglio per "L'espresso"

"Un governatore sotto ricatto è politicamente dimezzato e azzoppato, impossibilitato a svolgere con serenità e responsabilità istituzionale le funzioni che vanno ben al di là delle sue privatissime vicende... Le istituzioni devono essere messe al riparo da ogni sospetto e interferenza... Marrazzo deve valutare se fare un passo indietro non sia l'unico gesto pieno di dignità...".

Così scriveva il 24 ottobre 2009 Pierluigi Battista nel suo editoriale sul "Corriere della sera". Tre giorni prima erano finiti in carcere tre carabinieri che il 3 luglio erano entrati illegalmente nell'alloggio del trans Natalì, in via Gradoli 96, filmando l'allora governatore del Lazio in un festino di sesso e coca per poi ricattarlo.

Piero MArrazzo

Marrazzo non era indagato, eppure giustamente il "Corriere" chiese le sue dimissioni. Anche Renato Farina alias Betulla, sul "Giornale" allora di Vittorio Feltri, intimò: "Dimissioni, sparire. Se ci saranno processi, si vedrà, ma intanto abbandonare auto blu e doppiopetto, cambiare itinerario".

E Maurizio Belpietro, su "Libero", tuonò: "È evidente a chiunque che il governatore non può stare al suo posto un giorno di più... Le ragioni per rimuoverlo in fretta sono note: è stato colto in una situazione imbarazzante, ma in seguito il suo comportamento è stato tutt'altro che limpido... Ha cercato di confondere le acque fornendo versioni di comodo che non trovano riscontri e che ora gli inquirenti stanno cercando di verificare... È impresentabile. Il buon senso avrebbe suggerito di toglierlo di mezzo al più presto".

MARRAZZO CON BERLUSCONI

Marrazzo si dimise nel giro di tre giorni. Era la vigilia delle primarie del Pd per il candidato governatore e Marrazzo, senza lo scandalo, le avrebbe vinte a mani basse. Invece uscì di scena e, grazie allo scandalo, il Pd perse il Lazio, conquistato da Renata Polverini. Eppure nessuno strillò alla "giustizia a orologeria".

Nessuno disse che Marrazzo doveva restare al suo posto in quanto "eletto dal popolo" (i governatori, diversamente dal premier, lo sono davvero). Nessuno accusò pm e giornalisti di "spiare" il pover'uomo "dal buco della serratura" violando la sua "privacy" (eppure, senza lo spionaggio dei tre carabinieri, nessuno avrebbe potuto ricattarlo).

Ora la domanda è semplice, quasi banale: perché ciò che valeva per Marrazzo, ricattato ma non indagato, non vale per Berlusconi, indagato e ricattato o ricattabile da decine di ragazze armate di foto e filmati sui festini in villa, molte delle quali hanno ricevuto soldi o promesse di denaro in cambio del loro silenzio?

PIGI BATTISTA

Che aspetta il "Giornale" a intimargli: "Dimissioni, sparire"? E Belpietro a spiegare che "è evidente a chiunque che ormai non può stare al suo posto un giorno di più"? E Battista a suggerire al Cavaliere "un passo indietro" giacché un premier "sotto ricatto è politicamente dimezzato e azzoppato"? Attendiamo fiduciosi: non vorremmo mai dover sospettare che il "Giornale", Belpietro e Battista non siano imparziali. O, addirittura, che abbiano un debole per Berlusconi.

 

COMPLOTTO? SE L’È CERCATA! - L’INDAGINE CHE INGUAIA IL CAVALIER POMPETTA NASCE DA SEMPLICI SEGNALAZIONI DI POLIZIOTTI CHE SCOPRONO CHE DOPO LA FAMOSA NOTTE IN QUESTURA, RUBY (ANCORA MINORENNE) NON ERA PIÙ AFFIDATA ALLA MINETTI MA ERA A CASA DELLA PROSTITUTA MICHELLE COINCENCAO - E LA DOMANDA SORGE SPONTANEA: “MA SE VERAMENTE FOSSE STATA LA NIPOTE DI MUBARAK, DAVVERO SILVIO L’AVREBBE LASCIATA A CASA DI UNA COME LA COINCEICAO?...

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Piero Colaprico per "la Repubblica"

RUBY milestone ed xbez

Quando i partecipanti delle feste di Arcore seppero che Ruby-Karima stava parlando con i magistrati, cominciarono a tremare. C´è chi pensò persino a un complotto. Ma a portare Ruby davanti ai magistrati Pietro Forno e Antonio Sangermano è stato soprattutto il rispetto delle regole da parte di alcuni poliziotti. Uno di questi è un semplice sovrintendente, Massimiliano R. È il 5 giugno e Ruby, com´è ormai noto a chi segue questa storia, litiga con Michelle Coinceicao, la brasiliana trentenne che è andata a prenderla in questura insieme con Nicole Minetti. Ma che succede, nel condominio di via Villoresi?

ruby to big

Ad Antonino L., assistente capo, Ruby racconta che veniva costretta «ad avere rapporti sessuali con degli uomini, senza precisare ulteriormente il contenuto della suddetta affermazione». Antonino, però, spiega al collega Massimiliano che «la ragazza gli sembrava alquanto confusa». E così, Massimiliano fa quello che deve fare.

berlusconi ruby mubarak f ruby

Ascoltiamolo: «Io personalmente provai a contattare Nicole Minetti, rilevando il numero di telefono cellulare dall´annotazione di servizio redatta dal personale di pubblica sicurezza che aveva proceduto all´affidamento della minore». Il poliziotto però non riceve risposta dal consigliere regionale.

In «un arco temporale che potrebbe oscillare tra le 8.30 e le 10.30 del mattino per il tramite del centralino della questura di Milano» Massimiliano riprova: «L´utenza risultava raggiungibile, il telefono squillava, ma nessuno rispose. Fu a quel punto che personalmente avvertii il funzionario di turno, la dottoressa Teresa P., la quale venne messa ad integrale conoscenza dei fatti... Presumo che la dottoressa P. abbia a sua volta informato personale della squadra Mobile specializzato per reati di sfruttamento della prostituzione o comunque reati sessuali, atteso che questa è la prassi (...) Fui io personalmente a contattare il sostituto procuratore dei Minori di turno presso la procura della Repubblica dei Minori di Milano».

RUBY AL PARADISO DI RIMINI

Ecco, quindi che, superate in dribbling le decisioni della dottoressa Anna Maria Fiorillo, che tante volte se l´è presa per quello che era accaduto dopo la telefonata di Silvio Berlusconi in questura, tornano in campo i magistrati dei minori.

RUBY AL PARADISO DI RIMINI

Un semplice sovrintendente trova terreno fertile, la dottoressa Saracino, collega della Fiorillo, «preso atto che Ruby-Karima era stata trovata all´interno di un appartamento con un soggetto maggiorenne non affidatario (...) dispose che la El Mahroug Karima fosse provvisoriamente affidata ai sanitari della De Marchi, dov´era stata portata per le cure mediche, sino a fine degenza».

E volle tutelare Ruby: «Stante la peculiarità del caso, dispose - spiega il poliziotto - che i sanitari della De Marchi fossero avvertiti dagli operanti di polizia che la minore non doveva avere contatti con estranei alla struttura sanitari, e questo evidentemente a tutela della stessa (...) ed ebbe cura di specificare che la minore in alcun modo doveva essere riaffidata a Minetti Nicole».

RUBY AL PARADISO DI RIMINI

Il consigliere regionale non è più affidabile, quel 5 giugno, appena otto giorni dopo la notte in cui Ruby venne «esfiltrata» da via Fatebenefratelli. Ora, c´è una domanda che i pm dei Minori si sono fatti: se Ruby fosse la nipote di Mubarak, ma davvero il nostro premier l´avrebbe lasciata a casa di una come Michelle Coinceicao? Non sarebbe stato meglio un hotel a una stella?

Ruby brinda

Il fatto certo però è che Ruby dal 5 giugno non può più essere contattata dal «giro» delle notti del bunga bunga. Sparisce da Milano. Va in comunità a Genova. Dove fa in tempo a vantarsi - così come aveva fatto spesso a Milano - delle sue conoscenze di alto livello, in primis Silvio Berlusconi. Aveva mostrato il numero privato del premier alle ragazze della comunità. Le voci corrono.

Ed è così che i documenti della polizia, le notizie della rissa, le comunicazioni del tribunale dei Minori, le segnalazioni della comunità, confluiscono alla procura di Milano. Dove si sono già presentati i poliziotti del commissariato Monforte, che avevano fermato Ruby e non erano d´accordo con quanto avevano visto in questura. È questa la semplice traiettoria che porta Ruby il 2 luglio a incontrare i magistrati milanesi. In tutto li vedrà quattro volte, sino al 3 agosto.

 

BASSO ADIGE! - BOLZANO SCHIAVA DI ROMA? E DURNWALDER SI CHIAVA L’UNITÀ D’ITALIA! - IL PRESIDENTE CRUCCO HA UNA SUP-POSTA PER NAPOLITANO: “NON PARTECIPERÒ ALLE CELEBRAZIONI, IL GRUPPO LINGUISTICO TEDESCO NON HA NULLA DA FESTEGGIARE. I MIEI ASSESSORI ITALIANI POSSONO FARLO, MA NON IN RAPPRESENTANZA DELLA PROVINCIA” - E NAPO S’INCAZZA: “NON PUÒ PARLARE A NOME DI UNA PRETESA ’MINORANZA AUSTRIACA’…

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Da "Repubblica.it"

Luis Durnwalder

"Sorpresa e rammarico". Le ha espresse il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder per la decisione di non aderire alle celebrazioni del 150 dell'Unità d'Italia. Il capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha "rilevato" che Durnwalder non può parlare a nome di una "pretesa 'minoranza austriaca'" e ha sottolineato la propria "fiducia che l'intera popolazione" della provincia si riconosca nelle celebrazioni.

Nella lettera il Presidente scrive che Durnwalder dimentica "di rappresentare anche le popolazioni di lingua italiana e ladina, e soprattutto che la stessa popolazione di lingua tedesca è italiana e tale si sente nella sua larga maggioranza".

NAPOLITANO

DURNWALDER: "NON SARÒ AI FESTEGGIAMENTI"
Al Presidente della Repubblica, Luis Durnwalder risponde annunciando la sua assenza alle celebrazioni. "Il gruppo linguistico tedesco non ha nulla da festeggiare", dice il governatore altoatesino, "Nel 1861 l'Alto Adige non faceva parte dell' Italia e nel 1919 non ci è stato chiesto se volevamo fare parte dello Stato italiano. Per questo non parteciperò ai festeggiamenti". E conclude: "Gli assessori italiani sono liberi di festeggiare l'unità d'Italia, ma non in rappresentanza della Provincia autonoma".

Spiega l'esponente altoatesino: "Scriverò al presidente Napolitano per illustrare i motivi per i quali non parteciperò alle celebrazioni. I sudtirolesi hanno sofferto molto tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, non vedo veramente giustificazioni per festeggiare questa ricorrenza". Il governatore dice di aver ricevuto molte lettere di cittadini che condividono la sua scelta.

HANS BERGER

"Di certo - prosegue - molti altoatesini di lingua tedesca e ladina non accetterebbero una mia partecipazione. Sono anche convinto che gran parte della popolazione di lingua italiana capisca la mia decisione". Durnwalder sottolinea che "gli assessori italiani sono certamente liberi di festeggiare l'unità d'Italia. Non delegherò al mio vice la rappresentanza della Provincia autonoma, perchè a questo punto ci potrei anche andare io stesso".

RISVOLTI SUL TURISMO
In seguito alla polemica Napolitano-Durwalder, sono decine le mail arrivate all'Azienda di soggiorno di Bolzano e all'assessore provinciale al turismo Hans Berger, che di mestiere fa l'albergatore, contro la decisione della giunta provinciale di disertare le celebrazioni. Il timore tra gli operatori turistici della zona è che dopo le proteste possano arrivare le disdette 1 e che clienti affezionati alle montagne dell'Alto Adige quest'estate scelgano un'altra meta.

 


SGARBI & SGORBI - TERZO NO DELLA CORTE DEI CONTI, PALLORE GONFIATO COSTRETTO A LASCIARE VENEZIA E la poltrona della soprintendenza al polo museale - E non lo fa volentieri. La decisione di andare in aspettativa è stata presa in accordo con il ministero dei Beni Culturali (ENNESIMA SCONFITTA PER BONDI) - UNA TAVOLA IN TESTA AL VECCHIO SGARBONE DA PARTE DELLA MATITA DI STEFANO DISEGNI....

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Alessio Antonini per il "Corriere del Veneto"

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi lascia la soprintendenza al polo museale veneziano, lascia le due Maddalene appena arrivate alla Ca' D'Oro, le tre struggenti opere di Bosch di palazzo Grimani e le querelle infinite sui cartelloni pubblicitari. E non lo fa volentieri. La decisione di andare in aspettativa è stata presa in accordo con il ministero dei Beni Culturali che ha chiesto la revoca dell'incarico del critico d'arte su ordine della Corte dei Conti e che nelle prossime settimane dovrà indire per la terza volta un bando pubblico per l'incarico di sovrintendente dei musei statali veneziani.

Vittorio Sgarbi

Il tribunale infatti ha pronunciato una sesta sentenza rifiutando per la terza volta di seguito di registrare l'incarico di Sgarbi, ritenendo nuovamente che la procedura di nomina del critico ferrarese fosse in contrasto con i regolamenti ministeriali. Secondo i giudici il Ministero non avrebbe valutato il curriculum dell'unico concorrente di Sgarbi, il sovrintendente pugliese Fabrizio Vona che avrebbe i titoli per ricoprire l'incarico e che ha presentato domanda per l'ufficio di Venezia nei tempi previsti dal concorso.

Ma questa volta a dire che la procedura non è corretta non è solamente la Uil dei beni culturali che fin dall'inizio ha denunciato l'errore, ma lo stesso ufficio di gabinetto del Ministero che ammette di aver commesso uno sbaglio. «La Corte dei Conti con un voto a maggioranza ha ritenuto che la procedura di nomina di Sgarbi non fosse quella corretta e che si dovesse procedere ad altre valutazioni che non sono state fatte - spiegano dal Ministero - non possiamo che prenderne atto.

Sgarbi

Adesso stiamo valutando i tempi e i modi per rifare un nuovo bando». Dunque, mentre la sovrintendenza di Venezia sarà affidata ad interim alla soprintendente Annamaria Spiazzi che aveva già sostituito Sgarbi anche in occasione dei precedenti stop del tribunale, i tecnici del ministero prepareranno il nuovo bando che potrà tenersi tra un minimo di due settimane e un massimo di un mese e mezzo.

Sgarbi a Venezia

«Il ministro Sandro Bondi deve smetterla di accanirsi con la nomina di Sgarbi e dare l'incarico a Fabrizio Vona, il dirigente di ruolo legittimato ad assumere le funzioni di soprintendente per Venezia », dice la Uil dei beni culturali facendo notare che «questi continui tentativi surreali di nominare Sgarbi a capo del polo veneziano rappresentano un danno per il ministero e per la stessa città di Venezia ».

Viviana Andreoli e Sgarbi

La nomina di Vittorio Sgarbi era stata bloccata una prima volta dalla Corte dei Conti perché la procedura di nomina diretta non era stata giudicata corretta. La seconda volta invece la Corte dei Conti era intervenuta sul fatto che il ministero non avrebbe preso in considerazione le domande dei soprintendenti Fabrizio Magani e Isabella Lapi Ballerini, anche loro in corsa per la soprintendenza veneziana.

SGARBI E LA PORNOSTAR VITTORIA RISI

Ma anche dopo la promozione dei due concorrenti di Sgarbi a direttori regionali in Abruzzo e in Puglia (a quel punto sia Magani che Lapi Ballerini hanno ritirato la domanda per Venezia) è apparso un terzo candidato: Fabrizio Vona. «Il ministero non ha fatto i adeguatamente i conti con la domanda di Vona - ripeteva la Uil dei beni culturali in occasione del ritorno di Sgarbi in Laguna due mesi fa - Anche il nuovo incarico sarà alla fine bocciato dalla Corte dei Conti perché la procedura scelta è illegittima. Venezia si troverà ancora una volta senza un soprintendente ». E così è successo.


2- TELESCHERNO DI STEFANO DISEGNI
da Sette-Corriere della Sera

 

Telescherno Sgarbi

1- ORMAI è GUERRA APERTA CON SCAZZI A RIPETIZIONE E SFANCULAMENTI MEDIATICI TRA I MINISTRI LOMBARDI DEL PDL (GELMINI, LA RUSSA, PAOLO ROMANI) E LA SANTADECHÉ ALLE PRESE CON LA MANIFESTAZIONE CONTRO LA MAGISTRATURA POLITICIZZATA 2- CONTRO IL DIKTAT DI DANIELINA, AL PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANO OGGI DI MINISTRI NEANCHE L’OMBRA PERCHÉ, SPIEGA LA PROFESSORINA GELMINI \"SAREBBE INOPPORTUNO\". RISPETTO AL RUOLO DI MINISTRO, DICE LEI. MENTRE È PROBABILE CHE PENSI A BEN ALTRO 3- SOTTO SOTTO, COVA LA BATTAGLIA DELLA SOLITA SANTANCHÉ CHE STA BRIGANDO DA TEMPO INSIEME ALLA MARIA \"SCONFITTA\" BRAMBILLA PER ASSUMERE FORMALMENTE NEL PARTITO IL RUOLO DI RESPONSABILE DI TUTTE LE INIZIATIVE MOVIMENTISTE DEL PDL

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DAGOREPORT
dal nostro infiltrato speciale Minimo

SANTANCHè E GELMINI

Pomeriggio e mattinata convulsa per i vertici lombardi del Pdl alle prese con la manifestazione davanti al Palazzo di Giustizia di Milano. Già, perché la gestazione della protesta è stata piuttosto faticosa e ricca di scazzi a ripetizione. Tanto che Adalberto Signore sul Il Giornale parla di "qualche malumore all'interno del Pdl con un vorticoso giro di telefonate tra i vertici lombardi (ministri compresi) che avrebbero preferito un sit in low profile. Niente simboli, nessuna presenza di peso e giusto un centinaio di persone per dare un segnale. Berlusconi, però, è categorico al che a manifestare contro la magistratura politicizzata dovrebbero esserci ben quattro ministri, il termometro di uno scontro istituzionale sempre più caldo".

PAOLO ROMANI

Una notizia che al Giornale non prendono sotto gamba, tanto da spararla nel catenaccio di pagina 3. E invece al Palazzo di Giustizia di Milano oggi di ministri neanche l'ombra perché, spiega la professorina Gelmini "sarebbe inopportuno". Rispetto al ruolo di ministro, dice lei. Mentre è probabile che pensi a ben altro. Già, perché il giro di telefonate di cui sopra non è stato solo "vorticoso" ma "furibondo". Con Gelmini, La Russa, Romani a dare addosso alla solita Santanché, sponsor principale della protesta inizialmente pensata dal neocordinatore del Pdl in Lombardia Mantovani (vale la pena di ricordare che il suo predeccessore s'è dovuto dimettere per non aver difeso a dovere la povera madrelingua inglese Minetti).

brambilla jpeg

Danielina, infatti, sta brigando da tempo insieme alla Brambilla per assumere formalmente nel partito il ruolo di responsabile di tutte le iniziative movimentiste. E 'sta balzana idea di Mantovani che neanche l'aveva consultata proprio non gli è andata giù. Così, è andata subito ad arringare il Cavalier Pompetta: "Loro vogliono farla senza simboli? No. I simboli del Pdl devono esserci. Loro vogliono farla senza ministri? No. Ci mancherebbe che si vergognino di difendere il presidentissimo".

Così, Zio Silvio alza il telefono e chiama Mantovani: si va in piazza e ci vanno pure i big. Irripetibili i toni delle telefonate tra ministri e dirigenti locali che avessero avuto sotto mano la Santanché l'avrebbero strangolata. E che stamattina si sono risentiti ancora al telefono: la manifestazione si fa, ma a quell'arpia non gliela diamo vinta, in piazza noi non ci saremo. Sarebbe "inopportuno". Rispetto al galateo istituzionale? 'Sti cazzi delle istituzioni... Sarebbe inopportuno rispetto alla Santanché.

2- TENSIONI DAVANTI AL TRIBUNALE A MILANO
Corriere.it - video http://www.corriere.it/politica/11_febbraio_11/presidio-pdl-tribunale-milano_697c7f92-35d2-11e0-8fcc-00144f486ba6.shtml

IGNAZIO LARUSSA

Da un lato il presidio del Pdl davanti al palazzo di giustizia di Milano, dall'altro la via istituzionale con l'incontro previsto tra il premier e il presidente della Repubblica. Per tentare di sfuggire alla tempesta giudiziaria Silvio Berlusconi gioca contemporaneamente su due tavoli.

IL PRESIDIO - In mattinata è cominciato il presidio del Pdl in corso di Porta Vittoria, a Milano, davanti al Palazzo di Giustizia, proprio a sostegno di Silvio Berlusconi indagato dai magistrati milanesi per concussione e prostituzione minorile della giovane Ruby. Un centinaio di persone si sono raccolte attorno ad un gazebo sventolando bandiere del Pdl. Al collo hanno cartelli con su scritto: «No alla repubblica giudiziaria», «Cento processi, zero condanne uguale persecuzione», «Silvio devi resistere, resistere, resistere» e «La politica nei seggi elettorali non nei tribunali». In piazza è scesa anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Daniela Santanchè oltre ad alcuni esponenti del Pdl lombardo

C'E' ANCHE TORREGIANI - Tra i manifestanti anche Alberto Torregiani, responsabile del settore giustizia del Movimento per l'Italia e figlio di Pierluigi, il gioielliere milanese ucciso dai Pac di Cesare Battisti nel '79. «Sono qui perchè parte della magistratura continua ad alzare la voce, mentre dovrebbe lavorare in silenzio, come la maggior parte dei magistrati». A proposito dell'inchiesta riguardante la marocchina Ruby, che vede coinvolto il premier, Torregiani ha detto: «Forse c'è un briciolo di verità, ma in una montagna di assurdità». Molta gente che passa davanti a palazzo di giustizia dove c'è il presidio dei manifestanti, si ferma per esternare la sua contrarietà. Fino ad ora, però, al di là di qualche battibecco, non è accaduto nulla.

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«PALAZZO DELL'INGIUSTIZIA» - «Vi dò una notizia, questo processo finirà in niente, non ci sono vittime dato che quelle presunte smentiscono di esserlo, e non c'è concussione perché non c'è un concusso: questo è il palazzo dell'ingiustizia» ha detto la Santanché parlando ai giornalisti e ai militanti presenti. Con lei ci sono anche Valentina Aprea, della commissione Cultura della Camera, Romano La Russa, assessore lombardo all'Industria.

«Berlusconi è una vittima dell'ingiustizia e di una vera e propria persecuzione giudiziaria, quanti processi ha subito che sono finiti in niente?», ha proseguito la Santanché sottolineando che «il problema è che le vittime sono gli italiani e l'immagine del Paese all'estero».

LA CONTROMANIFESTAZIONE - Di fronte a loro proprio al termine della scalinata del Palazzo di Giustizia una decina di persone, guidate da Piero Ricca espone cartelli con scritto «Berlusconi rispetta la Costituzione», «Basta impunità» e «Fatti processare». Tra i due gruppi contrapposti non sono mancati reciproci scambi di insulti subito sedati dalle forze dell'ordine che sono schierati tra le due fazioni.

santache

INCONTRO BERLUSCONI-NAPOLITANO - Intanto sul fronte più strettamente politico è stato annunciato l'atteso incontro tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferiscono fonti ministeriali, infatti, Berlusconi salirà al Colle alle 17.00 di oggi.

 

CAMERATI, ADDIO! - PARTE A MILANO IL CONGRESSO DI FLI E GIAN-BECCHINO SI RITROVA UN PARTITO NON NATO E GIÀ INDECISO A TUTTO - CON CHI ALLEARSI, CHE FARE CON BERLUSCONI, E COME RIUSCIRE A EVITARE IL FUGGI FUGGI VERSO IL CAVALIER POMPETTA - SUI DELEGATI ARRIVA COME UNA BOMBA IL RISULTATO DI UN SONDAGGIO RISERVATO: PER IL 60% DEGLI ITALIANI È UN PARTITO DI SINISTRA - E STORACE SFOTTE: GIANFRY RIDOTTO A VICE DI CASINI…

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1 - NASCE IL FLI, GIÀ DIVISO SULL´ANTIBERLUSCONISMO
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Gianfranco Fini

Futuro e Libertà prende il largo oggi a Milano. Ma è nave che salpa in un mare già in tempesta. Clima da crisi politica e istituzionale fuori dal palazzetto di Rho, tra il premier che infiamma e i suoi militanti davanti al palazzo di giustizia. Dentro, il partito che nasce sotto la guida di Gianfranco Fini è chiamato a decidere subito come muoversi, insieme col terzo polo, in caso di emergenza.

RONCHI IL DITOOO

Il presidente della Camera detterà la linea nelle conclusioni di domenica. Il fondatore osserva con crescente preoccupazione l´escalation berlusconiana. Unica cosa certa è che non si dimetterà dalla carica istituzionale, sospendendosi piuttosto dalla presidenza di Fli alla quale sarà eletto. «Mai pensato di lasciare, figurarsi adesso, per di più in vista di un eventuale conflitto di attribuzione sul processo Ruby, sul quale l´ufficio di presidenza della Camera sarà chiamato a decidere» confida Fini alla vigilia ai suoi. Sarà rilanciata piuttosto la richiesta di dimissioni del premier: «Il conflitto non è più sanabile».

Pasquale Viespoli

Ma Fli nasce con una divisione in seno che riemergerà anche all´assemblea costituente. Anche stavolta la linea dei "diplomatici" Ronchi, Viespoli, non coinciderà con quella dei cosiddetti "falchi" sul nodo che inevitabilmente monopolizzerà il congresso. Cosa fare se si cadrà a breve nell´emergenza? Se si andasse al voto, stringere o no un´alleanza elettorale tra le opposizioni anti Berlusconi?

«Nessun margine di intesa con la sinistra, costruiremo la nuova destra» mette in chiaro Italo Bocchino in via di principio. Detto questo, spiega poi Carmelo Briguglio, «il congresso di Fli si svolge in un clima di emergenza istituzionale provocato da Berlusconi, il nostro partito che si ispira al patriottismo costituzionale ha il dovere di dare una risposta politica e per quanto mi riguarda ho le idee chiare».

Carmelo Briguglio

Era stata sua la proposta del patto emergenziale e trasversale, poi sotto diverse forme rilanciata da Massimo D´Alema. «Siamo al crepuscolo decadente del berlusconismo - sostiene Fabio Granata - ma se la situazione precipita e si va al voto allora il tema si porrà, ascolteremo al congresso gli umori della base, che si pronuncerà via web». Perché oggi nasce soprattutto "Fli on line", primo partito che gestirà la propria vita interna, oltre che l´elezione dei vertici, utilizzando lo strumento internet.

FABIO GRANATA

Altri si preparano a dare battaglia. Ad accendere la giornata di domani potrebbe essere ad esempio l´intervento di Andrea Ronchi. «Noi siamo il post, se ci poniamo sul piano dell´antiberlusconismo ne usciamo perdenti - anticipa l´ex ministro - Quello lasciamolo fare a Di Pietro. Se si andrà al voto, noi offriremo l´alternativa di centrodestra ispirata al Ppe con la "Lista civica nazionale Fini presidente".

Altro che santa alleanza con la sinistra». Anche il coordinatore Urso predica cautela: «L´Italia non è l´Egitto, i conflitti istituzionali vanno regolati, non auspico un 25 luglio e noi non saremo la destra di un´alleanza di centrosinistra. Da Milano parleremo agli orfani del partito azienda e non di santa alleanza».

CHIARA MORONI

In questo clima, all´insegna dell´eterno dualismo interno, con Berlusconi inevitabilmente sullo sfondo, Marco Tremaglia aprirà oggi l´assemblea del partito "post", tutto web e innovazione. Colonna sonora la house anni Ottanta, una collina in prato (vero) lunga 40 metri dietro la tribuna («È Fli si eleva e porta l´Italia fuori dal berlusconismo all´insegna della pulizia» teorizza Chiara Moroni). Ideazione del registra Alessandro Mariuttini, come pure lo schermo di 50 metri in 3D sul quale saranno proiettate immagini.

Per la cena pop a 20 euro by Vissani con Fini, in programma stasera (964 coperti) c´è già il tutto esaurito. Le distanze dal congresso fondativo Pdl 2009 - prime file riservate a hostess e giovani di bella presenza - Fli le ha prese pure reclutando solo volontari del partito in t-shirt finiana.

FRANCESCO STORACE

2 - STORACE, FINI NON HA FUTURO, E' RIDOTTO A FARE IL VICE DI CASINI...
(Adnkronos)
- 'Comincia dopo tanti testacoda il congresso del partito di Fini: quello nuovo, il quarto'. Francesco Storace, leader de La Destra, dal suo blog parla dell'assemblea costituente futurista e di Gianfranco Fini. 'Ne ha guidati e sciolti due -scrive Storace- il Msi e An, stava frantumando il terzo, il Pdl. Chissa' quanto durera' Futuro e Liberta'. Ma Fini non ha futuro. Ormai -attacca l'ex ministro- e' ridotto a fare il vice di Casini in compagnia di Rutelli, Lombardo, La Malfa e non so chi altri. Che ha accuratamente evitando di invitare all'assemblea di Milano. Non si sa mai che qualche delegato possa inquietarsi...'.

Emma Marcegaglia

'E' la triste fine di una storia -sottolinea ancora Storace- che si accompagna anche a inchieste pericolose di cui nessuno parla, a parte 'Panorama' oggi in edicola, che potrebbero essere foriere di sviluppi clamorosi per l'uomo dell'etica altrui, se ci fossero magistrati indisponibili a coprirlo. In Fini -spiega- abbiamo creduto per molti anni. Non eravamo soli. E per questo siamo delusi. Delusi da chi ha ingannato per decenni una comunita'. Traditi sulle nostre convinzioni storiche. E' stato lui, l'unico al mondo, a bollare il fascismo come male assoluto. Noi no'.

'Traditi -scrive ancora Storace- sulle grandi questioni sociali. E' lui a proporre il voto per gli immigrati. Noi no. E' lui a vagheggiare una societa' multiculturale. Noi no. E nemmeno Cameron e Angela Merkel. E' stato lui a tentare di cancellare ogni presenza di destra nella societa'. Noi no. Siamo fieri e orgogliosi del nostro cammino'.

'Fini -insiste il leader della Destra- e' pervaso dal rancore personale verso Berlusconi, si accompagna a un gruppo di teppistelli della parola che rispondono ai nomi di Bocchino, Granata, Briguglio, gente che lo ha sempre odiato e ora finge di venerarlo. Pensa di poter giocare al terzo polo; eppure -conclude Storace- avrebbe dovuto osannare quel bipolarismo che gli ha consentito di diventare un leader della seconda Repubblica. Domani treschera' anche con la sinistra. Fini fini'.... Non merita nemmeno gli auguri'.

NICKI VENDOLA

3 - SONDAGGIO: PER IL 60% IL FLI È DI SINISTRA...
Carlo Tarallo per il "Corriere del Mezzogiorno"

Il sondaggio è di quelli "riservatissimi": commissionato da Futuro e Libertà alla società Fullresearch in previsione dell'assemblea costituente del partito che si apre oggi a Milano. Il corrieredelmezzogiorno.it ne è in possesso, e dalla lettura dei dati emergono aspetti che definire sorprendenti è poco. Non tanto per la distribuzione dell'elettorato di Futuro e Libertà sul territorio italiano: il 31,6% degli elettori finiani è al Sud, il 29% al centro, il 22,4% al nord-est e il 17% al nord-ovest: che Fli fosse un partito a trazione meridionale era più o meno un fatto acquisito.

congresso italia dei valori bersani e vendola jpeg

Ma alla domanda: «Secondo lei Fli è?», la risposta del 60% degli italiani è da choc: per la maggioranza assoluta il partito di Fini è una forza di sinistra. Proprio così: 6 intervistati su 10 collocano a sinistra il movimento, mentre 4 lo ritengono di destra. Per l'80% degli italiani Fli è un movimento, per il 20% un partito; il 90% lo ritiene antiberlusconiano; il 60% lo reputa un movimento "giustizialista", il 40% "garantista"; il 70% lo vede una cosa "nuova", il 30% "vecchia". Altra sorpresa: bel il 38% dei potenziali elettori del Polo della Nazione reputa "non credibili" le accuse fatte dalla Procura di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi.

Dulcis in fundo, per l'80% degli intervistati Futuro e Libertà è "opportunista", per il 20% "leale". Tra i nomi preferiti per battezzare la coalizione Fli-Udc-Api-Mpa, il preferito è "Polo degli Italiani", con il 28%, mentre il 20% preferisce ""Polo della Nazione". Una simulazione effettuata confrontando tre ipotetiche coalizioni svela forse un sogno del terzo polo: candidare la leader di Confindustria Emma Marcegaglia a premier.

PIERLUIGI BERSANI

Infatti il confronto è tra tre ipotesi di alleanze elettorali: se si votasse oggi, secondo la rilevazione effettuata fino a tre giorni fa, la coalizione Pdl-Lega-Altri con Berlusconi candidato premier sarebbe al 35%; Pd- Id-Vendola e altri con Pierluigi Bersani al 34%; Fli-Udc-Mpa-Api con Emma Marcegaglia al 28%. Infine, le intenzioni di voto: Pdl 28,7%; Lega Nord 10,5; La Destra 1,6; Udc 6,5; Fli 6,2; Pd 24,2; Idv 5,3; Rifondazione Comunista 2%. Lista Pannella - Bonino 0,8%. Exploit di Sinistra e Libertà: i "vendoliani" sarebbero infatti al 9,5%.

 

WALL STREET UBER ALLES! - UN’ALTRA TEGOLA PER L’IMMAGINE DELL’AMERICA NELL’ERA DELLO SBARACKAMENTO GENERALE - LA MITOLOGICA BORSA DI NEW YORK SI FONDE CON QUELLA DI FRANCOFORTE - IL MODELLO RENANO PRENDE IL CONTROLLO (60-40) DEL TEMPIO DEL CAPITALISMO MONDIALE - WALL ST. RESTA LA PIAZZA PIÙ “LIQUIDA” DEL PIANETA, MA ALTRE BORSE SONO STATE PIÙ VELOCI A PADRONEGGIARE I NUOVI STRUMENTI DIGITALI: PER QUESTO HANNO POTUTO SUPERARE IL NYSE…

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Federico Rampini per "la Repubblica"

Obama Sarkozy e la Merkel

«Dopo 219 anni in cui è stato la roccaforte del capitalismo americano, il New York Stock Exchange finirà sotto il controllo della Borsa tedesca», osserva sgomento il Wall Street Journal. Il New York Times usa toni altrettanto drammatici: «Il simbolo del capitalismo americano avrà un padrone europeo».

I tabloid si scatenano: Wall Street viene ribattezzata Wall Strasse, la celebre statua del toro è raffigurata con l´elmetto a punta dell´esercito prussiano. Siamo in pieno psicodramma, peggio che ai tempi in cui i giapponesi comprarono il Rockefeller Center.

Per quest´America angosciata dalla sindrome del declino, lo choc è venuto da un fronte imprevisto. Ci si aspetta da un momento all´altro un colpaccio cinese, una mega-acquisizione da Pechino. Invece è la vecchia Europa che allunga i tentacoli sulla piazza finanziaria più importante del pianeta.

Wall Street

E gli Stati Uniti sono costretti a fare i conti con un vecchio rivale: il "modello renano", più vitale che mai. Barack Obama lo sa, la performance del made in Germany sui mercati emergenti è la "lepre" da inseguire, la sfida che lui indica all´industria americana. Tanto più che il successo tedesco ha un netto sapore progressista: vince il paese degli alti salari, dei sindacati forti, del Welfare State protettivo e solidale.

WALL STREEET jpeg

In effetti la Deutsche Boerse ha già promesso di contenere al minimo i licenziamenti post-fusione, come nella migliore tradizione germanica. Ci saranno sì dei guadagni da realizzare con le sinergie (soprattutto nelle tecnologie informatiche), ma al massimo saranno tagliati 100 posti di lavoro nella sede di Manhattan. Fosse arrivato un nuovo padrone anglosassone sarebbe andata peggio.

WALL ST

Ancora non si può escludere un rigurgito di nazionalismo, un colpo di coda politico, un veto da Washington contro l´acquisizione tedesca. Ma nelle prime reazioni prevalgono la nostalgia, un rassegnato pragmatismo, e qualche preoccupazione giustificata sugli effetti finali di queste mega-concentrazioni oligopolistiche. La nostalgia è d´obbligo, per l´istituzione che fu fondata nel 1792 sotto un albero di platano dai primi 24 broker della storia americana.

Ben presto divenne la metafora della vitalità americana: prima dell´11 settembre 2001, il New York Stock Exchange (Nyse) poteva vantarsi di non essere stato chiuso per nessuna calamità economica o politica: né per il crac del 1929 né durante le due guerre mondiali. La scena del "campanello di apertura" è un rito quasi religioso a cui hanno partecipato presidenti, magnati del capitalismo globale, e anche Vip dello sport e dello spettacolo.

Wall St

Subito dopo l´attacco alle Torri gemelle, il palazzo della Borsa fu il primo edificio a reagire sventolando dalle finestre una gigantesca bandiera a stelle e strisce, gesto che divenne un segnale di resistenza nel cuore della città sventrata.

Ma i segnali di una decadenza erano ben visibili da tempo. Il Wall Street Journal ha svelato un piccolo segreto del mestiere, raccontando le giornate dei broker resi quasi inutili dalle transazioni elettroniche su Internet: al punto che la saletta cinematografica nel palazzo del Nyse è ormai più affollata del mitico "parterre" immortalato dai film all´epoca in cui gli scambi di azioni si facevano con le "grida".

Wall Street

Gli operatori riconoscono che il Nyse ha reagito in ritardo all´innovazione tecnologica. Mentre Wall Street rimane la piazza più importante del pianeta, anche perché la più "liquida", altre Borse sono state più veloci a padroneggiare i nuovi strumenti digitali: per questo le capitalizzazioni delle società private che gestiscono quelle Borse hanno potuto superare il Nyse.

Wall Street

Il rapporto 60% contro 40%, tra gli azionisti tedeschi e gli americani in caso di fusione, è legato a questo paradosso: Francoforte è una piazza finanziaria ben più piccola di New York, ma l´impresa che gestisce la sua Borsa vale una volta e mezza il Nyse.

Wall Street

Insieme a chi si rallegra per la modernizzazione che dovrebbe arrivare dai nuovi padroni tedeschi, affiorano nuove paure. «I guadagni di efficienza faranno scendere le tariffe sulle operazioni di Borsa» promettono i protagonisti. Credergli ciecamente sarebbe una follia.

E´ proprio di questi giorni la scoperta che su un altro mercato finanziario, quello delle valute, poche grandi banche americane rapinavano sistematicamente i clienti pur importanti (fondi comuni) estorcendo commissioni eccessive. Uno degli effetti della crisi del 2008 è di avere ulteriormente ridotto i livelli di concorrenza. Ora questo avviene anche nelle Borse, con la nascita di pochi poli mondiali. Quanto tempo ci vorrà prima di scoprire gli abusi di questo oligopolio, e la necessità di ripensare anche qui tutta l´architettura dei controlli?

Wall Street

 

DONELLI, PREPARA I CANNONI, ALFONSINA LA PAZZA SOGNA LA DIREZIONE DI CANALE 5 - FEDE PENSIONATO SPERA NELLA SECONDA SERATA - SFIDA ALL’OK CORRAL PER IL TG4 (SOTTILE O BRACHINO?). CHIUDERE LA BARACCA, NO? - SCAZZO PIROSO-MAURO: IL DIRETTORE LO FULMINA: “COME TI VIENE IN MENTE DI CHIAMARMI? MI DICONO, PERCHÉ IO OVVIAMENTE NON GUARDO I TUOI PROGRAMMI, CHE PARLI MALE DI ‘REPUBBLICA’” - RICCI PER “MOTIVI RELIGIOSI” NON VA IN TV…

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Marco Castoro per "Italia Oggi"

signorini kalispera

1. E ORA SIGNORINI SOGNA LA DIREZIONE DI CANALE 5 - Alfonso Signorini ha un sogno nel cassetto: diventare il direttore di Canale 5 e restare in video. Un po' come fece Maurizio Costanzo, diversi anni fa a Canale 5. Massimo Donelli ha già preparato i cannoni per respingere l'assalto. Ma Signorini dopo il successo di Kalispèra! ora sì che ci... spera. E tra i corridoi dei piani alti di Cologno Monzese la voce comincia a prendere corpo. Obiettivamente non si sa quanto l'autocandidatura possa far piacere a Pier Silvio Berlusconi. Chissà, forse gli potrebbe fare ombra.

MASSIMO DONELLI

2. FEDE IN SECONDA SERATA - Nonostante le smentite di rito, a Mediaset si sta seriamente pensando al lungo addio di Emilio Fede, previsto non prima dei suoi 80 anni (che compirà in giugno). Lo stesso direttore del Tg4 ha dichiarato alle agenzie che neanche una buonuscita di 10 milioni può convincerlo a lasciare il suo incarico. Tuttavia, se l'azienda decidesse di sostituirlo, ha confessato Fede, gradirebbe la conduzione di un rotocalco. Dunque, prepariamoci all'idea di vederlo in seconda serata con la qualifica da (super) direttore editoriale.

Emilio Fede

3. TG4 INGLOBATO DA STUDIO APERTO - C'è da chiedersi perché Salvo Sottile sia il predestinato del fuoco amico di Chi. L'idea di vederlo alla conduzione del Tg4 delle 19 non sembra una mossa adatta né a lui e né ai telespettatori di quell'edizione. Il mezzobusto ideale deve avere la calma serafica e di linguaggio adatto al target degli utenti, elevato con l'età. Cesara Buonamici o Claudio Brachino sembrerebbero i più indicati.

Per quanto riguarda la direzione del Tg4 del dopo Fede, la soluzione più logica potrebbe essere quella di accorpare la testata e la redazione con Studio Aperto. Del resto Emilio Fede per Mediaset ha significato e significa tanto. E quindi si potrebbe fare come fece il Milan per Franco Baresi, ritirare la maglia. Nessuno dopo di lui.

Salvatore Sottile

4. BRACHINO COME ROMOLO AUGUSTO - Tutte le voci che rimbalzano sul riassetto delle reti e delle testate di Mediaset fanno sì che Claudio Brachino venga spesso tirato in causa nel valzer delle poltrone. Al diretto interessato l'hanno sentito commentare così la girandola dei rumors: "mi sento come Romolo Augusto" (l'ultimo imperatore romano d'Occidente che regnò per un periodo brevissimo, dal 31 ottobre del 475 al 4 settembre 476).

CLAUDIO BRACHINO

5. BATTIBECCO PIROSO-MAURO - Dopo che sul Foglio Giuliano Ferrara ha invitato Ezio Mauro a un faccia a faccia in tv, Antonello Piroso ha provato a contattare il direttore di Repubblica, rendendosi disponibile a concedere un ampio spazio all'interno di Niente di personale (che riparte domenica alle 21.30 su La7), ma la reazione di Mauro, secondo quanto raccontano a La7, è stata di ghiaccio: "Ma come ti viene in mente di chiamarmi? Mi dicono, perché io ovviamente non guardo i tuoi programmi, che parli male di Repubblica".

ANTONELLO PIROSO

Una reazione, ha raccontato Piroso alla sua squadra di collaboratori, simile a quella che usò il cavaliere per declassare Michele Santoro, quando disse che i programmi dell'anchorman di Raidue erano visti dal cuoco Michele. Il conduttore di Niente di personale ha ribattuto dicendo che lui parla male o bene di Mediaset e di Repubblica a secondo i casi, ricordando a Mauro che il suo editore Carlo De Benedetti e diversi suoi giornalisti sono sempre venuti ospiti. Tutto è bene quel che finisce bene: alla fine Mauro ha parlato con un conduttore di La7, ma con Luca Telese, che l'ha intervistato per il Fatto quotidiano. Questione di feeling...

EZIO MAURO - Copyright Pizzi

6. IL PATRIARCA RICCI - Sapete che cosa risponde Antonio Ricci a chi lo invita come ospite per un talk show? "No, grazie. Per motivi religiosi non posso apparire in tv". Quindi lasciate ogni speranza o voi che lo invitate...

 

MAI DIRE MARIA - UNO-DUE DI GRASSO A LINUS E AI GIALAPPI, ORMAI PUPAZZI IN MANO A MARIA LA SANGUINARIA - \"Siamo solo a febbraio, ma posso dire di aver già visto la più brutta intervista dell’anno, difficilmente sorpassabile: quella di Linus a Maria De Filippi (In realtà, era una sorta di scambio di favori)\" - \"Che pena, e che tristezza vedere i Gialappi immolarsi alla causa di Maria De Filippi, applicare il loro consunto format al cinismo televisivo, per redimere con un sussulto d’ironia ciò che redimibile non è\"...

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1 - ENTOMOLOGO PARAGURU...
Aldo Grasso per "Sette-Corriere della Sera"

ALDO GRASSO CRITICO TV

Siamo solo a febbraio, ma intanto posso dire di aver già visto la più brutta intervista dell'anno, difficilmente sorpassabile: quella di Pasquale Di Molfetta, in arte Linus, a Maria De Filippi in Deejay chiama Italia (nella versione tv di Radio Deejay, l'emittente del Gruppo editoriale L'Espresso). Linus era, a dir poco, ossequioso, a tratti persino appecoronato. Le ha persino chiesto: «Come ti sei innamorata di Costanzo?».

A tenergli bordone il suo Sancho Panza dopolavoristico, quel Nicola Savino finito nelle secche di Simona Ventura e di Colorado. Uno spettacolo davvero imbarazzante, soprattutto se si pensa al ruolo che Linus vorrebbe ricoprire nel panorama radiofonico italiano. E invece è crollato miseramente, come fosse un qualsiasi lettore di Chi cui viene data la possibilità di conoscere la sua starlet preferita.

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In realtà, l'intervista era una sorta di scambio di favori. Linus era stato invitato a fare il giudice ad Amici, dopo averne a lungo parlato male, dopo aver per anni criticato le operazioni commerciali e discografiche che si agitano dietro i "talenti" scoperti dalla De Filippi. Per rintuzzare lo sconcerto dei suoi fan, Linus ha usato armi retoriche spuntate e ridicole: «La prima domanda è ovviamente "perché". E la risposta è "perché no?". Proprio perché il mondo di Amici non è il mio mondo Maria mi ha invitato, e proprio perché non mi appartiene ero curioso di vederlo da vicino». Oppure: «Mi sono molto divertito, come se fossi stato a un incontro di wrestling. E, lo dico non per la cortesia dell'ospite, qualche ragazzo è anche bravo».

Alle volte ci si chiede perché l'Italia attraversi una fase così involutiva, perché non cambi mai nulla, perché la volgarità e il qualunquismo finiscano sempre per intorpidirci le idee, perché una che ha inventato i tronisti debba anche essere celebrata per questa scelleratezza espressiva. Si potrebbe cogliere l'essenza dei popoli - ancor più che quella degli individui - nel modo con cui essi partecipano a questa rassegnazione, a questa complicità estetica.

LINUS

Ieri Linus diceva che i programmi della De Filippi erano "un modo veloce per ottenere un effimero successo" (scatenando l'ira di Maria), oggi si atteggia a entomologo paraguru, a novello Roland Barthes che scopre il wrestling. Avrà ceduto alle pressanti insistenze di Platinette? Ma perché uno scrive un pezzo contro Pasquale Di Molfetta, in arte Linus? Perché no?


2 - I GIALAPPI ARRIVANO AL PUNTO PIÙ BASSO...
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla tv, affamate isteriche nude, trascinarsi attraverso programmi da bassifondi cercando un sussulto rabbioso... Che pena, e che tristezza vedere i Gialappi immolarsi alla causa di Maria De Filippi, applicare il loro consunto format al cinismo televisivo, per redimere con un sussulto d'ironia ciò che redimibile non è. In Mai dire Gol c'era un momento di umanissima malinconia, quando i Gialappi congedavano un calciatore non particolarmente fortunato, il brocco di turno, e sottolineavano la sua uscita di scena con un musica struggente.

Gialappas Band

Ebbene, oggi quella musica suona per loro: Mai dire Amici è sicuramente il punto più basso della loro pur folgorante carriera, segna la loro incapacità di crescere, di trovare proposte differenti, di sottrarsi alle logiche più retrive della tv commerciale (Canale 5, mercoledì, ore 23). Per anni sono andati avanti a fare la morale a tutti (a ribadire una loro superiorità canzonatoria) e adesso si trovano nella condizione dell'innaffiatore innaffiato.

Chiambretti

Ci risparmino almeno la giustificazione che è colpa di Mediaset, che loro avrebbero progetti interessanti regolarmente bocciati, che... Ho visto le menti migliori i Chiambretti, i Luca e Paolo, le Iene, i Gialappi e tanti altri - entrare nel mondo dello spettacolo per migliorarlo, per marcare la loro diversità, per inondarlo della loro graffiante ironia e poi comportarsi come noi, fare i conti della serva per conciliare ipocrisia e mercede.

Platinette

C'è qualcosa di antropologico, di carattere profondamente italiano, in questa nostra attitudine a nascere incendiari e a diventare, day by day, pompieri. A coltivare l'indifferenza come tratto stilistico. A trovare argomenti, nascano essi dal nostro rigore o dai nostri capricci, per giustificare qualsiasi scelta. Forse è stato solo un incubo. Forse Mai dire Amici non è mai andato in onda. Forse dobbiamo solo imparare a venire a patti con l'inessenziale.

 

SEMPRE PEGGIO! - NON PRENDETE IMPEGNI DOMENICA 20 FEBBRAIO, ORE 21, L’AUDITORIUM DI ROMA OSPITA, PER Il ciclo “Lezioni di giornalismo”, dedicato quest’anno al giornalismo d’inchiesta, IL VOSTRO UMILE SERVITORE Roberto D’Agostino - OSPITI, PREMI E RICCHI COTILLONS....

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Da http://www.auditorium.com/eventi/4989914

Lezioni di Giornalismo

Il ciclo "Lezioni di giornalismo", dedicato quest'anno al giornalismo d'inchiesta, ospita Roberto D'Agostino, uno dei personaggi più famosi, innovativi e controversi del panorama massmediologico italiano che ha innestato nel mondo dell'informazione una inedita e corrosiva formula di divulgazione giornalistica.

Roberto D'Agostino ha debuttato a sedici anni come disc-jockey nella trasmissione radiofonica «Bandiera gialla» con Arbore e Boncompagni. Giornalista pubblicista, esperto di look a «Quelli della notte», è il fondatore di «Dagospia», uno dei siti più seguiti (oltre 300.000 accessi al giorno) che quotidianamente pubblica gossip e scoop sul mondo economico, politico e del costume.

DAGO Lezione all'Auditorium

In questa stagione si parlerà di inchieste. E, naturalmente, di giornalismo d'inchiesta, di tecniche di reportage, di investigazione. Insomma, dopo gli incontri ravvicinati con grandi nomi della stampa straniera e i direttori di testate italiane, dopo i duetti con prestigiose firme del giornalismo nazionale, si entrerà decisamente in "area di rigore", con l'essenza stessa di questo mestiere tra i piedi. Si parlerà di giornalismo scomodo. Sicuramente scomodo per qualcuno.

 


• UN MILIONE DI EURO PER PIEPOLI DA PALENZONA (TANTI I SOLDI NON SONO I SUOI) PER SONDARE LA \"QUALITà EROGATA\" DAGLI AEROPORTI DI ROMA - PD-PDL TRA AMORI (BOCCIA-DI GIROLAMO) E TRADIMENTI (ESTER MIELI DA CANDIDATA VELTRONIANA ALLA CORTE DI ALE-DANNO) - PADRE GEORG DOTTORE PERUGINO - IL PD TROVA L’ANTI BONDI - PROFUMO E SCALFARI, INCONTRO DI SAN VALENTINO (PER IL LIBRO DEL REPUBBLICONE PANARA)…

Next: 1- CHE CI FACEVA DI BELLO QUESTA MATTINA A PORTICI, LA CITTÀ DI NOEMI LETIZIA, QUEL ROMPIRAZZO DI FABRIZIO CORONA? IN TANTI GIURANO DI AVERLO VISTO APPOSTATO SOTTO CASA DI VINCENZO ORONZO, IL FRATELLO DI ROBERTA, L’AMICA DI NOEMI CHE INSIEME A LEI ANDÒ A VILLA CERTOSA PER TRASCORRERE IL CAPODANNO 2009... 2- VINCENZO HA RIVELATO DI AVERE FOTO DI QUELLA \"VACANZA\" (NULLA DI HARD). UNA ALLUCINAZIONE DI MASSA OPPURE CORONA VOLEVA DARE UNO SGUARDO ALLE FOTO ? A PROPOSITO, A QUANTO PARE GLI ORONZO NON L’HANNO NEMMENO FATTO ENTRARE IN CASA 3- CORONA: ’’A DOMENICA 5 MOSTRERO’ LE FOTO DI BERLUSCONI DURANTE LE ARCORE NIGHTS’’ 4- TUTTO PRONTO PER IL DEBUTTO DI NADIA MACRÌ IN UNA DISCO DI LIVORNO: MA LA CONCOMITANZA CON LA GIORNATA NAZIONALE PER I DIRITTI DELLE DONNE SCATENA LA PROTESTA
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Fabrizio Palenzona

Da "Italia Oggi"

1. PALENZONA DA' UN MILIONE A PIEPOLI PER SONDARE GLI AEROPORTI DI ROMA...
Il presidente di Aeroporti di Roma, ovvero il politico-banchiere Fabrizio Palenzona, vuole che sulla sua scrivania arrivi al più presto un sondaggio molto dettagliato. E così, per centrare l'obiettivo, Adr verserà un milione di euro all'Istituto Piepoli, presieduto da Nicola Piepoli, e alla società Pragma.

Ma per fare cosa esattamente? Le due società, in sostanza, dovranno svolgere un «servizio di monitoraggio della qualità erogata e percepita degli aeroporti di Fiumicino e Ciampino». Si tratta, cioè, di attivarsi per capire quanto siano soddisfatti o insoddisfatti gli utenti dei due scali romani. Grosso modo sembra trattarsi di un'indagine di customer satisfaction, indispensabile per Adr e gli aeroporti gestiti. Per questo la società, che fa principalmente capo alla famiglia Benetton, ha deciso di chiamare Piepoli. (Stefano Sansonetti)

Cicchitto e Piepoli

2. QUANTI AMORI TRA PD E PDL...
Pdl e Pd possono andare d'amore e d'accordo? Il caso della love story (o di grande amicizia) tra i deputati Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia sembrerebbe dimostrare che è possibile. Tuttavia in queste ore si sta per celebrare un altro matrimonio tra esponenti dei due partiti. Ester Mieli, la candidata alle primarie del Pd romano di Veltroni, che aprì la convention del Lingotto, sta per accasarsi alla corte di Gianni Alemanno, sindaco di Roma.

boccia

La Mieli attualmente è la portavoce della Comunità ebraica di Roma e sta tenendo gli esami per diventare giornalista professionista. Potrebbe diventare il vice dell'attuale portavoce del sindaco, Simone Turbolente. (Mauro Romano)

3. PADRE GEORG DOTTORE PERUGINO...
L'università per stranieri di Perugia, il 15 febbraio, conferirà la laurea honoris causa a monsignor George Gaenswein, segretario particolare di papa Benedetto XVI ed ex studente dell'ateneo perugino. Padre Georg è un ex alunno dei corsi di lingua e cultura italiana dell'ateneo perugino, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta.

NUNZIA DE GIROLAMO MELANIA RIZZOLI

È stata la conoscenza della lingua italiana appresa a Perugia gli ha consentito di vincere la cattedra di diritto canonico presso l'ateneo pontificio di Santa Croce e di lavorare per diversi anni negli uffici della Curia romana. Con il conferimento della laurea in "Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo" l'università vuole dare un riconoscimento a padre Georg «per gli alti risultati scientifici, professionali e umani conseguiti». (Sebastiano Luciani)

Alemanno al campo Rom foto LaPresse

4. PROFUMO DI SAN VALENTINO...
Lunedì prossimo, festa di san Valentino, l'ex banchiere Alessandro Profumo si farà vedere a Roma insieme al fondatore del quotidiano la Repubblica, Eugenio Scalfari. Non sono fidanzati, ma avranno molte cose da dirsi: l'occasione verrà fornita dalla presentazione del libro "La malattia dell'Occidente. Perché il lavoro non vale più", di Marco Panara, storica firma delle pagine di economia del giornale diretto da Ezio Mauro. Luogo scelto per l'evento, la sede della provincia di Roma, palazzo Valentini, dove il padrone di casa (che sarà presente) è Nicola Zingaretti, esponente di punta del Partito democratico.

Alessandro Profumo su _La Stampa_

E l'incontro sarà coordinato da Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica. Tema della serata romana, che inizierà alle ore 18, il rapporto tra il lavoro (parlando del suo valore morale e sociale) e la democrazia: si farà notte fonda... (Donato de' Bardi)

ESTER MIELI CON WALTER VELTRONI

5. IL PD TROVA L'ANTI BONDI...
Il Pd ha un candidato per la poltrona di ministro per i beni e le attività culturali: l'anti Sandro Bondi è Michele Fina, già assessore provinciale e segretario del Pd dell'Aquila, ora nuovo responsabile Pd delle politiche per il paesaggio. Fina vuole portare la sua esperienza abruzzese per sostenere la tutela e la valorizzazione dell'ambiente, nella lotta contro lo spopolamento dei borghi e per il recupero dei centri storici, con un'attenzione speciale per la ricostruzione dell'Aquila e dei comuni abruzzesi colpiti dal terremoto. (Donato de' Bardi)

 

 

1- CHE CI FACEVA DI BELLO QUESTA MATTINA A PORTICI, LA CITTÀ DI NOEMI LETIZIA, QUEL ROMPIRAZZO DI FABRIZIO CORONA? IN TANTI GIURANO DI AVERLO VISTO APPOSTATO SOTTO CASA DI VINCENZO ORONZO, IL FRATELLO DI ROBERTA, L’AMICA DI NOEMI CHE INSIEME A LEI ANDÒ A VILLA CERTOSA PER TRASCORRERE IL CAPODANNO 2009... 2- VINCENZO HA RIVELATO DI AVERE FOTO DI QUELLA \"VACANZA\" (NULLA DI HARD). UNA ALLUCINAZIONE DI MASSA OPPURE CORONA VOLEVA DARE UNO SGUARDO ALLE FOTO ? A PROPOSITO, A QUANTO PARE GLI ORONZO NON L’HANNO NEMMENO FATTO ENTRARE IN CASA 3- CORONA: ’’A DOMENICA 5 MOSTRERO’ LE FOTO DI BERLUSCONI DURANTE LE ARCORE NIGHTS’’ 4- TUTTO PRONTO PER IL DEBUTTO DI NADIA MACRÌ IN UNA DISCO DI LIVORNO: MA LA CONCOMITANZA CON LA GIORNATA NAZIONALE PER I DIRITTI DELLE DONNE SCATENA LA PROTESTA

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1- DAGOREPORT
Carlo Tarallo per Dagospia

bunga-girls

Che ci faceva questa mattina a Portici, vicino Napoli, la città di Noemi Letizia, il rompirazzo Fabrizio Corona? In tanti giurano di averlo visto appostato sotto casa di Vincenzo Oronzo, il fratello di Roberta, l'amica di Noemi che insieme a lei andò a Villa Certosa per trascorrere il capodanno 2009... Vincenzo ha rivelato di avere foto di quella "vacanza".... il settimanale "Oggi" ha rivelato il contenuto delle foto: nulla di hard, solo pose da cerimonia.... intanto l'hanno visto, e qualcuno si sarebbe anche fatto fotografare con lui... Una allucinazione di massa oppure Corona voleva dare uno sguardo alle foto ? A proposito, a quanto pare gli Oronzo non l'hanno nemmeno fatto entrare in casa.....

Lele Mora e Fabrizio Corona

2 - "IL SUO NOME NEI VERBALI" LA RAI TAGLIA LA SORELLA DI BELEN
P. B. per "la Repubblica"


Non c´entra con il Rubygate e non ha partecipato a nessun festino. Ma la Rai l´ha tagliata.
Cecilia Rodriguez, 20 anni, modella e sorella di Belen, che è successo?
«Le produzioni di Domenica In e di Se... a casa di Paola (in trasferta a Sanremo) hanno comunicato al mio agente Davide Scalmani che la mia presenza in video non è più prevista».

FABRIZIO CORONA

Motivo?
«Hanno letto la ricostruzione - falsa - riportata da alcuni giornali di una telefonata di Fabrizio Corona al titolare di un locale. Il cachet di cui parlava Fabrizio era per un evento, come si capisce chiaramente dall´intercettazione. Non per una "marchetta". Invece hanno scritto che dovevo sostituire la Tommasi con un cliente...».

E ora?
«Non lo so. È assurdo, mi hanno tolto due programmi». In compenso Rai e Mediaset fanno lavorare tranquillamente chi è coinvolto davvero in queste vicende.

NOEMI i

3 - CORONA, MOSTRERO' FOTO PREMIER DURANTE LE ARCORE NIGHTS...
(ANSA)
- ''A Domenica 5 mostrero' le foto di Berlusconi durante le Arcore nights'': cosi' ha annunciato Fabrizio Corona, in collegamento con la trasmissione 'Chiambretti night' che andra' in onda domani sera. Corona, che era in collegamento video, con queste parole ha risposto alla domanda del presentatore sull'effettiva esistenza di foto di Berlusconi nudo.

roberta oronzo

4- TUTTO PRONTO PER IL DEBUTTO DI NADIA MACRÌ NEL MONDO DELLO SPETTACOLO: MA LA CONCOMITANZA CON LA GIORNATA NAZIONALE PER I DIRITTI DELLE DONNE, DOMENICA 13 FEBBRAIO, SCATENA LA PROTESTA
http://www.senzasoste.it/dintorni/bunga-bunga-party-a-rosignano-ma-stiamo-
scherzando?sms_ss=facebook&at_xt=4d551b6ef4396443%2C0

nadia macri

Carlo Tarallo per Dagospia- No bunga bunga? No party ! Tutto pronto per il debutto di Nadia Macrì nel mondo dello spettacolo: la sedicente escort emiliana propaganda a tutto spiano, soprattutto su facebook, la seratona in programma domani, sabato 12 febbraio, a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno.

nadia macri

"Vi aspetto al Bunga Bunga party!": questo l'invito di Nadia, che dopo aver conquistato gloria e fama con i suoi racconti, in verità un pò contraddittori, sulle serate di Arcore e Villa Certosa, ora passa (almeno è ciò che spera) all'incasso: special guest star di un evento (?) che vede anche la partecipazione del percussionista Zimba, tanto per restare in tema. Cena buffet e discoteca con Nadia a 15 euro: prezzo "sociale" quello della serata, ma la concomitanza con la giornata nazionale per i diritti delle donne, domenica 13 febbraio, scatena la protesta, come riferisce un sito locale. Contestazioni in vista per la Nadia nazionale ?

 

LA FINE DEL FARAONE - SULEIMAN VA IN TV E ANNUNCIA LE DIMISSIONI DI MUBARAK: “IL POTERE PASSA ALLE FORZE ARMATE” - ALL’ANNUNCIO LA PIAZZA ESPLODE IN UN BOATO, TRA BANDIERE EGIZIANE E FANTOCCI IMPICCATI DELLO ZIO DI RUBY…

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Omar Suleiman

1 - MUBARAK SI E' DIMESSO, POTERE A FORZE ARMATE. SULEIMAN ALLA TELEVISIONE...
(ANSA)
- Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente Hosni Mubarak ha rinunciato al suo mandato presidenziale e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello stato.

mubarak

2 - IL BOATO DELLA PIAZZA...
(ANSA) -
La piazza Tahir ha accolto con un immenso boato l'annuncio di pochi minuti fa del vice presidente Omar Suleiman delle dimissioni da presidente egiziano Hosni Mubarak.

3 - BANDIERE EGIZIANE E FANTOCCIO MUBARAK IMPICCATO...
(ANSA) -
Un tripudio di bandiere egiziane sventolate in piazza Tahrir con sottofondo dI fischi e grida di giubilo ha accolto l'annuncio delle dimissioni di Mubarak. Da un lampione viene agitato un fantoccio impiccato che era stato appeso già giorni fa.

LA FOLLA FESTEGGIA LE DIMISSIONI DI MUBARAK AL CAIRO

4.ESPLODE ORGOGLIO IN PIAZZA,CANTI E SVENTOLIO BANDIERE
ROMA
(ANSA) - ROMA, 11 FEB -
Esulta piazza Tahrir gremita: sono immagini di gioia e manifestazioni di orgoglio quelle che passano su tutte le televisioni del mondo che hanno le telecamere puntate sugli egiziani in festa. Una massa in preda all'euforia che festeggia la notizia delle dimissioni del rais dop 18 giorni di ininterrotta protesta. Continua lo sventolio di bandiere mentre sii sentono canti, urla e testimoni interpellati parlano anche dei molti che versano lacrime di gioia.

NON è UN CANARINO, è UN ELEFANTE! TWITTER? 10 MILIARDI! - C’è PUZZA DI BOLLA SPECULATIVA NELLA VALUTAZIONE DATA AL SOCIAL NETWORK DEI MESSAGGINI - I MILIARDI LI AVREBBERO OFFERTI GOOGLE, CHE I SOLDI LI HA, E FACEBOOK, CHE INVECE è ANCORA UN IMPERO DI CARTA - PUR SE IN CRESCITA, TWITTER L’ANNO SCORSO HA AVUTO UN FATTURATO DI 45 MLN $, CHE NON HA NEANCHE COPERTO LE SPESE - I DUE EX MONOPOLISTI (ORA SFIGATI) NOKIA E MICROSOFT SI UNISCONO PER FAR LA GUERRA A IPHONE E ANDROID…

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1 - GOOGLE E FACEBOOK CORTEGGIANO TWITTER...
Arturo Zampaglione per "la Repubblica"

Twitter

Il cinguettio di Twitter vale dagli 8 ai 10 miliardi di dollari: questa è la cifra stratosferica che alcuni colossi Internet, come Facebook e Google, sarebbero pronti a pagare per l´acquisto del social network, a conferma di una nuova e pericolosa bolla speculativa che sta nascendo attorno alla Silicon valley. Dal 2006 Twitter offre un servizio gratuito di "social networking" e "microblogging" tramite messaggi di testo con una lunghezza massima di 140 caratteri. Creato da Jack Dorsey, che ne è ora il presidente, assieme a Evan Williams e Biz Stone, si è velocemente imposto come uno strumento efficace di comunicazione interpersonale e di diffusione delle notizie.

Gli incassi sono stati scarsi, almeno finora: l´introduzione di messaggi pubblicitari ha permesso un fatturato di 45 milioni di dollari nel 2010, insufficiente per coprire le spese. Per l´anno in corso si prevedono redditi dai 100 ai 110 milioni. Ma a dispetto di questi modesti risultati economici e delle dimensioni ridotte - appena 350 dipendenti - Twitter (che in inglese significa cinguettare) è uno dei siti più ambiti nel mondo di Internet.

mark zuckerberg

Secondo il Wall Street Journal, i dirigenti di Twitter, tra cui il chief executive Dick Costolo, hanno condotto nelle scorse settimane alcuni negoziati segreti con esponenti di vari colossi, a cominciare da Google e Facebook. Le trattative sono state impostate su livelli di prezzo (8-10 miliardi) che non hanno alcuna correlazione con la redditività dell´azienda. Negli ultimi mesi il social network sembra essere diventato il nuovo "giocattolo" di Wall Street. Facebook ha raccolto 1,5 miliardi di dollari attraverso un accordo con la Goldman Sachs che ha dato all´azienda una valutazione di 50 miliardi di dollari, cinque volte superiore al 2009.

Groupon ha respinto un´offerta di Google per 6 miliardi di dollari. LinkedIn spera di raccogliere 2 miliardi di dollari con la quotazione in Borsa. E il valore della stessa Twitter veniva stimato a dicembre 2010, cioè due mesi fa, in 3,7 miliardi di dollari, cioè meno della metà di adesso. Certo, il "social networking" apre la prospettiva di una rivoluzione nelle strategie di marketing, ma c´è anche il rischio che tutto si sgonfi d´incanto, come è accaduto con la new economy e poi con la bolla immobiliare.

logo facebook

Sempre sul fronte dell´hi tech, peraltro, è atteso per oggi l´annuncio della nuova strategia con cui la finlandese Nokia, che è il più grande produttore del mondo di cellulari, intende rispondere alla sfida di iPhone e Android, la piattaforma Google per la telefonia mobile. La Nokia ha perso tempo prezioso nel capire la svolta degli smartphone, le cui vendite hanno da poco superato quelle dei computer. Per recuperare il ritardo è stato chiamato a guidare il gruppo Stephen Elop, 47 anni, canadese. Elop potrebbe annunciare un´accordo con la Microsoft per l´uso sui cellulari Nokia del sistema operativo Windows Phone 7 in concorrenza con Android. E proprio Facebook, infine, punta ad una piena integrazione con un cellulare prodotto dalla taiwanese Htc che verrà presentato entro il mese.

larry page sergey brin - Fondatori di Google


2 - NOKIA,ENTRO DUE ANNI I SUOI SMARTPHONE USERANNO SOFTWARE MICROSOFT...
(LaPresse/AP)
- I giganti della tecnologia Nokia e Microsoft stanno unendo le forze per creare degli smartphone in grado di competere con rivali come Apple e Google Android e che permettano loro di stare al passo con il mercato aumentando i profitti. Nokia, il più grande produttore al mondo di telefoni cellulari, ha annunciato oggi che ha in programma di usare il software Windows Phone della Microsoft come piattaforma principale per i suoi smartphone. Secondo gli analisti si è trattato di un affare più per Microsoft che per Nokia la cui quota di mercato è passata dal 41% del 2008 al 31% dell'ultimo trimestre 2010.

STEVE BALLMER DI MICROSOFT

Ciononostante Nokia è ancora il numero uno al mondo nella telefonia mobile dal 1998 e l'anno scorso ha venduto 432 milioni di apparecchi, più dei suoi tre principali rivali messi insieme. L'iPhone della Apple ha lanciato la moda degli smartphone moderni e i Blackberry di Research In Motion sono diventati gli apparecchi aziendali preferiti. Più recentemente il software Android di Google è emerso come la scelta principale dei produttori di telefoni che intendono sfidare l'iPhone.

Logo "Nokia"

"Nokia si trova in un momento cruciale, in cui un cambiamento è necessario e inevitabile per andare avanti" ha detto l'amministratore delegato di Nokia, Stephen Elop, aggiungendo che la compagnia mira a "riguadagnare la leadership per gli smartphone, rinforzando le piattaforme per i telefoni e investendo per il futuro". Stephen Elop prima di diventare amministratore delegato di Nokia era a capo della divisione business di Microsoft. In un comunicato pubblicato oggi a proposito dell'accordo con Microsoft ha scritto che l'accordo consentirà di "innovare ai massimi livelli la piattaforma in settori come l'immagine, di cui Nokia è leader".

LinkedIn

Ma l'accordo per la compagnia finlandese lascia incertezza su cosa succederà all'attuale piattaforma usata sui suoi telefoni Nokia, la Symbian. Secondo Neil Mawston dell'istituto di analisi londinese 'Strategy Analytics', la sostituzione della piattaforma attuale con Windows phone dovrebbe avvenire entro due anni "in modo completo o quasi". Nokia ha annunciato anche che comunicherà presto la costituzione di un nuovo team direzionale e cambiamenti nella struttura organizzativa "con un focus su velocità, risultati e affuidabilità".

 

Grossi guai in vista per \"Libero\" - Secondo l’Agcom, il quotidiano degli angelucci ha incassato 12 milioni e chiesto altri 6 milioni alla Presidenza del Consiglio che non gli spettavano - Non solo: non potrà incassare nemmeno i 6 milioni di euro iscritti a bilancio nel 2009 né potrà chiederne altrettanti per il 2010. Anche una parte del contributo del 2006 dovrà essere restituito - La delibera del garante colpisce anche \"Il Riformista\"...

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Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"

ANTONIO ANGELUCCI

Grossi guai in vista per Libero. Il quotidiano diretto dalla coppia Feltri-Belpietro è stato pescato dall'Autorità Garante per le Comunicazioni con le mani nella marmellata mentre attingeva dalle casse pubbliche finanziamenti che non gli spettavano. Il giornale caro ai leghisti si trova in una situazione davvero imbarazzante.

Come una qualsiasi impresa meridionale scoperta dalla Guardia di finanza a truccare i requisiti per accedere a una legge di agevolazione, dovrà restituire il maltolto. Secondo l'interpretazione dell'Agcom, Libero ha incassato 12 milioni di euro e chiesto altri 6 milioni di euro alla Presidenza del Consiglio che non gli spettavano e su quei soldi ha fatto affidamento per chiudere in pareggio i bilanci degli scorsi anni.

GLI ANGELUCCI

Il 9 febbraio scorso l'editore di Libero, il deputato del Pdl Antonio Angelucci, proprietario del gruppo di cliniche private Tosinvest, si è visto comminare una multa di 108 mila euro e presto potrebbe trovarsi costretto a mettere mano al portafoglio. Il provvedimento dell'Autorità Garante delle Comunicazioni è frutto di una lunga istruttoria durata un anno e mezzo, avviata in tandem con Dipartimento editoria della presidenza, diretto da Elisa Grande.

La delibera colpisce anche la società editrice del quotidiano Il Riformista, diretto da poche settimane da Stefano Cappellini. Entrambi i quotidiani - a differenza del Fatto Quotidiano - ogni anno attingono all'apposito fondo della presidenza del Consiglio dichiarando di appartenere a enti (una fondazione e una cooperativa) non collegate.

Belpietro Feltri Libero

L'Agcom contesta quei finanziamenti perché i due giornali, al di là delle qualifiche formali, sono controllati entrambi dal gruppo di Antonio Angelucci. La delibera dell'Agcom è stata presa sulla base della relazione favorevole alla ‘condanna' di Angelucci del commissario Sebastiano Sortino che è riuscito a convincere il presidente Corrado Calabrò (nominato da Silvio Berlusconi) e a strappare l'astensione di un altro membro dell'Agcom in quota Pdl, Stefano Mannoni.

Un buon segnale per questa Autorità che finora aveva fatto parlare di sé solo per gli scandali seguiti alle intercettazioni di Trani.

Gli effetti della delibera potrebbero essere devastanti per i conti dei due giornali che - se la Presidenza del Consiglio applicherà la delibera Agcom - rischiano di saltare. Una pessima notizia anche per Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro che sono entrati con una quota del 10 per cento a testa nella società editrice per rilanciarla.

Stefano Cappellini

Libero dovrà restituire i 7,7 milioni incassati nel dicembre 2008, con riferimento ai conti del 2007. Non solo: non potrà incassare nemmeno i 6 milioni di euro iscritti a bilancio nel 2009 né potrà chiederne altrettanti per il 2010. Anche una parte del contributo del 2006 dovrà essere restituito.

Nel marzo del 2006 Angelucci ha comprato da Claudio Velardi, ex spin doctor di Massimo D'Alema, la maggioranza del Riformista. E quindi da quel momento, secondo l'Agcom, si è verificata la situazione di incompatibilità con il finanziamento. Anche per Il Riformista, che incassa 2,5 milioni di euro all'anno, nonostante venda in edicola poco più di 3 mila copie, gli effetti della delibera dell'Agcom saranno devastanti.

CORRADO CALABRO

Secondo l'Agcom ci sono almeno quattro buone ragioni per ritenere che - al di là della forma - sia Libero che Il Riformista sono di proprietà di Tonino Angelucci. Innanzitutto il gruppo ha contribuito con molti milioni di euro ogni anno ai due giornali stipulando dei contratti di "valorizzazione della testata" che in realtà celerebbero una forma di finanziamento all'impresa. In secondo ruolo le riunioni degli organi delle società editoriali si tengono nei medesimi uffici del gruppo Angelucci.

Inoltre gli amministratori spesso sono gli stessi e infine c'è una strana cessione di credito che somiglia molto a un finanziamento. Per il 2006 Libero ha incassato 7.953.436,26 euro (parzialmente da restituire). Per il 2007 invece 7.794.367,53, che dovrebbero essere integralmente restituiti.

CLAUDIO VELARDI

A questi bisogna aggiungere i 6 più 6 milioni che verranno a mancare per i bilancio già chiuso del 2009 e per quello del 2010. Per capire l'effetto di questa mazzata bisogna rileggere quello che ha scritto la società di revisione BDO, prima di certificare il bilancio: "L'equilibrio economico e finanziario della società è strettamente legato all'ottenimento dei contributi suddetti".

Le conseguenze pratiche della delibera Agcom ora dipenderanno dall'interpretazione che ne darà il Dipartimento dell'Editoria. Se Libero avesse dichiarato subito di appartenere allo stesso gruppo del Riformista, solo quest'ultimo avrebbe perso il contributo. Ma il fatto di avere nascosto questa situazione agli uffici dovrebbe comportare la perdita del contributo per entrambi i giornali. Per non parlare poi dei possibili effetti penali. Potrebbero esserci dei riverberi anche per il personale. Nel 2008 tutti i 98 dipendenti (compresi 83 giornalisti) di Libero sono stati pagati con i soldi dello Stato. Soldi ai quali il giornale nemico degli sprechi non aveva diritto.

 

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